Osteoartrite (OA)

(artrite degenerativa, disturbo articolare degenerativo, osteoartrosi)

DiKinanah Yaseen, MD, Cleveland Clinic
Revisionato/Rivisto dic 2022
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I fatti in Breve

L’osteoartrite è una patologia cronica che causa danni alla cartilagine e ai tessuti circostanti ed è caratterizzata da dolore, rigidità e perdita della funzionalità.

  • L’artrite dovuta a danni alla cartilagine e ai tessuti circostanti diventa molto comune con l’avanzare dell’età.

  • Il dolore, il gonfiore e la crescita ossea eccessiva sono comuni, così come la rigidità al risveglio o con la mancanza di attività, e scompare entro 30 minuti, in particolare quando si muove l’articolazione.

  • La diagnosi si basa sui sintomi e sull’esame radiografico.

  • Il trattamento include esercizi e altre misure fisiche, farmaci per ridurre il dolore e migliorare la funzionalità e, nei casi molto gravi, la sostituzione dell’articolazione o un altro trattamento chirurgico.

L’osteoartrite, la patologia articolare più frequente, insorge spesso nei soggetti di età compresa fra i 40 e i 50 anni di età e, in certa misura, colpisce quasi tutti una volta raggiunti gli 80 anni di età. Prima dei 40 anni, i soggetti di sesso maschile hanno maggiori probabilità di sviluppare osteoartrite rispetto a quelli di sesso femminile, spesso a causa di traumi o deformità. Molte persone mostrano segni di osteoartrite alla radiografia (spesso al raggiungimento dei 40 anni), ma solo la metà di tali soggetti presenta dei sintomi. Tra i 40 e i 70 anni, le donne sviluppano la malattia più frequentemente degli uomini. Dopo i 70 anni, la patologia si sviluppa nella stessa misura in entrambi i sessi.

L’osteoartrite è classificata come:

  • Primaria

  • Secondaria

Nell’osteoartrite primaria (o idiopatica) la causa non è nota (come nella grande maggioranza dei casi). L’osteoartrite primaria può colpire solo alcune articolazioni, come il ginocchio o il pollice, oppure molte.

Nell’osteoartrite secondaria la causa è un’altra patologia o condizione, quali:

  • Un’infezione

  • Un’anomalia articolare che si è manifestata alla nascita

  • Una lesione

  • Una patologia metabolica, ad esempio un eccesso di ferro nell’organismo (emocromatosi) o di rame nel fegato (malattia di Wilson)

  • Una patologia che ha danneggiato la cartilagine dell’articolazione, ad esempio l’artrite reumatoide o la gotta

Alcuni soggetti che sollecitano ripetutamente un’articolazione o un gruppo di articolazioni, come i lavoratori delle fonderie, gli agricoltori, i minatori e i conducenti di autobus, sono particolarmente a rischio. Il fattore di rischio principale per l’osteoartrite del ginocchio deriva da attività che richiedono la flessione di questa articolazione. Dato curioso: la corsa su lunga distanza non aumenta il rischio di sviluppare questo disturbo. Tuttavia, una volta sviluppatasi l’osteoartrite, questo tipo di esercizio spesso la peggiora. L’obesità può svolgere un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’osteoartrite, particolarmente del ginocchio e soprattutto nelle donne.

Cause dell’osteoartrite

Normalmente, la cartilagine riduce il livello di frizione nelle articolazioni e le protegge dagli effetti del tempo, anche dopo anni di uso normale o intenso oppure dopo un trauma. L’osteoartrite è causata, il più delle volte, da un danno ai tessuti. Nel tentativo di riparare un’articolazione danneggiata, nell’articolazione si accumulano sostanze chimiche che aumentano la produzione dei componenti della cartilagine, come il collagene (una proteina fibrosa robusta nel tessuto connettivo) e i proteoglicani (sostanze che forniscono resistenza). In seguito, la cartilagine può gonfiarsi a causa della ritenzione idrica, divenire morbida, iniziare a degradarsi e quindi sviluppare fessure superficiali. Si formano piccole cavità ossee sotto la cartilagine, con conseguente indebolimento dell’osso.

Il tentativo di riparazione da parte dei tessuti può comportare neoformazione ossea e lo sviluppo di altri tessuti. L’osso può presentare un accrescimento eccessivo ai margini dell’articolazione, con protuberanze (osteofiti) visibili e palpabili. Infine, la superficie liscia e lucida della cartilagine diviene ruvida e scavata, cosicché l’articolazione non può più muoversi senza attrito né assorbire gli impatti. Tutte le componenti dell’articolazione, ovvero osso, capsula articolare (tessuti che racchiudono la maggior parte delle articolazioni), tessuto sinoviale (tessuto che riveste la cavità articolare), tendini, legamenti e cartilagine, cedono in diversi modi, con conseguente alterazione della funzione articolare.

Sintomi dell’osteoartrite

In genere, i sintomi dell’osteoartrite si sviluppano gradualmente e colpiscono inizialmente una sola o poche articolazioni. Sono comunemente colpite le dita, la base del pollice, il collo, la parte bassa della schiena, l’alluce, l’anca e il ginocchio.

Il primo sintomo è il dolore, spesso descritto come dolore profondo che, quando si presenta nelle articolazioni sotto carico, peggiora con le attività che comportano un carico (come lo stare in piedi). In alcuni soggetti, l’articolazione può essere rigida dopo il riposo notturno o dopo un periodo di inattività; comunque, questa rigidità, in genere, si riduce dopo 30 minuti, in particolare se si muove l’articolazione.

Man mano che la patologia provoca maggiori sintomi, l’articolazione può diventare meno mobile e può non essere in grado di estendersi o flettersi completamente. La neoformazione ossea e di altro tessuto può ingrandire l’articolazione. Durante il movimento dell’articolazione le superfici cartilaginee irregolari causano attrito o scricchiolio sviluppando dolore.

Le formazioni ossee si sviluppano, in genere, nelle articolazioni più vicine alle punte delle dita (chiamate noduli di Heberden) o in quelle mediane (chiamate noduli di Bouchard).

In alcune articolazioni (come le ginocchia), i legamenti che circondano e sostengono l’articolazione si allungano al punto che l’articolazione diventa instabile e i muscoli che muovono l’articolazione possono indebolirsi. Oppure l’anca o il ginocchio possono divenire rigidi, perdendo la normale ampiezza di movimento. Muovere l’articolazione (soprattutto in stazione eretta, salendo le scale o camminando) può essere molto doloroso.

L’osteoartrite colpisce spesso la colonna vertebrale. La lombalgia ne è il sintomo più frequente. Solitamente, i dischi o le articolazioni danneggiati della colonna vertebrale causano solo lieve dolore e rigidità. Tuttavia, l’osteoartrite cervicale o della parte bassa della schiena può causare intorpidimento, dolore e debolezza in un arto superiore o inferiore, se l’eccessivo accrescimento osseo causa una compressione dei nervi. Tale crescita ossea eccessiva può verificarsi all’interno del canale vertebrale nella parte bassa della schiena (stenosi spinale lombare), comprimendo i nervi prima che escano dal canale per dirigersi alle gambe. Questa pressione può causare dolore alle gambe durante la deambulazione, suggerendo erroneamente un apporto di sangue insufficiente (claudicatio intermittens). In casi rari, queste escrescenze ossee nel collo comprimono l’esofago, rendendo difficile la deglutizione.

L’osteoartrite può rimanere stabile per molti anni o progredire molto rapidamente ma, il più delle volte, si evolve lentamente dopo la comparsa dei sintomi. Molti soggetti sviluppano un certo grado di invalidità.

I soggetti che sviluppano articolazioni arrossate, calde e gonfie devono essere visitati da un medico, perché questi episodi in genere non sono causati dall’osteoartrite, bensì da un’infezione o dalla gotta.

Osteoartrite
Noduli di Heberden
Noduli di Heberden
L’osteoartrite della mano causa l’ingrandimento dell’articolazione terminale delle dita (noduli di Heberden).

DOTT. P. MARAZZI/SCIENCE PHOTO LIBRARY

Noduli di Bouchard
Noduli di Bouchard
Nella foto, i noduli di Bouchard sono più visibili sulle articolazioni intermedie delle dita della mano destra e sulle ... maggiori informazioni

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Diagnosi dell’osteoartrite

  • Radiografie

Il medico formula la diagnosi di osteoartrite basandosi sui sintomi caratteristici, sull’esame obiettivo e sull’aspetto delle articolazioni nelle radiografie (ad esempio un ingrossamento dell’osso e un restringimento dello spazio articolare). Tuttavia, le radiografie non sono molto utili per rilevare precocemente un’osteoartrite, perché non mostrano le alterazioni della cartilagine, la sede in cui si verificano le prime alterazioni. Inoltre, le alterazioni di una radiografia spesso non corrispondono esattamente ai sintomi di un soggetto. Ad esempio, una radiografia può mostrare solo un’alterazione minima in un soggetto che presenta gravi sintomi, oppure numerose alterazioni in un soggetto con sintomi scarsi o del tutto assenti.

La risonanza magnetica per immagini (RMI) può rilevare alterazioni precoci della cartilagine, ma raramente è necessaria per la diagnosi.

Non sono disponibili esami del sangue per la diagnosi dell’osteoartrite, ma determinati esami possono aiutare ad escludere altri disturbi.

Se un’articolazione è gonfia, il medico può iniettare un anestetico per addormentare la parte e inserire quindi un ago nell’articolazione, per prelevare un campione di liquido articolare. Questo liquido viene esaminato per differenziare l’osteoartrite da altre patologie articolari, come un’infezione o la gotta.

Trattamento dell’osteoartrite

  • Misure fisiche, tra cui fisioterapia e terapia occupazionale, protezione articolare e adeguata perdita di peso

  • Farmaci

  • Intervento chirurgico

Gli obiettivi principali del trattamento dell’osteoartrite sono:

  • Alleviare il dolore

  • Mantenere la flessibilità dell’articolazione

  • Ottimizzare la funzione dell’articolazione e complessiva

Questi obiettivi possono essere raggiunti principalmente con misure fisiche, che prevedono esercizi per potenziare forza, flessibilità e resistenza, oltre alla riabilitazione (fisioterapia e terapia occupazionale). Viene spiegato ai pazienti come modificare le attività quotidiane per vivere meglio con l’osteoartrite. I trattamenti supplementari includono farmaci, chirurgia (per alcuni soggetti) e terapie più nuove.

Misure fisiche

Un’attività fisica adeguata, comprendente stretching, potenziamento ed esercizi posturali, contribuisce a mantenere la cartilagine in buona salute, ad aumentare l’ampiezza di movimento dell’articolazione e, soprattutto, a rinforzare la muscolatura circostante in modo che possa assorbire meglio lo sforzo. L’attività fisica a volte può rallentare il peggioramento dell’osteoartrite dell’anca e del ginocchio. I medici spesso consigliano un’attività fisica in acqua (es. in piscina), perché l’acqua elimina lo sforzo dalle articolazioni.

Gli esercizi di stretching dovrebbero essere eseguiti tutti i giorni.

Gli esercizi devono essere compensati con alcuni minuti di riposo delle articolazioni dolorose (ogni 4-6 ore durante il giorno), ma immobilizzando l’articolazione si rischia di peggiorare il disturbo, anziché migliorarlo.

L’uso di sedie, poltrone reclinabili, materassi e sedili per auto eccessivamente morbidi può peggiorare i sintomi.

Non si dovrebbero posizionare cuscini sotto le ginocchia quando si sta seduti in posizione reclinata, perché si rischia una contrazione dei muscoli delle anche e delle ginocchia (questa raccomandazione è in contrasto con quella per i soggetti che soffrono di dolore alla regione lombare e di sciatica, che devono invece posizionare un cuscino fra le ginocchia. Per queste persone, usare un cuscino allevia le tensioni alla regione lombare e all’anca [vedere Sciatica]).

Spesso si consiglia di spostare il sedile dell’auto in avanti, di usare sedie con schienale diritto e seduta relativamente alta (come le sedie da cucina o da sala da pranzo), materassi duri e tavole sotto il materasso (disponibili presso molti rivenditori di legname) e di indossare ortesi, calzature con sostegno o scarpe da ginnastica.

I rialzi per WC possono aiutare ad alzarsi più facilmente e comodamente i soggetti che soffrono di osteoartrite dolorosa del ginocchio o dell’anca, in particolare se i muscoli sono deboli.

Per l’osteoartrite della colonna vertebrale, possono essere utili esercizi specifici e sostegni in caso di dolore intenso. La ginnastica deve comprendere sia il potenziamento muscolare sia esercizi aerobici a basso impatto (come camminare, nuotare, usare la macchina ellittica e andare sulla cyclette). Se possibile, i soggetti devono continuare a svolgere le attività della vita quotidiana e le loro attività normali, come un hobby o il lavoro. Tuttavia, le attività fisiche possono dover essere adattate per evitare il sollevamento e la flessione in modi che peggiorano il dolore dell’osteoartrite.

Altre misure supplementari possono contribuire ad alleviare il dolore e a convivere con l’osteoartrite. Tra questi troviamo:

  • La fisioterapia, spesso accompagnata da termoterapia, ad esempio con impacchi caldi, e la terapia occupazionale possono essere utili.

  • Gli esercizi di mobilizzazione effettuati con delicatezza nell’acqua calda sono utili perché migliorano la funzione muscolare riducendo la rigidità e lo spasmo muscolare.

  • La termoterapia, come impacchi caldi o un panno caldo-umido, può essere applicata alle articolazioni colpite. (Per evitare di scottarsi, fare attenzione a non riscaldare troppo l’impacco o cuscinetto termico e a non lasciarlo troppo sul punto interessato).

  • Anche il freddo può essere utilizzato per ridurre il dolore causato dal peggioramento temporaneo di un’articolazione.

  • I plantari inseriti nelle scarpe (ortotici), le scarpe con supporto o le scarpe sportive aiutano a ridurre il dolore dovuto alla deambulazione.

  • Le attrezzature speciali (ad esempio bastoni, stampelle, girello, collari cervicali o ginocchiere elastiche per proteggere le articolazioni; oppure un seggiolino fisso nella vasca da bagno per evitare l’eccessiva distensione nel lavarsi) vanno utilizzate in base alle necessità.

  • La perdita di peso può alleviare parte della pressione sulle articolazioni e migliorare la meccanica dell’articolazione.

  • L’elettrostimolazione, come l’elettrostimolazione nervosa transcutanea (TENS) può aiutare ad alleviare il dolore.

  • L’agopuntura favorisce il rilascio di diversi messaggeri chimici nel cervello (neurotrasmettitori) che agiscono da antidolorifici naturali e può essere utile.

  • Il massaggio eseguito da fisioterapisti esperti e il trattamento con calore in profondità mediante diatermia o ultrasuoni possono essere utili.

Farmaci

I farmaci sono utilizzati per integrare l’esercizio e la fisioterapia. I farmaci, che possono essere utilizzati singolarmente o in combinazione, non alterano direttamente il decorso dell’osteoartrite. Vengono utilizzati per ridurre i sintomi e quindi per permettere di svolgere più attività quotidiane normali.

Un antidolorifico (analgesico) come il paracetamolo, assunto prima delle attività che causano fastidio o regolarmente per alleviare il fastidio articolare costante, potrebbe rivelarsi sufficiente per il dolore da lieve a moderato. Sebbene gli effetti collaterali non siano comuni, è bene non assumere paracetamolo in dosi superiori a quelle consigliate, soprattutto se si è affetti da una malattia del fegato o si consuma alcol in grandi quantità. Quando si assume paracetamolo, è bene anche assicurarsi di non prendere contemporaneamente uno dei numerosi farmaci da banco che lo contengono.

A volte, tuttavia, i pazienti potrebbero aver bisogno di un analgesico più potente, come il tramadolo.

In alternativa, si può assumere un farmaco antinfiammatorio non steroideo (FANS) per ridurre dolore e gonfiore. I FANS riducono il dolore e l’infiammazione nelle articolazioni e possono essere utilizzati in combinazione con altri analgesici. I FANS sono disponibili anche sotto forma di gel e di creme da far penetrare nella cute (come diclofenac gel 1%), sull’articolazione delle mani e delle ginocchia, questi prodotti possono aiutare ad alleviare i sintomi. Tuttavia, i FANS presentano un rischio maggiore di effetti collaterali, rispetto al paracetamolo, se utilizzati a lungo termine. I soggetti che assumono FANS per via orale spesso assumono anche un farmaco per proteggere la mucosa gastrica e possono inoltre essere sottoposti a monitoraggio della funzionalità renale e della pressione arteriosa.

A volte possono essere necessari altri tipi di farmaci antidolorifici. Ad esempio, una crema con pepe di cayenna (il principio attivo è la capsaicina) può essere applicata direttamente sulla cute che ricopre l’articolazione. Il medico potrebbe anche consigliare dei cerotti contenenti lidocaina per alleviare il dolore, ma non esistono prove sulla loro efficacia. La duloxetina, un tipo di antidepressivo assunto per via orale, può ridurre il dolore causato dall’osteoartrite.

I miorilassanti (solitamente a basse dosi) alleviano il dolore causato dallo sforzo muscolare a sostegno dell’articolazione colpita dall’osteoartrite. Nelle persone anziane, tuttavia, gli effetti collaterali possono essere superiori al beneficio.

Se un’articolazione improvvisamente si infiamma, si gonfia e diviene dolente, può essere necessario asportare gran parte del liquido al suo interno e iniettarvi direttamente una speciale forma di cortisone. In alcune persone questo trattamento può fornire un sollievo temporaneo al dolore e aumentare la flessibilità dell’articolazione.

Una serie di 1-5 iniezioni settimanali di acido ialuronico (sostanza simile a un componente del liquido articolare normale) nell’articolazione del ginocchio può fornire un significativo e prolungato sollievo dal dolore in alcuni soggetti. Devono trascorrere almeno 6 mesi fra una serie e l’altra. Le iniezioni di acido ialuronico sono meno efficaci nelle persone con osteoartrite grave e non rallentano la progressione dell’artrite.

Diversi integratori alimentari (come glucosamina solfato e condroitina solfato) sono stati testati per i loro possibili effetti benefici nel trattamento dell’osteoartrite. Finora i risultati sono misti e il beneficio potenziale apportato da glucosamina solfato e condroitina solfato per alleviare il dolore non è chiaro. Inoltre, non sembra che modifichino la progressione del danno articolare. Non ci sono prove soddisfacenti che altri integratori nutrizionali funzionino.

Intervento chirurgico

Il trattamento chirurgico può aiutare quando gli altri trattamenti non riescono ad alleviare il dolore o a migliorare la funzionalità. Alcune articolazioni, soprattutto l’anca e il ginocchio, possono essere sostituite con un’articolazione artificiale. La sostituzione, soprattutto dell’anca, ha solitamente un grande successo, migliorando quasi sempre il movimento e la funzione e diminuendo drasticamente il dolore. Pertanto, va presa in considerazione la sostituzione articolare nei casi in cui il dolore non sia gestibile e quando la funzione diventa limitata. Dal momento che un’articolazione artificiale non ha una durata illimitata, questa procedura è spesso posticipata nei soggetti molto giovani, in modo da ridurre al minimo la necessità di sostituzioni ripetute. Se gli altri trattamenti non sono efficaci, si può fare ricorso a interventi chirurgici che aiutino ad alleviare i sintomi dell’osteoartrite della schiena o del collo, particolarmente la compressione del nervo. I benefici delle procedure chirurgiche in artroscopia per l’osteoartrite del ginocchio, come la riparazione del menisco o la ricostruzione dei legamenti del ginocchio, sono incerti.

Nei giovani colpiti da osteoartrite (spesso causata da una lesione) si utilizzano diversi metodi di ripristino delle cellule della cartilagine, per contribuire alla guarigione di piccoli difetti cartilaginei. Tuttavia, tali metodi non si sono ancora dimostrati efficaci quando i difetti della cartilagine sono di maggiori dimensioni, come avviene solitamente nei soggetti anziani.

Sostituzione di tutta l’anca (sostituzione totale dell’anca)

Talvolta si deve sostituire l’intera articolazione dell’anca. L’intera articolazione dell’anca è costituita dalla cima (testa) del femore e dalla superficie della cavità occupata dalla testa del femore. Questo intervento è definito sostituzione totale dell’anca o artroplastica totale dell’anca. L’estremità del femore viene sostituita da una parte a forma sferica (protesi) di metallo. La protesi ha uno stelo robusto che si incastra al centro del femore. La cavità (acetabolo) viene sostituita da un guscio di metallo rivestito di plastica durevole.

Sostituzione del ginocchio

L’articolazione del ginocchio danneggiata dall’osteoartrite può essere sostituita con un’articolazione artificiale. In anestesia generale, il chirurgo esegue un’incisione sul ginocchio interessato. Può essere asportata la rotula (patella), smussando le estremità dell’osso della coscia (femore) e della tibia (perone), in modo da poter fissare più facilmente le parti dell’articolazione artificiale (protesi). Una parte della protesi viene inserita sul femore e l’altra sulla tibia e le due componenti vengono cementate in sede.

Primo piano sull’invecchiamento: Osteoartrite

Esistono, ancora oggi, molti miti legati all’osteoartrite. Ad esempio, alcuni ritengono che rappresenti una parte inevitabile dell’invecchiamento, come i capelli grigi e le alterazioni cutanee, che provochi una modesta invalidità e che il trattamento non sia efficace.

L’osteoartrite diventa più comune con l’invecchiamento. Ad esempio, con l’invecchiamento si verifica quanto segue:

  • La cartilagine che riveste le articolazioni tende ad assottigliarsi.

  • Le superfici articolari non hanno più la stessa qualità di scorrimento l’una sull’altra rispetto a prima.

  • L’articolazione può essere leggermente più suscettibile alle lesioni.

Tuttavia, l’osteoartrite non è una parte inevitabile dell’invecchiamento. Non è causata semplicemente dall’usura che si verifica con anni di utilizzo dell’articolazione. Altri fattori possono includere lesioni singole o ripetute, movimenti anormali, disturbi metabolici, infezioni articolari o altre patologie articolari.

Sono disponibili trattamenti efficaci, come farmaci per il dolore (analgesici), esercizi e fisioterapia e, in alcuni casi, il trattamento chirurgico.

Con l’invecchiamento sono comuni anche i danni ai legamenti. I legamenti, che tengono insieme le articolazioni, tendono a diventare meno elastici con il passare degli anni, irrigidendo le articolazioni. Questo cambiamento è il risultato di variazioni chimiche delle proteine che formano i legamenti. Di conseguenza, la maggior parte delle persone diventa meno flessibile quando invecchia. I legamenti tendono a strapparsi con maggiore facilità e quando si strappano, guariscono più lentamente. Le persone più anziane devono svolgere l’attività fisica indicata da un istruttore o da un medico, in modo tale da evitare esercizi che possano lacerare i legamenti.

A volte il dolore causato dall’osteoartrite non può essere alleviato semplicemente con un analgesico come il paracetamolo. Possono rendersi necessari analgesici più potenti, come il tramadolo, ma i medici li prescrivono solo se necessario per evitare problemi legati agli effetti collaterali e alla possibile dipendenza. Tuttavia, questi farmaci possono causare confusione nelle persone anziane. I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), da stendere sulla cute che ricopre l’articolazione colpita, possono essere un’opzione migliore per gli anziani. Vengono assorbiti meno FANS rispetto a quelli assunti per bocca, riducendo quindi il rischio di effetti collaterali.

Ulteriori informazioni

La seguente risorsa in lingua inglese può essere utile. Si prega di notare che IL MANUALE non è responsabile del contenuto di questa risorsa.

  1. Arthritis Foundation: informazioni sull’osteoartrite e altri tipi di artrite e sui trattamenti disponibili, suggerimenti sullo stile di vita e altre risorse