HealthDay
MALATTIA

Cambiamenti nell’organismo associati all’invecchiamento

DiRichard G. Stefanacci, DO, MGH, MBA, Thomas Jefferson University, Jefferson College of Population Health
Revisionato/Rivisto mag 2022 | Modificata dic 2022
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L’organismo cambia con l’età, perché i cambiamenti si verificano in singole cellule e interi organi. Questi cambiamenti si traducono in modifiche della funzione e dell’aspetto.

(Vedere anche Panoramica sull’invecchiamento.)

Invecchiamento cellulare

Quando le cellule invecchiano, funzionano meno bene. A un certo punto, cellule vecchie sono destinate a morire e questo è un normale processo organico.

Le cellule vecchie a volte muoiono perché sono programmate per farlo. I geni delle cellule programmano un processo che, quando attivato, provoca la morte della cellula. La morte programmata, chiamata apoptosi, è una sorta di suicidio cellulare. L’invecchiamento di una cellula è un motivo scatenante. Le cellule vecchie sono destinate a morire per fare spazio a nuove cellule. Altri motivi scatenanti includono un numero eccessivo di cellule ed eventuali danneggiamenti a una cellula.

Le cellule vecchie muoiono anche perché possono dividersi solo un numero limitato di volte. Questo limite è programmato dai geni. Quando una cellula non può più dividersi, diventa più grande, esiste per un po’ e poi muore. Il meccanismo che limita la divisione cellulare coinvolge una struttura chiamata telomero. I telomeri sono utilizzati per spostare il materiale genetico della cellula in fase di preparazione per la divisione cellulare. Ogni volta che una cellula si divide, i telomeri si accorciano un po’. Alla fine, i telomeri diventano talmente corti che la cellula non può più dividersi. Quando una cellula smette di dividersi, viene definita senescenza.

Talvolta il danneggiamento di una cellula comporta direttamente la sua morte. Le cellule possono essere danneggiate da sostanze nocive, come le radiazioni, la luce solare e i farmaci chemioterapici. Possono anche essere danneggiate da alcuni sottoprodotti derivanti dalle normali attività della cellula stessa. Questi sottoprodotti, detti radicali liberi, sono sprigionati quando le cellule producono energia.

Sapevate che...

  • I disturbi, non l’invecchiamento, di solito sono la causa della maggior parte della perdita di funzionalità.

Invecchiamento organico

Il corretto funzionamento degli organi dipende da quanto funzionano bene le cellule al loro interno. Le cellule più vecchie, funzionano meno bene. Inoltre, in alcuni organi, le cellule muoiono e non sono sostituite, quindi il loro numero diminuisce. Il numero di cellule in testicoli, ovaie, fegato e reni diminuisce in modo marcato quando l’organismo invecchia. Quando il numero di cellule diventa troppo basso, un organo non può funzionare normalmente. Pertanto, con l’invecchiamento, la maggior parte degli organi funziona meno bene. Tuttavia, non tutti gli organi perdono un gran numero di cellule. Il cervello è un esempio. Le persone anziane sane non perdono molte cellule cerebrali. Perdite sostanziali si manifestano essenzialmente nelle persone che hanno subito un ictus o che presentano disturbi che causano la progressiva perdita di cellule nervose (disturbi neurodegenerativi), come la malattia di Alzheimer o il morbo di Parkinson.

Spesso, i primi segni dell’invecchiamento coinvolgono il sistema muscolo-scheletrico. Gli occhi, seguiti dagli orecchi, cominciano a cambiare nella prima parte della mezza età. Anche la maggior parte delle funzioni interne si deteriora con l’invecchiamento. Quasi tutte le funzioni corporee raggiungono il culmine poco prima dei 30 anni per poi iniziare un declino graduale ma continuo. Tuttavia, nonostante tale declino, la maggior parte delle funzioni rimane adeguata, in quanto la maggior parte degli organi comincia il proprio percorso con una capacità funzionale molto più elevata rispetto alle reali esigenze dell’organismo (la cosiddetta “riserva funzionale”). Ad esempio, se metà del fegato è distrutta, il tessuto rimanente è più che sufficiente per mantenere una normale funzione epatica. Pertanto, i disturbi, anziché l’invecchiamento, rappresentano in genere la maggiore perdita funzionale nella tarda età.

Sebbene la maggior parte delle funzioni rimanga adeguata, con il declino funzionale gli anziani sono meno capaci di gestire le varie sollecitazioni, tra cui un’intensa attività fisica, sbalzi di temperatura ambientale e disturbi. Tale declino comporta anche una maggiore probabilità per gli anziani di manifestare effetti collaterali associati ai farmaci. Alcuni organi sono più inclini ad avere disfunzioni sotto stress rispetto ad altri. Tra questi organi si annoverano il cuore e i vasi sanguigni, gli organi dell’apparato urinario (come i reni) e il cervello.

Ossa e articolazioni

(Vedere anche Effetti dell’invecchiamento sul sistema muscoloscheletrico.)

Le ossa tendono ad avere una minore densità. Una moderata perdita di densità ossea è detta osteopenia, mentre una grave perdita di densità ossea (compresa la comparsa di una frattura dovuta alla perdita di densità ossea) è detta osteoporosi. Con l’osteoporosi, le ossa s’indeboliscono e sono più soggette alle fratture. Nelle donne, la perdita di densità ossea subisce un’accelerazione dopo la menopausa a causa della minore produzione di estrogeni. Gli estrogeni aiutano a prevenire un’eccessiva scomposizione ossea durante il normale processo di composizione, scomposizione e ricomposizione delle ossa da parte dell’organismo.

La densità ossea si riduce in parte perché le ossa contengono una minore quantità di calcio (l’elemento che le rinforza). Questa diminuzione si deve a un ridotto assorbimento da parte dell’organismo del calcio contenuto negli alimenti. Inoltre, i livelli di vitamina D, che aiuta l’organismo ad utilizzare il calcio, si riducono leggermente. Alcune ossa si indeboliscono più di altre. Quelle più colpite comprendono l’estremità femorale (femore) in prossimità dell’anca, le estremità delle ossa del braccio (radio e ulna) in prossimità del polso e le ossa della colonna vertebrale (vertebre).

I cambiamenti a cui sono sottoposte le vertebre nella parte superiore della colonna vertebrale causano uno spostamento in avanti della punta della testa, con una conseguente compressione della gola. Ciò comporta una maggiore difficoltà durante la deglutizione e una maggiore probabilità di soffocamento. Le vertebre diventano meno dense e i cuscinetti di tessuto (dischi) interposti tra loro perdono liquido e diventano più sottili, accorciando la colonna vertebrale. È per questo motivo che gli anziani diventano più bassi.

La cartilagine che riveste le articolazioni tende ad assottigliarsi, in parte a causa dell’usura dovuta ad anni di movimento. Le superfici di un’articolazione possono non scorrere bene una sull’altra come un tempo e l’articolazione può essere più sensibile alle fratture. Il danneggiamento della cartilagine dovuto all’uso permanente delle articolazioni o a lesioni ripetute spesso comporta l’insorgenza dell’osteoartrite, che è uno dei disturbi più comuni in tarda età.

I legamenti, che tengono unite le articolazioni, e i tendini, che tengono uniti i muscoli alle ossa, tendono a diventare meno elastici, rendendo le articolazioni contratte o rigide. Anche questi tessuti si indeboliscono. Pertanto, la maggior parte delle persone sviluppa una minore flessibilità. I legamenti e i tendini tendono a strapparsi con maggiore facilità e quando si strappano, guariscono più lentamente. Questi cambiamenti si verificano perché le cellule deputate al mantenimento di legamenti e tendini diventano meno attive.

Muscoli e grasso corporeo

La quantità di tessuto dei muscoli (massa muscolare) e la forza muscolare tendono a diminuire a partire all’incirca dai 30 anni e continuano a diminuire per tutta la vita. Tale riduzione è in parte causata dall’inattività fisica e da livelli decrescenti di ormone della crescita e di testosterone, che stimolano lo sviluppo muscolare. Inoltre, i muscoli non possono contrarsi con la stessa rapidità, data la perdita di gran parte delle fibre muscolari deputate a una rapida contrazione rispetto alle fibre muscolari deputate a una lenta contrazione. Tuttavia, durante la vita di un adulto, gli effetti dell’invecchiamento riducono la massa e la forza muscolare di non più del 10-15%. In assenza di malattia, la maggior parte della perdita oltre il 10-15% è prevenibile con una regolare attività fisica. La perdita di massa muscolare più grave (chiamata sarcopenia, letteralmente “perdita di carne”) deriva da malattie o da estrema inattività e non solo dall’invecchiamento.

La maggior parte degli anziani conserva massa e forza muscolari sufficienti per svolgere tutti i compiti necessari. Molti anziani rimangono dei forti atleti. Competono nello sport e praticano un’attività fisica intensa. Tuttavia, anche il più in forma degli anziani nota un certo calo man mano che invecchia.

Sapevate che...

  • Per compensare la massa muscolare persa durante ogni giorno di riposo a letto forzato, gli anziani possono avere bisogno di allenarsi fino a un massimo di 2 settimane.

L’attività fisica regolare finalizzata al rafforzamento muscolare (esercizi di resistenza) può risolvere parzialmente o ritardare in modo significativo la perdita di massa e di forza muscolare. Nell’allenamento di rafforzamento muscolare, i muscoli si contraggono contro la resistenza fornita dalla gravità (come negli addominali o nei piegamenti), dai pesi o dagli elastici. Se questo tipo di allenamento è compiuto regolarmente, anche le persone che non hanno mai praticato esercizio fisico possono aumentare la massa e la forza muscolari. Al contrario, l’inattività fisica, soprattutto il riposo a letto durante una malattia, può accelerare notevolmente la perdita. Durante i periodi di inattività, gli anziani perdono massa e forza muscolari molto più rapidamente rispetto ai giovani. Ad esempio, per compensare la massa muscolare persa durante ogni giorno di rigoroso riposo a letto, le persone possono avere bisogno di allenarsi fino a un massimo di 2 settimane.

Dall’età di 75 anni, la percentuale di grasso corporeo tipicamente raddoppia rispetto a quanto avviene durante l’età adulta giovanile. Un eccesso di grasso corporeo può aumentare il rischio di incorrere in alcuni problemi di salute, come il diabete. Anche la distribuzione del tessuto adiposo cambia, cambiando la forma del tronco. Una dieta sana e un esercizio fisico regolare possono aiutare gli anziani a minimizzare gli aumenti di grasso corporeo.

Occhi

(Vedere anche Effetti dell’invecchiamento sugli occhi.)

Con l’invecchiamento si verifica quanto segue:

  • Il cristallino si irrigidisce, rendendo più difficile la messa a fuoco degli oggetti vicini.

  • Il cristallino diventa più denso, rendendo la vista in penombra più difficile.

  • La pupilla reagisce in modo più lento alle variazioni di luce.

  • Il cristallino si ingiallisce, cambiando il modo di percepire i colori.

  • Il numero di cellule nervose si riduce, alterando la percezione della profondità.

  • Gli occhi producono meno fluido, dando una sensazione di secchezza oculare.

Un cambiamento della vista è spesso il primo segno innegabile dell’invecchiamento.

I cambiamenti nel cristallino dell’occhio possono causare o contribuire a causare quanto segue:

  • Perdita della vista da vicino: quando si arriva all’età di 40 anni, la maggior parte delle persone nota che la vista di oggetti più vicini di circa 60 centimetri diventa difficile. Questo cambiamento nella vista, detto presbiopia, si verifica perché il cristallino dell’occhio si irrigidisce. Normalmente, il cristallino cambia forma per aiutare l’occhio a mettere a fuoco. Un cristallino più rigido rende più difficile la messa a fuoco degli oggetti vicini. In definitiva, quasi tutti soffrono di presbiopia e necessitano di indossare occhiali da lettura con lenti di ingrandimento. Coloro che necessitano di occhiali da vista per vedere gli oggetti distanti possono dover indossare occhiali con lenti bifocali o multifocali.

  • Necessità di luce più intensa: durante l’invecchiamento, vedere in penombra diventa più difficile perché il cristallino tende a diventare meno trasparente. Un cristallino più denso comporta una minore quantità di luce filtrata attraverso la retina nella parte posteriore dell’occhio. Inoltre, la retina, contenente le cellule che rilevano la luce, diventa meno sensibile. Pertanto, per leggere occorre una luce più intensa. In media, i sessantenni necessitano di una quantità di luce tre volte maggiore per leggere rispetto ai ventenni.

  • Cambiamenti nella percezione dei colori: i colori sono percepiti in modo diverso, in parte perché il cristallino tende a ingiallirsi con l’invecchiamento. I colori possono sembrare meno brillanti e i contrasti tra colori diversi possono essere più difficili da vedere distintamente. Le varie tonalità di blu possono sembrare più grigie e le stampe con caratteri o sfondo di colore blu possono apparire sbiadite. Questi cambiamenti sono insignificanti per la maggior parte delle persone. Tuttavia, gli anziani possono avere difficoltà a leggere lettere stampate di colore nero su sfondo blu o leggere lettere di colore blu.

La pupilla dell’occhio reagisce in modo più lento alle variazioni di luce. La pupilla si allarga e si restringe per lasciare filtrare più o meno luce, a seconda della luminosità dell’ambiente circostante. Una pupilla con una più lenta capacità di reazione negli anziani comporta l’incapacità di vedere immediatamente quando entrano in una stanza buia, oppure un temporaneo abbagliamento quando entrano in una zona luminosa. Gli anziani possono anche diventare più sensibili alla luce abbagliante. Tuttavia, una maggiore sensibilità all’abbagliamento è spesso dovuta alla presenza di zone inscurite nel cristallino o di cataratta.

Sapevate che...

  • La maggior parte dei sessantenni necessita di una quantità di luce tre volte maggiore per leggere rispetto ai ventenni.

I particolari dettagliati, tra cui le differenze di tonalità e sfumatura, diventano più difficili da vedere distintamente. Il motivo è probabilmente riconducibile a una riduzione del numero di cellule nervose che trasmettono segnali visivi dagli occhi al cervello. Questo cambiamento influenza il modo di percepire la profondità, con una maggiore difficoltà a stimare le distanze.

Gli anziani possono vedere più punti minuscoli che si muovono all’interno del loro campo visivo. Questi punti minuscoli, chiamati miodesopsie (“mosche volanti” o “corpi vitreali mobili”) sono piccole parti del normale liquido oculare che si sono solidificate. Le miodesopsie (mosche volanti) non interferiscono in modo significativo con la vista e, se non aumentano improvvisamente di numero, non costituiscono un motivo di preoccupazione.

Gli occhi tendono a seccarsi. Questo cambiamento si verifica perché il numero di cellule che producono i fluidi di lubrificazione oculare si riduce. La produzione di lacrime può diminuire.

L’aspetto degli occhi subisce variazioni in diversi modi:

  • Il bianco (sclera) dell’occhio può diventare leggermente giallo o marrone. Questo cambiamento è il risultato di molti anni di esposizione alla luce ultravioletta, al vento e alla polvere.

  • Macchie casuali di colore possono comparire all’interno del bianco dell’occhio, soprattutto nelle persone di carnagione scura.

  • Un anello di colore grigio-bianco (arcus senilis) può comparire sulla superficie dell’occhio. L’anello è costituito da sali di calcio e colesterolo e non influisce sulla vista.

  • La palpebra inferiore può pendere dal bulbo oculare a causa dell’indebolimento dei muscoli intorno all’occhio e dell’allungamento dei tendini. Questa condizione (detta ectropion) può interferire con la lubrificazione del bulbo oculare e contribuire alla secchezza degli occhi.

  • L’occhio può apparire affondato all’interno del cranio a causa della ridotta quantità di grasso attorno all’occhio.

Orecchie

(Vedere anche Effetti dell’invecchiamento su orecchie, naso e gola.)

La maggior parte dei cambiamenti nell’udito è probabilmente dovuta tanto a una vita di esposizione al rumore quanto all’invecchiamento (vedere anche Perdita dell’udito). L’esposizione a rumori forti con il passare del tempo danneggia la capacità uditiva dell’orecchio. Tuttavia, alcuni cambiamenti nell’udito si verificano con l’avanzare dell’età, indipendentemente dall’esposizione a rumori forti.

È importante consultare un medico per stabilire se la perdita dell’udito sia dovuta a cerume (cerume auricolare) perché è facilmente trattabile.

Con l’invecchiamento, sentire i suoni acuti diventa più difficile. Questo cambiamento è considerato una perdita dell’udito associata all’età (presbiacusia). Ad esempio, la musica di violino può sembrare meno brillante.

Sapevate che...

  • L’articolazione chiara delle consonanti può risultare più utile del parlare a voce più alta per gli anziani che hanno difficoltà a capire il parlato.

  • I suoni acuti sono particolarmente difficili da percepire per gli anziani.

La conseguenza più frustrante della presbiacusia è la tendenza ad avere maggiore difficoltà a distinguere le parole, di conseguenza, gli anziani possono pensare che gli altri stiano borbottando. Anche quando gli altri parlano a voce più alta, gli anziani hanno comunque difficoltà a distinguere le parole. Ciò è dovuto al suono acuto della maggior parte delle consonanti (come d, t, s, f, p e sc) e al fatto che le consonanti sono i suoni che aiutano a identificare le parole. Le vocali, essendo suoni con un tono più basso, sono più facili da udire. Pertanto, gli anziani riescono a sentire “aii iare” anziché “sai sciare”. Per essere d’aiuto, gli interlocutori devono articolare le consonanti in modo più chiaro, anziché parlare semplicemente a voce più alta. Distinguere cosa dicono donne e bambini può essere più difficile rispetto al parlato degli uomini, poiché la voce della maggior parte delle donne e dei bambini è più acuta. A poco a poco, anche sentire i toni bassi diventa più difficile.

Molti anziani hanno più difficoltà uditive in luoghi rumorosi o in gruppo, a causa del rumore di fondo.

All’interno dell’orecchio possono crescere dei peli spessi che si spingono al di fuori.

Bocca e naso

(Vedere anche Effetti dell’invecchiamento su bocca e denti ed Effetti dell’invecchiamento su orecchie, naso e gola.)

In genere, nei cinquantenni, i sensi del gusto e dell’olfatto cominciano a diminuire gradualmente. Entrambi i sensi sono necessari per beneficiare dell’intera gamma dei gusti degli alimenti. La lingua può identificare solo cinque gusti fondamentali: dolce, aspro, amaro, salato e un gusto chiamato umami (comunemente descritto come sapore di carne o sapido). Il senso dell’olfatto è necessario per distinguere i gusti più delicati e complessi (come il lampone).

Con l’avanzare dell’età, la sensibilità delle papille gustative poste sulla lingua si riduce. Questo cambiamento interessa la degustazione dei sapori dolci e salati, più che di quelli amari e aspri. La capacità olfattiva si riduce perché il rivestimento del naso diventa più sottile e più secco e le terminazioni nervose all’interno del naso si deteriorano. Tuttavia, il cambiamento è lieve e di solito colpisce solo odori tenui. A causa di questi cambiamenti, molti alimenti tendono ad assumere un gusto amaro e gli alimenti con odori tenui possono avere un gusto blando.

La bocca tende ad essere percepita come secca con maggiore frequenza, in parte perché viene prodotta una quantità minore di saliva. La bocca secca riduce ulteriormente la possibilità di gustare gli alimenti.

Con l’avanzare dell’età, le gengive si ritirano leggermente. Di conseguenza, le parti inferiori dei denti sono esposte alle particelle e ai batteri dei cibi. Inoltre, lo smalto dei denti tende ad erodersi. Questi cambiamenti, così come la bocca secca, rendono i denti più sensibili alla corrosione e alle carie, rendendo così più probabile la perdita dei denti.

Con l’invecchiamento, il naso tende ad allungarsi e ampliarsi, mentre la punta tende a protendere verso il basso.

Possono crescere dei peli spessi nel naso, sopra al labbro superiore e sul mento.

Cute

(Vedere anche Effetti dell’invecchiamento sulla cute.)

La pelle tende a diventare più sottile, meno elastica, più secca e finemente rugosa. Tuttavia, l’esposizione alla luce solare nel corso degli anni, contribuisce notevolmente alla formazione di rughe e a rendere la pelle ruvida e macchiata. Coloro che hanno evitato l’esposizione alla luce solare spesso sembrano molto più giovani della loro età.

La pelle cambia in parte perché il collagene (un tessuto fibroso resistente che rende la pelle forte) e l’elastina (che rende la pelle flessibile) subiscono delle variazioni chimiche e perdono flessibilità. L’invecchiamento dell’organismo, inoltre, causa la diminuzione della produzione di collagene ed elastina. Il risultato è che la pelle si lacera più facilmente.

Lo strato di tessuto adiposo sottocutaneo si assottiglia. Questo strato funge da ammortizzatore per la pelle, contribuendo a proteggerla e supportarla. Lo strato di tessuto adiposo aiuta anche a conservare il calore del corpo. Quando lo strato si assottiglia, la probabilità di sviluppare rughe è maggiore e si riduce la tolleranza al freddo.

Il numero di terminazioni nervose della pelle si riduce. Il risultato è che si diventa meno sensibili al dolore, alla temperatura e alla pressione e ci si espone a una maggiore probabilità di lesioni.

Il numero di ghiandole sudoripare e vasi sanguigni si riduce e si riduce anche il flusso ematico negli strati profondi della pelle. Il risultato è che l’organismo è meno in grado di spostare il calore interno del corpo attraverso i vasi sanguigni fino alla superficie corporea. Il corpo espelle meno calore e ha anche difficoltà a raffreddarsi. Pertanto, il rischio di disturbi legati al calore, come il colpo di calore, aumenta. Inoltre, con la riduzione del flusso ematico, la pelle tende a guarire in modo più lento.

Il numero di cellule produttrici di pigmento (melanociti) si riduce. Il risultato è che la pelle ha una minore protezione contro i raggi ultravioletti (UV), come quelli provenienti dalla luce solare. Sulla pelle che è stata esposta alla luce solare si sviluppano grandi macchie marroni (macchie dell’età), forse perché la pelle ha minori capacità di rimuovere le scorie.

La pelle riesce a produrre una minore quantità di vitamina D quando viene esposta alla luce solare. Pertanto, vi è un maggior rischio di carenza di vitamina D.

Cervello e sistema nervoso

(Vedere anche Effetti dell’invecchiamento sul sistema nervoso.)

Generalmente, il numero di cellule nervose si riduce nel cervello. Tuttavia, il cervello può parzialmente compensare questa perdita in diversi modi:

  • Alla perdita delle cellule vengono formati nuovi collegamenti tra le cellule nervose rimanenti.

  • Nuove cellule nervose possono formarsi in alcune aree del cervello, anche durante la vecchiaia.

  • Il cervello contiene più cellule di quante siano necessarie per compiere la maggior parte delle attività, una caratteristica chiamata ridondanza.

I livelli di sostanze chimiche coinvolte nell’invio di messaggi all’interno del cervello tendono a diminuire, ma alcuni aumentano. Le cellule nervose possono perdere alcuni dei loro recettori utili per questi messaggi chimici. Il flusso ematico verso il cervello si riduce. A causa di questi cambiamenti associati all’età, il cervello può funzionare un po’ meno bene. Gli anziani possono reagire e svolgere compiti in modo leggermente più lento, ma a parte il tempo, riescono a portare a termine tali compiti con precisione. Alcune funzioni mentali, come il vocabolario, la memoria a breve termine, la capacità di apprendere nuove nozioni e la capacità di ricordare le parole possono ridursi lievemente una volta oltrepassati i 70 anni di età.

Compiuti all’incirca 60 anni, il numero di cellule contenute nel midollo spinale comincia a diminuire. Questo cambiamento in genere non influisce sulla forza o sulla sensibilità.

Sapevate che...

  • Il cervello è in grado di compensare la perdita di cellule nervose che si verifica con l’invecchiamento.

Con l’avanzare dell’età, i nervi possono condurre i segnali in modo più lento. Di solito, questo cambiamento è talmente minimo che le persone non lo notano. Inoltre, i nervi possono autoripararsi in modo più lento e incompleto. Pertanto, gli anziani con nervi danneggiati possono presentare una sensibilità e una forza ridotte.

Cuore e vasi sanguigni

(Vedere anche Effetti dell’invecchiamento sul cuore e sui vasi sanguigni.)

Il cuore e i vasi sanguigni diventano più rigidi. Il cuore si riempie di sangue in modo più lento. Le arterie divenute più rigide hanno minori capacità di espandersi quando viene pompato più sangue nella loro direzione. Pertanto, la pressione arteriosa tende ad aumentare.

Nonostante questi cambiamenti, un cuore anziano normale funziona bene. Le differenze tra cuori giovani e anziani diventano evidenti solo quando il cuore deve lavorare sodo e pompare più sangue, ad esempio durante l’esercizio fisico o nel caso di una malattia. Un cuore anziano non è in grado di accelerare il battito con la stessa rapidità o di pompare il sangue con la stessa velocità di un cuore giovane. Pertanto, gli atleti anziani non riescono a raggiungere le stesse prestazioni degli atleti giovani. Tuttavia, una regolare attività aerobica può migliorare le prestazioni atletiche negli anziani.

Polmoni e muscoli respiratori

(Vedere anche Effetti dell’invecchiamento sul sistema respiratorio.)

I muscoli utilizzati nella respirazione, ovvero il diaframma e i muscoli intercostali, tendono a indebolirsi. Il numero di sacche d’aria (alveoli) e capillari nei polmoni si riduce. Pertanto, dall’aria inspirata si assorbe una quantità minore di ossigeno. I polmoni diventano meno elastici. Nei non fumatori o in coloro non affetti da una malattia polmonare, questi cambiamenti non influiscono sulle attività quotidiane ordinarie, ma possono rendere l’esercizio fisico più difficile. Anche la respirazione ad alta quota (dove c’è meno ossigeno) può essere più difficile.

I polmoni hanno minori capacità di combattere le infezioni, in parte perché le cellule che spazzano via i detriti contenenti microrganismi dalle vie aeree non sono più in grado di farlo come in precedenza. La tosse, che aiuta anche a ripulire i polmoni, tende ad essere più debole.

Apparato digerente

(Vedere anche Effetti dell’invecchiamento sull’apparato digerente.)

Nel complesso, l’apparato digerente è meno influenzato dall’invecchiamento rispetto a molte altre parti dell’organismo. I muscoli dell’esofago si contraggono con una forza minore, ma il passaggio del cibo attraverso l’esofago non viene interessato. Il cibo viene svuotato dallo stomaco in modo un po’ più lento e lo stomaco non può contenere troppo cibo, perché è meno elastico. Tuttavia, nella maggior parte delle persone, questi cambiamenti sono troppo lievi per essere notati.

Certi cambiamenti causano problemi in alcune persone. L’apparato digerente può produrre meno lattasi, un enzima necessario per la digestione del latte. Il risultato è che gli anziani hanno maggiori probabilità di sviluppare intolleranza ai prodotti lattiero-caseari (intolleranza al lattosio). Coloro che sono intolleranti al lattosio possono sentirsi gonfi o sviluppare gas intestinali o diarrea dopo avere consumato prodotti lattiero-caseari.

Nell’intestino crasso, i materiali si muovono in modo un po’ più lento. In alcune persone, questo rallentamento contribuisce alla stipsi.

Il fegato tende a diventare più piccolo data la riduzione del numero di cellule. Nel fegato scorre meno sangue e gli enzimi epatici che favoriscono il processo di farmaci e altre sostanze funzionano in modo meno efficiente. Il risultato è che il fegato può avere una capacità lievemente inferiore di favorire l’eliminazione dei farmaci e di altre sostanze dall’organismo e gli effetti dei farmaci, desiderati e indesiderati, durano più a lungo.

Reni e vie urinarie

(Vedere anche Effetti dell’invecchiamento sulle vie urinarie.)

I reni tendono a diventare più piccoli data la riduzione del numero di cellule. Nei reni scorre meno sangue e a circa 30 anni la filtrazione del sangue è inferiore. Con il passare degli anni, la loro capacità di espellere le scorie dal sangue è minore. Possono espellere troppa acqua e troppo poco sale, rendendo più probabile la disidratazione. Ciononostante, quasi sempre funzionano abbastanza bene per soddisfare le esigenze dell’organismo.

Alcuni cambiamenti dell’apparato urinario possono comportare maggiori difficoltà nel controllo della minzione:

  • Il volume massimo di urina che la vescica può contenere si riduce. Negli anziani ciò comporta la necessità di urinare con maggiore frequenza.

  • I muscoli della vescica possono contrarsi in modo imprevedibile (diventando iperattivi), indipendentemente dalla reale necessità di urinare.

  • I muscoli della vescica si indeboliscono. Di conseguenza, gli anziani non riescono più a svuotare la vescica come prima e dopo la minzione nella vescica rimane una maggiore quantità di urina.

  • Il muscolo che controlla l’uscita di urina dall’organismo (lo sfintere urinario) ha minori capacità di chiudersi ermeticamente evitando le perdite. Quindi, gli anziani hanno maggiori difficoltà a posporre la minzione.

Questi cambiamenti costituiscono uno dei motivi che rendono l’incontinenza urinaria (perdita incontrollabile di urina) più comune con l’avanzare dell’età.

Nelle donne, l’uretra (il tubicino attraverso il quale l’urina fuoriesce dall’organismo) si accorcia e il suo rivestimento si assottiglia. La riduzione del livello di estrogeni che si verifica con la menopausa può contribuire a questa e ad altre alterazioni dell’apparato urinario.

Negli uomini, la prostata tende ad allargarsi. In molti uomini, si allarga abbastanza da interferire con il passaggio dell’urina e da impedire alla vescica di svuotarsi completamente. Il risultato è che gli uomini anziani tendono a urinare con meno forza, a richiedere più tempo per iniziare la minzione, ad avere un gocciolamento al termine della minzione e a urinare più spesso. Gli uomini anziani hanno anche maggiori probabilità di non essere in grado di urinare pur avendo la vescica piena (ritenzione urinaria). Questo disturbo richiede cure mediche immediate.

Organi riproduttivi

Donne

(Vedere anche Effetti dell’età sul sistema riproduttivo femminile.)

Gli effetti dell’invecchiamento sui livelli di ormoni sessuali sono più evidenti nelle donne che negli uomini. Nelle donne, la maggior parte di questi effetti è associata alla menopausa, quando i livelli di ormoni femminili (in particolare, gli estrogeni) si riducono drasticamente, all’interruzione permanente del ciclo mestruale e all’impossibilità di avere una gravidanza. La riduzione dei livelli di ormoni femminili provoca un restringimento delle ovaie e dell’utero. I tessuti della vagina si assottigliano, sono soggetti a una maggiore secchezza e a una minore elasticità (una condizione chiamata vaginite atrofica). In casi gravi, tali cambiamenti possono comportare prurito, emorragia, dolore durante i rapporti sessuali e necessità impellente di urinare (urgenza urinaria).

I seni diventano meno consistenti e più fibrosi e tendono a scendere verso il basso. Questi cambiamenti rendono più difficile l’individuazione di noduli al seno.

Alcuni dei cambiamenti che iniziano con la menopausa (come i più bassi livelli ormonali e la secchezza vaginale) possono interferire con l’attività sessuale. Tuttavia, per la maggior parte delle donne, l’invecchiamento non comporta una particolare riduzione del piacere sessuale. Non doversi preoccupare di incorrere in una gravidanza può aumentare l’attività e il piacere sessuali.

Sapevate che...

  • Poiché i seni cambiano con l’età, l’individuazione di noduli che potrebbero essere masse tumorali può essere più difficile.

Uomini

(Vedere anche Effetti dell’età sul sistema riproduttivo maschile.)

Negli uomini, i cambiamenti nei livelli di ormoni sessuali sono meno improvvisi. I livelli dell’ormone maschile testosterone si riducono, con una conseguente riduzione degli spermatozoi e del desiderio sessuale (libido); tuttavia si tratta di processi graduali. Sebbene il flusso ematico verso il pene tenda a diminuire, la maggior parte degli uomini è in grado di avere erezioni e orgasmi per tutta la vita. Tuttavia, le erezioni possono non avere la stessa durata e turgidità o possono richiedere maggiori stimoli per essere mantenute. Una seconda erezione può richiedere più tempo. La disfunzione erettile (impotenza) diventa più comune con l’avanzare dell’età ed è spesso causata da un disturbo, di solito una malattia, che colpisce i vasi sanguigni (ad esempio, una malattia vascolare) o il diabete.

Sistema endocrino

(Vedere anche Effetti dell’invecchiamento sul sistema endocrino.)

I livelli e l’attività di alcuni ormoni, prodotti dalle ghiandole endocrine, si riducono.

  • I livelli dell’ormone della crescita si riducono, con una conseguente riduzione della massa muscolare.

  • I livelli di aldosterone si riducono, rendendo più probabile la disidratazione. Questo ormone segnala all’organismo la necessità di trattenere i sali e quindi l’acqua.

  • L’insulina, che aiuta a tenere sotto controllo il livello di zuccheri (glucosio) nel sangue, è meno efficace e probabilmente viene prodotta in quantità minore.L’insulina consente agli zuccheri di passare dal sangue alle cellule, dove può essere convertita in energia. Le variazioni dei livelli di insulina comportano un maggiore aumento dei livelli glicemici dopo un pasto abbondante e richiedono più tempo per tornare alla normalità.

Per la maggior parte delle persone, i cambiamenti nel sistema endocrino non hanno alcun effetto evidente sulla salute generale. Tuttavia, in alcuni casi, tali cambiamenti possono aumentare il rischio di avere problemi di salute. Ad esempio, le variazioni dei livelli di insulina aumentano il rischio di diabete di tipo 2. Pertanto, l’esercizio fisico e la dieta, che possono aumentare l’azione dell’insulina, diventano più importanti con l’avanzare dell’età.

Produzione di sangue

La quantità di midollo osseo attivo, dove vengono prodotti i globuli, si riduce. Pertanto, vi è una minore produzione di cellule ematiche. Tuttavia, il midollo osseo in genere può produrre abbastanza cellule ematiche per tutta la vita. I problemi possono insorgere in presenza di un aumento notevole della necessità di cellule ematiche, ad esempio, in caso di anemia, infezione o emorragia. In tali casi, il midollo osseo ha minori capacità di aumentare la propria produzione di cellule ematiche in risposta al fabbisogno dell’organismo.

Sistema immunitario

Le cellule del sistema immunitario agiscono in modo più lento. Queste cellule identificano e distruggono le sostanze estranee come i batteri, altri microbi infettanti e probabilmente le cellule tumorali. Questo rallentamento immunitario può in parte spiegare vari risultati associati all’invecchiamento:

  • Il cancro è più comune tra gli anziani.

  • I vaccini tendono a offrire una minore protezione negli anziani, tuttavia i vaccini contro influenza, polmonite e fuoco di Sant’Antonio sono fondamentali e offrono un certo grado di protezione.

  • Alcune infezioni, come la polmonite e l’influenza, sono più comuni tra gli anziani e provocano la morte con maggiore frequenza.

  • I sintomi di allergia possono diventare meno gravi.

Con il rallentamento del sistema immunitario, le malattie autoimmuni diventano meno comuni.

Tabella