La febbre delle trincee è una malattia trasmessa da un pidocchio causata dai batteri Gram-negativi Bartonella quintana ed è stata osservata inizialmente soprattutto tra i militari durante la prima e la seconda guerra mondiale. I sintomi consistono in una malattia acuta, febbrile ricorrente, occasionalmente con rash. La diagnosi si ottiene mediante emocoltura. La terapia prevede un macrolide o la doxiciclina.
(Vedi anche Panoramica sulle infezioni da Bartonella.)
L'uomo è l'unico serbatoio di questa infezione da Bartonella. B. quintana viene trasmessa all'uomo quando feci di pulci infette penetrano all'interno della cute abrasa o della congiuntiva.
La febbre delle trincee è endemica in Messico, Tunisia, Eritrea, Polonia e nell'ex-Unione Sovietica e si sta ripresentando nella popolazione senzatetto degli Stati Uniti.
Sintomatologia della febbre delle trincee
Dopo un periodo di incubazione variabile da 14 a 30 giorni, si ha un esordio improvviso di febbre delle trincee, con febbre, debolezza, sonnolenza, cefalea (con dolore retro-oculare), iniezioni congiuntivali, e forti dolori alle gambe (tibia) e alla schiena.
La febbre può raggiungere i 40,5° C e durare 5-6 giorni. In circa la metà dei casi, la febbre si ripresenta da 1 a 8 volte ad intervalli di 5-6 giorni.
Si manifestano un rash maculare o papulare transitorio e, occasionalmente, epatomegalia e splenomegalia. L'endocardite può complicare alcuni casi.
Le recidive sono frequenti e si manifestano fino a 10 anni dopo l'esordio.
Diagnosi della febbre delle trincee
Emocolture
Test sierologici e PCR (Polymerase Chain Reaction)
La febbre delle trincee deve essere sospettata nei soggetti che vivono in zone molto infestate da pidocchi.
Devono essere considerate la leptospirosi, il tifo, la febbre ricorrente e la malaria.
Il microrganismo viene identificato mediante emocoltura, sebbene possa richiedere da 1 a 4 settimane per crescere. La malattia è caratterizzata da una batteriemia persistente durante l'attacco iniziale, durante le recidive, in tutti i periodi asintomatici tra le recidive e nei pazienti con endocardite.
È disponibile il test sierologico e può fornire un supporto per la diagnosi. Alti titoli di anticorpi IgG possono innescare valutazione per endocardite mediante ecocardiografia. Possono essere eseguite analisi nella PCR (Polymerase Chain Reaction) di campioni di sangue o di tessuti.
Trattamento della febbre delle trincee
Doxiciclina o un macrolide
Sebbene la guarigione sia abitualmente completa in 1-2 mesi e la mortalità trascurabile, la batteriemia può persistere per mesi dopo la guarigione clinica, e può essere necessario un trattamento prolungato (> 1 mese) con un macrolide o doxiciclina. Ai pazienti viene somministrata doxiciclina 100 mg per via orale 2 volte/die da 4 a 6 settimane e, nel caso si sospetti un'endocardite, viene aggiunta gentamicina 3 mg/kg/die EV per 2 settimane. La terapia combinata è somministrata in caso di infezioni gravi o complicate.
È necessario controllare la pediculosi del corpo.
I pazienti con batteriemia cronica devono essere monitorati per segni di endocardite.