La strongiloidiasi è un’infezione causata dal verme cilindrico (nematode) Strongyloides stercoralis.
Risorse sull’argomento
Di solito, le persone la contraggono quando camminano a piedi nudi su un terreno contaminato e le larve penetrano nella pelle.
Nella maggior parte dei casi questa infezione è asintomatica; tuttavia, alcune persone presentano eruzioni cutanee, tosse, respiro sibilante, dolore addominale, diarrea e perdita di peso.
In rari cari, nelle persone con compromissione del sistema immunitario dovuta a una malattia (come un tumore) o in quelle che assumono farmaci immunosoppressori, si sviluppa un’infezione grave potenzialmente letale.
Il medico formula la diagnosi di infezione in presenza di larve in un campione di feci o rilevando nel sangue anticorpi contro i nematodi del genere Strongyloides e, a volte, esaminando un campione di espettorato per rilevare le larve ed eseguendo una radiografia.
I soggetti vengono trattati con i farmaci utilizzati per trattare le infezioni da vermi.
Gli elminti sono vermi parassiti che possono infettare gli esseri umani e gli animali. Esistono 3 tipi di elminti: vermi piatti (trematodi), tenie (cestodi) e vermi cilindrici (nematodi). Lo Strongyloides stercoralis è un nematode.
La strongiloidiasi è una delle principali infezioni trasmesse attraverso il terreno contaminato. Si stima che 614 milioni di persone presentino l’infezione in tutto il mondo.
La strongiloidiasi è presente nelle aree caldo-umide, come le regioni subtropicali e tropicali e nelle zone rurali degli Stati Uniti meridionali.
I vermi del genere Strongyloides vengono a volte indicati con il termine “verme filiforme”.
(Vedere anche Panoramica sulle infezioni parassitarie.)
Trasmissione della strongiloidiasi
Il ciclo di infezione inizia con i vermi adulti del genere Strongyloides che vivono nell’intestino tenue di una persona infetta. Le femmine producono uova, che si schiudono e rilasciano le larve. La maggior parte di queste larve allo stadio iniziale viene eliminata con le feci del soggetto nel terreno. Dopo pochi giorni nel terreno, le larve si sviluppano in una forma potenzialmente infettante (chiamata larva filariforme). Le larve sono in grado di penetrare la pelle di una persona, se vengono a contatto con essa. Le larve migrano attraverso vie diverse nell’intestino tenue, dove maturano nella forma adulta in circa 2 settimane.
Le larve nel terreno che non entrano in contatto con l’uomo possono svilupparsi in vermi adulti in grado di riprodursi per parecchie generazioni prima che la loro progenie venga a contatto con un essere umano. Questi esemplari adulti sono detti a vita libera.
Immagine fornita dalla Global Health, Division of Parasitic Diseases and Malaria dei Centers for Disease Control and Prevention.
Autoinfestazione
Alcune delle larve filariformi nell’intestino possono infettare di nuovo il soggetto in 1 di 2 modi:
Possono penetrare nella parete intestinale e rientrare direttamente nel flusso sanguigno.
Possono essere eliminate con le feci e reintrodursi nel corpo del soggetto penetrando nella cute attorno all’ano o in quella delle natiche o delle cosce.
In entrambi i casi, le larve filariformi migrano attraverso il sangue circolante fino ai polmoni e quindi alla gola, per poi tornare nell’intestino e provocare un’altra infestazione. Questo processo è chiamato autoinfestazione.
Sindrome da iperinfestazione e strongiloidiasi disseminata
Raramente, si sviluppa un’infezione grave chiamata sindrome da iperinfestazione nei soggetti con una nuova infezione da Strongyloides o in quelli che sono stati reinfestati ma non hanno presentato sintomi la prima volta.
La sindrome da iperinfestazione colpisce gli organi coinvolti nel normale ciclo vitale di Strongyloides (ad esempio, l’intestino, i polmoni e la pelle) e può progredire fino alla strongiloidiasi disseminata, che può colpire organi che solitamente non fanno parte del normale ciclo vitale di Strongyloides (ad esempio, fegato, cuore e cervello e midollo spinale). Le larve dei nematodi del genere Strongyloides possono trasportare batteri provenienti dal tratto digerente. Quando le larve migrano attraverso il corpo, questi batteri possono causare infezioni nel sangue, nel cervello e nel liquido cerebrospinale, nei polmoni o in altre parti del corpo.
L’iperinfestazione colpisce in genere le persone con sistema immunitario indebolito a causa di un disturbo (come un tumore) o dell’assunzione di farmaci che sopprimono il sistema immunitario (come il prednisone) o farmaci utilizzati per prevenire il rigetto di un organo o il trapianto di midollo osseo. Tuttavia, l’iperinfestazione e la disseminazione sono meno comuni nei soggetti con sistema immunitario compromesso a causa dell’infezione da HIV in stadio avanzato (detta anche AIDS).
I soggetti con strongiloidiasi non diagnosticata possono sviluppare iperinfestazione o strongiloidiasi disseminata se ricevono corticosteroidi per trattare un altro disturbo.
Sintomi della strongiloidiasi
Nella maggior parte dei casi la strongiloidiasi è asintomatica. Quando si manifestano dei sintomi, questi solitamente interessano la cute, i polmoni, l’apparato digerente o una combinazione dei 3.
Le persone affette da infestazione acuta sviluppano un’eruzione cutanea rossa e pruriginosa causata dalla migrazione delle larve attraverso la pelle. L’eruzione cutanea si manifesta nel punto in cui le larve sono penetrate nella pelle. Le persone possono sviluppare tosse quando le larve si muovono attraverso i polmoni e la trachea.
Quelle che presentano larve e vermi adulti nel tratto digerente possono avere dolore addominale, diarrea e perdita dell’appetito.
Chi ha sofferto di strongiloidiasi per lungo tempo può essere asintomatico o presentare eruzione cutanea, tosse, respiro sibilante, dolore addominale, diarrea e stipsi. L’assorbimento delle sostanze nutritive può non avvenire normalmente, con conseguente perdita di peso.
Sindrome da iperinfestazione e strongiloidiasi disseminata
I soggetti con sindrome da iperinfestazione o strongiloidiasi disseminata spesso presentano sintomi gravi che interessano i polmoni e il tratto digerente. I sintomi polmonari comprendono tosse con emissione di sangue, respiro affannoso di grave entità e insufficienza respiratoria. Tra i sintomi gastrointestinali si annoverano occlusione intestinale, sanguinamento e gravi problemi nell’assorbimento di sostanze nutritive (malassorbimento).
Si possono manifestare un’infiammazione dei tessuti che rivestono il cervello e il midollo spinale (meningite), un ascesso cerebrale o un’epatite.
Si possono presentare anche infezioni batteriche, come un’infezione grave del sangue (batteriemia) o un’infezione della cavità addominale (peritonite).
La sindrome da iperinfestazione e la strongiloidiasi disseminata sono spesso fatali in presenza di un sistema immunitario indebolito, persino quando vengono trattate.
Diagnosi della strongiloidiasi
Esame di un campione di feci
Per la sindrome da iperinfestazione e la strongiloidiasi disseminata, esame di un campione di feci e di espettorato (muco), e radiografia del torace
Analisi del sangue per rilevare gli anticorpi contro i nematodi del genere Strongyloides
A volte il medico può osservare le larve di Strongyloides quando esamina un campione di feci al microscopio. Spesso, è necessario esaminare molti campioni.
Il medico può inserire una sonda flessibile a fibre ottiche (endoscopio) nell’intestino tenue attraverso la bocca per osservare e prelevare dei campioni di tessuto. Nell’endoscopio viene infilato un sottile tubicino che viene utilizzato per aspirare i campioni.
Se il medico sospetta una sindrome da iperinfestazione o strongiloidiasi disseminata, esamina anche un campione di espettorato alla ricerca delle larve ed esegue una radiografia toracica per rilevare possibili evidenze di infezione polmonare.
Esegue inoltre analisi del sangue per verificare la presenza di anticorpi contro i nematodi del genere Strongyloides. (Gli anticorpi sono proteine prodotte dal sistema immunitario che aiutano a difendersi dalle infezioni, comprese quelle causate da parassiti.) Tuttavia, queste analisi non sono in grado di distinguere tra infezioni precedenti e attuali o tra infezioni da Strongyloides e infezioni dovute ad altri nematodi.
L’eosinofilia è un risultato comune alle analisi del sangue. Si definisce eosinofilia la presenza di un numero superiore alla norma di eosinofili, un tipo di globuli bianchi che combatte le malattie e riveste un ruolo importante nella risposta dell’organismo alle reazioni allergiche, all’asma e alle infezioni da vermi parassiti (elminti).
I medici possono esaminare le feci e analizzare il sangue di soggetti possibilmente esposti a Strongyloides per ricercare la strongiloidiasi.
Trattamento della strongiloidiasi
Farmaci impiegati per trattare le infestazioni da vermi (antielmintici)
Vengono trattate tutte le persone con strongiloidiasi.
Nella maggior parte dei casi di strongiloidiasi i medici somministrano ivermectina o, in alternativa, albendazolo. Questi farmaci sono noti come antielmintici e si assumono per via orale.
L’ivermectina ha maggiori probabilità di risolvere l’infestazione rispetto all’albendazolo. Se una persona con strongiloidiasi ha vissuto o si è recata in zone dell’Africa in cui è endemico un nematode denominato Loa loa, il medico verifica che non sia in atto un’infezione da Loa loa (loiasi) prima di somministrare ivermectina, perché in caso presenza concomitante di loiasi e strongiloidiasi l’ivermectina può causare una grave infiammazione cerebrale (encefalite).
Per i soggetti con sindrome da iperinfestazione o strongiloidiasi disseminata, il medico somministra ivermectina fino a quando le larve non sono rilevabili nei campioni di espettorato e feci per 2 settimane. La sindrome da iperinfestazione e la strongiloidiasi disseminata sono emergenze mediche potenzialmente letali, pertanto il trattamento con ivermectina viene iniziato immediatamente.
In presenza di sistema immunitario compromesso, possono essere necessari cicli ripetuti di farmaci.
Per trattare le infezioni batteriche, che possono essere complicanze della strongiloidiasi, si impiegano antibiotici.
Per determinare se l’infezione è stata eliminata, il medico esamina i campioni di feci alla ricerca di larve. Se dopo il trattamento sono ancora presenti larve di Strongyloides nelle feci, il trattamento viene ripetuto.
Prevenzione della strongiloidiasi
La prevenzione della strongiloidiasi comporta:
Usare i servizi igienici
Nelle zone in cui la strongiloidiasi è comune, evitare il contatto diretto della cute con il terreno (per esempio indossando scarpe e usando una tela incerata o un’altra barriera quando ci si siede per terra)