Tumore dell’utero

(Tumore dell’endometrio; tumore uterino)

DiPedro T. Ramirez, MD, Houston Methodist Hospital;
Gloria Salvo, MD, MD Anderson Cancer Center
Revisionato/Rivisto ago 2022
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Il tipo più comune di tumore uterino si sviluppa nell’epitelio dell’utero (endometrio) ed è chiamato tumore dell’endometrio.

  • Generalmente colpisce le donne dopo la menopausa

  • e talvolta causa sanguinamento vaginale anomalo.

  • Per la diagnosi, i medici prelevano un campione di tessuto dall’endometrio per analizzarlo (biopsia).

  • Il trattamento di solito prevede l’asportazione dell’utero, delle ovaie, delle tube di Falloppio e talvolta dei linfonodi adiacenti, spesso seguita da radioterapia e talvolta da chemioterapia o terapia ormonale.

(Vedere anche Panoramica sui tumori dell’apparato riproduttivo femminile.)

La maggior parte dei tumori uterini origina nell’epitelio uterino (endometrio) ed è chiamata tumore dell’endometrio (carcinoma dell’endometrio). Circa il 75%-80% dei tumori dell’endometrio è rappresentato dagli adenocarcinomi, che si sviluppano dalle cellule ghiandolari. I sarcomi, un altro tipo di tumore, si sviluppano nel tessuto muscolare o connettivo. I sarcomi tendono a essere più aggressivi rispetto ad altri tipi di tumore. Meno del 5% dei tumori uterini è un sarcoma,

Negli Stati Uniti il tumore dell’endometrio è il tumore ginecologico più comune e rappresenta il quarto tumore più frequente nelle donne. Di solito si sviluppa dopo la menopausa, più frequentemente nelle donne di età compresa tra i 45 e i 74 anni.

I tumori dell'endometrio sono classificati come segue:

  • I carcinomi di tipo I sono i più comuni, rispondono agli estrogeni e non sono molto aggressivi. Tendono a manifestarsi in donne più giovani o obese, oppure in perimenopausa (gli anni immediatamente prima e l’anno dopo l’ultima mestruazione). La prognosi per le donne con tumori di tipo I è buona.

  • I carcinomi di tipo II sono più aggressivi e tendono a colpire le donne più anziane. Il 10% circa dei tumori dell’endometrio è di tipo II. La prognosi delle donne con tumori di tipo II è infausta.

Cause del tumore dell’utero

Il tumore dell’endometrio è più comune nei Paesi ad alto reddito con tassi di obesità elevati.

I fattori di rischio più importanti per il tumore dell’endometrio sono:

  • Condizioni che determinano un alto livello di estrogeni e un basso livello di progesterone

  • Età superiore ai 45 anni

  • Obesità

  • Uso di tamoxifene per 2 o più anni

  • Una sindrome ereditaria chiamata sindrome di Lynch (le persone affette da questa sindrome presentano un alto rischio di sviluppare il tumore del colon e altri tumori)

  • Radioterapia della pelvi (che contiene gli organi riproduttivi interni, la vescica e il retto)

Le condizioni che determinano un alto livello di estrogeni e un basso livello di progesterone includono le seguenti:

  • Obesità

  • Sindrome dell’ovaio policistico o altri problemi di natura mestruale correlati al rilascio degli ovuli (ovulazione), solitamente accompagnati da sintomi come cicli irregolari, sanguinamento eccessivo durante il ciclo o perdite tra un ciclo e l’altro

  • Primo ciclo mestruale (menarca) precoce, menopausa tardiva (dopo i 52 anni) o entrambe le situazioni

  • Non avere avuto figli

  • Dopo la menopausa, terapia con estrogeni (su prescrizione o in prodotti erboristici) senza progestinici (farmaci sintetici simili all’ormone progesterone)

  • Un tumore che produce estrogeni

Gli estrogeni favoriscono lo sviluppo dei tessuti e una rapida divisione cellulare nella mucosa uterina (endometrio). Il progesterone (o i farmaci progestinici) causa l’assottigliamento dell’endometrio, bilanciando gli effetti degli estrogeni. I livelli degli estrogeni sono elevati durante buona parte del ciclo mestruale. Pertanto, un periodo fertile molto lungo può aumentare il rischio di tumore dell’endometrio. L’uso di contraccettivi orali che contengono sia estrogeni sia un progestinico sembra ridurre il rischio di tumore dell’endometrio.

I farmaci o i prodotti erboristici che contengono estrogeni o sostanze simili agli estrogeni possono causare il tumore dell’endometrio se non vengono assunti con un progestinico.

Il tamoxifene, farmaco utilizzato per trattare il carcinoma mammario, blocca gli effetti degli estrogeni nella mammella, ma ha gli stessi effetti degli estrogeni nell’utero. Chi ha il cancro della mammella di solito non riceve progestinici (per bilanciare gli effetti degli estrogeni). Pertanto, questo farmaco può aumentare il rischio di tumore dell’endometrio, soprattutto nelle donne in post-menopausa. Le donne che assumono questo farmaco devono rivolgersi a un medico in caso di sanguinamento vaginale anomalo.

L’ereditarietà svolge un ruolo nello sviluppo del tumore dell’endometrio in circa il 5% delle donne. Circa la metà dei tumori dell’endometrio che coinvolgono l’ereditarietà si verifica in donne affette da una sindrome ereditaria chiamata sindrome di Lynch. I soggetti con questa sindrome presentano un alto rischio di sviluppare tumore del colon e altri tumori.

Sintomi del tumore dell’utero

Uno dei primi sintomi più comuni del tumore dell’endometrio è un sanguinamento vaginale anomalo. Per sanguinamento anomalo si intende

  • sanguinamento dopo la menopausa

  • sanguinamento fra due periodi mestruali

  • cicli irregolari, abbondanti o più lunghi del normale

Circa l’1-14% delle donne con sanguinamento vaginale dopo la menopausa ha un tumore dell’endometrio. Le donne in post-menopausa con sanguinamento vaginale devono consultare immediatamente un medico, anche se la quantità di sangue è poca o se la perdita ha una colorazione rosa, rossa o marrone.

Le donne affette da sarcoma di solito presentano sanguinamento vaginale anomalo. Più raramente i sarcomi causano dolore o sensazione di pressione nella pelvi o nell’addome.

Diagnosi del tumore dell’utero

  • Biopsia

  • Talvolta dilatazione e raschiamento con isteroscopia

I medici possono sospettare un tumore dell’endometrio in presenza di uno dei seguenti casi:

  • Le donne presentano sintomi tipici, come sanguinamento vaginale dopo la menopausa o tra i cicli mestruali o hanno cicli irregolari, abbondanti o insolitamente lunghi.

  • Il test di Papanicolaou (Pap test) identifica le cellule uterine.

Se si sospetta un tumore, i medici prelevano un campione di tessuto dall’endometrio (biopsia endometriale) e lo inviano a un laboratorio per l’analisi. La biopsia endometriale individua con precisione il tumore dell’endometrio in oltre il 90% dei casi. In alternativa, si inserisce nell’utero attraverso la vagina un dispositivo ecografico (la cosiddetta ecografia transvaginale) per valutare le anomalie. Per la diagnosi finale è tuttavia comunque necessaria una biopsia.

Se la diagnosi è ancora dubbia o suggerisce la presenza di un tumore, viene prelevato tessuto dalla mucosa uterina per l’analisi, una procedura chiamata dilatazione con raschiamento (D e R). Nello stesso tempo, i medici possono esplorare l’interno dell’utero utilizzando una sonda a fibre ottiche sottile e flessibile, che viene inserita attraverso la vagina e la cervice nell’utero con una tecnica nota come isteroscopia.

In caso di diagnosi di tumore dell’endometrio, possono essere condotte alcune o tutte le seguenti procedure per stabilire se si è diffuso:

  • Esami del sangue

  • Test di funzionalità renale ed epatica (usando campioni di sangue o urina)

  • Possibilmente una radiografia del torace

Se i risultati dell’esame obiettivo o di altri esami indicano una diffusione del tumore oltre l’utero, si esegue una tomografia computerizzata (TC) o una risonanza magnetica per immagini (RMI).

Stadiazione del tumore dell’endometrio

La stadiazione si basa sulle informazioni ricavate con questi esami e nel corso dell’asportazione chirurgica del tumore.

La stadiazione si basa sulla diffusione del tumore. La stadiazione va da I (stadio iniziale) a IV (stadio avanzato):

  • Stadio I: il tumore interessa solo il corpo dell’utero, non la parte inferiore (cervice).

  • Stadio II: il tumore ha intaccato la cervice.

  • Stadio III: il tumore si è diffuso ai tessuti adiacenti, alla vagina o ai linfonodi.

  • Stadio IV: il tumore ha intaccato la vescica e/o l’intestino oppure gli organi distanti.

Prognosi del tumore dell’utero

La prognosi dipende dallo stadio del tumore dell’endometrio.

Complessivamente, il 63% delle donne è senza cancro 5 anni dopo il trattamento.

Generalmente la prognosi è migliore se

  • Il tumore dell’endometrio non si è diffuso oltre l’utero.

  • È un tipo di tumore che cresce in modo relativamente lento.

  • Le donne sono più giovani quando viene individuato il cancro.

La prognosi dei sarcomi è generalmente peggiore rispetto al carcinoma endometriale. I sarcomi si sviluppano nel muscolo o nel tessuto connettivo. Il carcinoma dell’endometrio si origina nella mucosa uterina.

Prevenzione del tumore dell’utero

Nessuna misura può prevenire lo sviluppo del tumore dell’endometrio. Tuttavia, il rischio di sviluppare il tumore dell’endometrio può diminuire minimizzando o evitando le condizioni e le attività che si ritiene ne aumentino il rischio. Per esempio, l’obesità aumenta il rischio di tumore dell’endometrio. Pertanto, perdere peso, fare esercizio regolarmente e mangiare una dieta sana può aiutare. Inoltre, i farmaci o i prodotti erboristici che contengono estrogeni non devono essere assunti da soli, ma assieme a un progestinico.

Trattamento del tumore dell’utero

  • Intervento chirurgico per asportare l’utero, le tube di Falloppio e le ovaie.

  • Asportazione dei linfonodi adiacenti

  • Per tumori in stadio più avanzato, radioterapia con o senza chemioterapia

L’isterectomia, cioè l’asportazione chirurgica dell’utero, rappresenta la base del trattamento del tumore dell’endometrio.

Si possono asportare l’utero, le tube di Falloppio e le ovaie usando uno dei seguenti metodi:

  • Incisione nell’addome (chirurgia a cielo aperto)

  • Inserimento di una sonda a fibre ottiche (laparoscopio) sottile e flessibile attraverso una piccola incisione appena sotto l’ombelico, nella quale si infilano gli strumenti talvolta con l’ausilio di un robot (chirurgia laparoscopica)

  • Rimozione dei tessuti attraverso la vagina (chirurgia vaginale)

Entrambi i metodi richiedono di solito circa 1-2 ore e un’anestesia generale. Successivamente, si manifesta sanguinamento vaginale e dolore. Il recupero può richiedere fino a 6 settimane.

Nella chirurgia laparoscopica, minuscoli strumenti e una piccola videocamera vengono inseriti attraverso piccole incisioni accanto all’ombelico. La videocamera invia un’immagine dell’interno dell’addome a un monitor. Osservando il monitor, i chirurghi tengono in mano gli strumenti e li usano per incidere e cucire i tessuti.

Nella chirurgia laparoscopica robot-assistita, la laparoscopia viene eseguita normalmente, ma gli strumenti sono tenuti da braccia robotiche, invece che dai chirurghi. I chirurghi muovono le braccia del robot mediante dei controlli manuali. La videocamera utilizzata acquisisce un’immagine tridimensionale e altamente dettagliata (ad alta risoluzione) dell’interno, che viene visualizzata su una console. Il chirurgo osserva l’immagine e un computer trasforma i movimenti delle mani in precisi movimenti degli strumenti chirurgici.

Dopo la laparoscopia o la chirurgia vaginale, le degenze ospedaliere sono più brevi rispetto alla chirurgia a cielo aperto (che comporta un’incisione più ampia). Inoltre, le donne di solito lamentano meno dolore e meno complicanze e possono tornare più rapidamente alle normali attività.

Vi sono diversi tipi di isterectomia; la scelta è legata alla patologia che si intende trattare.

  • Isterectomia subtotale (sopracervicale): si asporta solo la parte alta dell’utero, escludendo la cervice.

  • Isterectomia totale: viene rimosso tutto l’utero compresa la cervice.

  • Isterectomia radicale: Si asportano l’intero utero più i tessuti circostanti (compresi la parte superiore della vagina, i legamenti e di solito i linfonodi).

Per il tumore dell’utero o il tumore dell’ovaio di solito si esegue un’isterectomia totale. Per il tumore della cervice o il tumore vaginale il trattamento può includere l’isterectomia radicale.

Nel tumore dell’utero solitamente i linfonodi adiacenti vengono asportati al momento dell’isterectomia. Questi tessuti vengono esaminati da un anatomopatologo, per stabilire la possibile diffusione e, eventualmente, la sua entità. Con questa informazione, i medici possono valutare la necessità di un ulteriore trattamento (chemioterapia, radioterapia o un progestinico) dopo l’intervento chirurgico.

Se il tumore appare confinato all’utero, i medici possono eseguire la dissezione dei linfonodi sentinella anziché rimuovere tutti i linfonodi. Un linfonodo sentinella è il primo linfonodo al quale è probabile si diffondano le cellule cancerose. I linfonodi sentinella possono essere più d’uno e sono detti linfonodi sentinella perché sono i primi segnali della diffusione del tumore.

La dissezione di un linfonodo sentinella prevede

  • L’identificazione del linfonodo sentinella (chiamata mappatura)

  • La sua rimozione

  • Il suo esame per determinare se siano presenti cellule cancerose

Per identificare i linfonodi sentinella si inietta un colorante blu o verde e/o una sostanza radioattiva, di solito nella cervice. Queste sostanze raggiungono i linfonodi vicino all'utero e mappano il percorso dall'utero al linfonodo (o ai linfonodi) più vicino(i) all'utero. Durante il trattamento chirurgico i medici controllano quali linfonodi appaiono blu o verdi o emettono un segnale radioattivo (rilevato mediante un dispositivo palmare). Tale linfonodo o linfonodi vengono asportati e inviati a un laboratorio per valutare la presenza di tumore. Se il o i linfonodi sentinella non contengono cellule tumorali, non vengono asportati altri linfonodi (a meno che non abbiano un aspetto anomalo).

Trattamento del tumore dell'endometrio che non si è diffuso fuori dall'utero

Se il tumore non si è diffuso oltre l’utero, l’isterectomia più l’asportazione delle tube di Falloppio e delle ovaie (salpingo-ovariectomia) è quasi sempre curativa.

Trattamento del tumore dell'endometrio che si è diffuso alla cervice o ai tessuti adiacenti, alla vagina o ai linfonodi

Se il tumore si è diffuso alla cervice (stadio II) o ai tessuti adiacenti, alla vagina o ai linfonodi (stadio III), è necessaria radioterapia, talvolta con chemioterapia. Di solito viene eseguito anche un intervento chirurgico per asportare l'utero, le tube di Falloppio e le ovaie.

Trattamento del tumore dell’endometrio in stadio molto avanzato o recidivante

Il trattamento dei tumori in stadio molto avanzato (stadio IV) varia, ma di solito prevede una combinazione di chirurgia, radioterapia, chemioterapia e talvolta terapia ormonale con progestinici (farmaci sintetici simili all’ormone progesterone).

La radioterapia può essere somministrata dopo la chirurgia per distruggere eventuali cellule tumorali rimaste. Se sono presenti metastasi nella cervice o oltre l’utero, si consiglia la radioterapia dopo l’intervento chirurgico. In alcuni casi (ad esempio se vi sono metastasi cervicali, ovariche o ai linfonodi) l’intervento chirurgico seguito da radioterapia migliora la prognosi.

Se vi sono metastasi in organi distanti o in caso di recidive, si può ricorrere a farmaci chemioterapici (come carboplatino, cisplatino, doxorubicina e paclitaxel) invece che alla radioterapia o in associazione ad essa. Questi farmaci riducono la dimensione del tumore e tengono sotto controllo la sua diffusione in più della metà delle donne trattate. Tuttavia sono tossici e hanno parecchi effetti collaterali.

Trattamento del sarcoma uterino

Il trattamento del sarcoma uterino (una forma più aggressiva di tumore dell’endometrio) prevede isterectomia più rimozione delle tube di Falloppio e delle ovaie (salpingo-ovariectomia) e di norma chemioterapia.

Se il trattamento chirurgico non fosse possibile, si ricorre a radioterapia e/o chemioterapia.

Fertilità e menopausa dopo un tumore dell’endometrio

Il trattamento con isterectomia, chemioterapia e/o radioterapia di solito rende impossibile per le donne iniziare una gravidanza o portarla a termine. Tuttavia, se la possibilità di avere figli è importante per la donna, deve discuterne con il proprio medico e ottenere quante più informazioni possibile su come il trattamento influisce sulla fertilità e se è idonea a trattamenti che non precludono del tutto una futura gravidanza.

Se il tumore dell’endometrio è a uno stadio molto iniziale, si può talvolta propendere per un trattamento che preserva la fertilità. Viene eseguita una risonanza magnetica per immagini (RMI) per stabilire se il tumore si sia diffuso e si consulta uno specialista della fertilità.

I trattamenti per la preservazione della fertilità includono

  • L’uso di un progestinico (un farmaco sintetico simile all’ormone progesterone) che può ridurre le dimensioni del tumore invece dell’isterectomia

  • Talvolta, isterectomia senza asportazione delle ovaie

Il progestinico può essere assunto per via orale o somministrato attraverso un dispositivo intrauterino (IUD) che rilascia un progestinico (levonorgestrel)

Quando si esegue un’isterectomia, il ciclo mestruale si interrompe perché l’utero è stato asportato. Se tuttavia le ovaie non vengono asportate e le donne sono in premenopausa, l’isterectomia non causa la menopausa perché le ovaie continuano a produrre ormoni. Inoltre, se le ovaie non vengono rimosse la donna può usare i propri ovuli (e trattamenti di fertilità avanzati, inclusa la maternità surrogata) per avere figli.

Quando le ovaie vengono rimosse possono comparire sintomi della menopausa come vampate di calore e secchezza vaginale. Se diventano fastidiosi, ormoni come gli estrogeni, un progestinico o entrambi possono alleviarli.

Ulteriori informazioni

La seguente risorsa in lingua inglese può essere utile. Si prega di notare che il MANUALE non è responsabile del contenuto di questa risorsa.

  1. National Cancer Institute: Uterine Cancer: questo sito Web contiene collegamenti a informazioni generali sul tumore dell'utero, nonché collegamenti a informazioni su cause, prevenzione, screening, trattamento e ricerca e come convivere con il cancro.