Ipotensione arteriosa

(Ipotensione)

DiLevi D. Procter, MD, Virginia Commonwealth University School of Medicine
Revisionato/Rivisto giu 2022
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I fatti in Breve

Si definisce pressione arteriosa bassa una pressione arteriosa ridotta a tal punto da causare sintomi quali capogiri e svenimento. La pressione arteriosa molto bassa può causare danni agli organi, un processo detto shock.

  • Vari farmaci e malattie possono influire sul sistema dell’organismo deputato al mantenimento della pressione arteriosa.

  • Quando la pressione arteriosa è eccessivamente bassa, le funzioni cerebrali subiscono un’alterazione e può subentrare lo svenimento.

Normalmente, l’organismo mantiene la pressione arteriosa in un limite ristretto di valori. Quando la pressione arteriosa è troppo elevata, gli organi e i vasi sanguigni possono subire danni. La pressione arteriosa alta può addirittura causare la rottura di un vaso sanguigno, con conseguente sanguinamento o altre complicanze.

In presenza di valori pressori particolarmente bassi, non tutte le parti del corpo potrebbero ricevere un’adeguata quantità di sangue. Di conseguenza, le cellule non ricevono una quantità sufficiente di ossigeno e nutrienti, e i prodotti di scarto non vengono eliminati nel modo corretto. Pertanto, le cellule interessate e gli organi in cui si trovano iniziano a funzionare male. Valori pressori molto bassi possono avere esiti potenzialmente fatali perché può subentrare shock, nel quale gli organi subiscono danni a causa della mancanza di flusso ematico.

I soggetti sani con pressione arteriosa bassa, ma ancora nei limiti della norma (a riposo), tendono a vivere più a lungo dei soggetti con tendenza a valori pressori elevati.

L’organismo ha molti modi per riportare la pressione arteriosa a valori normali dopo l’aumento o la riduzione che si verifica durante le normali attività, come l’esercizio fisico o il sonno. Essi sono

  • Variare il diametro delle piccole arterie (arteriole) e, seppure in misura minore, delle vene

  • Variare la quantità di sangue pompata dal cuore all’organismo (gittata cardiaca)

  • Variare il volume del sangue nei vasi sanguigni

  • Cambiare la posizione del corpo

Variare il diametro di arteriole e vene

Il tessuto muscolare (detto muscolo liscio) che riveste le pareti interne delle arteriole consente loro di allargarsi (dilatazione) o restringersi (costrizione). Con la vasocostrizione aumentano la resistenza al flusso e la pressione arteriosa. La vasocostrizione arteriolare (riduzione del diametro) determina l’incremento della pressione, in quanto aumenta la quota pressoria necessaria per spingere il sangue attraverso il volume ristretto. Viceversa, la vasodilatazione arteriolare riduce le resistenze al flusso sanguigno e, pertanto, la pressione arteriosa. Il grado di vasocostrizione o vasodilatazione delle arteriole è influenzato da:

  • Nervi che contraggono i muscoli lisci nelle arteriole, riducendone il diametro

  • Ormoni prodotti principalmente dai reni

  • Determinati farmaci

Anche le vene contribuiscono al controllo della pressione arteriosa, anche se il loro effetto è decisamente inferiore rispetto a quello delle arteriole. Le vene si dilatano e si restringono allo scopo di modificare il volume di sangue che possono contenere (capacità). In fase di costrizione, la capacità delle vene di trattenere il sangue si riduce, consentendo a una maggiore quantità ematica di tornare al cuore, dal quale il sangue viene pompato nelle arterie. Di conseguenza, la pressione arteriosa aumenta. Viceversa, in caso di dilatazione, la capacitanza aumenta, spingendo meno sangue di ritorno al cuore. Ciò comporta la diminuzione dei valori pressori.

Variazione della gittata cardiaca

Con l’incremento della quota di sangue pompata ogni minuto (gittata cardiaca), la pressione arteriosa aumenta purché la larghezza delle arterie rimanga costante. La quantità di sangue pompata a ogni battito cardiaco può essere influenzata da

  • Quanto rapidamente batte il cuore

  • Forza di contrazione cardiaca

  • Quanto sangue arriva al cuore dalle vene

  • La pressione nelle arterie contro la quale deve pompare il cuore

  • La capacità delle valvole cardiache di lasciare uscire il sangue e prevenire il suo reflusso

Variazione del volume di sangue

L’incremento della volemia (volume di sangue circolante) delle arterie aumenta la pressione arteriosa purché la larghezza delle arterie rimanga costante. Il volume di sangue nelle arterie è influenzato da

  • Quantità di fluidi corporei (idratazione)

  • L’eventuale perdita di liquidi dalle arterie molto piccole (ad esempio, se i livelli proteici nel sangue sono molto bassi e/o in presenza di danni alla parete interna delle piccole arterie, le arterie perdono fluidi nei tessuti)

  • Quanti fluidi vengono rimossi dal sangue a opera dei reni per l’escrezione nell’urina

  • Alcuni farmaci, soprattutto i diuretici (farmaci che aiutano i reni a eliminare l'acqua dal corpo)

Cambiare la posizione del corpo

La pressione arteriosa può variare all’interno dell’organismo a causa dell’azione diretta della gravità. Se un soggetto è in piedi, la pressione arteriosa è più alta nelle gambe che nella testa, un po’ come la pressione di una piscina è più elevata sul fondo che sulla superficie. Quando un soggetto si distende, la pressione arteriosa tende a essere più costante nell’organismo.

Quando una persona si alza in piedi, il sangue delle vene delle gambe ha più difficoltà a raggiungere il cuore. In risposta, il cuore pompa una quantità inferiore di sangue verso l’esterno e la pressione arteriosa può diminuire temporaneamente in tutto il corpo. Quando un soggetto si siede o si distende, il sangue può ritornare più facilmente al cuore, con conseguente aumento di gittata cardiaca a pressione arteriosa. Alzare le gambe al di sopra del livello del cuore può aumentare il ritorno del sangue al cuore, aumentando così la gittata cardiaca e la pressione arteriosa.

Monitoraggio e controllo della pressione arteriosa

I barorecettori sono cellule specializzate localizzate all’interno delle arterie che agiscono da sensori della pressione arteriosa. I recettori nelle grandi arterie del collo e del torace sono particolarmente importanti. Quando i barorecettori rilevano una variazione della pressione arteriosa, innescano una reazione dell’organismo per mantenere costante la pressione arteriosa. I nervi trasmettono i segnali provenienti dai sensori e dal cervello a

  • Il cuore, che riceve il segnale di variare la frequenza e la forza dei battiti cardiaci (variando di conseguenza la quantità di sangue pompata). Questa è una delle prime modifiche, e corregge rapidamente l’ipotensione.

  • Le arteriole, che ricevono il segnale di restringersi o dilatarsi (cambiando pertanto la resistenza dei vasi sanguigni).

  • Le vene, che ricevono il segnale di restringersi o dilatarsi (cambiando di conseguenza la capacità di trattenere sangue).

  • I reni, che ricevono il segnale di modificare la quantità di fluido escreto (variando pertanto il volume di sangue nei vasi sanguigni) e di variare la quantità di ormoni prodotti (segnalando così alle arteriole di costringersi o dilatarsi per cambiare il volume di sangue). Questa modifica richiede diverso tempo per produrre risultati, e pertanto rappresenta il meccanismo più lento per il controllo della pressione arteriosa da parte dell’organismo.

Per esempio, quando un soggetto sanguina, il volume ematico e, pertanto, la pressione arteriosa subiscono una riduzione. In tali casi, i sensori attivano vari processi per prevenire un eccessivo calo della pressione arteriosa:

  • La frequenza cardiaca aumenta e il cuore batte con maggiore potenza ad ogni contrazione, aumentando la quantità di sangue pompato

  • Le vene si restringono, riducendo la propria capacità di trattenere il sangue in parti meno importanti dell’organismo

  • Le arteriole si restringono, aumentando la propria resistenza al flusso ematico

Se il sanguinamento si arresta, i liquidi si spostano all’interno dei vasi dalla parte restante dell’organismo, per iniziare a ripristinare la volemia (volume totale del sangue dell’organismo) e, quindi, la pressione arteriosa. I reni diminuiscono la produzione di urina. Pertanto l’organismo viene aiutato a trattenere una maggiore quota di sangue per il ritorno venoso. Infine, il midollo osseo e la milza producono nuove cellule ematiche fino al completo ripristino del volume ematico.

Tuttavia, vi sono dei limiti ai modi con cui l’organismo monitora e controlla la pressione arteriosa. Per esempio, in caso di emorragia grave, l’organismo non è in grado di compensare in maniera sufficientemente rapida, la pressione diminuisce e gli organi potrebbero mostrare i primi segni di disfunzione (shock).

Inoltre, con l’avanzare dell’età, l’organismo risponde più lentamente alle variazioni della pressione arteriosa.

Cause dell’ipotensione

L’ipotensione di norma deriva da una o più delle situazioni seguenti:

  • Dilatazione delle piccole arterie (arteriole)

  • Alcune cardiopatie

  • Volume ematico troppo ridotto

La dilatazione delle arteriole può essere causata da

  • Tossine prodotte da batteri nel corso di certe infezioni batteriche gravi (shock settico, shock tossico)

  • Determinati farmaci

  • Traumi del midollo spinale in cui sono danneggiati i nervi che causano la vasocostrizione

  • Reazioni allergiche (anafilassi)

  • Alcune patologie endocrine, come l’insufficienza surrenalica

Varie cardiopatie che compromettono la capacità di pompaggio del cuore e riducono la gittata cardiaca includono

Un volume di sangue troppo basso nel corpo può essere causato da

  • Disidratazione

  • Sanguinamento

  • Una malattia renale

Una pressione arteriosa bassa può anche verificarsi quando i nervi che conducono i segnali tra il cervello, cuore e vasi sanguigni sono compromessi da malattie neurologiche denominate neuropatie autonomiche.

Quando un soggetto si sposta velocemente dalla posizione seduta alla posizione eretta, la pressione arteriosa nei vasi sanguigni del cervello diminuisce, comportando una sensazione temporanea di stordimento o svenimento. Ciò viene definito ipotensione ortostatica. Può essere più pronunciata nei soggetti disidratati o accaldati (per esempio usciti da un bagno caldo), con determinate malattie oppure che sono stati distesi o seduti per periodi prolungati. L’ipotensione ortostatica può anche causare lo svenimento. Nella maggior parte dei soggetti, l’organismo agisce velocemente per aumentare la pressione arteriosa ed evitare che il soggetto svenga.

Tabella

Sintomi dell’ipotensione

Se la pressione arteriosa è troppo bassa, di solito, il primo organo interessato è il cervello. Le aree cerebrali sono soggette a malfunzionamenti, in primo luogo perché il cervello è localizzato nel punto più alto dell’organismo e il sangue deve combattere contro la gravità per raggiungerlo. Di conseguenza, la maggior parte dei soggetti con ipotensione si sente venir meno o avverte capogiri o stordimento, specialmente in ortostatismo (in stazione eretta) e alcuni possono persino svenire. In caso di caduta a terra, il cuore e il cervello si trovano allo stesso livello. Di conseguenza, il sangue può fluire verso il cervello senza dover contrastare la forza di gravità e il flusso sanguigno cerebrale aumenta, aiutando a proteggerlo dalle lesioni. Tuttavia, se la pressione arteriosa è sufficientemente bassa, può ancora verificarsi un danno cerebrale. Inoltre, uno svenimento può causare gravi lesioni alla testa o ad altre parti del corpo.

La pressione arteriosa bassa, talvolta, provoca difficoltà respiratorie o dolore toracico dovuto a un’insufficiente afflusso sanguigno al muscolo cardiaco (condizione nota come angina).

Tutti gli organi vanno incontro a insufficienza (malfunzionamento) se la pressione si riduce eccessivamente e a lungo. Questa condizione viene definita shock.

Il disturbo, che causa ipotensione, può provocare molti altri sintomi che non dipendono dall’ipotensione stessa. Un’infezione può, per esempio, provocare febbre.

Alcuni sintomi si verificano quando l’organismo cerca di aumentare la pressione arteriosa bassa. Per esempio, quando le arteriole si restringono, e il flusso sanguigno a livello della pelle, dei piedi e delle mani diminuisce. Queste zone possono diventare fredde e cianotiche (bluastre). Quando aumentano la frequenza e la forza di contrazione cardiaca, il soggetto può avvertire palpitazioni (la percezione del battito cardiaco).

Diagnosi dell’ipotensione

  • Misurazione della pressione arteriosa

  • Esami per determinare la causa

Il medico misura la pressione arteriosa e il polso mentre il paziente rimane sdraiato per alcuni minuti. Se la pressione non è bassa e il soggetto si sente bene, il medico lo fa alzare in piedi e ricontrolla la pressione immediatamente dopo che si è alzato e dopo alcuni minuti in posizione eretta. Possono essere effettuati altri esami per determinare la causa dell’ipotensione, come:

Trattamento dell’ipotensione

  • Trattamento della causa

  • Liquidi somministrati in vena (per via endovenosa)

Viene trattata la causa dell’ipotensione. Spesso si somministrano anche liquidi per via endovenosa se il cuore è in grado di gestire fluidi supplementari.

A seconda della causa dei sintomi, i medici possono raccomandare di indossare calze a compressione elastica che coprono il polpaccio e la coscia per aiutare a spingere il sangue fuori dalle vene delle gambe fino al cuore.