Disturbo borderline della personalità (DBP)

DiMark Zimmerman, MD, South County Psychiatry
Revisionato/Rivisto mag 2021
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I fatti in Breve

Il disturbo borderline della personalità è caratterizzato da uno schema pervasivo di instabilità che si ripercuote sui rapporti, l’immagine di sé, l’umore e il comportamento e ipersensibilità al possibile rifiuto e abbandono.

  • I soggetti con disturbo borderline della personalità temono il rifiuto e l’abbandono, in parte perché non vogliono restare da soli.

  • La diagnosi di disturbo borderline della personalità viene formulata in base a sintomi specifici, tra cui frequenti sbalzi che si ripercuotono nei rapporti, l’immagine di sé, l’umore e comportamento impulsivo e autodistruttivo.

  • La psicoterapia può ridurre i comportamenti suicidari, aiutare ad alleviare la depressione e aiutare le persone con questo disturbo nelle loro capacità funzionali, tuttavia a volte si utilizzano farmaci per ridurre i sintomi.

I disturbi della personalità sono caratterizzati da persistenti schemi di pensiero, percezione, reazione e da modi di relazionarsi che provocano nel soggetto notevole sofferenza e/o compromettono le sue capacità funzionali.

I soggetti con disturbo borderline della personalità hanno spesso difficoltà a tollerare di restare da soli e possono ricorrere ad azioni autodistruttive per affrontare o evitare la solitudine. Possono fare sforzi frenetici per evitare l’abbandono, incluso il creare delle crisi. Ad esempio, possono tentare il suicidio per comunicare la loro sofferenza e fare in modo che gli altri li salvino e si prendano cura di loro.

Le stime di quanto sia comune il disturbo borderline della personalità variano. Probabilmente interessa dal 2 a quasi il 6% della popolazione generale negli Stati Uniti. Viene diagnosticato più spesso nelle donne rispetto agli uomini. Con il tempo, i sintomi tendono a ridursi nella maggior parte delle persone.

Spesso sono presenti anche altri disturbi. Tra questi troviamo:

Cause del DBP

Geni e fattori ambientali possono contribuire allo sviluppo del disturbo borderline della personalità.

Alcune persone possono avere una tendenza genetica a reagire male agli stress della vita, perciò tendono maggiormente a sviluppare il disturbo borderline della personalità e altri disturbi mentali. Inoltre, il disturbo borderline della personalità tende a essere ereditario, il che suggerisce che questa tendenza possa essere parzialmente ereditaria. I parenti di primo grado dei soggetti con questo disturbo hanno una probabilità 5 volte maggiore di sviluppare il disturbo rispetto alla popolazione generale.

Gli stress nella prima infanzia possono contribuire allo sviluppo del disturbo borderline della personalità. Molti soggetti con disturbo borderline della personalità hanno subito abusi fisici o sessuali, separati da chi si occupava di loro e/o hanno perso un genitore da bambini. L’insicurezza del loro attaccamento verso chi si prende cura di loro contribuisce ai sintomi del disturbo borderline della personalità.

Sintomi del DBP

I soggetti con disturbo borderline della personalità sembrano spesso più stabili rispetto a come si sentono intimamente.

Paura dell’abbandono

I soggetti con disturbo borderline della personalità temono l’abbandono, in parte perché non vogliono restare da soli. Talvolta si sentono come se non esistessero affatto, spesso quando non hanno qualcuno che si prenda cura di loro. Spesso si sentono vuoti dentro.

Quando i soggetti con questo disturbo sentono di stare per essere abbandonati, di solito diventano timorosi e arrabbiati. Ad esempio, possono andare in preda al panico o diventare furiosi quando qualcuno che considerano importante ritarda di qualche minuto o annulla un impegno. Presumono che questi passi falsi siano causati da come si sente la persona nei loro confronti, piuttosto che da circostanze estranee. Possono credere che un impegno annullato significhi che l’altra persona li rifiuta e di essere sbagliati. L’intensità della loro reazione rispecchia la loro sensibilità al rifiuto.

I soggetti con disturbo borderline della personalità possono empatizzare e prendersi cura di un’altra persona ma solo se sentono che l’altra persona ci sarà per loro ogniqualvolta ne avranno bisogno. Sebbene desiderino rapporti intimi e prendersi cura degli altri, è difficile per loro sostenere rapporti stabili. Tendono ad avere aspettative molto elevate su come dovrebbero comportarsi le persone che sentono vicine e i loro sentimenti riguardo a un rapporto possono oscillare in modo rapido e intenso.

Rabbia

I soggetti con disturbo borderline della personalità hanno difficoltà a controllare la rabbia e spesso si infuriano in modo intenso e inappropriato. Possono esprimere la rabbia con un sarcasmo tagliente, livore, o scenate. La loro rabbia viene spesso rivolta verso amici più stretti, partner amorosi, familiari e, talvolta, i medici perché si sentono trascurati o abbandonati.

Dopo l’esplosione, spesso avvertono vergogna e sensi di colpa, il che rinforza la loro sensazione di essere sbagliati.

Volubilità

I soggetti con disturbo borderline della personalità tendono a cambiare l’opinione che hanno degli altri improvvisamente e in modo drammatico. Ad esempio, nelle prime fasi di un rapporto possono idealizzare qualcuno, trascorrervi moltissimo tempo insieme e condividere tutto. Improvvisamente, possono ritenere che l’altra persona non ci tenga abbastanza e restare delusi. Quindi possono denigrare o arrabbiarsi con l’altra persona.

Possono apparire bisognosi d’aiuto un minuto prima e assolutamente arrabbiati per essere stati maltrattati un minuto dopo. Il loro atteggiamento varia in base alla loro percezione della disponibilità e del sostegno degli altri. Quando si sentono supportati, possono essere vulnerabili e bisognosi d’aiuto e quando si sentono minacciati o delusi, possono arrabbiarsi e svalutare gli altri.

I soggetti con disturbo borderline della personalità possono anche cambiare bruscamente e sensibilmente l’immagine che hanno di sé, cambiando improvvisamente i loro obiettivi, valori, opinioni, carriere, o amici.

I cambiamenti d’umore di solito durano solo qualche ora e raramente durano più di qualche giorno. L’umore può cambiare perché i soggetti con questo disturbo sono sensibili ai segni di rifiuto o alle critiche nei loro rapporti.

Comportamento impulsivo e autolesionismo

Molte persone con disturbo borderline della personalità agiscono impulsivamente, il che conduce spesso all’autolesionismo. Possono giocare d’azzardo, praticare sesso non sicuro, abbuffarsi di cibo, essere imprudenti alla guida, avere problemi di uso di sostanze o spendere troppo.

Sono molto comuni i comportamenti correlati al suicidio, inclusi tentativi e minacce di suicidio e autolesionismo (ad esempio, tagliandosi o bruciandosi). Sebbene molti di questi atti autodistruttivi non siano volti a togliersi la vita, il rischio di suicidio in questi soggetti è 40 volte superiore rispetto alla popolazione generale. Circa l’8-10% dei soggetti con disturbo borderline della personalità si suicida. Questi atti autodistruttivi sono spesso scatenati dal rifiuto, percepito come abbandono, o dal sentirsi delusi da qualcuno a cui sono vicini. I soggetti possono farsi del male anche per esprimere la loro sensazione di essere sbagliati o per ripristinare la loro capacità di sentire quando hanno una sensazione di irrealtà o si sentono distaccati dagli altri (definita dissociazione). Talvolta, i soggetti con disturbo borderline della personalità utilizzano l’autolesionismo per distrarsi dalle emozioni dolorose.

Altri sintomi

I soggetti con disturbo borderline della personalità spesso si sabotano da soli quando stanno per raggiungere un obiettivo, in modo che gli altri li percepiranno in difficoltà. Ad esempio, possono abbandonare la scuola poco prima del diploma o rovinare una relazione promettente.

Quando questi soggetti si sentono molto stressati, possono avere brevi episodi di paranoia, sintomi simili alla psicosi (come allucinazioni), o dissociazione. Di solito, lo stress è causato dal percepire che nessuno ha cura di loro (ovvero, sentirsi soli e abbandonati) oppure traditi e inutili. La dissociazione comprende la sensazione di non sentirsi reali (derealizzazione) o un senso di distacco da mente e corpo (depersonalizzazione). Questi episodi sono temporanei e di solito non sono abbastanza gravi da essere considerati un disturbo separato.

Diagnosi del DBP

  • Valutazione di un medico basata su determinati criteri

Di solito la diagnosi dei disturbi della personalità si basa sui criteri del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders quinta edizione, DSM-5), pubblicato dall'American Psychiatric Association.

Per formulare la diagnosi di disturbo borderline della personalità, i soggetti devono avere una storia di instabilità nei rapporti, nell’immagine di sé, nell’umore e agire in modo impulsivo, come dimostrato da almeno cinque dei problemi di seguito:

  • Fanno sforzi disperati per evitare l’abbandono (effettivo o immaginato).

  • Hanno rapporti instabili e intensi in cui alternano l’idealizzazione e la svalutazione dell’altra persona.

  • Spesso mutano l’immagine di sé o il senso di sé.

  • Agiscono impulsivamente in almeno due aree che possono causare loro danno (come sesso non sicuro, abbuffarsi, o guidare in modo imprudente)

  • Hanno ripetutamente comportamenti correlati al suicidio, incluso il tentare o minacciare il suicidio e farsi del male.

  • Hanno repentini cambiamenti d’umore che di solito durano solo qualche ora e raramente durano più di qualche giorno.

  • Si sentono cronicamente vuoti.

  • Si arrabbiano in modo intenso e inappropriato, oppure hanno problemi a controllare la rabbia.

  • Hanno temporanei pensieri paranoidi o gravi sintomi dissociativi (sensazione di irrealtà o di distacco da se stessi), scatenati dallo stress.

Inoltre, i sintomi devono aver avuto inizio entro la prima età adulta.

Prognosi del DBP

Nella maggior parte dei soggetti con disturbo borderline della personalità, i sintomi si riducono sensibilmente e spesso si risolvono. Tuttavia, questi miglioramenti non si traducono necessariamente nell’essere in grado di mantenere rapporti stabili o mantenersi un lavoro. I trattamenti sono mirati ad aiutare queste persone nelle loro capacità funzionali e a ridurre i sintomi. Comunque, in genere i sintomi migliorano più della funzionalità globale.

Trattamento del DBP

  • Psicoterapia

  • Farmaci

Il trattamento generale del disturbo borderline della personalità è uguale a quello per gli altri disturbi della personalità.

Identificare e trattare i disturbi coesistenti è importante per un trattamento efficace del disturbo borderline della personalità.

Il trattamento include psicoterapia e alcuni farmaci.

Psicoterapia

Il trattamento principale per il disturbo borderline della personalità è la psicoterapia. Le psicoterapie specifiche per il disturbo borderline della personalità possono ridurre i comportamenti correlati al suicidio, aiutare ad alleviare la depressione e aiutare le capacità funzionali.

Queste terapie includono:

  • Terapia dialettico-comportamentale

  • Systems training for emotional predictability and problem solving (STEPPS)

  • Trattamento basato sulla mentalizzazione

  • Psicoterapia incentrata sul transfert

  • Schema therapy

  • Gestione psichiatrica generale

Terapia dialettico-comportamentale, che consiste in sessioni settimanali, sia individuali che di gruppo, con uno psicoterapeuta disponibile anche telefonicamente. Lo psicoterapeuta funge da allenatore del comportamento. Lo scopo è quello di aiutare il soggetto a trovare modi migliori di reagire allo stress, per esempio resistendo alle pulsioni del comportamento autodistruttivo.

STEPPS prevede sessioni di gruppo per 20 settimane. Le persone imparano a gestire le loro emozioni, a mettere in discussione le loro aspettative negative e a prendersi meglio cura di sé. Ad esempio, imparano a prendere le distanze da ciò che sentono al momento. Imparano a stabilire degli obiettivi, evitare le sostanze illecite, migliorare le abitudini legate all’alimentazione, al sonno e all’attività fisica. Inoltre, alle persone viene chiesto di identificare una rete di supporto di amici, familiari e operatori sanitari che siano disposti ad aiutarli quando sono in crisi.

La mentalizzazione si riferisce alla capacità di una persona di riflettere su e comprendere il suo stato mentale (cosa sta sentendo e perché) e quello altrui. Il trattamento basato sulla mentalizzazione aiuta i soggetti a:

  • Regolare efficacemente le loro emozioni (ad esempio, calmarsi quando sono agitati)

  • Comprendere in che modo contribuiscono ai propri problemi e alle difficoltà con gli altri

  • Riflettere su e comprendere ciò che pensano e sentono gli altri

Quindi, li aiuta a relazionarsi con gli altri con empatia e compassione, il che aiuta anche gli altri a comprenderli e sostenerli.

La psicoterapia incentrata sul transfert verte sull’interazione tra il soggetto e il terapeuta. Il terapeuta pone domande e aiuta il soggetto a esaminare le immagini di sé esagerate, distorte e irrealistiche e le reazioni alle varie situazioni. Viene enfatizzato il momento attuale (incluso il modo in cui il soggetto si relaziona con il terapeuta), piuttosto che il passato. Ad esempio, quando una persona timida e tranquilla diventa improvvisamente ostile e polemica, il terapeuta può chiedere se il soggetto abbia notato un cambiamento nei sentimenti e quindi chiedergli di pensare a come stesse vivendo il terapeuta e se stesso quando le cose sono cambiate. Gli obiettivi sono

  • Consentire alla persona di sviluppare un senso di sé e degli altri più stabile e realistico

  • Imparare a relazionarsi con gli altri in modo più sano attraverso il transfert verso il terapeuta

La schema therapy si concentra sull’identificazione degli schemi disadattivi permanenti relativi a pensieri, sentimenti, comportamenti e gestione delle situazioni (definiti schemi) e sul sostituire pensieri, sentimenti e comportamenti negativi con altri più sani.

La gestione psichiatrica generale è destinata al medico di base, piuttosto che a uno specialista. Utilizza la terapia individuale una volta a settimana e, a volte, farmaci. Per migliorare la sicurezza in se stessi, la terapia dà priorità alla capacità di lavorare sul miglioramento dei rapporti. Inoltre, istruisce i soggetti con disturbo borderline della personalità sul modo in cui dare un senso ai propri sintomi e comprendere quali sono gli obiettivi e i risultati previsti del trattamento.

Anche la psicoterapia di supporto è utile. L’obiettivo del terapeuta è di stabilire un rapporto emotivo, incoraggiante, di supporto con il soggetto e quindi aiutare il soggetto a sviluppare meccanismi sani di difesa, in particolare nei rapporti interpersonali. Tuttavia, i trattamenti di supporto da soli potrebbero non ridurre i problemi più immediati del disturbo borderline della personalità (come il comportamento suicidario e l’autolesionismo) in modo altrettanto efficace quanto altre psicoterapie più specifiche per il disturbo borderline della personalità.

Farmaci

Quando necessario, vengono usati farmaci per trattare sintomi specifici. I più comuni sono:

Tuttavia, gli SSRI sono efficaci solo parzialmente nei soggetti con disturbo borderline della personalità.