Bronchiolite

DiRajeev Bhatia, MD, Phoenix Children's Hospital
Revisionato/Rivisto gen 2022
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I fatti in Breve

La bronchiolite è un’infezione che colpisce l’apparato respiratorio inferiore dei lattanti e dei bambini con meno di 24 mesi di vita.

  • La bronchiolite è causata generalmente da virus.

  • I sintomi includono rinorrea, febbre, tosse, respiro sibilante e difficoltà respiratoria.

  • La diagnosi si basa sui sintomi e sull’esame obiettivo.

  • La maggior parte dei bambini guarisce a casa nel giro di pochi giorni ma alcuni devono essere ricoverati.

  • Il trattamento è primariamente di supporto al bambino durante il decorso della malattia, sotto forma di liquidi e occasionalmente ossigeno.

Le vie aeree ricordano un albero rovesciato. Il tronco è la trachea, che si suddivide in grandi vie aeree chiamate bronchi. I bronchi si ramificano a loro volta in molteplici vie aeree di dimensioni inferiori, terminanti in quelle che sono le più piccole in assoluto, chiamate bronchioli. I bronchioli hanno un diametro di anche solo mezzo millimetro. Le loro pareti possiedono un sottile strato circolare di muscolo liscio che può rilassarsi o contrarsi, variandone le dimensioni.

La bronchiolite colpisce tipicamente i bambini di età inferiore a di 24 mesi ed è più frequente nei lattanti di meno di 6 mesi. Nel corso del primo anno di vita, la bronchiolite colpisce circa 11 bambini su 100; tuttavia, in occasione di alcune epidemie, questa proporzione è risultata notevolmente più alta. Gran parte dei casi accade fra novembre e aprile, con un picco di incidenza nei mesi di gennaio e febbraio.

Cause della bronchiolite

La bronchiolite è causata prevalentemente da infezioni da

L’infezione di uno qualsiasi di questi virus può comportare l’infiammazione delle vie aeree, che a sua volta provoca il restringimento delle medesime e l’ostruzione del flusso d’aria da e verso i polmoni. Nei casi gravi, il bambino ha un basso livello di ossigeno nel sangue.

L’infezione è più comune o grave nei lattanti di madri fumatrici, specie se hanno fumato in gravidanza. L’infezione sembra essere meno diffusa nei neonati allattati al seno. I genitori e i fratelli maggiori possono contrarre il virus, ma nel loro caso questo si esprime solo con un leggero raffreddore.

Sintomi della bronchiolite

I sintomi iniziali della bronchiolite sono gli stessi di un raffreddore comune: rinorrea, starnuti, febbre lieve e talvolta tosse. Dopo diversi giorni, i bambini sviluppano difficoltà respiratoria, accompagnata da respiro accelerato e un aggravamento della tosse. In genere emettono un suono acuto all’espirazione (respiro sibilante). I sintomi sono lievi nella maggior parte dei lattanti. Anche se respirano velocemente e sono molto congestionati, rimangono vigili, felici e si alimentano bene.

I più gravi respirano rapidamente e superficialmente, sforzando molto i muscoli respiratori, e mostrano alitamento (allargamento) delle narici durante l’inspirazione. Appaiono esigenti e ansiosi e rischiano di disidratarsi a causa del vomito e della difficoltà ad assumere liquidi. A volte vi è febbre, ma non sempre. Alcuni bambini sviluppano anche un’infezione dell’orecchio. I neonati prematuri o i neonati di età inferiore ai 2 mesi a volte hanno episodi durante i quali smettono brevemente di respirare (apnea). Nei casi molto gravi e insoliti, il bambino può diventare cianotico intorno alla bocca a causa della mancanza di ossigeno.

Diagnosi di bronchiolite

  • Valutazione medica

  • Pulsossimetria

  • A volte tampone di muco o radiografia del torace

Il medico basa la diagnosi di bronchiolite sui sintomi e sull’esame obiettivo. Il medico misura i livelli di ossigeno nel sangue posizionando un sensore su un dito (pulsossimetria).

Nei casi più gravi, a volte il medico preleva un tampone di muco profondo dal naso per cercare di individuare il virus in laboratorio oppure esegue una radiografia toracica. Possono essere effettuati altri esami di laboratorio.

Prognosi della bronchiolite

La maggior parte dei bambini guarisce a casa nell’arco di 3-5 giorni. Il respiro sibilante e la tosse possono tuttavia perdurare da 2 a 4 settimane. Con la terapia adeguata, la probabilità di sviluppare complicanze gravi è basso, anche nei bambini ricoverati.

Una volta guariti dalla bronchiolite, alcuni bambini soffrono di episodi ripetuti di respiro sibilante.

Trattamento della bronchiolite

  • A casa, liquidi per bocca

  • In ospedale, ossigenoterapia e liquidi per vena

Trattamento a domicilio

La maggior parte dei bambini è curata a casa con liquidi e misure di supporto.

Durante la malattia, il bambino deve assumere frequentemente liquidi in piccole quantità. In caso di aumento della difficoltà respiratoria, colorito bluastro della pelle, stanchezza e disidratazione, il bambino deve essere portato in ospedale. I bambini affetti da cardiopatia congenita, pneumopatia o sistema immunitario compromesso devono essere ricoverati con urgenza e sono molto più a rischio di sviluppare una forma grave di bronchiolite.

Trattamento in ospedale

In ospedale il livello di ossigenazione è monitorato mediante un sensore posizionato su un dito della mano o del piede del bambino e, se necessario, viene somministrato ossigeno in tenda, con una sonda nasale (cannula) o una maschera (vedere Somministrazione di ossigeno). Raramente, può essere necessario un ventilatore meccanico (un’apparecchiatura che favorisce l’ingresso e l’espulsione dell’aria dai polmoni) per assistere la respirazione.

I liquidi sono somministrati per via endovenosa se il bambino non riesce a idratarsi adeguatamente.

Possono essere tentati farmaci inalati che liberano le vie respiratorie (broncodilatatori). Sebbene questi farmaci allevino i sibili e il restringimento delle vie aeree causati dall’asma, la loro efficacia nel trattamento della bronchiolite è dubbia. I corticosteroidi (per sopprimere l’infiammazione) possono essere utili in alcuni bambini.

Non viene più utilizzato il farmaco antivirale ribavirina (somministrato mediante nebulizzatore), tranne che per i bambini con un sistema immunitario estremamente debole e un’infezione grave. Gli antibiotici non servono a meno che il bambino abbia un’infezione batterica.

Prevenzione

Ai bambini ad alto rischio di complicanze gravi, ad esempio quelli con malattia cardiaca congenita o nati molto prematuri, può essere somministrato palivizumab per cercare di prevenire l’infezione da virus respiratorio sinciziale (VRS). Palivizumab è un anticorpo contro il VRS.