Necrosi tubulare acuta

DiFrank O'Brien, MD, Washington University in St. Louis
Revisionato/Rivisto lug 2021
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La necrosi tubulare acuta è una malattia renale causata da un danno alle cellule dei tubuli renali (le cellule del rene che riassorbono i liquidi e i sali minerali dall’urina appena formata).

  • Le cause più frequenti di necrosi tubulare acuta sono un basso flusso ematico ai reni (causato, ad esempio da ipotensione), assunzione di farmaci che danneggiano i reni e gravi infezioni generalizzate.

  • I soggetti sono asintomatici fino a quando il danno renale non diventa grave.

  • La diagnosi avviene principalmente in base ai risultati degli esami di laboratorio.

  • Il trattamento si occupa di gestire la causa, ad esempio interrompendo l’assunzione di farmaci che danneggiano i reni, infondendo liquidi per via endovenosa per alzare la pressione arteriosa e somministrando antibiotici per trattare l’infezione.

Se le cellule tubulari subiscono un trauma, la capacità dei reni di filtrare il sangue viene compromessa, portando all’accumulo di prodotti di scarto, come urea e creatinina, nel flusso sanguigno.

(Vedere anche Panoramica sui disturbi di filtrazione del rene)

Cause

La necrosi tubulare acuta si sviluppa di norma solo nei soggetti gravemente malati e ricoverati in ospedale. Le cause più comuni sono rappresentate da:

  • Un episodio di ipotensione arteriosa, che provoca un’irrorazione insufficiente di sangue nei reni

  • Assunzione di farmaci che danneggiano i reni

  • Infezione generalizzata grave (sepsi)

Le cause più frequenti di ipotensione arteriosa con successiva necrosi tubulare acuta sono una perdita significativa di sangue (dovuta a trauma o intervento chirurgico importante), gravi ustioni, infezione generalizzata grave (sepsi) e pancreatite.

La sepsi può anche danneggiare direttamente le cellule renali con un peggioramento degli effetti dell’ipotensione arteriosa causata dalla sepsi.

I farmaci noti per causare un danno ai reni includono antibiotici aminoglicosidici (come gentamicina e tobramicina), amfotericina B (un farmaco usato per trattare le infezioni micotiche generalizzate gravi), colistimetato (un antibiotico usato per trattare infezioni che si manifestano nei soggetti ricoverati per altre patologie), vancomicina (un antibiotico usato per trattare infezioni resistenti ad altri antibiotici) e farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). Gli aminoglicosidi scatenano più frequentemente la malattia fra le persone anziane che hanno subito un intervento chirurgico importante o affette da disturbi gravi del fegato, della cistifellea o dei dotti biliari. Raramente l’esposizione a un mezzo di contrasto durante una procedura di diagnostica per immagini può causare un danno renale (nefropatia da mezzo di contrasto).

La necrosi tubulare acuta si sviluppa più comunemente nei soggetti anziani, gravemente malati o con disturbi renali preesistenti, diabete o entrambi.

Sintomi

I soggetti affetti da necrosi tubulare acuta sono generalmente asintomatici. Se la condizione è grave, tuttavia, si instaura un’insufficienza renale (perdita della maggior parte della funzionalità renale) e il volume urinario cala al di sotto del normale. Se l’insufficienza renale diventa grave possono comparire nausea e vomito, debolezza, spasmi muscolari involontari e stato confusionale.

Diagnosi

  • Esami del sangue e delle urine

Il primo sospetto della presenza del disturbo è supportato dai risultati degli esami del sangue che mostrano segni di danno renale nei soggetti esposti a un eventuale evento scatenante, come un intervento chirurgico importante, un episodio di ipotensione o un farmaco in grado di danneggiare i reni. Risultati simili possono essere riscontrati in soggetti disidratati, per cui il medico somministra altri esami del sangue e delle urine per stilare una diagnosi di necrosi tubulare acuta.

Esame di laboratorio
Esame di laboratorio

Prognosi

L’esito dipende dalla correzione del disturbo che ha scatenato la necrosi tubulare acuta. Se tale disturbo risponde rapidamente al trattamento, la funzionalità renale torna generalmente nella norma nel giro di 1-3 settimane. La prognosi in genere è migliore se il volume di urina nelle 24 ore è superiore a 400 ml. I soggetti affetti da un livello più grave della malattia, in particolare quelli ricoverati in terapia intensiva, presentano un rischio maggiore di morte.

Trattamento

  • Cure di supporto

I farmaci tossici per i reni vengono interrotti. Vengono inoltre infusi liquidi per via endovenosa al bisogno, per mantenere un flusso ematico normale verso i reni. Vengono trattate le infezioni e altri disturbi preesistenti. La dialisi può essere necessaria per i soggetti che non rispondono alle cure di supporto.

Prevenzione

Se la patologia è molto grave, vengono infusi liquidi per via endovenosa e talvolta si somministrano farmaci per mantenere la pressione arteriosa, al fine di mantenere un flusso ematico normale ai reni. Ove possibile, si cerca di evitare la somministrazione di farmaci che danneggiano i reni. Qualora tali farmaci siano necessari, la funzionalità renale viene monitorata attentamente. Nei soggetti affetti da diabete si tengono sotto controllo i livelli di zucchero nel sangue.