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Molte persone restano asintomatiche.
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I sintomi possono comprendere vomito, dolore addominale o alla schiena, debolezza di braccia e gambe e sintomi mentali.
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Gli esami di laboratorio vengono eseguiti su campioni di urina prelevati durante l’attacco.
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È importante avere una corretta alimentazione ed evitare alcol e farmaci che scatenano gli attacchi.
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Gli attacchi vengono trattati mediante somministrazione di glucosio e, talvolta, di eme.
(Vedere anche Panoramica sulle porfirie)
La porfiria acuta intermittente colpisce soggetti di tutti i gruppi etnici. Nella maggior parte dei Paesi, è la più comune delle porfirie acute. Altre porfirie acute includono:
La porfiria variegata e la coproporfiria ereditaria possono causare anche sintomi che interessano la pelle (cutanei).
La porfiria acuta intermittente è dovuta a un deficit dell’enzima porfobilinogeno deaminasi (denominato anche idrossimetilbilano sintasi), che porta all’accumulo di precursori porfirinici, l’acido delta-aminolevulinico e il porfobilinogeno, inizialmente solo nel fegato.
È una malattia ereditaria dovuta alla trasmissione di un singolo gene alterato da parte di uno dei genitori. Il gene normale ereditato dall’altro genitore mantiene l’attività enzimatica a livelli pari alla metà della norma, sufficienti a sintetizzare normali quantità di eme.
La maggior parte dei soggetti con un deficit di porfobilinogeno deaminasi non mostrerà mai alcun sintomo. In alcuni soggetti, tuttavia, intervengono diversi fattori che scatenano i sintomi, causando un attacco. I fattori che possono causare un attacco di porfiria acuta includono:
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Molti farmaci (compresi gli ormoni sessuali, i barbiturici, gli anticonvulsivanti e gli antibiotici sulfamidici)
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Cambiamenti ormonali nelle donne
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Dieta ipocalorica e a basso contenuto di carboidrati
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Assunzione di alcol
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Esposizione a solventi organici (ad esempio liquidi per la pulizia a secco o vernici)
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Stress emotivo
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Infezioni e altre malattie
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Intervento chirurgico
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Fumo
In genere nella causa di un attacco è implicata un’associazione di fattori. Alcune volte questi fattori non possono essere identificati.
Gli attacchi sono più comuni nelle donne rispetto agli uomini e si verificano solo molto raramente prima della pubertà. Molto raramente, il disturbo viene ereditato da entrambi i genitori (pertanto sono presenti due geni alterati). I sintomi possono manifestarsi nell’infanzia e comprendere anomalie dello sviluppo.
Some Drugs That May Cause an Attack of Acute Intermittent Porphyria*
Categoria/Patologia trattata |
Esempi |
Anestetici (locali) |
Lidocaina |
Antistaminici |
Clemastina Dimenidrinato Idrossizina |
Farmaci anticonvulsivanti |
Barbiturici Carbamazepina Etosuximide Lamotrigina Fenitoina Primidone Valproato |
Determinati farmaci ipoglicemizzanti (sulfaniluree) |
Clorpropamide Glimepiride Glipizide Gliburide Tolbutamide |
Antimicrobici |
Cloramfenicolo Clindamicina Eritromicina Ketoconazolo Nitrofurantoina Rifampicina Ritonavir Sulfamidici Trimetoprim |
Farmaci cardiaci |
Idralazina Lidocaina Metildopa Nifedipina Spironolattone |
Ormoni |
Danazolo Estrogeni Progesterone Progestinici sintetici |
Farmaci antiemicranici |
Diidroergotamina |
Sedativi |
Barbiturici |
* Poiché soggetti diversi con porfiria possono reagire in modo diverso ai farmaci e poiché molti farmaci non sono stati testati nelle persone con porfiria, questo elenco è solamente esemplificativo. Le persone con porfiria devono parlare con il proprio medico dell’uso di eventuali farmaci, compresi quelli senza prescrizione, preparati di erboristeria e integratori. Il sito web Porphyria Drugs può fornire informazioni supplementari. |
Sintomi
Molti soggetti non manifestano mai i sintomi della porfiria acuta intermittente. Altre persone possono avere solo qualche attacco nel corso della vita. Tuttavia, alcuni soggetti presentano attacchi ricorrenti. Molti soggetti presentano dolore o altri sintomi tra un attacco e l’altro.
I sintomi insorgono sotto forma di attacchi della durata di alcuni giorni o, talvolta, più lunghi. Tali attacchi spesso si presentano la prima volta dopo la pubertà. In alcune donne, gli attacchi si verificano nella seconda metà del ciclo mestruale, molto probabilmente scatenati dall’aumento dei livelli di progesterone.
Il dolore addominale è il sintomo più comune. Il dolore può essere così grave che erroneamente può sembrare necessario un intervento di chirurgia addominale. Altri disturbi digestivi includono nausea, vomito, grave stipsi o (raramente) diarrea.
Sono comuni sintomi mentali come irritabilità, irrequietezza, insonnia, agitazione, stanchezza e depressione.
I sintomi a carico del sistema nervoso sono numerosi. Possono essere interessati i nervi che controllano i muscoli, con conseguente debolezza, soprattutto a carico delle spalle e delle braccia. Questa debolezza può progredire e colpire praticamente tutti i muscoli, compresi quelli coinvolti nella respirazione. Si possono verificare tremori e convulsioni.
Altri sintomi comuni includono:
La maggior parte di questi sintomi, compresi quelli digestivi, dipende dagli effetti della malattia sul sistema nervoso.
La frequenza cardiaca irregolare è una complicazione pericolosa durante l’attacco.
La remissione dei sintomi si può verificare in pochi giorni, ma una completa scomparsa della debolezza muscolare grave può richiedere diversi mesi o persino anni. In alcuni soggetti, sintomi di minore intensità, come affaticamento, cefalea, mal di schiena o dolore alle cosce, insonnia, depressione o ansia, sono persistenti. Gli attacchi sono raramente fatali. Tuttavia, in alcune persone, gli attacchi sono debilitanti.
Le complicazioni a lungo termine della porfiria acuta intermittente possono comprendere debolezza muscolare persistente, ipertensione arteriosa, insufficienza renale cronica, cirrosi e tumori del fegato.
Diagnosi
I sintomi digestivi e neurologici gravi della porfiria acuta intermittente sono simili a quelli di molte altre malattie più comuni. Esami di laboratorio eseguiti su campioni di urine prelevati durante un attacco mostrano un aumento dei livelli di due precursori delle porfirine (acido delta-aminolevulinico e porfobilinogeno). I livelli di questi precursori sono molto elevati durante gli attacchi e rimangono tali nei soggetti in cui le crisi sono ripetute.
I precursori possono produrre porfirine, di colore rossiccio, le quali conferiscono alle urine un colore da rosso a rosso-marroncino. Il colore è particolarmente evidente dopo l’esposizione del campione di urina alla luce e all’aria.
Familiari asintomatici possono essere riconosciuti portatori della malattia attraverso la misurazione dei livelli di porfobilinogeno deaminasi nei globuli rossi o, per maggior certezza, con un esame del DNA. È possibile anche la diagnosi prenatale, ma non si ritiene necessaria in quanto la maggior parte dei soggetti non svilupperà mai alcun sintomo.
Prevenzione degli attacchi acuti
Gli attacchi di porfiria acuta intermittente possono essere prevenuti:
Ai soggetti che presentano attacchi in momenti prevedibili, come ad esempio le donne i cui attacchi sono correlati al ciclo mestruale, è possibile somministrare eme per via endovenosa al fine di prevenire gli attacchi. Nelle donne è possibile prevenire gli attacchi premestruali con uno degli agonisti dell’ormone di rilascio delle gonadotropine usati per trattare l’endometriosi, sebbene questo trattamento debba essere prescritto solo da medici esperti nel trattamento della porfiria.
Trattamento
Il trattamento degli attacchi acuti è identico a quello di tutte le porfirie acute.
I pazienti con un attacco di porfiria acuta intermittente vengono spesso ricoverati in ospedale per il trattamento dei sintomi gravi.
Trattamento degli attacchi acuti
I soggetti con attacchi gravi vengono trattati con emina somministrata per via endovenosa. I livelli plasmatici e urinari di acido delta-aminolevulinico e porfobilinogeno diminuiscono rapidamente e i sintomi scompaiono in genere entro pochi giorni. Se la terapia è ritardata, anche la guarigione ritarda e si può verificare un danno nervoso anche permanente.
Può inoltre essere utile la somministrazione di destrosio per via orale (o per via endovenosa, in caso di vomito), soprattutto nei soggetti in cui l’attacco sia dovuto a una dieta ipocalorica a basso contenuto di carboidrati; tuttavia, tale terapia è meno efficace della somministrazione di eme.
Il dolore può essere controllato con i farmaci (come gli oppiacei).
La nausea, il vomito, l’ansia e l’irrequietezza vengono trattati con una fenotiazina per un breve periodo di tempo. Per la nausea è anche possibile somministrare ondansetron.
L’insonnia può essere trattata con l’idrato di cloralio o con le benzodiazepine a basso dosaggio, ma non con i barbiturici. La ritenzione urinaria può essere risolta grazie al drenaggio delle urine tramite un catetere.
Bisogna assicurarsi che il soggetto non faccia uso di un farmaco noto per essere un fattore scatenante l’attacco e, se possibile, si deve tentare di far luce sulle cause che possono aver contribuito alla genesi dell’attacco stesso.
Il trattamento delle convulsioni è problematico, poiché quasi tutti i farmaci anticonvulsivanti peggiorerebbero l’attacco. L’uso di levetiracetam sembra essere sicuro. È possibile utilizzare i beta-bloccanti per trattare la tachicardia e l’ipertensione arteriosa.
Altri trattamenti
I soggetti con evidenza di danno renale di solito sono indirizzati a uno specialista (nefrologo).
Poiché il rischio di tumore al fegato nelle persone con porfiria acuta intermittente è elevato, i soggetti di età superiore a 50 anni sono sottoposti a screening per il tumore epatico almeno una volta all’anno.
Il trapianto di fegato può curare la porfiria acuta intermittente. Si prende in considerazione il trapianto per i soggetti con scarsa qualità della vita e a rischio di danni permanenti ai reni o al sistema nervoso a causa di attacchi ricorrenti gravi. Alcuni soggetti possono avere bisogno anche di un trapianto di rene.