Morte cerebrale significa che la funzione cerebrale è stata persa in modo permanente e non può riprendere spontaneamente né può essere ripristinata mediante interventi medici. In seguito a essa, una persona non è in grado di respirare o di mantenere le altre funzioni vitali in maniera autonoma e perde per sempre qualsiasi consapevolezza e capacità di pensiero.
Dei mezzi artificiali possono mantenere la respirazione e il battito cardiaco per un certo periodo, ma una volta avvenuta la morte cerebrale, non c’è nulla che possa mantenere indefinitamente il funzionamento degli altri organi.
Il medico deve utilizzare dei criteri specifici per diagnosticare la morte cerebrale.
Non esiste alcun trattamento per le persone con diagnosi di morte cerebrale.
La diagnosi di morte cerebrale è equivalente al decesso del soggetto.
Morte cerebrale significa che l’encefalo smette di funzionare. La persona non risponde ad alcuno stimolo. Nessun trattamento può essere utile e, una volta che la diagnosi è confermata, la persona è considerata legalmente morta.
In passato, l’idea di morte cerebrale era irrilevante, perché con la morte del cervello, moriva anche il resto del corpo. Ossia, la persona smetteva di respirare e il cuore smetteva di battere. Tuttavia esistono ora mezzi artificiali (come ventilatori e farmaci) che possono mantenere temporaneamente la respirazione e il battito cardiaco anche quando cessano tutte le altre attività cerebrali. Ma alla fine, anche con l’aiuto di mezzi artificiali, tutti gli organi del corpo smettono di funzionare. Non esiste nulla che possa mantenere a tempo indeterminato il battito cardiaco quando sopravviene la morte cerebrale.
Diagnosi della morte cerebrale
Valutazione medica basata su criteri specifici
Occasionalmente altri esami, di solito per rendere possibile la donazione di organi
Esistono criteri specifici per la diagnosi di morte cerebrale. Tra questi troviamo:
Controllare e correggere tutti i problemi trattabili che potrebbero alterare la funzione cerebrale e quindi determinare una diagnosi errata di morte cerebrale
L’identificazione e il trattamento di qualsiasi condizione che potrebbe causare il coma e la perdita irreversibile di tutte le funzioni cerebrali
Testare i riflessi della persona (come il riflesso faringeo attivato toccando la parte posteriore della gola) senza osservare alcuna risposta (la persona non fa smorfie, non si muove o comunque non reagisce)
Esaminare gli occhi senza osservare alcuna reazione alla luce
Esaminare la respirazione staccando la persona dal ventilatore, constatando che non fa alcun tentativo di respirare
Esempi comuni di problemi trattabili che potrebbero essere erroneamente diagnosticati come morte cerebrale sono: temperatura corporea molto bassa (ipotermia), pressione arteriosa molto bassa, livelli ematici molto bassi di alcune sostanze come zucchero (ipoglicemia) e sodio (iponatriemia) e overdose di un sedativo.
La morte cerebrale non viene diagnosticata nei seguenti casi:
Il soggetto è in grado di respirare spontaneamente.
È possibile risvegliare il soggetto.
Il soggetto non è in coma.
Sono presenti certi riflessi.
I medici devono mantenere la comunicazione con la famiglia o cercare di comunicare gli esiti al parente più stretto o a un amico intimo non appena avviano il processo per stabilire la diagnosi e la valutazione di morte cerebrale.
Il medico in genere ricontrolla i criteri da 6 a 24 ore più tardi per confermare la mancanza di risposta della persona.
Devono essere effettuati tutti i passaggi seguenti:
Esclusione di tutti i problemi trattabili che potrebbero essere erratamente diagnosticati come morte cerebrale.
Esecuzione di un esame neurologico completo.
Esecuzione degli esami previsti.
Per gli adulti, i medici eseguono almeno un controllo completo, ma è consigliabile effettuare almeno un controllo aggiuntivo. Per i bambini, alcuni Stati consigliano ai medici di eseguire due esami obiettivi separati a distanza di almeno 48 ore l’uno dall’altro.
Esami aggiuntivi opzionali
Talvolta, quando i risultati della valutazione iniziale sono incerti o la valutazione non può essere completata, il medico utilizza determinati esami diagnostici per aiutare a diagnosticare la morte cerebrale. Stabilire rapidamente la diagnosi di morte cerebrale può essere particolarmente importante quando si pianifica il trapianto d’organi, come ad esempio, dopo traumi cranici catastrofici (come può avvenire negli incidenti stradali). Gli esami comprendono:
Elettroencefalogramma (EEG, una registrazione dell’attività elettrica cerebrale: questo esame non mostra alcuna onda quando il cervello della persona è morto.
Per rilevare l’afflusso ematico al cervello, si possono usare degli esami di diagnostica per immagini: quando la persona è in stato di morte cerebrale, non vi è alcun afflusso ematico al cervello.
Gli esami di diagnostica per immagini includono tomografia a emissione di positroni (PET), angiografia, angio-TC, tomografia computerizzata a emissione di fotone singolo (SPECT: utilizza una molecola radioattiva chiamata radionuclide per produrre immagini del flusso sanguigno) ed ecodoppler dell’afflusso ematico al cervello.
Prognosi della morte cerebrale
Nessun individuo che soddisfa i criteri di morte cerebrale recupera. Pertanto, una volta confermata la morte cerebrale, la persona può essere considerata morta.
Dopo tale conferma, viene interrotto qualsiasi supporto vitale. I familiari possono voler essere accanto alla persona in quel momento. Hanno bisogno che venga spiegato loro che uno o più arti possono muoversi quando viene interrotta l’assistenza respiratoria o che la persona può addirittura sedersi (talvolta chiamato segno di Lazzaro). Questi movimenti sono causati dalle contrazioni muscolari di riflesso della colonna vertebrale e non significano che la persona non sia in stato di morte cerebrale.