Disfunzioni cerebrali correlate al COVID-19

DiJuebin Huang, MD, PhD, Department of Neurology, University of Mississippi Medical Center
Revisionato/Rivisto dic 2021
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Il COVID-19 causa principalmente sintomi simili a quelli di raffreddore e influenza (come febbre, tosse, brividi, mal di gola) ma, a differenza della maggior parte dei raffreddori, il COVID-19 può causare la perdita del gusto e dell’olfatto. Tuttavia, con l’aumentare del numero delle infezioni, è sempre più evidente che il COVID-19 talvolta colpisce molte parti del corpo e provoca numerosi altri sintomi. Può colpire il cervello e i nervi, causando sintomi neurologici come lo stato confusionale. Il COVID-19 può anche causare disturbi cognitivi, emotivi, dell’umore e/o comportamentali, ovvero sintomi a carico della salute mentale (psicologica).

  • I sintomi neurologici e psicologici possono verificarsi quando i soggetti vengono colpiti dall’infezione da COVID-19, nel corso della ripresa e/o dopo la guarigione dall’infezione iniziale.

  • I soggetti che si ammalano gravemente di COVID-19 possono, come per altre infezioni, manifestare delirio, agitazione o sonnolenza.

  • Dopo essere guariti dall’infezione iniziale da COVID-19, molti soggetti presentano almeno un sintomo persistente, come affaticamento, alterazioni della memoria e delle capacità cognitive, cefalea, intorpidimento, formicoli, e/o perdita dell’olfatto.

  • I medici potrebbero eseguire una risonanza magnetica per immagini per controllare la presenza di alterazioni nel cervello, oltre a esami del sangue e delle urine per escludere altri disturbi che possono causare sintomi simili.

  • Il trattamento principale per i sintomi neurologici e psicologici consiste in cure di supporto, ma per i soggetti con depressione possono essere utili gli antidepressivi.

I sintomi neurologici e psicologici possono perdurare a lungo, da varie settimane a mesi. I sintomi che si manifestano durante le prime 4 settimane dopo l’infezione iniziale sono detti COVID-19 acuto. I sintomi che perdurano per 12 settimane o più sono detti COVID-19 cronica (sindrome post-COVID).

Le modalità con cui il virus che causa il COVID-19 (SARS-CoV-2) provoca sintomi neurologici e psicologici non sono chiare. Questi sintomi possono essere causati da

  • L’infezione stessa

  • Problemi che sono comuni durante la malattia grave o che derivano dalla degenza ospedaliera, in particolare in un’unità di terapia intensiva (UTI)

  • Una reazione autoimmune, che si verifica quando il sistema immunitario non funziona correttamente e attacca i suoi stessi tessuti, stimolato dal virus

Ad esempio, se il COVID-19 (o qualsiasi malattia respiratoria) è grave, può ridurre il livello di ossigeno nel sangue. Se il livello di ossigeno è molto basso, è possibile che il cervello non riceva abbastanza ossigeno e non funzioni correttamente, con conseguenti problemi di cognizione, perdita di memoria, alterazioni della personalità, difficoltà di deambulazione e mancanza di coordinazione.

I fattori di rischio di sviluppo di sintomi neurologici e psicologici (come delirio e agitazione) a causa del COVID-19 includono

In terapia intensiva, i pazienti sono facilmente disorientati e confusi. Sono spesso da soli e spaventati, in un posto strano senza punti di riferimento familiari e lontani dalla loro quotidianità. Spesso non ci sono finestre né orologi, e non hanno nessun oggetto familiare per aiutarli a orientarsi. Gli anziani, che soffrano o meno di demenza, soffrono particolarmente quando vengono allontanati dal proprio ambiente familiare e non hanno il sostegno di familiari e amici. I soggetti in terapia intensiva tendono a essere sonnolenti perché spesso ricevono sedativi e il loro sonno è costantemente interrotto dai segnali acustici dei monitor, dai membri del personale che li controllano, dai prelievi di sangue e dalla somministrazione di farmaci. Un soggetto stanco è più facilmente confuso, talvolta arrivando al delirio.

Sintomi

Circa l’80% dei soggetti ricoverati per COVID-19 presenta sintomi neurologici. Molti soggetti manifestano sintomi psicologici e neurologici nei 6 mesi successivi al ricovero per COVID-19, soprattutto se hanno avuto un decorso grave.

Sintomi precoci

Durante le prime 4 settimane dell’infezione, i sintomi neurologici del COVID-19 possono includere cefalea, vertigini, dolori muscolari, affaticamento e il sintomo più specifico del COVID-19, ovvero perdita del gusto e dell’olfatto.

Diversi giorni dopo aver contratto l’infezione, alcuni soggetti continuano a peggiorare e possono raggiungere condizioni critiche. Generalmente, cominciano a delirare. I soggetti deliranti non riescono a concentrarsi e sono confusi. Possono alternare momenti di stato di vigilanza e di sonnolenza. I soggetti deliranti possono essere agitati e ostili oppure apatici e tranquilli.

Talvolta il COVID-19 causa gravi problemi neurologici quali un ictus ischemico, un sanguinamento nel cervello, meningite, encefalite e convulsioni. Alcuni sintomi persistono per settimane o mesi. I problemi persistenti possono richiedere una lunga riabilitazione.

I soggetti affetti da COVID-19 possono manifestare disturbi a carico di nervi e muscoli, come la sindrome di Guillain-Barré.

Sintomi più tardivi

Durante la fase di ripresa e/o nell’ambito della sindrome post-COVID, molti soggetti presentano almeno un sintomo neurologico di lunga durata, come astenia cronica, dolori muscolari generalizzati, intorpidimento e formicolio, e sonno non ristoratore. Alcuni soggetti, anche quelli con casi lievi di COVID-19, hanno il cervello annebbiato, il che può comportare problemi di concentrazione, memoria, comprensione del linguaggio parlato e scritto, pianificazione e capacità decisionale. Molti soggetti presentano cefalee simili all’emicrania (che spesso non rispondono ai trattamenti). La perdita del gusto e dell’olfatto possono persistere per diversi mesi o anche più a lungo dopo la risoluzione degli altri sintomi.

I disturbi dell’umore, soprattutto ansia e depressione, sono comuni.

Può manifestarsi il disturbo post-traumatico da stress (DPTS). I soggetti con DPTS possono avere ricorrenti ricordi spiacevoli.

Sono necessari ulteriori studi per stabilire quanto a lungo si protraggano i sintomi neurologici e psicologici, nonché per capire in che misura i soggetti si riprendano da essi.

Diagnosi

  • Valutazione medica

  • Esami per altre cause

Per valutare i sintomi psicologici e/o neurologici dovuti a COVID-19 (o ad altre cause), si ricorre alla risonanza magnetica per immagini (RMI) o alla tomografia computerizzata (TC) del cervello. Questi esami possono rilevare un edema cerebrale, tumori o infezioni cerebrali e altre anomalie. Vengono eseguiti degli esami del sangue e delle urine per controllare la presenza disturbi metabolici e infezioni. Vengono eseguiti degli esami neuropsicologici per valutare i problemi cognitivi e comportamentali.

Nei soggetti affetti da COVID, i medici usano gli stessi criteri specifici utilizzati per altri soggetti per la diagnosi di disturbi dell’umore (come la depressione), disturbi d’ansia e DPTS. Per identificare depressione, disturbi d’ansia, disturbi del sonno, DPTS e affaticamento, vanno utilizzati strumenti di screening standard. Nei soggetti con problemi cognitivi che persistono dopo la risoluzione dell’infezione iniziale potrebbero essere necessarie valutazioni neuropsicologiche più specifiche.

Trattamento

  • Cure di supporto

  • Talvolta antidepressivi

Le cure di supporto rappresentano il trattamento principale per i soggetti con sintomi neurologici e psicologici dovuti al COVID-19. Le cure di supporto mirano ad alleviare i sintomi e possono prevedere il supporto vitale completo in terapia intensiva. Tali misure includono:

  • L’attento monitoraggio dei soggetti per identificare l’esordio di eventuali problemi

  • L’aiuto respiratorio attraverso la somministrazione di ossigeno supplementare

  • La riduzione della febbre

  • Il mantenimento dell’idratazione mediante la somministrazione di fluidi in vena (per via endovenosa)

  • Cure intensive, compresa la ventilazione meccanica, a seconda delle necessità

Se un soggetto soffre di depressione o ansia, può essere utile la somministrazione di antidepressivi. Determinati inibitori della ricaptazione della serotonina (SSRI) e inibitori della ricaptazione della serotonina-noradrenalina (SNRI) possono ridurre l’infiammazione causata dal COVID-19 nonché trattare la depressione.

I trattamenti per il COVID-19 sono in costante sviluppo e si stanno rapidamente evolvendo. Tuttavia, attualmente, nessuno di essi tratta specificamente i sintomi neurologici e psicologici.