Distacco di placenta (abruptio placentae)

DiAntonette T. Dulay, MD, Main Line Health System
Revisionato/Rivisto apr 2024
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I fatti in Breve

Il distacco della placenta avviene se la placenta si stacca prematuramente dalla parete dell'utero, dopo 20 o più settimane di gestazione.

  • I sintomi possono essere dolore e sensibilità addominale e/o sanguinamento vaginale e possibile collasso.

  • Se la placenta si stacca troppo presto, il feto potrebbe non crescere quanto previsto o persino morire.

  • La diagnosi di distacco della placenta si basa sui sintomi e talvolta viene effettuata un’ecografia per confermare la diagnosi.

  • Se il feto o la donna sono in pericolo o se la gravidanza è a termine, il bambino viene partorito il prima possibile.

La placenta può staccarsi in maniera incompleta (a volte appena il 10-20%) o completa. La causa del distacco della placenta di solito è sconosciuta.

Il distacco della placenta si riscontra nello 0,4-1,5% di tutte le gravidanze.

Problemi legati alla placenta

In genere la placenta è localizzata nella parte superiore dell’utero e attaccata saldamente alla parete uterina fino al momento del parto. La placenta trasporta l’ossigeno e le sostanze nutritive dalla madre al feto.

Nel distacco della placenta (abruptio placentae), la placenta si stacca prematuramente dalla parete uterina, facendo sanguinare l’utero e riducendo l’apporto di ossigeno e di sostanze nutritive al feto. Le donne con tale complicanza devono essere ricoverate e potrebbe essere necessario anticipare il parto.

La placenta previa si verifica quando la placenta si impianta in prossimità della cervice, nella parte inferiore dell’utero. La placenta previa può causare sanguinamento non doloroso che inizia improvvisamente dopo 20 settimane di gravidanza. L’emorragia può diventare profusa. Di solito, si ricorre al parto cesareo.

Fattori di rischio

I fattori di rischio (condizioni che aumentano il rischio di un disturbo) del distacco di placenta includono i seguenti:

Sintomi del distacco della placenta

I sintomi del distacco della placenta dipendono dal grado di distacco e dalla quantità di sangue perso (che può anche essere notevole).

I sintomi possono comprendere dolori improvvisi e continui o dolori crampiformi, dolorabilità quando viene palpato l’addome e pressione sanguigna pericolosamente bassa (collasso). Alcune donne lamentano problemi lievi o nessun sintomo.

L’utero sanguina dalla sede di distacco della placenta. Il sangue può passare attraverso la cervice e fuoriuscire dalla vagina sotto forma di emorragia esterna, oppure può rimanere intrappolato dietro la placenta e diventare un’emorragia nascosta. Pertanto, il dolore addominale può sembrare peggiore di quanto previsto in base alla quantità di sangue persa. In caso di sanguinamento, il sangue può essere rosso brillante o scuro, e continuo o intermittente.

Il distacco prematuro della placenta può causare talvolta grave perdita di sangue con coagulazione diffusa all’interno dei vasi sanguigni (coagulazione intravascolare disseminata), insufficienza renale e sanguinamento all’interno delle pareti dell’utero, specialmente nelle donne affette da preeclampsia.

Il distacco della placenta riduce l’apporto di ossigeno e di sostanze nutritive per il feto e se si verifica improvvisamente e riduce in modo considerevole l’apporto di ossigeno, il feto può morire. Se si verifica gradualmente e in modo meno esteso, il feto può non svilupparsi come previsto (restrizione della crescita intrauterina) oppure potrebbe essere presente liquido amniotico insufficiente (oligoidramnios). Il distacco graduale può provocare meno dolore addominale e presentare un minore rischio di collasso della madre rispetto al distacco improvviso, tuttavia aumenta il rischio di successiva rottura delle membrane prima del travaglio.

Diagnosi del distacco della placenta

  • Monitoraggio della frequenza cardiaca del feto

  • A volte esami del sangue

  • Talvolta, ecografia

Il sospetto e la diagnosi del distacco prematuro di placenta si basano di norma sui sintomi, come sanguinamento vaginale e dolore e sensibilità addominale.

L’ecografia può aiutare a confermare la diagnosi di distacco prematuro e distinguerlo dalla placenta previa, che può avere sintomi simili. L’ecografia può essere effettuata posizionando un dispositivo manuale sull’addome (la cosiddetta ecografia addominale) o all’interno della vagina (la cosiddetta ecografia transvaginale). Tuttavia, i risultati dell’ecografia possono essere normali quando la placenta si stacca prematuramente.

I medici possono misurare la pressione arteriosa ed eseguire esami del sangue e delle urine per verificare la presenza di preeclampsia, perché può aumentare il rischio di problemi.

Per individuare i problemi che possono scaturire dal distacco prematuro della placenta, si eseguono esami del sangue e il monitoraggio della frequenza cardiaca del feto.

Trattamento del distacco della placenta

  • Talvolta ricovero e monitoraggio

  • Talvolta parto immediato

La donna con distacco prematuro della placenta può essere ricoverata a seconda della gravità dei sintomi e dello stadio della gravidanza. Può anche essere raccomandato di evitare i rapporti sessuali.

Il ricovero e il monitoraggio sono appropriati se sono presenti tutte le seguenti condizioni:

  • Il sanguinamento non mette a rischio la vita della madre o del feto, ma continua.

  • La frequenza cardiaca del feto è normale.

  • La gravidanza è pretermine (meno di 37 settimane).

Questo approccio consente ai medici di tenere sotto osservazione la donna e il feto e di intervenire tempestivamente se necessario. Se il rischio di parto prematuro è alto, si raccomandano di solito corticosteroidi per favorire la maturazione dei polmoni del feto. Se i sintomi diminuiscono e il feto non è in pericolo, le donne possono essere dimesse dall’ospedale.

Di solito si procede con il parto non appena possibile nelle seguenti situazioni:

  • Il sanguinamento continua o peggiora.

  • La frequenza cardiaca del feto è anomala (suggerendo che il feto non riceve sufficiente ossigeno).

  • La gravidanza è a termine (37 settimane o più).

Se non è possibile il parto vaginale, si esegue il parto cesareo.

In caso di collasso o sviluppo di coagulazione intravascolare disseminata, la donna riceve trasfusioni di sangue e viene monitorata in un’unità di terapia intensiva.