Tumori ossei metastatici

DiLukas M. Nystrom, MD, Cleveland Clinic Lerner College of Medicine and Case Western Reserve University
Reviewed ByBrian F. Mandell, MD, PhD, Cleveland Clinic Lerner College of Medicine at Case Western Reserve University
Revisionato/Rivisto Modificata apr 2025
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I tumori che insorgono in altre parti del corpo possono diffondersi (metastatizzare) alle ossa,

  • fra questi, in particolare i tumori a carico di mammella, polmone, prostata, rene, tiroide e colon.

  • Il sintomo principale è dolore osseo.

  • Un esame di diagnostica per immagini, come radiografie, una risonanza magnetica (RMI) o una tomografia computerizzata (TC), può mostrare l’anomalia ossea oppure si può procede al prelievo e all’esame di un campione di tessuto (biopsia).

  • A seconda del tipo di tumore che si è diffuso, potrebbero essere eseguite radioterapia, chemioterapia o un intervento chirurgico.

I tumori ossei metastatici sono tumori che si sono diffusi alle ossa dalla loro sede d’origine (primaria) in qualsiasi altra parte dell’organismo (vedere Sviluppo e diffusione dei tumori).

I tumori che hanno più probabilità di diffondersi alle ossa sono quelli che iniziano nelle seguenti aree:

Il tumore della mammella è il tumore che si diffonde più comunemente alle ossa. Tuttavia, tutti i tumori possono diffondersi alle ossa. I tumori possono diffondersi a tutte le ossa, anche se, solitamente, non si diffondono all’osso che si trova sotto alla metà dell’avambraccio o alla metà del polpaccio. Quando il tumore metastatizza in queste sedi, il più delle volte è dovuto a un tumore polmonare o renale.

(Vedere anche Panoramica sui tumori ossei e Panoramica sui tumori.)

Sintomi dei tumori ossei metastatici

I tumori ossei metastatici col tempo possono causare dolore osseo, tuttavia per un certo periodo possono essere asintomatici. In alcuni casi il dolore può essere grave. Può manifestarsi a riposo o di notte e tende a peggiorare progressivamente.

I tumori maligni indeboliscono gradualmente l’osso. Tale indebolimento rende molto più facile la rottura (frattura) dell’osso durante le normali attività (la cosiddetta frattura patologica).

Diagnosi dei tumori ossei metastatici di origine sconosciuta

  • Anamnesi, esame obiettivo ed esami di laboratorio

  • Radiografie

  • Scintigrafia ossea

  • Altri esami di diagnostica per immagini

  • A volte biopsia

Un soggetto che abbia, o abbia avuto in passato, un tumore e che sviluppi dolore o tumefazione alle ossa, di solito viene visitato dal medico per la ricerca di metastasi ossee.

A volte, il medico esegue innanzitutto una semplice radiografia. Tuttavia, le scintigrafie ossee con traccianti radioattivi consentono di esaminare l’intero scheletro simultaneamente e aiutano a localizzare tumori che potrebbero non essere visibili in una semplice radiografia.

Per valutare una singola area ossea, vengono eseguiti altri esami diagnostici quali risonanza magnetica per immagini (RMI), tomografia computerizzata (TC) o tomografia a emissione di positroni (PET). Se utilizzata per valutare i tumori, di solito la PET è combinata con la tomografia computerizzata (PET-CT).

Talvolta, un tumore metastatico dell’osso causa sintomi prima che sia stato diagnosticato il tumore primario. I sintomi potrebbero essere dolore osseo (in particolare dolore che interessa più di una zona per la presenza di vari tumori) oppure una frattura in corrispondenza del sito osseo indebolito dal tumore (frattura patologica). In queste situazioni, solitamente viene eseguita una biopsia che può fornire indicazioni sulla posizione del tumore originario, perché spesso il tipo di tessuto tumorale viene riconosciuto al microscopio. Questa informazione può indicare al medico la localizzazione del tumore primario (ad esempio, polmoni, mammelle, prostata, reni, tiroide o colon).

Una volta diagnosticato un tumore osseo metastatico, i medici eseguono altre analisi per determinare la posizione del tumore primario. Ad esempio, potrebbe essere eseguita una radiografia o una TC toracica per ricercare tumori nei polmoni, oppure una mammografia per ricercare tumori mammari.

Trattamento dei tumori ossei metastatici

  • Radioterapia

  • Intervento chirurgico di stabilizzazione dell’osso

  • Intervento chirurgico di asportazione del tumore

  • Misure per ridurre la perdita ossea

  • Talvolta, intervento chirurgico per alleviare alcune fratture dolorose della colonna vertebrale

Il trattamento dei tumori ossei metastatici dipende dal tipo di tumore che si è diffuso all’osso. Alcuni tipi rispondono alla chemioterapia, altri alla radioterapia, altri a entrambe e altri ancora a nessuna. Di solito la radioterapia rappresenta il trattamento più efficace.

L’intervento chirurgico di stabilizzazione dell’osso viene spesso eseguito per trattare le fratture e a volte anche come misura preventiva. L’intervento chirurgico per le fratture patologiche può prevedere l’inserimento di un’asta all’interno dell’osso, l’utilizzo di piastre e viti per stabilizzarlo oppure la rimozione dell’osso colpito e la ricostruzione dell’arto e dell’articolazione.

Una volta rimosso il tumore originale (primario), se nell’osso resta un solo tumore, soprattutto se si è sviluppato anni dopo quello originale, tale tumore viene rimosso chirurgicamente e l’osso viene ricostruito. Talvolta la rimozione e la ricostruzione sono combinate con radioterapia, chemioterapia o entrambe. Questa combinazione di trattamenti raramente porta alla guarigione, ma può migliorare significativamente la qualità della vita del soggetto, oltre alla funzionalità e all’aspetto dell’arto.

Gli obiettivi del trattamento sono ridurre al minimo la perdita di tessuto osseo, alleviare il dolore e consentire la mobilità.

La perdita di tessuto osseo può provocare dolore e rendere le ossa soggette a frattura, rendendo quindi necessario un intervento chirurgico. La perdita ossea può essere ridotta al minimo utilizzando radioterapia e farmaci che la prevengono (come i bifosfonati o denosumab) prima che la perdita sia diffusa e compaia il dolore.

Per alleviare il dolore alla colonna vertebrale, si può ricorrere alla cifoplastica o alla vertebroplastica. Possono essere eseguiti entrambi gli interventi se i tumori causano il collasso della colonna vertebrale, ma non esercitano pressione sul midollo spinale. La cifoplastica è una procedura in cui si inserisce nella vertebra un palloncino che viene gonfiato per ripristinare la sua forma normale ed evitare un ulteriore collasso. Viene quindi iniettato del cemento osseo (metilmetacrilato). La vertebroplastica è simile alla cifoplastica, ma non prevede l’inserimento di un palloncino. Se il tumore è a rischio di causare un collasso che potrebbe premere sul midollo spinale e danneggiarlo (causando debolezza o paralisi delle gambe), può essere consigliato un trattamento, come un intervento chirurgico, per ridurre la pressione e stabilizzare la colonna vertebrale.

Tumori ossei da mieloma multiplo

Il mieloma multiplo (vedere anche Malattie delle plasmacellule: mieloma multiplo) è talvolta considerato un tumore del sistema ematologico (sangue), ma altre volte è considerato un tumore osseo. Come tumore osseo, rappresenta il più comune tumore osseo primitivo canceroso (maligno) e si manifesta soprattutto negli anziani. Tuttavia, è un tumore che colpisce il midollo osseo (il tessuto che forma il sangue all’interno della cavità dell’osso) e non il tessuto duro che forma l’osso. Pertanto, spesso viene considerato un tumore del midollo osseo piuttosto che dell’osso stesso. È più comune dei tumori del tessuto duro che forma l’osso.

Le cellule tumorali del midollo secernono sostanze che causano la perdita (deplezione) ossea. La perdita ossea può essere diffusa o, più spesso, apparire come aree perforate nelle ossa.

I mielomi multipli possono interessare anche più di un osso, quindi il dolore si può manifestare in un punto solo o in diversi punti. Se un solo osso è affetto da un solo tumore, la condizione prende il nome di plasmocitoma. Se è presente più di un tumore o se il midollo osseo è ampiamente colpito, la condizione prende il nome di mieloma multiplo.

Talvolta, per la diagnosi viene eseguita una biopsia ossea di aree in cui l’osso è stato distrutto. Se gli esiti della biopsia ossea indicano un mieloma multiplo, o se si sospetta il mieloma multiplo per altri motivi, la diagnosi viene confermata prelevando ed esaminando alcune cellule di midollo osseo. Vengono inoltre effettuati esami del sangue.

e radiografie di tutto il corpo (sondaggio scheletrico). Possono essere eseguite anche una risonanza magnetica per immagini (RMI) o una tomografia a emissione di positroni (positron emission tomography, PET) combinata con la tomografia computerizzata (PET-TC) al fine di esaminare sedi specifiche interessate dal dolore osseo.

Il trattamento del mieloma multiplo è complesso e può includere chemioterapia, radioterapia e a volte un intervento chirurgico.

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