Bronchiectasie

DiTrevor Steinbach, MD, University of Colorado
Reviewed ByRichard K. Albert, MD, Department of Medicine, University of Colorado Denver - Anschutz Medical
Revisionato/Rivisto apr 2025 | Modificata lug 2025
v918598_it
Visualizzazione l’educazione dei pazienti

La bronchiectasia si riferisce alla dilatazione, all'ispessimento e alla distruzione dei bronchi più grandi causata da infezioni e infiammazioni croniche. Cause frequenti sono la fibrosi cistica, le immunodeficienze e le infezioni ricorrenti, sebbene alcuni casi sembrino essere idiopatici. I sintomi comuni sono una tosse cronica e un'espettorazione purulenta con o senza dispnea. I sintomi possono peggiorare e possono comprendere la febbre durante le esacerbazioni acute. La diagnosi si basa sull'anamnesi e sull'imaging, di solito mediante tomografia computerizzata ad alta risoluzione, anche se le normali radiografie del torace possono essere diagnostiche. Il trattamento e la prevenzione delle riacutizzazioni acute prevede l'uso di broncodilatatori, clearance delle secrezioni, antibiotici e la gestione delle complicanze, come l'emottisi e un ulteriore danno ai polmoni a causa di infezioni resistenti o opportunistiche. Quando è possibile è importante curare le patologie sottostanti.

Eziologia delle bronchiectasie

Si stima che le bronchiectasie colpiscano 680/100 000 individui ogni anno a livello mondiale (1). La bronchiectasia è considerata il punto di arrivo comune di diverse patologie che causano l'infiammazione cronica delle vie aeree. Le bronchiectasie possono essere diffuse (interessando molte aree dei polmoni) o focali (presentandosi solo in 1 o 2 aree polmonari).

La bronchiectasia si sviluppa il più delle volte nei pazienti con anomalie genetiche, immunologiche o anatomiche che coinvolgono le vie aeree. Molti casi sembrano inizialmente idiopatici, probabilmente in parte perché l'insorgenza è così lenta che il fattore scatenante non può essere identificato prima che insorgano le bronchiectasie. Tuttavia, dopo un'indagine approfondita utilizzando test genetici e immunologici, un'eziologia viene più spesso riscontrata in questi casi idiopatici (2).

La fibrosi cistica (FC) è comunemente associata alla bronchiectasia diffusa che predomina classicamente nei lobi superiori e la fibrosi cistica precedentemente non diagnosticata può rappresentare fino al 20% dei casi idiopatici. Anche i pazienti eterozigoti, che in genere non hanno manifestazioni cliniche della fibrosi cistica, possono avere un aumentato rischio di bronchiectasia.

La bronchiectasia coesiste spesso anche con condizioni più comuni come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e l'asma. Si tratta di una complicazione sempre più riconosciuta dell'aspirazione cronica e ricorrente e del reflusso gastroesofageo.

Anche le immunodeficienze come l'immunodeficienza comune variabile possono portare a una malattia diffusa.

Nelle regioni in cui la tubercolosi è comune, la bronchiectasia è una complicanza comune, in particolare nei pazienti con funzione immunitaria compromessa a causa di denutrizione o infezione da virus dell'immunodeficienza umana (HIV).

Rare anomalie nella struttura delle vie aeree possono portare a bronchiectasie diffuse.

Difetti congeniti nella clearance mucociliare come le sindromi da discinesia ciliare primaria possono anche essere una causa, spiegando quasi il 3% dei casi che in precedenza si pensava fossero idiopatici.

Le bronchiectasie talvolta complicano disturbi autoimmuni, come artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico (LES), sindrome di Sjögren e malattie infiammatorie intestinali. Può verificarsi anche in pazienti con neoplasie ematologiche o trapianto d'organo, oppure essere dovuta all'immunocompromissione associata al trattamento di queste condizioni.

L'Aspergillosi broncopolmonare allergica (ABPA), una reazione di ipersensibilità alla specie Aspergillus che si verifica più comunemente nelle persone con asma, ma a volte nei pazienti con fibrosi cistica, può causare o contribuire alla bronchiectasia.

La bronchiectasia focale o localizzata può svilupparsi a seguito di polmonite non trattata o ostruzione nelle vie aeree più grandi (p. es., a causa di corpi estranei, tumori, cambiamenti post-chirurgici, linfoadenopatia). I micobatteri (tubercolari o non tubercolari) possono causare bronchiectasia focale e colonizzare i polmoni dei pazienti con bronchiectasia dovuta ad altre patologie (vedi tabella Fattori predisponenti alla bronchiectasia).

Tabella
Tabella

Riferimenti relativi all'eziologia

  1. 1. Wang L, Wang J, Zhao G, Li J. Prevalence of bronchiectasis in adults: a meta-analysis. BMC Public Health 2024;24(1):2675. doi:10.1186/s12889-024-19956-y

  2. 2. Gómez-Olivas JD, Oscullo G, Martínez-García MÁ. Etiology of Bronchiectasis in the World: Data from the Published National and International Registries. J Clin Med 2023;12(18):5782. doi:10.3390/jcm12185782

Fisiopatologia delle bronchiectasie

La bronchiectasia rappresenta un punto di arrivo comune di diverse patologie che predispongono all'infiammazione cronica delle vie aeree. Il modello più ampiamente accettato descrive un "circolo vizioso" che si traduce in danno e dilatazione delle vie aeree (1). Un insulto iniziale alle vie aeree (p. es., infettivo, autoimmune, inalazioni tossiche, ecc.) provoca infiammazione delle vie aeree e danno epiteliale. Questo danno iniziale e la conseguente risposta infiammatoria determinano alterazioni strutturali delle vie aeree che compromettono la clearance mucociliare e favoriscono la colonizzazione batterica e l'infezione. Questo processo si autoalimenta, causando infine un danno irreversibile delle vie aeree se il ciclo continua senza trattamento (2).

Il ruolo dell'infiammazione neutrofila nello sviluppo delle bronchiectasie è sempre più riconosciuto. L'infiammazione delle vie aeree di piccolo e medio calibro dovuta a un disturbo causale libera mediatori infiammatori come le proteasi (specificamente, l'elastasi) dai neutrofili intraluminali. I mediatori dell'infiammazione distruggono elastina, cartilagine, muscoli delle grandi vie aeree, con conseguente broncodilatazione irreversibile. Le trappole extracellulari dei neutrofili (NET), una rete di DNA espulsa dai neutrofili disseminata di enzimi e proteine dei granuli neutrofili, sono un meccanismo chiave alla base dell'infiammazione cronica e auto-perpetuante delle vie aeree. Contemporaneamente, nelle piccole e medie vie aeree infiammate, macrofagi e linfociti formano infiltrati cronici che ispessiscono gli strati mucosali. Questo ispessimento causa l'ostruzione delle vie aeree spesso notata durante le prove di funzionalità respiratoria.

Come conseguenza della progressione della malattia, l'infiammazione si estende oltre le vie respiratorie, causando fibrosi del parenchima polmonare circostante. Quello che determina l'infiammazione delle piccole vie aeree dipende dall'eziologia delle bronchiectasie. I fattori comuni includono una compromessa clearance delle vie aeree (a causa della produzione di muco denso e viscoso nella fibrosi cistica, della mancanza di motilità ciliare nella discinesia ciliare primaria o di danni alle ciglia e/o alle vie aeree secondari ad infezioni o lesioni) e compromissione delle difese dell'ospite; questi fattori predispongono i pazienti a infezione cronica e infiammazione. L'infiammazione atopica mediata da IgE può contribuire al danno delle vie aeree in pazienti con asma e aspergillosi broncopolmonare allergica. Nel caso di immunodeficienza (in particolare, di immunodeficienza comune variabile) e di cause autoimmuni, l'infiammazione autoimmune può anche contribuire.

Quando l'insulto iniziale è localizzato, per esempio quando una grande via aerea si ostruisce, il danno può essere più focale nei polmoni. La conseguente incapacità di eliminare le secrezioni porta a un ciclo simile di infezione, infiammazione e danno della parete delle vie aeree come descritto sopra. Il lobo medio destro è coinvolto più spesso perché il suo bronco è piccolo, angolato ed è in stretta prossimità dei linfonodi. La linfoadenopatia determina infezioni micobatteriche, a volte causa di ostruzione bronchiale e bronchiectasie focali.

Man mano che l'infiammazione in corso cambia l'anatomia delle vie aeree, i batteri patogeni (a volte compresi i micobatteri) colonizzano le vie aeree (3). I microrganismi comuni includono:

  • Pseudomonas aeruginosa

  • Staphylococcus aureus

  • Haemophilus influenzae

  • Micobatteri non tubercolari

  • Moraxella catarrhalis

  • Streptococcus pneumoniae

La colonizzazione da S. aureus è fortemente associata alla fibrosi cistica; il riscontro colturale di S. aureus deve portare al sospetto di una fibrosi cistica non ancora diagnosticata.

La colonizzazione con P. aeruginosa tende a indicare una malattia grave e predice esiti peggiori, tra cui un aumentato rischio di esacerbazioni, ospedalizzazione, scarsa qualità della vita, rapido declino della funzionalità polmonare e morte.

È frequente la colonizzazione da parte di più microrganismi, e la resistenza agli antibiotici è un problema nei pazienti che necessitano di frequenti cicli di antibiotici per il trattamento delle riacutizzazioni.

Complicanze

Col progredire della malattia, l'infiammazione cronica e l'ipossiemia possono causare neovascolarizzazione delle arterie bronchiali (non di quelle polmonari). La facile rottura delle pareti delle arterie bronchiali può portare a emottisi, che possono essere massive e potenzialmente letali. Altre complicazioni vascolari comprendono l'ipertensione polmonare dovuta alla vasocostrizione, le arteriti, e talvolta shunt dai vasi bronchiali a quelli polmonari. Insufficienza cardiaca destra e insufficienza respiratoria possono verificarsi nei casi più gravi.

La colonizzazione di microrganismi multi-resistenti può portare ad infiammazione cronica di basso grado delle vie aeree. Questa infiammazione può diventare irreversibile, causando esacerbazioni ricorrenti e peggiorando la limitazione del flusso aereo nei test di funzionalità polmonare.

L'infiammazione e l'eccesso di citochine possono contribuire allo sviluppo di una minore massa corporea magra (4).

Riferimenti relativi alla fisiopatologia

  1. 1. Cole PJ: Inflammation: a two-edged sword—the model of bronchiectasis. Eur J Respir Dis Suppl 147:6–15, 1986.

  2. 2. O'Donnell AE: Bronchiectasis - A Clinical Review. N Engl J Med 387(6):533–545, 2022. doi:10.1056/NEJMra2202819

  3. 3. Aksamit TR, O'Donnell AE, Barker A, et al: Adult Patients With Bronchiectasis: A First Look at the US Bronchiectasis Research Registry. Chest 151(5):982–992, 2017. doi:10.1016/j.chest.2016.10.055

  4. 4. Ionescu AA, Nixon LS, Evans WD, et al: Bone density, body composition, and inflammatory status in cystic fibrosis. Am J Respir Crit Care Med 162(3 Pt 1):789–794, 2000. doi:10.1164/ajrccm.162.3.9910118

Sintomatologia delle bronchiectasie

Caratteristicamente i sintomi iniziano in modo insidioso, peggiorano gradualmente nel corso degli anni e possono essere accompagnati da episodi di riacutizzazione. Una piccola percentuale di pazienti potrebbe non avere sintomi.

Il sintomo di presentazione più comune è la tosse cronica che produce espettorato denso, tenace e spesso purulento. Sono frequenti la dispnea e il respiro sibilante, e può insorgere dolore toracico a genesi pleuritica. Nei casi avanzati, l'ipossiemia e l'insufficienza cardiaca destra conseguenti all'ipertensione polmonare possono aumentare la dispnea. L'emottisi può verificarsi in alcuni pazienti a causa della neovascolarizzazione delle vie aeree e può essere massiva e potenzialmente fatale.

Le esacerbazioni acute possono essere comuni e derivano frequentemente da infezione nuova o peggiorata. Le riacutizzazioni della malattia possono essere indicate dal peggioramento della tosse, dall'incremento della dispnea e da volume e purulenza dell'espettorato. Possono anche essere presenti febbricola e sintomi costituzionali (p. es., stanchezza, malessere).

Sono reperti tipici dell'esame obiettivo l'alitosi e i suoni respiratori anomali, tra cui crepitii, ronchi e respiro sibilante. Alla percussione possono essere presenti zone di ottusità sulle aree parenchimali o delle vie aeree ostruite dal muco. L'ippocratismo digitale è raro, ma può essere presente, in particolare nei pazienti con fibrosi cistica. Possono essere presenti rinosinusite cronica e polipi nasali, anche nei pazienti con fibrosi cistica o discinesia ciliare primaria. La massa corporea magra comunemente diminuisce nei pazienti con fibrosi cistica o malassorbimento.

Diagnosi della bronchiectasia

  • Radiografia del torace

  • Tomografia computerizzata (TC) ad alta risoluzione del torace

  • Prove di funzionalità respiratoria per la valutazione di base e per il monitoraggio della progressione della malattia

  • Coltura dell'espettorato per batteri e micobatteri per la determinazione dei microrganismi colonizzatori

  • Test specifici per sospette malattie predisponenti

La diagnosi si basa su anamnesi, esame fisico e test radiologici, a partire da una radiografia del torace. La bronchite cronica può somigliare clinicamente alle bronchiectasia, ma queste si distinguono per la produzione giornaliera di escreato più abbondante e purulento, e per le tipiche alterazioni delle vie aeree evidenziate negli studi di imaging.

Diagnostica per immagini

La sola radiografia del torace a volte può essere diagnostica. Reperti radiografici che suggeriscono bronchiectasie sono rappresentati da ispessimento delle pareti delle vie aeree e/o dalla dilatazione delle vie aeree stesse; riscontri tipici includono densità peri-ilari lineari mal definite con scarsa definizione delle arterie polmonari centrali, anelli indistinti a causa di ispessimento delle vie aeree viste in sezione trasversale (parallela al fascio di raggi X), e i segni da "binari del tram" causati da vie aeree ispessite e dilatate perpendicolari al fascio di raggi X. Vie aeree dilatate e piene di tappi di muco possono anche causare opacità tubolari sparse e allungate.

I modelli radiografici possono differire a seconda della malattia di base; la bronchiectasia dovuta alla fibrosi cistica si sviluppa prevalentemente nei lobi superiori, mentre la bronchiectasia dovuta a un'ostruzione endobronchiale causa anomalie radiografiche più focali.

La TC ad alta risoluzione è la modalità di imaging di scelta per diagnosticare definitivamente e definire l'estensione delle bronchiectasie. I risultati tipici della TC includono la dilatazione delle vie aeree (in cui il lume interno di 2 o più vie aeree supera il diametro dell'arteria adiacente) e il segno dell'anello con sigillo, in cui una via aerea ispessita e dilatata appare adiacente a un'arteria più piccola in vista transassiale. La mancanza di normale rastremazione bronchiale può portare a bronchi di medie dimensioni visibili che si estendono quasi fino alla pleura. Le "linee tranviarie" possono essere facilmente visibili alla TC e indicano pareti delle vie aeree dilatate e ispessite (linee parallele) riempite di muco.

Con la progressione temporale dei danni delle vie aeree, radiologicamente le bronchiectasie progrediscono da cilindriche a varicose ed infine a reperti di tipo cistico. L'atelettasia, l'addensamento, i tappi di muco e la ridotta vascolarizzazione sono reperti aspecifici.

La bronchiectasia da trazione si verifica a causa della tensione e dell'apertura delle vie aeree da parte del parenchima polmonare fibrotico adiacente, che rappresenta un reperto secondario e segno distintivo di varie patologie polmonari fibrotiche, tra cui la fibrosi polmonare idiopatica o altre forme di malattia polmonare interstiziale. La bronchiectasia da trazione non è considerata una bronchiectasia primaria.

Prove di funzionalità respiratoria

Le prove di funzionalità respiratoria possono essere utili per documentare la funzione di base e monitorare la progressione della malattia; tuttavia, i risultati delle prove di funzionalità respiratoria devono essere interpretati nel contesto dell'evoluzione della malattia e del quadro clinico complessivo. Le prove di funzionalità respiratoria possono essere normali. L'ostruzione del flusso aereo (riduzione del volume espiratorio forzato in 1 secondo [FEV1] con riduzione del rapporto FEV1/capacità vitale forzata [FVC]) è l'anomalia più comune presente nella bronchiectasia, con o senza una risposta significativa ai broncodilatatori beta-agonisti. La capacità vitale forzata può essere ridotta, sia per intrappolamento d'aria in presenza di ostruzione del flusso aereo, sia per lo sviluppo di fibrosi parenchimale e restrizione nei casi più avanzati. Le misurazioni del volume polmonare possono distinguere tra questi due processi. Nella malattia più avanzata, si può anche osservare una diminuzione della capacità di diffusione del monossido di carbonio (DLCO).

Diagnosi eziologica

Durante un periodo libero da esacerbazioni, tutti i pazienti devono essere studiati mediante coltura dell'espettorato o dello sputo indotto, al fine di determinare i principali batteri che colonizzano le vie aeree e le loro sensibilità. Queste informazioni aiutano a selezionare gli antibiotici durante le riacutizzazioni.

Un emocromo completo e differenziale può aiutare a determinare la gravità dell'attività della malattia e a identificare l'eosinofilia, che può suggerire diagnosi di complicanze come l'asma allergica o l'aspergillosi broncopolmonare allergica.

La colorazione di Gram e le colture dell'espettorato per organismi batterici, micobatterici (Mycobacterium avium complex e M. tuberculosis) e fungini (specie Aspergillus) possono anche aiutare a identificare le cause infettive dell'infiammazione cronica delle vie aeree.

L'infezione micobatterica non tubercolare clinicamente significativa viene diagnosticata isolando questi microrganismi in ≥ 2 colture da campioni seriali di espettorato (espettorati o indotti) o in un singolo campione di lavaggio broncoalveolare. L'infezione può essere diagnosticata anche istopatologicamente se, oltre a una coltura positiva, è presente infiammazione granulomatosa alla biopsia.

Ulteriori accertamenti basati sull'anamnesi e sui risultati dell'imaging possono essere effettuati quando la causa della bronchiectasia non è chiara. I test specifici per identificare la causa della bronchiectasia possono includere i seguenti:

  • Il livello dell'alfa-1-antitripsina per valutare la carenza di alfa-1-antitripsina se la TC ad alta risoluzione mostra un enfisema a carico dei lobi inferiori

  • Il fattore reumatoide, gli anticorpi antinucleo (ANA) e il test per gli anticorpi anti- citoplasma di neutrofili (ANCA) se si sospetta una malattia reumatica sistemica

  • Immunoglobuline sieriche (IgG, IgA, IgM) tramite l'elettroforesi sierica per la diagnosi di immunodeficienza comune variabile

  • Livelli sierici di IgE, test cutanei allergici e precipitine per Aspergillus (IgG) se i pazienti presentano eosinofilia, per escludere ABPA (aspergillosi broncopolmonare allergica)

  • Test del cloruro nel sudore (un test positivo deve essere confermato con un test ripetuto) e analisi della mutazione del gene CFTR per diagnosticare la fibrosi cistica (inclusi negli adulti > 40 anni senza una causa identificabile di bronchiectasia, specialmente quelli con coinvolgimento del lobo superiore, malassorbimento o infertilità maschile)

  • Test HIV per escludere un'immunodeficienza acquisita

I pazienti che hanno prove di laboratorio di immunodeficienza devono essere indirizzati a uno specialista di immunologia per la valutazione, perché i risultati dei test sono spesso difficili da interpretare. Per confermare il tipo di immunodeficienza presente e determinare le opzioni di trattamento possono essere necessari ulteriori test specialistici, tra cui l'analisi quantitativa e qualitativa dei sottotipi di cellule B e T, le sottoclassi di IgG e le risposte sierologiche ai vaccini.

La discinesia ciliare primaria (PCD) deve essere considerata in caso di adulti con bronchiectasie e contemporanea malattia cronica dei seni paranasali o otite media, in particolare se i problemi sono presenti fin dall'infanzia. In tali pazienti le bronchiectasie possono essere prevalenti a livello del lobo medio destro e della lingula e possono essere presenti anche infertilità nei maschi o destrocardia alla radiografia. Il livello di ossido nitrico nasale o di ossido nitrico espirato frazionale (FeNO) è frequentemente basso. La diagnosi di certezza richiede l'esame di un campione epiteliale nasale o bronchiale per determinare una struttura ciliare anormale, con l'ausilio della microscopia elettronica a trasmissione. Poiché la valutazione può essere difficoltosa, la diagnosi di discinesia ciliare primaria deve essere eseguita in centri specializzati. Nelle persone sane ed in pazienti con patologie polmonari possono essere presenti difetti strutturali non specifici fino al 10% delle ciglia, e le infezioni possono causare discinesia transitoria. L'ultrastruttura ciliare può anche essere normale in alcuni pazienti con sindromi da discinesia ciliare primitiva, richiedendo quindi ulteriori indagini per identificare la funzione ciliare anomala.

La broncoscopia è indicata qualora si sospetti una lesione anatomica o ostruttiva come causa della bronchiectasia. Viene anche utilizzata per rimuovere qualsiasi corpo estraneo che possa essere presente e causare bronchiectasia. La broncoscopia è occasionalmente necessaria per diagnosticare infezioni come quelle da micobatteri non tubercolari.

Definizione e valutazione delle riacutizzazioni

Una riacutizzazione della bronchiectasia è definita come un peggioramento delle condizioni di un paziente con bronchiectasie per almeno 48 ore e ≥ 3 dei seguenti sintomi (1):

  • Mancanza di respiro e/o intolleranza all'esercizio

  • Tosse

  • Stanchezza e/o malessere

  • Emottisi

  • Aumento della purulenza dell'espettorato

  • Aumento del volume e/o della consistenza dell'espettorato

Inoltre, il medico deve determinare che un cambiamento nel trattamento sia giustificato.

Una volta identificata una riacutizzazione, gli esami devono includere coltura dell'espettorato e colorazione di Gram per identificare eventuali organismi causali e determinare i pattern di sensibilità antimicrobica. La pulsossimetria deve essere misurata se si sospetta un'ipossiemia. Una radiografia del torace deve essere eseguita nei pazienti con febbre, brividi, ipossiemia o dispnea più grave per valutare la presenza di polmonite sovrapposta o escludere complicazioni come ascesso polmonare ed empiema. Sintomi sistemici o segni di sepsi più gravi devono indurre a eseguire esami di laboratorio come emocromo completo, funzionalità renale ed elettroliti, emogasanalisi arteriosa e lattato sierico.

Riferimento relativo alla diagnosi

  1. 1. Hill AT, Haworth CS, Aliberti S, et al: Pulmonary exacerbation in adults with bronchiectasis: A consensus definition for clinical research. Eur Respir J 49:1700051, 2017.

Trattamento delle bronchiectasie

  • Prevenzione delle riacutizzazioni con vaccinazioni regolari e talvolta terapia antibiotica soppressiva

  • Misure per aiutare ad eliminare le secrezioni dalle vie aeree

  • Broncodilatatori nei pazienti con ostruzione delle vie aeree e/o dispnea significativa

  • Corticosteroidi per via inalatoria se complica un'asma o un'aspergillosi broncopolmonare allergica

  • Antibiotici e broncodilatatori per le riacutizzazioni

  • Trattamento precoce con antivirali di qualsiasi infezione virale, in particolare influenza e COVID-19

  • Resezione chirurgica per la malattia localizzata con sintomi intrattabili o sanguinamento

  • Trapianto di polmone in pazienti attentamente selezionati che hanno una malattia avanzata nonostante la terapia massimale

I principali obiettivi del trattamento sono il controllo dei sintomi e il miglioramento della qualità della vita, la riduzione della frequenza delle riacutizzazioni e il mantenimento della funzione polmonare (1).

Come per tutti i pazienti con malattia polmonare cronica, le raccomandazioni comprendono:

La riabilitazione polmonare è raccomandata nei pazienti con bronchiectasia per migliorare la capacità di esercizio e la qualità della vita correlata alla salute e per ridurre sintomi come dispnea e affaticamento (2). I pazienti possono inoltre ricevere istruzioni e supporto per eseguire tecniche di clearance delle vie aeree durante le sessioni di riabilitazione.

Le tecniche di disostruzione delle vie aeree sono componenti chiave del trattamento che mirano a ridurre la tosse cronica nei pazienti con significativa produzione di espettorato e ostruzione mucosa e a ridurre i sintomi durante le riacutizzazioni. Tali tecniche includono esercizio fisico regolare, fisioterapia toracica con drenaggio posturale e percussione toracica, dispositivi a pressione espiratoria positiva, ventilatori a percussione intrapolmonare, gilet pneumatici e drenaggio autogeno o ciclo attivo della respirazione (tecniche di respirazione pensate per aiutare a spostare le secrezioni dalle vie aeree periferiche a quelle centrali, facilitando così l'espettorazione). Un terapista respiratorio deve illustrare al paziente queste tecniche, e il paziente stesso deve utilizzare quella che risulta più efficace e sostenibile per lui, poiché non ci sono evidenze a favore di una tecnica in particolare. I pazienti devono essere avvertiti di continuare le loro tecniche di liberazione delle vie aeree per almeno 10 minuti e possono fermarsi quando producono 2 colpi di tosse chiari o sono trascorsi 30 minuti (3).

Le sessioni di disostruzione delle vie aeree per la bronchiectasia devono essere eseguite nel seguente ordine, a seconda degli agenti prescritti:

  1. Broncodilatatori per via inalatoria a breve durata d'azione

  2. Terapia mucolitica (se prescritta)

  3. Tecnica di liberazione delle vie aeree

  4. Qualsiasi antibiotico inalatorio o nebulizzato prescritto, broncodilatatori a lunga durata d'azione o corticosteroidi

Per i pazienti con ostruzione delle vie aeree, la terapia broncodilatatrice (p. es., con una combinazione di un beta-agonista adrenergico a lunga durata d'azione [LABA] e/o un antagonista muscarinico a lunga durata d'azione [LAMA]) può essere utilizzata come indicato dai sintomi e dalla gravità dell'ostruzione polmonare, analogamente all'uso in pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva. Evidenze limitate suggeriscono che la terapia con broncodilatatori può contribuire a migliorare la funzionalità polmonare (4). I corticosteroidi per via inalatoria (ICS) possono essere utilizzati in alcuni pazienti, in particolare in quelli con asma concomitante, ma in assenza di chiare indicazioni, possono aumentare il rischio di infezione in altri pazienti (1). Gli agonisti beta-adrenergici a breve durata d'azione (SABA) come il salbutamolo vengono utilizzati per alleviare l'ostruzione acuta delle vie aeree che causa respiro sibilante o dispnea. In alcuni pazienti con infiammazione eosinofila delle vie aeree, come quelli con asma, possono essere necessarie terapie biologiche mirate alle risposte mediate da IgE indotte dalle cellule T helper Th2 e all'attività degli eosinofili (p. es., omalizumab, mepolizumab, dupilumab) per una terapia di mantenimento a lungo termine. È anche importante mantenere un'adeguata idratazione.

I pazienti con fibrosi cistica possono ricevere trattamenti nebulizzati, tra cui un mucolitico (rhDNasi anche chiamata dornasi alfa) e la soluzione fisiologica ipertonica (7%), per contribuire a ridurre la viscosità dell'espettorato e migliorare la clearance delle vie aeree. Nei pazienti senza fibrosi cistica, l'evidenza dei benefici di queste misure è inconcludente, al punto che sono raccomandati come trattamento per via inalatoria solo l'umidificazione e l'utilizzo della soluzione fisiologica. La rhDNasi per via inalatoria può essere dannosa nei pazienti con bronchiectasie non causate da fibrosi cistica.

L'uso regolare o a rotazione di terapia antibiotica "soppressiva" riduce i sintomi e le riacutizzazioni, ma può aumentare il rischio di future infezioni da microrganismi resistenti. Le linee guida suggeriscono l'uso di antibiotici in pazienti con ≥ 3 esacerbazioni all'anno e, eventualmente, anche in quelli con un minor numero di riacutizzazioni che hanno una colonizzazione da P. aeruginosa confermata da esame colturale. Alcune linee guida suggeriscono il tentativo di eradicazione di microrganismi come la P. aeruginosa o lo S. aureus quando vengono rilevati per la prima volta nelle colture dell'espettorato (3).

La terapia cronica con macrolidi (p. es., azitromicina orale somministrata 1 volta/die o 3 volte a settimana) riduce le riacutizzazioni acute nei pazienti con bronchiectasie e può rallentare il declino della funzione polmonare nei pazienti con fibrosi cistica (5). I macrolidi sono efficaci principalmente grazie ai loro effetti antinfiammatori e immunomodulatori. Gli antibiotici nebulizzati (p. es., amikacina, aztreonam, ciprofloxacina, gentamicina, tobramicina) possono ridurre il carico batterico dell'espettorato e possono anche ridurre la frequenza delle riacutizzazioni. Le prove a sostegno del loro uso e beneficio sono più forti nei pazienti con fibrosi cistica.

La maggior parte dei pazienti con bronchiectasie che sviluppano influenza o infezione da SARS-CoV-2 deve essere trattata con farmaci antivirali per prevenire complicanze e lo sviluppo di malattie gravi. Per l'influenza, il trattamento è in genere con oseltamivir, indipendentemente dalla durata dei sintomi virali. Le infezioni da SARS-CoV-2 devono essere trattate il più presto possibile nei pazienti con bronchiectasie, specialmente in quelli con sottostante soppressione immunitaria. L'approccio terapeutico è individualizzato, a seconda della gravità dell'infezione e di altri fattori di rischio del paziente. I corticosteroidi orali non sono raccomandati per i pazienti ambulatoriali con COVID-19 in assenza di una condizione coesistente, come l'asma o la broncopneumopatia cronica ostruttiva, che è nota essere migliorata da un trattamento con corticosteroidi. I pazienti con bronchiectasie devono essere attentamente monitorati per una coinfezione batterica, e qualsiasi esacerbazione scatenata da un'infezione virale deve essere trattata.

Si devono trattare le condizioni sottostanti per rallentare la progressione della malattia polmonare.

  • Per i pazienti con stati di immunodeficienza sottostanti: terapie di sostituzione programmate con immunoglobuline per via endovenosa o sottocutanea (che riducono la frequenza delle infezioni delle basse vie respiratorie [6])

  • Per i pazienti con fibrosi cistica: antibiotici e broncodilatatori per via inalatoria, nonché supporto completo e supplementazione alimentare. La maggior parte dei pazienti con fibrosi cistica trae beneficio dalla terapia con un modulatore del CFTR, che può ridurre le esacerbazioni. I pazienti con fibrosi cistica devono ricevere tutta o parte della loro cura da team con esperienza nella fibrosi cistica, generalmente presso un centro di cura specifico per la fibrosi cistica.

  • Per i pazienti con aspergillosi broncopolmonare allergica: corticosteroidi e talvolta antimicotici azolici

  • Possono essere utilizzati agenti biologici per trattare l'asma di tipo 2 (Th2-high) con infiammazione eosinofila delle vie aeree.

  • Per i pazienti con deficit di alfa-1 antitripsina: terapia sostitutiva per coloro che ne hanno i requisiti in base ai livelli sierici e al FEV1.

Approcci che hanno mostrato risultati promettenti sono in fase di studio per il trattamento della bronchiectasia.

Riacutizzazioni

Le riacutizzazioni acute vengono trattate con antibiotici, broncodilatatori per via inalatoria (soprattutto se i pazienti sono dispnoici o presentano respiro sibilante), più frequenti tentativi di rimozione del muco utilizzando tecniche meccaniche, trattamento della disidratazione (se presente), umidificazione e soluzione salina nebulizzata (e mucolitici per pazienti con fibrosi cistica). I corticosteroidi sistemici non devono essere utilizzati di routine per trattare le riacutizzazioni, eccetto nei pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) o asma. La scelta dell'antibiotico dipende dai risultati delle colture precedenti e dalla presenza o meno di fibrosi cistica (7).

La terapia antibiotica iniziale per i pazienti non affetti da fibrosi cistica e senza risultati di esami colturali precedenti deve essere mirata contro H. influenzae, M. catarrhalis, S. aureus, e S. pneumoniae. Gli esempi includono amoxicillina/acido clavulanico, azitromicina, claritromicina e doxiciclina. I pazienti con nota colonizzazione da P. aeruginosa o riacutizzazioni più gravi devono ricevere antibiotici efficaci contro questo microrganismo (p. es., ciprofloxacina, levofloxacina) fino a quando i risultati della nuova coltura sono disponibili. Gli antibiotici devono essere sostituiti sulla base dei risultati della coltura e sono somministrati per la tipica durata di 14 giorni, specialmente se la P. aeruginosa è rilevata. I corsi più brevi sono riservati ai pazienti con malattia lieve.

La selezione dell'antibiotico iniziale per i pazienti affetti da fibrosi cistica è guidata dai risultati delle precedenti colture dell'espettorato (fatto di routine in tutti i pazienti con fibrosi cistica). Comuni microrganismi infettanti durante l'infanzia sono S. aureus e H. influenzae, ed in questi casi possono essere utilizzati antibiotici chinolonici come ciprofloxacina e levofloxacina. Nelle fasi successive di fibrosi cistica, le infezioni coinvolgono ceppi ad alta resistenza di alcuni tipi di microrganismi Gram-negativi tra cui P. aeruginosa, Burkholderia cepacia, e Stenotrophomonas maltophilia. Nei pazienti con infezioni causate da questi organismi, il trattamento consiste in antibiotici multipli (p. es., tobramicina, ceftazidima, cefepime, piperacillina/tazobactam, meropenem). È spesso necessaria la somministrazione EV.

Complicanze

L'emottisi importante è generalmente trattata con embolizzazione dell'arteria bronchiale, ma può essere considerata la resezione chirurgica se l'embolizzazione è inefficace e se la funzione polmonare è sufficiente.

La colonizzazione da microrganismi micobatterici come M. avium complex richiede quasi sempre terapie antibiotiche multiple che comprendono la claritromicina o l'azitromicina; la rifampicina o la rifabutina; e l'etambutolo. La terapia antibiotica viene in genere continuata fino a quando le colture dell'espettorato, ripetute ogni 1-2 mesi, sono risultate negative per 12 mesi. Regimi terapeutici più complessi con più farmaci possono essere necessari nei pazienti con micobatteri resistenti ai farmaci o infezioni difficili da eradicare.

La resezione chirurgica è raramente indicata, ma può essere presa in considerazione quando la bronchiectasia è focale o localizzata, la terapia medica è stata ottimizzata e i sintomi sono intollerabili. In alcuni pazienti con bronchiectasie diffuse, in particolare con fibrosi cistica, il trapianto polmonare è una possibile opzione.

Riferimenti relativi al trattamento

  1. 1. O'Donnell AE: Bronchiectasis - A Clinical Review. N Engl J Med 387(6):533–545, 2022. doi:10.1056/NEJMra2202819

  2. 2. Rochester CL, Alison JA, Carlin B, et al: Pulmonary Rehabilitation for Adults with Chronic Respiratory Disease: An Official American Thoracic Society Clinical Practice Guideline. Am J Respir Crit Care Med 208(4):e7–e26, 2023. doi:10.1164/rccm.202306-1066ST

  3. 3. Hill AT, Sullivan AL, Chalmers JD, et al: British Thoracic Society Guideline for bronchiectasis in adults. Thorax 74(Suppl 1):1–69, 2019. doi: 10.1136/thoraxjnl-2018-212463

  4. 4. Jeong HJ, Lee H, Carriere KC, et al: Effects of long-term bronchodilators in bronchiectasis patients with airflow limitation based on bronchodilator response at baseline. Int J Chron Obstruct Pulmon Dis 11:2757–2764, 2016. doi:10.2147/COPD.S115581

  5. 5. Chalmers JD, Boersma W, Lonergan M, et al. Long-term macrolide antibiotics for the treatment of bronchiectasis in adults: an individual participant data meta-analysis. Lancet Respir Med 7(10):845–854, 2019. doi:10.1016/S2213-2600(19)30191-2

  6. 6. Quinti I, Sorellina A, Guerra A, et al: Effectiveness of immunoglobulin replacement therapy on clinical outcome in patients with primary antibody deficiencies: Results from a multicenter prospective cohort trial. J Clin Immunol 31: 315–322, 2011.

  7. 7. Flume PA, Mogayzel PJ Jr, Robinson KA, et al: Cystic fibrosis pulmonary guidelines: Treatment of pulmonary exacerbations. Am J Respir Crit Care Med 80:802–808, 2009. doi: 10.1164/rccm.200812-1845PP

Prognosi delle bronchiectasie

La prognosi varia ampiamente. Negli Stati Uniti, il tasso di mortalità complessiva a 5 anni per tutte le cause nei pazienti con qualsiasi tipo di bronchiectasia è stato del 12,1%, indicando una prognosi generalmente favorevole (1). La riduzione media annua del FEV1 è variabile fra 50 e 55 mL (la diminuzione fisiologica nelle persone sane è compresa fra 20 e 30 mL).

I pazienti con fibrosi cistica storicamente hanno avuto la prognosi più severa, con una sopravvivenza mediana di 36 anni. Tuttavia, l'avvento della terapia del modulatore del CFTR (regolatore della conduttanza transmembrana della fibrosi cistica) ha portato a miglioramenti significativi nei risultati, anche in pazienti con malattia polmonare avanzata (2).

Riferimenti relativi alla prognosi

  1. 1. Aksamit TR, Locantore N, Addrizzo-Harris D, et al: Five-Year Outcomes among U.S. Bronchiectasis and NTM Research Registry Patients. Am J Respir Crit Care Med 210(1):108–118, 2024. doi:10.1164/rccm.202307-1165OC

  2. 2. Shteinberg M, Taylor-Cousar JL: Impact of CFTR modulator use on outcomes in people with severe cystic fibrosis lung disease. Eur Respir Rev 29(155):190112, 2020. doi: 10.1183/16000617.0112-2019

Punti chiave

  • Nelle bronchiectasie, l'infiammazione cronica di varia origine distrugge l'elastina, la cartilagine e i muscoli nelle vie aeree più grandi, causando danni irreversibili e vie aeree dilatate che vengono colonizzate cronicamente da organismi infettivi.

  • I pazienti hanno tosse produttiva cronica con riacutizzazioni intermittenti.

  • La diagnosi è solitamente basata sull'imaging, solitamente mediante TC; le colture devono essere fatte per identificare i microrganismi colonizzanti.

  • Prevenire le riacutizzazioni con appropriate vaccinazioni, tecniche di liberazione delle vie aeree e talvolta antibiotici della classe dei macrolidi.

  • Trattare le esacerbazioni con antibiotici, broncodilatatori, misure più frequenti di liberazione delle vie aeree e a volte corticosteroidi.

quizzes_lightbulb_red
Test your KnowledgeTake a Quiz!
iOS ANDROID
iOS ANDROID
iOS ANDROID