Il termine "patologie temporomandibolari" è un termine generale usato per indicare condizioni che determinano disfunzioni dell'articolazione dei mascellari o dolore ai mascellari e al volto, compreso il mal di testa. Il dolore è spesso all'interno o in prossimità dell'articolazione temporo-mandibolare ed esteso anche ai muscoli masticatori e ad altri muscoli del capo, alla loro fascia o a entrambe le strutture. Si ritiene che un paziente presenti una patologia temporo-mandibolare solo se il dolore o la limitazione nel movimento sono abbastanza gravi da fargli cercare un'assistenza professionale.
I disturbi temporomandibolari sono tipicamente multifattoriali in origine, ma la maggior parte è legata a problemi relativi ai muscoli e ai legamenti delle articolazioni temporomandibolari oppure a lesioni interne nelle articolazioni stesse.
I disturbi interni dell'articolazione temporo-mandibolare causano movimenti alterati del condilo mandibolare nella fossa glenoide o contro il disco articolare composto da tessuto connettivo fibroso denso ( Articolazione temporo-mandibolare). Questo disco, a forma di un eritrocita maturo, funge da ammortizzatore tra le superfici ossee. Le cause dell'alterazione del movimento comprendono il serrare o digrignare i denti, traumi, disturbi sistemici (p. es., artriti), infezioni locali o sistemiche, e malocclusione e mancanza di alcuni denti. Persino la masticazione costante della gomma può determinare i sintomi.
(Vedi anche Lussazione mandibolare, Fratture ossee temporali e Tumori della mascella.)
Diagnosi
Le patologie dell'articolazione temporo-mandibolare devono essere distinte dalle molte condizioni che le mimano (vedi tabella Alcune condizioni che simulano patologie temporomandibolari). Un dolore esacerbato dalla pressione delle dita sull'articolazione quando la bocca è aperta implica l'articolazione temporo-mandibolare.
Alcune condizioni che simulano patologie temporomandibolari
Sintomo |
Condizione |
Cefalea |
Sinusite Tensione, emicrania e mal di testa a grappolo Bruxismo (che causa mal di testa da tensione muscolare) Dolore riferito proveniente da disturbi del collo |
Dolore |
Nevralgia posterpetica Distrofia riflessa simpatica o neuroma traumatico dopo interventi chirurgici su capo o collo Trauma di capo e collo Mal di denti |
Dolore accompagnato da problemi di udito |
Ostruzione del canale uditivo o della tromba di Eustachio Infiammazione dell'articolazione |
Dolore alla testa, al collo, e in altre zone del corpo |
Dolore miofasciale generalizzato |
Dolore, torpore |
Aneurisma intracraniale Tumori metastatici |
Dolore che si irradia alla regione dell'articolazione temporo-mandibolare |
Lesioni da colpo di frusta che colpiscono muscoli o sulle vertebre cervicali |
Dolore che peggiora quando il pazienti deglutisce o volge il capo |
Patologie del rachide o dei muscoli cervicali Sindrome di Eagle (legamento stiloioide calcificato o un processo stiloideo allungato) |
Trisma |
Frattura infossata dell'arco zigomatico Infezione Osteocondroma del processo coronoide Pericoronite |
Ai pazienti viene chiesto di descrivere il dolore e indicare le aree doloranti. I muscoli masticatori (temporale, massetere, pterigoidei mediale e laterale) e i muscoli cervicali e occipitali vengono palpati al fine della valutazione della dolenzia muscolare e di eventuali punti grilletto, i trigger point (ovvero punti che irradiano il dolore in un'altra zona).
I pazienti sono osservati mentre aprono la bocca quanto più gli è possibile. Quando i pazienti aprono e chiudono le loro bocche con i margini degli incisivi centrali mascellari e mandibolari (normalmente sulla linea mediana) allineati secondo un asse verticale diritto, la linea mediana della mandibola tipicamente devia verso il lato dolorante. La palpazione e l'auscultazione dell'articolazione durante l'apertura e la chiusura possono svelare dolorabilità, blocchi, scatti, crepitio o schiocchi.
Il movimento del condilo può essere palpato meglio posizionando il 5o dito nel meato acustico esterno ed esercitando una pressione molto delicata in avanti mentre il paziente muove la mandibola. Il paziente può aprire la bocca di una misura media di 40 mm (misurata tra gli incisivi centrali superiori e inferiori). Onde evitare errori dovuti alle diverse dimensioni fisiche dei pazienti, ciascuno di essi deve aprire almeno di uno spessore pari alle sue 3 dita (indice, medio, anulare) nella bocca, una sopra l'altra fino alla prima articolazione.