Rischi delle radiazioni nella diagnostica per immagini

DiMustafa A. Mafraji, MD, Rush University Medical Center
Revisionato/Rivisto nov 2023
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    Gli esami di diagnostica per immagini, che fanno uso di radiazioni, in genere raggi X, sono uno strumento prezioso per la diagnosi, ma l’esposizione alle radiazioni comporta alcuni rischi (vedere anche Lesioni da radiazioni).

    Diversi esami diagnostici richiedono diverse quantità di radiazioni (vedere la tabella Confronto delle dosi radianti), ma la maggior parte di loro ne utilizza basse dosi, generalmente considerate sicure. Per esempio, la dose di radiazioni di una radiografia del torace è paragonabile a 10 giorni di esposizione a radiazioni di fondo naturali. Tuttavia, l’esposizione alle radiazioni è cumulativa, indipendentemente dall’intervallo tra gli esami. Questo significa che se i soggetti si sottopongono a molti esami diagnostici che utilizzano basse dosi o a diversi esami che utilizzano dosi elevate, possono essere esposti a una quantità relativamente grande di radiazioni. Maggiore è la dose cumulativa, maggiore è il rischio di tumore e talvolta di danno tissutale.

    Sapevate che...

    • L’esposizione alle radiazioni è cumulativa, indipendentemente dall’intervallo tra gli esami.

    Gli esami di diagnostica per immagini sono solo una delle fonti di esposizione alle radiazioni. L’esposizione alle radiazioni nell’ambiente (da radiazioni cosmiche e isotopi naturali, vedere Lesioni da radiazioni) può essere relativamente elevata, in particolare alle alte quote. Quando si viaggia in aereo, l’esposizione alle radiazioni naturali aumenta.

    Quando pianificano esami diagnostici, i medici considerano l’esposizione totale (nel corso della vita) di un soggetto alle radiazioni, ossia la dose radiante totale acquisita dal soggetto. Tuttavia, il possibile beneficio di un esame diagnostico spesso è preponderante rispetto ai danni potenziali.

    Tabella
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    Negli Stati Uniti, circa il 15% di tutti gli esami di diagnostica per immagini è costituito dalla tomografia computerizzata (TC), ma fino al 70% dell’esposizione alle radiazioni di tutti gli esami di diagnostica per immagini proviene dalla TC. La dose radiante della TC può essere centinaia di volte superiore rispetto alla dose della maggior parte delle radiografie. Tuttavia, con le tecniche più recenti, le dosi della maggior parte delle TC possono essere di molto inferiori rispetto alle tecniche precedenti.

    Eppure, anche se la TC viene eseguita utilizzando tecniche meno recenti, il rischio è basso per gli adulti ed è improbabile che la salute ne venga compromessa.

    Tuttavia, il rischio dovuto all’esposizione alle radiazioni è superiore in determinate situazioni:

    • In età neonatale

    • durante la prima infanzia

    • durante la gravidanza (particolarmente all’inizio)

    • per determinati tessuti, come quelli linfoidi (parte del sistema immunitario), il midollo osseo, il sangue, i testicoli, le ovaie e l’intestino

    Per ridurre i rischi, i medici attuano le seguenti procedure:

    • Utilizzano esami che non richiedono radiazioni, come l’ecografia o la risonanza magnetica per immagini (RMI), quando possibile

    • consigliano esami diagnostici che utilizzano radiazioni, in particolare a dosi elevate (come nella TC) e, specialmente, nei bambini, solo in caso di necessità

    • adottano precauzioni per limitare l’esposizione alle radiazioni durante gli esami (per esempio scherma delle parti del corpo vulnerabili, come la tiroide o l’addome di una donna in gravidanza), quando è possibile

    Le tecniche e le apparecchiature moderne hanno ridotto significativamente le dosi di radiazioni utilizzate negli esami di diagnostica per immagini.

    Rischi delle radiazioni per neonati e bambini

    I rischi da radiazioni sono più elevati nei lattanti e nei bambini, in quanto vivono più a lungo, dando ai tumori più tempo per svilupparsi. Inoltre, nei bambini le cellule si dividono più rapidamente e pertanto sono più suscettibili ai danni da radiazioni.

    Il rischio di tumore da radiazioni è difficile da determinare. Alcuni esperti stimano che circa 18 bambini di 1 anno su 10.000 sottoposti a TC addominale finiscono per sviluppare un tumore causato dalle radiazioni. Questo è uno degli esami di diagnostica per immagini che emette le dosi più elevate di radiazioni.

    Quando i bambini necessitano di esami diagnostici, i genitori devono consultarsi con il medico circa i rischi e l’eventuale ricorso a un esame che non richieda l’impiego di radiazioni. Se sono necessari esami che impiegano radiazioni, i genitori possono ridurre al minimo i rischi chiedendo di:

    • utilizzare la dose più bassa possibile per formulare la diagnosi (per esempio, a volte è possibile usare scansioni a bassa risoluzione che utilizzano una minore quantità di radiazioni)

    • limitare l’esposizione all’area del corpo più piccola possibile

    • limitare il numero di scansioni da eseguire

    Rischio delle radiazioni durante la gravidanza

    Le donne in gravidanza devono essere consapevoli del fatto che le radiazioni provenienti da esami diagnostici presentano rischi per il feto. Le donne che necessitano di eseguire un esame di diagnostica per immagini devono informare il medico circa la propria gravidanza accertata o presunta. I medici inoltre tengono conto del fatto che la donna possa essere in gravidanza senza saperlo. Tuttavia, se necessario, le radiografie possono essere eseguite nelle donne in gravidanza. Durante gli esami diagnostici, l’esaminatore protegge il feto dall’esposizione alle radiazioni coprendo l’addome della donna con un grembiule di piombo.

    Il rischio per il feto dipende dai seguenti fattori:

    • il momento della gravidanza in cui viene eseguito l’esame

    • quale parte del corpo della madre viene sottoposta a radiografia

    Durante la gravidanza, il rischio maggiore si ha quando gli organi sono in formazione, tra la quinta e la decima settimana. In questo intervallo, le radiazioni possono provocare difetti congeniti. Nelle prime fasi della gravidanza, il problema più probabile è il rischio di un aborto spontaneo. Dopo la decima settimana, gli aborti spontanei e i difetti congeniti più significativi sono meno probabili.

    Le radiografie di parti del corpo della madre lontane dal feto, come polsi e caviglie, espongono il feto a una minore quantità di radiazioni rispetto a parti più vicine, come la schiena. Inoltre, le radiografie di parti del corpo più piccole, come dita di mani e piedi, richiedono una minore quantità di energia radiante rispetto alle radiografie di parti del corpo più grandi, come la schiena e la pelvi. Per tale ragione, le radiografie che non coinvolgono l’addome presentano un rischio limitato, indipendentemente dal momento in cui sono eseguite, in particolare se accompagnate dall’uso di un grembiule di piombo indossato sopra l’utero. Quindi, se è necessario eseguire radiografie (per esempio, per valutare una frattura ossea), il possibile vantaggio di solito è superiore al possibile danno.