Pianto

DiDeborah M. Consolini, MD, Thomas Jefferson University Hospital
Revisionato/Rivisto nov 2022
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Tutti i lattanti e i bambini piccoli utilizzano il pianto come forma di comunicazione, si tratta dell’unico mezzo a loro disposizione per esprimere un’esigenza. Pertanto la maggior parte degli episodi di pianto è una risposta a fame, fastidio (ad esempio a causa del pannolino bagnato), paura o separazione dai genitori. Tale pianto è normale e solitamente si interrompe non appena le esigenze sono soddisfatte, ad esempio quando i bambini sono alimentati, fanno il ruttino, il pannolino viene cambiato o sono cullati. Il pianto tende a manifestarsi con minore frequenza e durata quando il bambino raggiunge i 3 mesi.

Per pianto eccessivo si intendono episodi di pianto che non si interrompono quando si prova a soddisfare le esigenze ordinarie o quando durano più del solito per un determinato bambino.

Cause del pianto

Oltre il 95% delle volte non è presente un disturbo medico specifico responsabile del pianto eccessivo. Sebbene tali episodi siano stressanti per i genitori, i bambini magari si calmano e smettono di piangere da soli.

L’astenia (affaticamento) è una causa comune del pianto nei bambini.

Tra i 6 mesi e i 3 anni, il pianto notturno è spesso causato dalla difficoltà di riaddormentarsi dopo essersi svegliati durante la notte. Per alcuni bambini è difficile riaddormentarsi da soli, in particolare per quelli abituati ad addormentarsi in determinate condizioni, come essere cullati o con il ciuccio.

Le paure notturne sono comuni dopo i 3 anni di età. Le paure particolari dipendono solitamente dall’età e dallo stadio evolutivo emotivo e fisico del bambino. Spesso i bambini dai 3 agli 8 anni piangono spaventati nel mezzo della notte e non sembrano essere svegli, né magari si riesce a calmarli. Magari non si ricordano di un sogno o del pianto al risveglio al mattino. Episodi del genere sono denominati terrori notturni.

Sapevate che...

  • Oltre il 95% delle volte non è presente un disturbo medico specifico responsabile del pianto eccessivo.

Disturbi medici

In meno del 5% dei casi il pianto eccessivo è causato da un disturbo medico. Alcuni disturbi sono fastidiosi, ma non pericolosi nell’immediato. Tra le cause meno gravi del pianto rientrano il reflusso gastroesofageo, peli arrotolati attorno a un dito della mano o del piede o al pene (sindrome del laccio da peli), un graffio sulla superficie dell’occhio (abrasione corneale), una fissurazione anale o un’infezione dell’orecchio medio.

Meno comunemente la causa è un disturbo grave. Tali disturbi includono un blocco intestinale causato da intussuscezione (un segmento dell’intestino scivola dentro un altro) e volvolo (torsione dell’intestino), nonché insufficienza cardiaca, meningite e traumi cranici responsabili di sanguinamento intracranico. I bambini affetti da tali gravi disturbi spesso hanno altri sintomi (ad esempio vomito o febbre), che indicano ai genitori la presenza di un problema più grave. Tuttavia, il pianto eccessivo è talvolta il primo segno.

Le coliche si riferiscono a un pianto eccessivo senza cause identificabili e che si verifica per almeno 3 ore al giorno per oltre 3 giorni a settimana, per più di 3 settimane. Le coliche si verificano nei bambini tra 6 settimane a 3 o 4 mesi.

Valutazione del pianto

I medici provano a identificare un disturbo medico che possa essere responsabile del pianto persistente del bambino.

Segnali d’allarme

Alcuni sintomi sono causa di preoccupazione e suggeriscono la presenza di un disturbo medico responsabile del pianto:

  • Difficoltà respiratoria

  • Ecchimosi o gonfiore cranico e in altre parti del corpo

  • Movimenti anomali o contrazioni di una qualsiasi parte del corpo

  • Estrema irritabilità (la manipolazione o lo spostamento normale provocano pianto o stress)

  • Pianto continuo, in particolare se accompagnato da febbre

  • Uno scroto arrossato e/o gonfio

  • Febbre in un bambino di età inferiore a 8 settimane

Quando rivolgersi a un medico

I bambini vanno subito sottoposti a visita medica in caso di segni allarmanti, se vomitano, se hanno smesso di mangiare o se i genitori notano gonfiore addominale, arrossamento e/o rigonfiamento dello scroto o qualsiasi comportamento insolito (oltre al pianto).

Se i bambini che non manifestano questi sintomi sembrano stare comunque bene, i genitori possono provare le misure tipiche, ad esempio alimentazione, il ruttino, il cambio e il cullarli. Se il pianto continua dopo tali misure, i genitori devono rivolgersi al medico, che potrà aiutarli a stabilire la rapidità con cui è necessario visitare il bambino.

Come si comporta il medico

Per prima cosa, il medico pone delle domande sui sintomi e sull’anamnesi del bambino, Esegue quindi un esame obiettivo. Le informazioni che emergono dall’esame obiettivo e dall’anamnesi suggeriscono spesso la causa del pianto e le analisi da eseguire ( see table Alcuni disturbi medici che provocano piano eccessivo in lattanti e bambini piccoli). I bambini con febbre hanno spesso un’infezione, quelli con difficoltà respiratorie hanno un disturbo cardiaco o polmonare e quelli che manifestano vomito, diarrea o stipsi possono essere affetti da un disturbo digestivo.

In merito al pianto i dottori domandano:

  • Quando è cominciato

  • Quanto dura

  • La frequenza

  • Se è correlato all’alimentazione o all’evacuazione

  • Come i bambini rispondono agli sforzi di coccolarli

Ai genitori fanno domande in merito agli eventi recenti che possano spiegare il pianto (ad esempio vaccini, lesioni o patologie recenti) e ai farmaci somministrati al bambino; cercano inoltre di ottenere informazioni sul legame tra i genitori e il bambino e il modo in cui questi rispondono alle sue esigenze.

Si procede a un esame obiettivo per valutare i disturbi fisici potenzialmente responsabili di malessere o dolore. I medici osservano in particolare gli occhi del bambino per escludere abrasione della cornea e le dita di mani e piedi e il pene per escludere un laccio da pelo.

Esami

Gli esami possono essere necessari solo in base ai sintomi del bambino e alle cause sospettate dal medico. Se la visita medica non suggerisce un disturbo grave non si procede solitamente agli esami, tuttavia il medico può fissare una visita di follow-up per visitare nuovamente il bambino.

Tabella

Trattamento del pianto

Trattamento di qualsiasi disturbo specifico. Ad esempio, si rimuove il laccio da peli, oppure si tratta l’abrasione della cornea con una pomata antibiotica.

Per i bambini che non manifestano un disturbo specifico, i genitori o chi si occupa di loro sono tenuti a continuare a ricercare tra le cause ovvie del pianto, ad esempio un pannolino bagnato, indumenti troppo caldi e rispondere a tali esigenze. Possono ricorrere a svariate strategie di altro tipo. Ad esempio è possibile consolare un bambino

  • Tenendolo in braccio, cullandolo delicatamente o dandogli piccoli colpetti

  • Facendogli ascoltare rumori piacevoli, ad esempio il rumore della pioggia o rumori elettronici, come quello di una ventola, una lavatrice, un aspirapolvere o il phon

  • Portandolo in auto

  • Dandogli il ciuccio

  • Utilizzando tettarelle con foro più piccolo se l’alimentazione avviene troppo rapidamente

  • Avvolgendoli in fasce

  • Facendogli fare il ruttino

  • Dandogli da mangiare (tuttavia i genitori devono evitare l’alimentazione eccessiva nel tentativo di interrompere il pianto)

Quando il pianto è causato da affaticamento, molti degli interventi menzionati consolano solo brevemente il bambino e il pianto torna non appena lo stimolo o l’attività si arresta, facendo solo aumentare tale condizione. Spesso è più efficace incoraggiare il sonno e il consolamento spontaneo, lasciando il bambino nella culla sveglio, in modo che non dipenda dai genitori o da alcuni movimenti, oggetti o suoni per addormentarsi.

Le madri che allattano al seno possono notare se hanno mangiato alcuni alimenti, il bambino piange, devono quindi evitarli.

La dentizione alla fine si completa e il pianto associato solitamente si riduce nel tempo. Nel frattempo possono essere utili blandi analgesici come paracetamolo o ibuprofene e massaggiagengive. È sconsigliato utilizzare prodotti per la dentizione contenenti l’analgesico benzocaina, a causa del rischio di un grave effetto collaterale, noto come metaemoglobinemia. L’Ente statunitense preposto al controllo dei farmaci e degli alimenti (Food and Drug Administration, FDA) ha richiesto alle aziende di sospendere la vendita di questi prodotti per la dentizione.

Assistenza per i genitori

Quando un bambino piange eccessivamente senza un motivo apparente, i genitori possono sentirsi esausti e stressati. Spesso la loro frustrazione è tale da causare abusi sui bambini. L’assistenza emotiva da parte di amici, familiari, vicini e medici può essere utile ai genitori. I genitori devono chiedere tutto l’aiuto necessario (ai fratelli, o a chi si prende cura del bambino) e condividere le loro sensazioni e paure. Se si sentono frustrati, devono prendersi una pausa dal bambino che piange, lasciandolo in un luogo sicuro per qualche minuto. Questa strategia può aiutare i genitori a staccare e contribuisce a prevenire gli abusi.

I medici possono fornire informazioni sui servizi di assistenza per i genitori che si sentono sopraffatti.

Punti principali

  • Il pianto è un modo di comunicare e fa parte del normale sviluppo.

  • Spesso, l’identificazione e la soddisfazione dell’esigenza del bambino placano il pianto.

  • Il pianto generalmente si riduce quando i bambini raggiungono i 3 mesi.

  • In meno del 5% dei casi il pianto è causato da un disturbo medico.

  • Se i genitori sono preoccupati del pianto, possono rivolgersi al medico, che può consigliar loro di portare il bambino per una visita.

  • I genitori possono richiedere assistenza quando i bambini piangono in maniera eccessiva senza alcun motivo apparente e non riescono a consolarli.