La tubercolosi è un’infezione contagiosa causata dal batterio Mycobacterium tuberculosis.
I neonati possono essere esposti ai batteri in vari modi.
I sintomi comprendono febbre, ridotta energia e difficoltà di respirazione.
La diagnosi può comprendere radiografia del torace, esame del sangue e colture di campioni di tessuto e liquidi nonché una puntura lombare.
Alle gestanti e ai neonati infetti si somministrano antibiotici per trattare l’infezione.
Ai bambini che sono stati esposti a una persona con infezione attiva può essere somministrato un antibiotico anche se apparentemente sani.
(Vedere anche Panoramica sulle infezioni del neonato e Tubercolosi negli adulti.)
I bambini contraggono l’infezione quando sono esposti a Mycobacterium tuberculosis. I neonati possono essere esposti in diversi modi:
Prima della nascita: L’infezione si verifica se i batteri attraversano la placenta (l’organo che fornisce nutrimento al feto) e infettano il feto.
Durante il parto: L’infezione si verifica se il neonato inala o ingerisce liquido amniotico infetto.
Dopo la nascita: L’infezione si verifica se il neonato inala goccioline infette disperse nell’aria con la tosse o gli starnuti da familiari o dal personale del reparto di neonatologia.
I bambini di età inferiore ai 5 anni presentano un rischio più elevato di sviluppare la tubercolosi dopo essere stati esposti ai batteri, specialmente se non hanno ricevuto antibiotici per la prevenzione o un vaccino chiamato bacillo di Calmette-Guérin (BCG).
I soggetti con infezione da tubercolosi attiva nei polmoni sono malati e possono trasmettere l’infezione agli altri.
Sintomi della TBC nel neonato
I neonati possono apparire malati e avere febbre, ridotta energia, difficoltà di respirazione o polmonite difficile da trattare. Possono presentare un ritardo nell’aumento di peso e nella crescita fisica (rallentamento dell’aumento di peso e della crescita [in passato detto ritardo della crescita]). Poiché la tubercolosi in genere colpisce più organi, i neonati possono anche presentare ingrossamento del fegato e della milza.
Diagnosi di TBC nel neonato
Radiografia del torace
Esame e coltura di campioni di liquidi o tessuti
Talvolta test cutanei
Per alcuni neonati sono necessari esami, per altri no.
Neonati che hanno bisogno di esami
Qualsiasi neonato che presenta sintomi indicativi di tubercolosi o qualsiasi bambino nato da una madre con infezione da tubercolosi attiva viene sottoposto ai seguenti esami:
Radiografia del torace
Esame e coltura di campioni di liquidi o tessuti
Puntura lombare
Esami del sangue
Talvolta test cutaneo della tubercolosi
Una radiografia del torace può mostrare segni di tubercolosi.
I campioni di liquido e tessuto vengono prelevati da gola, stomaco, urine e placenta. Questi campioni vengono esaminati al microscopio per ricercare i batteri della tubercolosi e vengono utilizzati per crescere i batteri in una coltura.
Per ottenere un campione di liquido cerebrospinale viene eseguita una puntura lombare (rachicentesi).
Vengono eseguite analisi del sangue per stabilire se il neonato ha eventuali altre infezioni, come l’infezione da virus dell’immunodeficienza umana (HIV).
Talvolta, i neonati vengono sottoposti a un test cutaneo della tubercolosi. In questo test, una piccola quantità di proteina derivata dai batteri della tubercolosi (tubercolina) viene iniettata sotto la cute. Dopo circa 2 giorni, si esamina la sede dell’iniezione. Se la sede dell’iniezione superiora una certa dimensione, il test è considerato positivo e indica che il neonato è stato infettato da batteri della tubercolosi. Tuttavia, talvolta il test non rileva l’infezione, anche se il neonato è infetto. In questi casi, se il medico ha ancora dubbi, può eseguire ulteriori accertamenti.
Neonati per cui possono essere necessari esami
Qualsiasi neonato che appare sano la cui madre possiede un test cutaneo positivo, ma non presenta segni di tubercolosi in base alle radiografie del torace né evidenze di infezione da tubercolosi attiva, deve essere monitorato attentamente dai medici.
Si devono esaminare tutti i rispettivi componenti della famiglia. Se dopo la valutazione i medici stabiliscono che non è stato esposto all’infezione da tubercolosi attiva, il neonato non necessita di trattamento o esami. Se dopo la valutazione i medici stabiliscono che è stato esposto all’infezione da tubercolosi attiva, al neonato vengono somministrati i test descritti sopra.
Trattamento della TBC nel neonato
Isoniazide
Altri farmaci e integratori
I neonati che presentano un’infezione da tubercolosi attiva possono essere trattati con una combinazione degli antibiotici isoniazide, rifampicina, pirazinamide, etionamide ed etambutolo e talvolta altri farmaci.
I neonati con test cutaneo positivo o che sono esposti alla tubercolosi attiva dopo la nascita ricevono isoniazide per prevenire lo sviluppo dell’infezione.
Nei neonati, tutti i farmaci per la tubercolosi vengono assunti per almeno 6 mesi.
Nelle gestanti con un test cutaneo positivo, ma che non presentano tubercolosi attiva, il trattamento viene solitamente avviato 2-3 mesi dopo il parto. Tuttavia, il trattamento viene somministrato durante la gravidanza se esiste un rischio elevato di sviluppare tubercolosi attiva. Se durante la gravidanza si assume isoniazide, si deve assumere anche l’integratore di vitamina B6 (piridossina).
Alle gestanti che presentano un’infezione da tubercolosi attiva si somministra una combinazione di isoniazide, etambutolo e rifampicina assieme a un integratore di vitamina B6 per almeno 9 mesi o più a lungo. Tutte le gestanti e le donne che allattano che assumono isoniazide devono assumere anche vitamina B6.
Prevenzione della TBC nel neonato
Ai bambini che sono stati esposti a un’infezione da tubercolosi attiva, anche se non sono malati, si somministra di norma l’antibiotico isoniazide, perché il farmaco aiuta a prevenire l’attivazione dell’infezione.
In molte regioni del mondo dove il rischio di sviluppare la tubercolosi è alto, ai neonati viene somministrato un vaccino chiamato bacillo di Calmette-Guérin (BCG) che aiuta a prevenire la tubercolosi in età pediatrica. I medici di solito sconsigliano il vaccino BCG ai soggetti che vivono nei Paesi ad alte risorse, dove il rischio di infezione è basso.
