HealthDay
MALATTIA

Timori sulle vaccinazioni infantili

DiMichael J. Smith, MD, MSCE, Duke University School of Medicine
Revisionato/Rivisto nov 2021 | Modificata feb 2022
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    Nonostante i solidi sistemi di sicurezza predisposti per i vaccini negli Stati Uniti, molti genitori rimangono perplessi in merito all’uso dei vaccini infantili e al calendario vaccinale. Queste preoccupazioni possono portare alcuni genitori all’esitazione vaccinale. L’esitazione vaccinale si ha quando i genitori ritardano o non permettono che ai loro figli vengano somministrati alcuni o tutti i vaccini raccomandati nonostante la disponibilità dei servizi di vaccinazione. Le patologie che possono essere scongiurate grazie ai vaccini sono molto più probabili nei bambini i cui genitori hanno rifiutato uno o più vaccini.

    I bambini negli Stati Uniti che non ricevono le vaccinazioni di routine si ammalano ancora molto e a volte muoiono di malattie prevenibili con i vaccini. Per esempio, prima che venisse sviluppato un vaccino, l’Haemophilus influenzae di tipo b (Hib) era la causa principale di meningite batterica nei bambini (che può causare danno cerebrale o sordità). L’infezione da Hib è attualmente rara negli Stati Uniti. Dal 2009 al 2018, ci sono stati solo 36 casi gravi di bambini di età inferiore ai 5 anni, e 26 di questi casi erano di bambini non vaccinati o non completamente vaccinati.

    Vaccini anti-COVID-19

    La pandemia da COVID-19 ha riportato in primo piano l’esitazione vaccinale. Il primo vaccino anti-COVID-19 ha ricevuto l’autorizzazione all’uso di emergenza (Emergency Use Authorization, EUA) dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense nel dicembre 2020. Da allora, centinaia di milioni di americani hanno ricevuto almeno una dose di vaccino anti-COVID-19. Tuttavia, molti soggetti rimangono non vaccinati. Analogamente ad altre malattie prevenibili con i vaccini, ricoveri e decessi dovuti al COVID-19 sono molto più frequenti tra i soggetti non vaccinati. Inoltre, gli effetti collaterali gravi associati alla vaccinazione anti-COVID-19 sono estremamente rari (meno di 10 casi per milione di vaccinazioni), tra cui un’eccessiva coagulazione del sangue (trombosi), bassi livelli di piastrine (trombocitopenia) e l’infiammazione del muscolo cardiaco (miocardite e pericardite).

    Alcuni genitori ritengono che l’infezione da COVID-19 non sia pericolosa per i bambini, ma non è così. Sebbene l’infezione da COVID-19 sia generalmente più lieve nei bambini rispetto agli adulti, può causare problemi gravi e il decesso. Milioni di bambini negli Stati Uniti sono stati infettati durante la pandemia, portando a oltre 6.400 casi di rara ma grave sindrome infiammatoria multisistemica nei bambini (multisystem inflammatory syndrome in children, MIS-C) e a più di 50 decessi. Come negli adulti, il ricovero ospedaliero è più frequente negli adolescenti non vaccinati rispetto ai vaccinati. Inoltre, i bambini possono sviluppare problemi di lunga durata (“long COVID”) anche se l’infezione da COVID-19 è stata lieve o asintomatica.

    Vaccino contro morbillo-parotite-rosolia (MPR) e timori sull’autismo

    Negli anni ’90, la stampa ha riportato timori che il vaccino MPR possa essere responsabile dell’autismo, Queste perplessità si basavano su un breve articolo medico fraudolento del 1998 relativo a 12 bambini. I genitori dichiararono che otto bambini a cui era stato somministrato il vaccino anti-morbillo-parotite-rosolia, avevano manifestato i sintomi entro un mese dalla vaccinazione. Poiché questa concatenazione di eventi può essere anche dovuta al caso, i medici hanno pertanto condotto molti studi volti alla ricerca di un collegamento tra il vaccino e l’autismo. Tuttavia in nessuno di questi numerosi studi è stata riscontrata tale correlazione.

    Il più esteso di questi studi ha coinvolto 537.303 bambini danesi, nati tra il 1991 e il 1998. Alla maggior parte di essi (82%) è stato somministrato il vaccino anti-morbillo-parotite-rosolia. I medici hanno riscontrato che

    • I bambini vaccinati non presentavano maggiori probabilità di sviluppare autismo rispetto a quelli non vaccinati.

    L’autismo o un disturbo correlato è insorto in 608 (0,138%) dei 440.655 bambini vaccinati e in 130 (0,135%) dei 96.648 di quelli non vaccinati. La percentuale di bambini che sono diventati autistici è pressoché identica fra il gruppo vaccinato e il gruppo non vaccinato. Uno studio di follow-up di tutti i bambini nati in Danimarca tra 1999 e 2010, complessivamente 657.461 bambini, ha concluso che il vaccino MPR non causa l’autismo in generale, né ne aumenta il rischio in bambini ad alto rischio di autismo a causa della propria anamnesi familiare.

    A conclusioni simili sono giunti anche studi paragonabili in altre parti del mondo. Inoltre, la ricerca dello studio originale ampiamente pubblicizzato che collega l’autismo al vaccino contro morbillo-parotite-rosolia presenta gravi lacune scientifiche ed è stata screditata dalla comunità scientifica e medica.

    Nonostante le evidenze schiaccianti a conferma della sicurezza dei vaccini MPR, molti genitori purtroppo non sono ancora convinti. Di conseguenza, nel 2019 negli Stati Uniti si è avuta la più ampia epidemia di morbillo dal 1992. Secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), la maggior parte dei soggetti infetti non era stata vaccinata.

    Thimerosal e timori di autismo

    Sono state sollevate perplessità anche sui possibili effetti collaterali del thimerosal. Il thimerosal era utilizzato in passato come conservante nelle fiale che contenevano più dosi di un vaccino (fiale multidose). I conservanti non sono necessari nelle fiale monodose e non possono essere utilizzati nei vaccini che contengono virus vivi (per esempio rosolia e varicella). Il thimerosal, che contiene mercurio, viene scomposto all’interno dell’organismo in etilmercurio ed eliminato rapidamente. Poiché il metilmercurio (un composto differente, non eliminato rapidamente dall’organismo) è tossico per l’uomo, è sorta la perplessità secondo cui problemi neurologici, in particolare l’autismo nei bambini, si potessero imputare alle quantità molto esigue di thimerosal utilizzate nei vaccini.

    A causa di questi timori teorici, e sebbene nessuno studio ne abbia dimostrato la dannosità, dal 2001 il thimerosal è stato eliminato dai vaccini infantili somministrati di routine negli Stati Uniti, in Europa e in vari altri Paesi. (Il thimerosal è ancora utilizzato nelle fiale multidose del vaccino antinfluenzale e in svariati altri vaccini destinati all’uso su adulti.) L’Organizzazione mondiale di sanità (OMS) non ha raccomandato la sua rimozione da alcun vaccino, poiché non esistono prove che il suo utilizzo di routine possa essere nocivo. La sua rimozione dai vaccini infantili non ha avuto alcun effetto sul numero di bambini che hanno sviluppato l’autismo. Svariati studi hanno dimostrato che i tassi di autismo sono in continua espansione, nonostante la rimozione del thimerosal dalle immunizzazioni infantili di routine. Tale aumento, che si è verificato indipendentemente dalla rimozione del thimerosal, suggerisce ulteriormente che il thimerosal nei vaccini non causa autismo.

    Tuttavia, le persone comunque preoccupate della presenza di thimerosal nel vaccino antinfluenzale possono richiedere al proprio medico di utilizzare fiale monodose, che non contengono thimerosal.

    Uso simultaneo di più vaccini

    Secondo il calendario raccomandato, ai bambini vanno somministrate svariate dosi di vaccino contro 10 o più diverse infezioni entro i 6 anni (dati USA). Poiché alcuni genitori hanno nutrito perplessità sul numero di iniezioni e visite mediche, sono stati sviluppati vaccini combinati, per esempio il vaccino anti-difterite, tetano e pertosse e altri, in modo da poter ricevere più vaccini contemporaneamente e ridurre le visite e le iniezioni necessarie.

    Tuttavia alcuni genitori sono preoccupati che il sistema immunitario del bambino non sia in grado di sopportare un numero così elevato di antigeni somministrati contemporaneamente. Gli antigeni sono le sostanze nei vaccini che derivano dal virus o dai batteri che provocano la produzione da parte del sistema immunitario di anticorpi per debellare la malattia. Talvolta i genitori preoccupati richiedono un calendario diverso per la vaccinazione o chiedono di posticipare o escludere alcuni vaccini. Tuttavia, il calendario raccomandato è ideato per somministrare i vari vaccini all’età nella quale i bambini iniziano ad avere bisogno di protezione contro le malattie in questione. Pertanto, se non viene rispettato si espone il bambino a un maggior rischio di infezione. Inoltre, poiché gli attuali vaccini contengono meno antigeni in generale (perché sono stati identificati e purificati meglio antigeni cruciali), i bambini sono oggi esposti a un numero inferiore di antigeni del vaccino rispetto a quanto lo fossero per la maggior parte dei 20º secolo.

    In più, i vaccini, anche in forma combinata, contengono quantità molto esigue di antigeni. Sin dalla nascita, il bambino è esposto a dozzine e magari centinaia di antigeni durante una sola giornata normale. Il sistema immunitario li gestisce senza problemi. Anche un lieve raffreddore espone il bambino a 4-10 antigeni virali. Il sistema immunitario del bambino non viene stressato o sovraccaricato dai vaccini combinati.

    Effetti del rifiuto dei vaccini sulla salute pubblica

    La posticipazione o l’esclusione dei vaccini hanno effetti sulla salute pubblica. Se sono vaccinate meno persone, si riduce la percentuale di popolazione immune a una patologia, che pertanto diventa più diffusa, in particolare tra i soggetti a maggior rischio di contrarre la malattia.

    Un soggetto può essere a maggior rischio perché

    • Non è diventato immune nonostante il vaccino.

    • Anche se vaccinati, l’immunità si è affievolita nel tempo, come può accadere con l’avanzare dell’età.

    • Il sistema immunitario è indebolito da un disturbo o da un farmaco (per esempio i farmaci per la prevenzione del cancro o antirigetto) e non è possibile somministrare vaccini con virus vivi, per esempio quello contro il morbillo-parotite-rosolia o contro la varicella.