Disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD)

DiStephen Brian Sulkes, MD, Golisano Children’s Hospital at Strong, University of Rochester School of Medicine and Dentistry
Revisionato/Rivisto apr 2024
CONSULTA LA VERSIONE PER I PROFESSIONISTI
I fatti in Breve

Il disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività (Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder, ADHD) è caratterizzato da una durata scarsa o breve dell’attenzione e/o da vivacità e impulsività eccessive non appropriate all’età del bambino, che interferiscono con le funzionalità o lo sviluppo.

  • Si tratta di una condizione cerebrale presente dalla nascita o che si sviluppa subito dopo.

  • Alcuni bambini manifestano difficoltà soprattutto di attenzione prolungata, concentrazione e capacità di portare a termine le attività; altri bambini sono iperattivi e impulsivi; altri ancora manifestano entrambi gli stati.

  • Per la diagnosi i medici utilizzano questionari compilati da genitori e insegnanti, oltre che osservazioni del bambino.

  • Spesso è necessario ricorrere a farmaci psicostimolanti associati ad ambienti strutturati, routine, un piano di intervento scolastico e tecniche genitoriali modificate.

Il disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività (ADHD) è un tipo di disturbo neuroevolutivo.

Benché il numero di bambini colpiti sia oggetto di notevoli controversie, si stima che l’ADHD interessi il 5-15% dei bambini, con un’incidenza doppia nei maschi.

Molte manifestazioni del disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività sono spesso rilevate prima dei 4 anni e regolarmente prima dei 12 anni, ma possono non influire in modo significativo sul rendimento scolastico e sui rapporti sociali fino all’età scolare media.

Il disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività era denominato in precedenza disturbo da deficit dell’attenzione (Attention Deficit Disorder, ADD). Tuttavia, il frequente riscontro di iperattività nei bambini affetti, che è davvero un’amplificazione fisica del deficit dell’attenzione e dell’impulsività, ha portato a un cambiamento della terminologia in uso.

L’ADHD si presenta in tre forme

  • Inattenzione

  • Iperattività/impulsività

  • Una combinazione delle due forme

I sintomi del disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività possono essere di entità da lieve a grave, possono diventare esagerati o costituire un problema in alcuni ambienti, in particolare a casa del bambino o a scuola. I limiti della scuola e degli stili di vita organizzati rendono la gestione appropriata dell’ADHD più difficile. Alcuni sintomi si manifestano anche nei bambini senza disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività, ma sono più frequenti e gravi nei bambini affetti da tale patologia.

Sapevate che...

  • L’iperattività nell’ADHD rappresenta davvero un’estensione fisica di deficit dell’attenzione e impulsività.

ADHD negli adulti

Nonostante l’ADHD sia considerato un disturbo pediatrico e insorga sempre durante l’infanzia, a volte non viene riconosciuto fino all’adolescenza o all’età adulta. Le differenze neurologiche continuano in età adulta e circa la metà dei soggetti continua a presentare sintomi comportamentali anche in età adulta.

Negli adulti, i sintomi includono

  • difficoltà di concentrazione

  • Difficoltà a portare a termine i compiti (scarse capacità esecutive)

  • Agitazione

  • sbalzi di umore

  • Impazienza

  • Difficoltà a intrattenere relazioni interpersonali

La diagnosi di ADHD può essere più difficile in età adulta. I sintomi possono assomigliare a quelli di un disturbo mentale, come ad esempio i disturbi dell’umore e i disturbi ansiosi. Inoltre anche gli adulti che fanno abuso di alcol e droghe possono presentare sintomi simili. Per diagnosticare l’ADHD negli adulti, i medici chiedono di rispondere a dei questionari, ma potrebbero aver bisogno anche di consultare i registri scolastici per confermare un pattern di disattenzione o impulsività.

Gli adulti con ADHD potrebbero trarre beneficio dagli stessi tipi di farmaci stimolanti che si usano per i bambini affetti dal disturbo. Inoltre potrebbero avere bisogno di consulenza psicologica per migliorare la gestione del tempo e sviluppare altre abilità per far fronte alla quotidianità.

Cause dell’ADHD

Per il disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività non è nota alcuna causa specifica, tuttavia sono spesso presenti fattori genetici (ereditari). La ricerca indica che probabilmente l’ADHD è causato da alterazioni dei neurotrasmettitori (sostanze che trasmettono gli impulsi nervosi al cervello). Alcuni altri fattori di rischio sono basso peso alla nascita (inferiore a 1500 grammi), lesioni craniche, infezioni cerebrali, carenza di ferro, apnea ostruttiva nel sonno ed esposizione a piombo, nonché esposizione ad alcol, tabacco o cocaina, prima della nascita. L’ADHD è associato anche a eventi traumatici durante l’infanzia, ad esempio violenza, abuso o incuria.

Alcuni hanno espresso perplessità sull’eventualità che gli additivi alimentari e gli zuccheri possano essere responsabili del disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività. Sebbene alcuni bambini sembrino diventare iperattivi o impulsivi dopo aver mangiato cibi contenenti zucchero, gli studi hanno confermato che l’ADHD è presente fin dalla nascita e che gli alimenti e i fattori ambientali non sono responsabili.

Sintomi dell’ADHD

Il disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività è principalmente un problema legato al mantenimento dell’attenzione, della concentrazione e della costanza nel portare a termine dei compiti. I bambini possono anche essere iperattivi e impulsivi. I bambini in età prescolare con disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività possono avere problemi di comunicazione e magari nell’interazione sociale. Quando i bambini raggiungono l’età scolare, possono sembrare distratti. Possono agitarsi di continuo e dimenarsi, essere irruenti e rispondere quando non è il loro turno. Durante la tarda infanzia, questi bambini possono muovere continuamente le gambe, agitare le mani, parlare impulsivamente, dimenticare le cose facilmente ed essere disorganizzati. Generalmente, non sono aggressivi.

Segni del disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività

Per formulare la diagnosi di disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività (ADHD), non è necessario che si verifichino tutte le condizioni. Tuttavia, per formulare la diagnosi devono essere sempre presenti sei o più segni di disattenzione o di iperattività e impulsività (o 6 di ciascun gruppo per diagnosticare l’ADHD di tipo combinato). I segni devono essere presenti in due o più situazioni (ad esempio, a casa e a scuola) e devono interferire con le attività in ambito sociale o scolastico.

Segni di disattenzione:

  • Mancanza di precisa attenzione ai dettagli

  • Difficoltà di attenzione prolungata durante le attività e il gioco

  • Mancanza di ascolto in caso di comunicazione diretta

  • Mancato rispetto delle istruzioni e mancata conclusione delle attività

  • Frequenti difficoltà nell’organizzazione di compiti e attività

  • Elusione, riluttanza o avversione per attività che richiedono impegno mentale prolungato

  • Frequente perdita di oggetti

  • Facile distrazione per stimoli estranei

  • Frequente smemoratezza

Segni di iperattività e impulsività:

  • Frequenti movimenti agitati di mani e piedi o movimenti scomposti

  • Frequente abbandono del posto in classe e in altri luoghi

  • Frequenti corse o arrampicate azzardate

  • Difficoltà nel gioco o nell’impegnarsi in passatempi in maniera tranquilla

  • Sempre in movimento o come se fosse “spinto da un motore”

  • Frequente loquacità eccessiva

  • Frequenti risposte senza riflettere prima del completamento delle domande

  • Frequenti difficoltà ad attendere il proprio turno

  • Frequenti interruzioni o intromissioni verso gli altri

Il 20-60% circa dei bambini con ADHD presenta disturbi dell’apprendimento che interessano la lettura, la matematica o la lingua scritta, e la maggior parte ha problemi scolastici come scarso rendimento dovuto a disorganizzazione o mancato svolgimento dei compiti a casa (capacità esecutive). Il lavoro può essere disordinato, con errori superficiali e un’assenza di pensiero meditato. I bambini affetti hanno spesso la mente altrove e non ascoltano. Spesso non ascoltano le richieste e non fanno i compiti, le faccende né portano a termine altri incarichi. Ci possono essere frequenti passaggi tra un’attività incompleta e l’altra.

I bambini affetti possono presentare problemi di autostima, depressione, ansia o di insofferenza all’autorità, una volta raggiunta l’adolescenza. Il 60% circa dei bambini piccoli presenta problemi come accessi d’ira, mentre la maggior parte di quelli più grandi mostrano scarsa tolleranza alle frustrazioni.

Diagnosi di ADHD

  • Valutazione medica

La diagnosi di ADHD si basa sul numero, sulla frequenza e sulla gravità dei segni. I bambini devono presentare 6 o più segni di disattenzione o di iperattività e impulsività (o 6 di ciascun gruppo per diagnosticare l’ADHD di tipo combinato; vedere Segni di ADHD). I segni devono essere presenti in almeno 2 ambienti separati (normalmente a casa e a scuola), in modo che la reazione del bambino a problemi specifici in una situazione non sia confusa con ADHD. La presenza di segni solo a casa o solo a scuola e mai altrove non viene definita ADHD, poiché tali segni potrebbero scaturire dalla situazione specifica. I segni devono inoltre essere più pronunciati rispetto a quanto previsto per il livello di sviluppo del bambino e devono essere presenti per almeno 6 mesi. Spesso la diagnosi risulta difficile, in quanto dipende dalla valutazione soggettiva dell’osservatore. In più, i bambini che sono principalmente disattenti possono non essere notati fino a quando il rendimento scolastico non viene compromesso.

Non è disponibile alcun esame di laboratorio per il disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività. La compilazione dei questionari sui vari aspetti comportamentali e dello sviluppo può aiutare il medico a formulare una diagnosi. Poiché i disturbi dell’apprendimento sono comuni, molti bambini vengono sottoposti a test psicologici per valutare la presenza di ADHD e individuare uno specifico disturbo dell’apprendimento come causa della disattenzione o come problema coesistente.

Vengono inoltre eseguiti un esame obiettivo e talvolta varie analisi del sangue e di altro tipo per escludere altri disturbi.

Disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività (ADHD): epidemico o diagnosticato in modo eccessivo?

A un numero sempre crescente di bambini viene diagnosticato un disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività (ADHD). Tuttavia, medici e genitori sono sempre più preoccupati di un’eventuale diagnosi scorretta. Un alto livello di attività può essere del tutto normale ed essere semplicemente dovuto al normale atteggiamento assunto in età infantile. In alternativa, può essere legato a diverse cause, tra cui disturbi emotivi o anomalie della funzionalità cerebrale come il disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività.

Generalmente, i bambini di 2 anni sono attivi e raramente stanno fermi. Un’elevata attività e un certo livello di rumorosità sono frequenti fino ai 4 anni. In queste fasce d’età, e nei bambini il cui sviluppo funzionale rientra in questo range d’età, questo tipo di comportamento è normale. Un comportamento attivo può causare conflitti tra i genitori e il bambino e può destare preoccupazione nei genitori. Può anche creare problemi per altre figure, come gli insegnanti.

La valutazione del livello di attività del bambino non deve semplicemente dipendere dal grado di tolleranza della persona che lo subisce. Tuttavia, alcuni bambini sono chiaramente più attivi rispetto alla media. Qualora l’elevato livello di attività sia associato a brevi periodi di attenzione e di impulsività, si può parlare di uno stato di iperattività che rientra nel disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività.

Rimproverare e punire i bambini per un alto livello di attività sono generalmente controproducenti e ne aumentano il livello di attività. Può essere utile evitare situazioni in cui il bambino debba rimanere seduto per un lungo periodo o rivolgersi a un insegnante che lo sappia tenere a bada. Qualora questi semplici provvedimenti non siano efficaci, può essere utile una valutazione medica o psicologica per escludere una patologia sottostante come l’ADHD.

Trattamento dell’ADHD

  • Farmaci psicostimolanti

  • Modifica comportamentale

Le raccomandazioni terapeutiche per i bambini con ADHD variano in base all’età:

  • Bambini in età prescolare: il trattamento iniziale prevede la terapia comportamentale. I farmaci possono essere presi in considerazione se la risposta agli interventi comportamentali è inadeguata o se i sintomi sono da moderati a gravi.

  • Bambini in età scolare: il trattamento iniziale prevede la terapia comportamentale combinata con i farmaci.

Negli Stati Uniti l’Individuals with Disabilities Education Act (IDEA) federale sancisce che le scuole pubbliche sono tenute a fornire istruzione gratuita e adeguata ai bambini e agli adolescenti affetti da ADHD. L’ambiente scolastico deve essere il meno restrittivo e il più inclusivo possibile, vale a dire che deve essere un ambiente nel quale i bambini abbiano l’opportunità di interagire con i coetanei non disabili e abbiano uguale accesso alle risorse della comunità. L’Americans with Disabilities Act e la Section 504 of the Rehabilitation Act prevedono anche la sistemazione nelle scuole e in altri ambiti pubblici.

Terapia farmacologica

I farmaci psicostimolanti sono il trattamento farmacologico più efficace. Il metilfenidato e altri farmaci simili alle anfetamine costituiscono gli psicostimolanti prescritti con maggiore frequenza, sono ugualmente efficaci e hanno effetti collaterali simili. Oltre alle formulazioni normali, sono disponibili vari preparati a rilascio lento (ad azione prolungata), che consentono l’assunzione una volta al giorno e possono contribuire a prevenire l’uso improprio.

Fra gli effetti collaterali dei farmaci psicostimolanti si possono annoverare

  • Disturbi del sonno (ad esempio insonnia)

  • Soppressione dell’appetito

  • Cefalee

  • Mal di stomaco

  • Aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa

  • Depressione, tristezza o ansia

La maggior parte dei bambini non manifesta effetti collaterali a eccezione magari di una riduzione dell’appetito. Tutti gli effetti collaterali scompaiono quando il farmaco viene interrotto. Tuttavia, in caso di assunzione di dosi elevate per periodi prolungati, gli stimolanti possono rallentare la crescita del bambino, rallentamento che può continuare in età adulta; i medici monitorano pertanto peso e altezza. Se i bambini manifestano un ritardo della crescita o altri effetti collaterali significativi, i medici potrebbero consigliare una sospensione temporanea dei farmaci. Una sospensione dei farmaci significa interrompere i farmaci stimolanti nei periodi in cui i bambini non devono essere attenti e concentrati, come ad esempio durante i fine settimana o nelle vacanze estive. Alcuni bambini, però, hanno grosse difficoltà funzionali anche in contesti non scolastici e potrebbero non essere in grado di tollerare le sospensioni dai farmaci.

È possibile utilizzare altri farmaci per trattare il disturbo dell’attenzione e i sintomi comportamentali, Questi farmaci comprendono:

  • Atomoxetina (un farmaco non stimolante per l’ADHD)

  • Alcuni farmaci utilizzati generalmente per l’ipertensione arteriosa come la clonidina e la guanfacina

  • Antidepressivi

  • Farmaci ansiolitici

Talvolta, si utilizzano combinazioni di farmaci.

Gestione comportamentale

Per ridurre le conseguenze del disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività, sono spesso necessarie strutture, routine, un piano di intervento scolastico e tecniche genitoriali modificate. I bambini che non manifestano difficoltà comportamentali significative possono beneficiare del solo trattamento farmacologico. Tuttavia, gli stimolanti non funzionano 24 ore su 24, pertanto possono essere necessari adattamenti come coadiuvanti per le abilità organizzative e di altro tipo. La terapia comportamentale condotta da uno psicologo infantile è talvolta associata al trattamento farmacologico.

Prognosi dell’ADHD

È necessario evidenziare che la grande maggioranza dei bambini con disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività mostra un aumento del rendimento in termini produttivi e creativi durante l’età adulta e sembra adattarsi meglio alle situazioni lavorative che a quelle scolastiche. Tuttavia, se il disturbo non viene trattato durante l’infanzia, può manifestarsi un aumento del rischio di abuso di alcol, di sostanze stupefacenti o di suicidio.

I bambini con disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività, in genere, non presentano un aumento della disattenzione, sebbene quelli con iperattività tendano a divenire meno impulsivi e iperattivi con l’età. Tuttavia, gran parte degli adolescenti e degli adulti diviene consapevole del disturbo. Circa un terzo delle persone afferma di continuare a trovare giovamento dall’uso di farmaci stimolanti.

Altri problemi che possono emergere o persistere nell’adolescenza e nell’età adulta sono: scarso rendimento scolastico, disoccupazione, abuso di sostanze, incidenti stradali, relazioni instabili, disorganizzazione (ovvero scarse capacità esecutive), bassa autostima, ansia, depressione e difficoltà nell’apprendimento di comportamenti sociali appropriati.

Ulteriori informazioni

Di seguito si riportano alcune risorse in lingua inglese che possono essere utili. Si prega di notare che IL MANUALE non è responsabile del contenuto di tali risorse.

  1. Attention Deficit Disorder Association (ADDA): un’organizzazione che offre risorse per gli adulti con ADHD

  2. Children and Adults With Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder (CHADD): un’organizzazione che offre risorse educative, di sostegno e terapeutiche a tutti i soggetti con ADHD

  3. Learning Disabilities Association of America (LDA): un’organizzazione che offre risorse educative, di sostegno e patrocinio ai soggetti con disabilità dell’apprendimento

  4. Individuals with Disabilities Education Act (IDEA): una legge statunitense che mette a disposizione istruzione pubblica gratuita adeguata ai bambini idonei con disabilità e garantisce un’istruzione speciale e servizi correlati a tali bambini

  5. Americans with Disability Act: una legge statunitense che vieta la discriminazione in base alla disabilità

  6. Section 504 of the Rehabilitation Act: una legge statunitense che garantisce determinati diritti alle persone con disabilità