Panoramica sui tumori endocranici

DiMark H. Bilsky, MD, Weill Medical College of Cornell University
Revisionato/Rivisto lug 2024
Visualizzazione l’educazione dei pazienti

I tumori endocranici possono interessare il cervello o altre strutture (p. es., nervi cranici, meningi). I tumori in genere si sviluppano nelle fasi iniziali o intermedie dell'età adulta ma possono insorgere a ogni età; la loro frequenza sta aumentando fra gli anziani. I tumori cerebrali sono presenti in circa 20-30/100 000 adulti negli Stati Uniti (ce ne sono di meno nei bambini); la mortalità per tumori cerebrali è di circa 5-6/100 000 adulti (1).

Alcuni tumori sono benigni, ma poiché la scatola cranica non è espansibile, anche i tumori benigni possono causare gravi disfunzioni neurologiche o morte.

(Vedi anche Panoramica sui tumori del sistema nervoso centrale nei bambini.)

Riferimento

  1. 1. Ostrom QT, Gittleman H, Fulop J, et al: CBTRUS statistical report: Primary brain and central nervous system tumors diagnosed in the United States in 2008-2012. Neuro Oncol 17 Suppl 4(Suppl 4):iv1-iv62, 2015. doi: 10.1093/neuonc/nov189

Classificazione dei tumori endocranici

Esistono 2 tipi di tumori cerebrali:

Le metastasi cerebrali sono circa 10 volte più frequenti rispetto ai tumori primitivi (1).

Consigli ed errori da evitare

  • Le metastasi cerebrali sono circa 10 volte più frequenti rispetto ai tumori primitivi.

Il tipo di tumore varia a seconda della sede (vedi tabella Manifestazioni localizzate frequenti dei tumori cerebrali primari) e l'età del paziente (vedi tabella Tumori comuni per età).

Tabella
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Riferimenti relativi alla classificazione

  1. 1. Lin X, DeAngelis LM: Treatment of brain metastases. J Clin Oncol 33(30):3475-3484, 2015. doi: 10.1200/JCO.2015.60.9503

Fisiopatologia dei tumori endocranici

La disfunzione neurologica può conseguire alle seguenti condizioni:

  • Invasione e distruzione del tessuto cerebrale da parte del tumore

  • Compressione diretta dei tessuti adiacenti da parte del tumore

  • Aumento della pressione endocranica (perché il tumore occupa spazio all'interno del cranio)

  • Sanguinamento all'interno o all'esterno del tumore

  • Edema cerebrale

  • Ostruzione dei seni venosi durali (soprattutto da tumori metastatici ossei o extradurali)

  • Ostruzione del drenaggio del liquido cerebrospinale (che si verifica precocemente nei tumori della fossa cranica posteriore e del 3o ventricolo)

  • Alterazione dell'assorbimento liquorale (p. es., quando la leucemia o un carcinoma coinvolgono le meningi)

  • Ostruzione del flusso arterioso

  • Raramente, sindromi paraneoplastiche

Un tumore maligno può sviluppare al suo interno nuovi vasi, che possono sanguinare o occludersi, causando necrosi e deficit neurologici che mimano un ictus. Il sanguinamento come complicanza dei tumori metastatici è più probabile che si verifichi in pazienti con melanoma, carcinoma a cellule renali, coriocarcinoma, o cancro della tiroide, del polmone o della mammella.

I tumori benigni crescono lentamente. Possono raggiungere dimensioni notevoli prima di diventare sintomatici, in parte perché spesso non inducono edema cerebrale. I tumori primitivi maligni crescono rapidamente, ma raramente metastatizzano fuori dal sistema nervoso centrale. Il decesso è dovuto alla crescita locale del tumore e/o a un'emorragia in relazione con il tumore e può dunque occorrere sia con i tumori benigni che per quelli maligni.

Sintomatologia dei tumori endocranici

I sintomi causati da tumori primitivi e tumori metastatici sono uguali. Molti sintomi derivano dall'aumento della pressione endocranica:

  • Cefalea

  • Deterioramento dello stato mentale

  • Disfunzione cerebrale focale

La cefalea è il sintomo più frequente. La cefalea può essere più intensa quando i pazienti si svegliano dal sonno profondo non associato ai movimenti oculari rapidi (non-REM) (di solito molte ore dopo l'addormentamento) poiché l'ipoventilazione, che aumenta il flusso ematico cerebrale e quindi la pressione endocranica, è abitualmente massima durante il sonno non-REM. La cefalea è progressiva e può essere aggravata da posizioni declivi o dalla manovra di Valsalva. Quando la pressione endocranica è molto alta, la cefalea può essere accompagnata da vomito, talvolta preceduto da una lieve nausea.

Un papilledema si sviluppa in circa il 25-35% dei pazienti con tumore cerebrale (1) ma può essere assente anche se la pressione endocranica è aumentata. Nei neonati e nei bambini molto piccoli l'aumento della pressione endocranica può far aumentare le dimensioni del capo. Se la pressione endocranica aumenta sufficientemente, si può verificare un'ernia cerebrale.

Il deterioramento dello stato mentale è il 2° sintomo più frequente. Le manifestazioni comprendono sonnolenza, letargia, alterazioni della personalità, disturbi del comportamento e deficit cognitivi, in particolare con tumori cerebrali maligni. I riflessi respiratori possono essere compromessi.

La disfunzione cerebrale focale causa certi sintomi. In base alla sede del tumore possono svilupparsi deficit neurologici focali, disfunzioni endocrine, o crisi epilettiche focali (a volte con generalizzazione secondaria) (vedi tabella Manifestazioni localizzanti comuni dei tumori al cervello). Deficit focali spesso suggeriscono la sede del tumore. Tuttavia, talvolta i deficit focali non corrispondono alla sede del tumore. Tali deficit, chiamati falsi segni di localizzazione, sono i seguenti:

  • Paralisi unilaterale o bilaterale del retto laterale (con paresi dell'abduzione dell'occhio) a causa di un aumento della pressione endocranica con compressione del VI nervo cranico

  • Emiplegia omolaterale a causa della compressione del peduncolo cerebrale controlaterale contro il tentorio (indentatura di Kernohan)

  • Deficit del campo visivo omolaterale a causa di ischemia nel lobo occipitale controlaterale

Possono verificarsi crisi generalizzate, più frequentemente nei tumori cerebrali primitivi rispetto alle metastasi. Un'alterazione dello stato di coscienza può dipendere da un'ernia, da disfunzione del tronco encefalico, oppure da una disfunzione corticale diffusa bilaterale.

Alcuni tumori causano infiammazione meningea, provocando una meningite subacuta o cronica.

Riferimento per la sintomatologia

  1. 1. Serova N, Eliseeva N, Shifrin: Papilloedema in patients with brain tumour. Neuro-ophthalmology 33(3):100-105, 2009. doi.org/10.1080/01658100902930545

Diagnosi dei tumori endocranici

  • RM pesate in T1 con gadolinio o TC con mezzo di contrasto

  • Talvolta biopsia

I tumori cerebrali allo stadio precoce sono spesso erroneamente diagnosticati. Un tumore cerebrale deve essere preso in considerazione nei pazienti con una qualsiasi delle seguenti condizioni:

  • Deficit progressivi focali o globali della funzione cerebrale

  • Crisi di nuova insorgenza

  • Cefalee persistenti, inspiegabili, a esordio recente, in particolare se peggiorate dal sonno

  • Evidenza di aumentata pressione endocranica (p. es., papilledema, vomito inspiegato).

  • Endocrinopatia ipofisaria o ipotalamica

Reperti simili possono dipendere da altre masse endocraniche (p. es., ascesso, aneurisma, malformazione arterovenosa, emorragia intracerebrale, ematoma subdurale, granuloma, cisti parassitaria come nel caso della neurocisticercosi) o da un ictus ischemico.

Si dovranno effettuare un esame neurologico completo, uno studio di neuroimaging, TC o RM, e RX torace (per la ricerca di fonti metastatiche). La RM con sequenze pesate in T1 con gadolinio è lo studio di scelta. La TC con mezzo di contrasto è un'alternativa. La RM rivela solitamente astrocitomi a basso grado di malignità e oligodendrogliomi più precocemente rispetto alla TC e mostra più chiaramente le strutture cerebrali in prossimità dell'osso (p. es., fossa cranica posteriore). Qualora gli esami di diagnostica per immagini dell'encefalo non siano sufficienti a mostrare nel dettaglio la zona di interesse (p. es., sella turcica, angolo pontocerebellare, nervo ottico), si devono eseguire indagini neuroradiologiche più dettagliate dal punto di vista spaziale o altre particolari proiezioni dell'area interessata. Se si sospetta un'ipertensione endocranica in presenza di uno studio di neuroimaging normale, deve essere considerata un'eventuale ipertensione endocranica idiopatica e bisogna eseguire una puntura lombare.

Gli indizi riguardo al tipo di tumore, principalmente la sua localizzazione clinicamente sospettata (vedi tabella Manifestazioni localizzanti comuni dei tumori al cervello) e il tipo di enhancement alla RM, possono essere non dirimenti; la biopsia cerebrale e talvolta una biopsia escissionale possono essere necessarie.

In alcuni casi può essere di aiuto effettuare dei test speciali (p. es., marker tumorali molecolari e genetici nel sangue e nel liquido cerebrospinale). Nei pazienti affetti da infezione da HIV allo stadio terminale (AIDS), i titoli virali liquorali per il virus di Epstein-Barr subiscono un tipico aumento quando si sviluppa un linfoma del sistema nervoso centrale.

Trattamento dei tumori endocranici

  • Protezione delle vie aeree

  • Desametasone in caso di ipertensione endocranica

  • Mannitolo in caso di erniazione

  • Anticonvulsivanti per le convulsioni

  • Terapia definitiva con escissione, radioterapia, terapia del cancro sistemica (p. es., chemioterapia, terapia mirata, immunoterapia) o una combinazione

I pazienti in coma o con riflessi respiratori alterati richiedendo intubazione endotracheale.

L'erniazione cerebrale dovuta a tumori viene trattata con terapia iperosmotica (infusione EV di mannitolo 25-100 g o infusione di una soluzione fisiologica ipertonica al 23,4% 20 mL infusa attraverso una linea centrale e un corticosteroide [p. es., desametasone 16 mg EV, seguito da 4 mg per via orale o EV ogni 6 h]) più intubazione endotracheale. L'iperventilazione fino a una pressione parziale di diossido di carbonio (PCO2) da 26 a 30 mmHg possono aiutare a ridurre temporaneamente la pressione endocranica in caso di emergenza. Una lesione occupante spazio deve essere decompressa chirurgicamente non appena possibile.

L'aumento della pressione endocranica dovuto a tumori in assenza di erniazione può essere trattato con corticosteroidi (p. es., desametasone 4 mg per via orale ogni 6-12 h o prednisone da 30 a 40 mg per via orale 2 volte/die).

Il trattamento dei tumori cerebrali dipende dalle caratteristiche anatomopatologiche e dalla localizzazione. L'asportazione chirurgica deve essere praticata sia a scopo diagnostico (biopsia escissionale) che per diminuire i sintomi. In caso di lesioni benigne, la chirurgia può comportare la guarigione. Per i tumori infiltranti il parenchima cerebrale, il trattamento è multimodale. La radioterapia è necessaria e la chemioterapia, la terapia mirata e/o l'immunoterapia sembrano portare benefici ad alcuni pazienti.

Il trattamento dei tumori metastatici comprende la radioterapia, che può essere somministrata come radiochirurgia stereotassica cerebrale o conformazionale (1). Nei pazienti con una singola metastasi, l'asportazione chirurgica del tumore prima della radioterapia migliora la prognosi.

Problematiche di fine vita

Se i pazienti hanno un tumore incurabile, devono essere discussi gli aspetti di fine vita e deve essere considerata la possibilità di effettuare una consulenza per le cure palliative.

Terapia radiante cranica e neurotossicità da radiazioni

La terapia radiante può essere effettuata su tutta la testa in caso di tumori diffusi o multicentrici, o localmente in caso di tumori ben demarcati (1).

Esistono 2 tipi di radioterapia cerebrale localizzata; entrambi mirano a risparmiare il tessuto cerebrale normale:

  • Conformale: l'uso della TC per creare una mappa tridimensionale del tumore facilita il targeting preciso del tumore

  • Stereotassia: utilizzare il gamma-knife o la terapia con fascio di protoni per indirizzare numerosi fasci focalizzati da alta energia al tumore

I gliomi vengono trattati con la radioterapia conformazionale; un gamma knife con metodo stereotassico diretto o una terapia con fascio di protoni sono utili per le metastasi. Le attuali raccomandazioni sono di trattare ≤ 4 lesioni metastatiche con stereotassia o altri interventi di radiazione focale e di trattare > 4 lesioni con radioterapia del cervello intero (2, 3); tuttavia, dati più recenti potrebbero essere a favore della chirurgia stereotassica fino a 10 lesioni metastatiche (4, 5). La somministrazione di radiazioni in dosi giornaliere frazionate più piccole tende a massimizzare l'efficacia riducendo al minimo la neurotossicità e il danno al tessuto del sistema nervoso centrale normale (vedi Esposizione e contaminazione da radiazioni).

Il grado di neurotossicità dipende da

  • Dose di radiazione cumulativa

  • Entità della dose individuale

  • Durata della terapia

  • Volume di tessuto irradiato

  • Predisposizione individuale

Dal momento che la sensibilità varia, la previsione del grado di tossicità da radiazioni è imprecisa. I sintomi dovuti alla tossicità possono svilupparsi nei primi giorni (acuti) o dopo mesi dal trattamento (ritardati-precoci) o dopo molti mesi o anni dal trattamento (ritardati-tardivi). Meno frequentemente, le radiazioni possono indurre gliomi, meningiomi o tumori della guaina del nervo periferico a distanza di anni dalla terapia.

Neurotossicità radioindotta acuta

In genere, la neurotossicità acuta comporta cefalea, nausea, vomito, sonnolenza, a volte peggioramento dei segni neurologici focali nei bambini e negli adulti.

La neurotossicità acuta deriva in gran parte da gonfiore e edema transitori; quindi, è particolarmente probabile che la pressione endocranica sia già elevata. L'uso di corticosteroidi per abbassare la pressione endocranica può prevenire o trattare la tossicità acuta. La tossicità acuta diminuisce con i trattamenti successivi.

Neurotossicità ritardata-precoce

Nei bambini o negli adulti, la neurotossicità ritardata-precoce può causare encefalopatia, che deve essere distinta mediante l'impiego di RM o TC da peggioramento o recidiva del tumore trattato. Si può verificare nei bambini che abbiano ricevuto terapia radiante panencefalica profilattica per la leucemia; possono sviluppare sonnolenza, che si riduce spontaneamente nel giro di giorni o settimane, generalmente in modo più rapido quando trattata con corticosteroidi.

Dopo la radioterapia del collo o della parte superiore del torace, la tossicità ritardata-precoce può manifestarsi con una mielopatia, caratterizzata da sintomi spinali come il segno di Lhermitte (sensazione di scossa elettrica che si irradia lungo la schiena e alle gambe in seguito alla flessione del collo). La mielopatia ritardata-precoce in generale si risolve spontaneamente.

Neurotossicità ritardata-tardiva

Dopo la terapia diffusa o la radiante panencefalica, molti bambini e adulti sviluppano una neurotossicità ritardata-tardiva se sopravvivono abbastanza a lungo. La causa più frequente nei bambini è l'irradiazione panencefalica per prevenire la leucemia o per trattare il medulloblastoma. Dopo la terapia diffusa, il sintomo più comune è la demenza progressiva; gli adulti possono anche sviluppare un'andatura instabile e sintomi neurologici focali. La RM o la TC possono mostrare atrofia cerebrale e spesso perdite di sostanza bianca.

La tossicità da irradiazione locoregionale in genere provoca deficit neurologici focali.

La TC o la RM mostrano una massa che può captare il mezzo di contrasto e che può essere difficile da differenziare da una recidiva del tumore primitivo. La biopsia escissionale della massa è diagnostica e spesso migliora la sintomatologia.

La mielopatia ritardata-tardiva può svilupparsi dopo la radioterapia per tumori extraspinali (p. es., quelli dovuti a linfoma di Hodgkin). Essa è caratterizzata da progressiva paresi e perdita di sensibilità, spesso configurando una sindrome di Brown-Séquard (paresi e perdita della sensibilità propriocettiva omolaterale e perdita della sensibilità termodolorifica controlaterale). La maggior parte dei pazienti alla fine sviluppa paraplegia.

Riferimenti relativi al trattamento

  1. 1. Gondi V, Bauman G, Bradfield L, et al: Radiation therapy for brain metastases: An ASTRO clinical practice guidelines. Pract Radiation Oncol 12(4):265–282, 2022. https://doi.org/10.1016/j.prro.2022.02.003

    2. Gaspar L, Prabhu R, Hdeib A, et al: Congress of Neurological Surgeons systematic review and evidence-based guidelines on the role of whole brain radiation therapy in adults with newly diagnosed metastatic brain tumors. Neurosurgery 84 (3):E159–E162, 2019. doi: 10.1093/neuros/nyy541

  2. 3. Vogelbaum MA, Brown PD, Messersmith H, et al: Treatment for brain metastases: ASCO-SNO-Astro guideline. J Clin Oncol 40 (5):492–516, 2022. doi: 10.1200/JCO.21.02314

  3. 4. Long GV, Atkinson V, Lo S, et al: Combination nivolumab and ipilimumab or nivolumab alone in melanoma brain metastases: A multicentre randomised phase 2 study. Lancet Oncol 19 (5):672–681, 2018. doi: 10.1016/S1470-2045(18)30139-6 Epub 2018 Mar 27.

  4. 5. Moss NS, Tosi U, Santomasso BD, et al: Multifocal and pathologically-confirmed brain metastasis complete response to trastuzumab deruxtecan. CNS Oncol 11 (3):CNS90, 2022. doi: 10.2217/cns-2022-0010

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