Risonanza magnetica per immagini (RMI)

DiMehmet Kocak, MD, Rush University Medical Center
Revisionato/Rivisto apr 2021
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I fatti in Breve

La RMI utilizza un forte campo magnetico e onde radio ad altissima frequenza per produrre immagini molto dettagliate. La RMI non utilizza raggi X ed è generalmente molto sicura. (Vedere anche Panoramica degli esami di diagnostica per immagini).

Procedura della RMI

Per la RMI, il soggetto giace supino su un tavolo motorizzato che si muove all’interno di uno stretto scanner tubolare, che produce un forte campo magnetico. Normalmente, i protoni (parti a carica positiva di un atomo) nei tessuti non presentano alcuna disposizione particolare. Tuttavia, quando sono circondati da un forte campo magnetico, come in uno scanner RMI, i protoni si allineano con il campo magnetico. Quindi, lo scanner emette un impulso di onde radio, che disallinea momentaneamente i protoni. Quando i protoni si riallineano con il campo magnetico rilasciano energia (i cosiddetti segnali). L’intensità del segnale varia da un tessuto all’altro. Lo scanner RMI registra questi segnali. Un computer analizza i segnali e produce delle immagini.

Gli esaminatori possono cambiare il modo in cui i vari tessuti appaiono su una scansione variando gli impulsi di onde radio, l’intensità e la direzione del campo magnetico, e altri fattori. Per esempio, il tessuto adiposo appare scuro su un tipo di scansione e luminoso su un altro. Queste scansioni di diverso tipo forniscono informazioni complementari; pertanto, spesso se ne acquisiscono più di una.

Il medico può iniettare un mezzo di contrasto contenente gadolinio (un mezzo di contrasto paramagnetico) in una vena o un’articolazione. I mezzi di contrasto contenenti gadolinio modificano il campo magnetico in maniera tale da rendere le immagini più nitide.

Prima di eseguire l’esame, i soggetti devono rimuovere gran parte o tutti gli indumenti, e non devono indossare bottoni, bottoni automatici, cerniere o altro metallo sopra l’area da acquisire. Tutti gli oggetti metallici (quali chiavi, gioielli e telefoni cellulari) e altri oggetti che potrebbero essere compromessi dal campo magnetico (per esempio, le carte di credito e gli orologi) devono essere lasciati fuori dalla sala in cui avviene la scansione RMI. Durante l’acquisizione delle immagini, i soggetti devono rimanere distesi, immobili e trattenere periodicamente il respiro. Poiché lo scanner produce forti rumori di urti, ai soggetti possono essere consegnati cuffie o tappi auricolari da indossare. Una scansione può richiedere da 20 a 60 minuti. Dopo l’esame si possono riprendere immediatamente le normali attività.

Usi della RMI

La RMI è preferibile alla tomografia computerizzata (TC) quando i medici necessitano di maggiori dettagli sui tessuti molli, per esempio, per acquisire immagini di anomalie nel cervello, nella midollo spinale, nei muscoli e nel fegato. La RMI è particolarmente utile per rilevare la presenza di tumori in tali tessuti.

La RMI viene utilizzata anche per gli scopi seguenti:

  • misurare alcune molecole del cervello che consentono di distinguere un tumore da un ascesso cerebrale

  • identificare anomalie negli organi riproduttivi femminili, fratture dell’anca e del bacino

  • aiutare i medici a valutare le anomalie articolari (come le lacerazioni dei legamenti o della cartilagine del ginocchio) e le distorsioni

  • aiutare i medici a valutare sanguinamenti o infezioni

La RMI è utilizzata anche quando i rischi della TC sono elevati. Per esempio, la RMI può essere preferibile per i soggetti che hanno sviluppato una reazione ai mezzi di contrasto iodati utilizzati nella TC, e per le donne in gravidanza (dato che le radiazioni possono causare problemi al feto).

La RMI eseguita dopo l’iniezione in vena di un mezzo di contrasto contenente gadolinio aiuta i medici a valutare le infiammazioni, i tumori e i vasi sanguigni. L’iniezione di questo mezzo di contrasto in un’articolazione aiuta i medici ad ottenere un quadro più chiaro di eventuali anomalie articolari, in particolare se sono complesse (come le lesioni o la degenerazione di legamenti e cartilagini del ginocchio).

Varianti della RMI

RMI funzionale

Questa tecnica rileva i cambiamenti metabolici che si verificano quando il cervello è attivo. Pertanto, è in grado di identificare le aree del cervello che sono attive quando si esegue un compito specifico, come la lettura, la scrittura, il ricordo, il calcolo o il movimento di un arto. La RMI funzionale può essere utilizzata in contesti di ricerca e contesti clinici, per esempio per pianificare gli interventi chirurgici cerebrali per l’epilessia.

RMI a perfusione

Grazie a questa tecnica, i medici possono compiere una stima del flusso sanguigno in una determinata area. Questa informazione può essere utile in caso di ictus, per determinare se il flusso sanguigno verso alcune parti del cervello è diminuito. Si può utilizzare anche per identificare aree in cui il flusso sanguigno è aumentato, ad esempio nel caso dei tumori.

RMI con tensore di diffusione

Questa tecnica rileva le variazioni del movimento dell’acqua nelle cellule che non funzionano normalmente. È impiegata principalmente per l’identificazione precoce di un ictus. Si utilizza anche per individuare eventuali disturbi cerebrali e per determinare la presenza di metastasi tumorali nel cervello, oppure per differenziare un ascesso cerebrale da un tumore. L’uso di questa tecnica in aree di visualizzazione diverse dal cervello è limitato. La RMI con tensore di diffusione viene spesso unita ad altre tecniche per valutare i tumori, soprattutto nel cervello.

Spettroscopia mediante risonanza magnetica

Questa tecnica utilizza onde radio che vengono emesse in modo pressoché continuo anziché a impulsi come nella RMI convenzionale. La spettroscopia mediante risonanza magnetica è utilizzata per rilevare disturbi cerebrali, come i disturbi convulsivi, la malattia di Alzheimer, tumori e ascessi cerebrali. Consente di distinguere tra i detriti morti all’interno di un ascesso e le cellule che si moltiplicano all’interno di un tumore.

Questa tecnica è inoltre utilizzata per valutare disordini metabolici muscolari e del sistema nervoso.

Angio risonanza magnetica (angio-RM)

L’angio-RM, come l’angiografia convenzionale e l’angio TC, è in grado di produrre immagini dettagliate dei vasi sanguigni. Tuttavia è più sicura e più semplice da eseguire, anche se più costosa. Spesso, l’angio-RMI può essere eseguita senza l’iniezione di un mezzo di contrasto.

L’angiografia con risonanza magnetica è in grado di mostrare il flusso sanguigno nelle arterie e nelle vene o il flusso monodirezionale, e quindi di mostrare solo arterie o solo vene. Come nell’angiografia TC, grazie all’utilizzo di un computer è possibile rimuovere dall’immagine tutti i tessuti, tranne i vasi sanguigni.

Spesso si inietta per via endovenosa un mezzo di contrasto contenente gadolinio per delineare il profilo dei vasi sanguigni. L’esaminatore temporizza accuratamente la scansione, in modo che le immagini siano acquisite quando il gadolinio si concentra nei vasi sanguigni da valutare.

L’angio-RM è utilizzata per valutare i vasi sanguigni di cervello, cuore, organi addominali, braccia e gambe. Si utilizza per rilevare quanto segue:

  • aneurismi aortici

  • Dissezione aortica

  • arterie ristrette negli arti

  • trombi nelle vene degli arti e della pelvi

  • flusso sanguigno verso tumori

  • tumori che hanno effetti sui vasi sanguigni

Venografia mediante risonanza magnetica

Questo termine si riferisce all’angio-RMI delle vene. È spesso utilizzata per rilevare un coagulo di sangue in una vena che trasporta il sangue dal cervello (trombosi venosa cerebrale) e per monitorare l’effetto del trattamento su tale disturbo.

Diagnostica per immagini ecoplanare

Questa tecnica ultrarapida produce sequenze di immagini in pochi secondi. Può essere utilizzata per acquisire immagini di cervello, cuore e addome. Essendo veloce, il movimento da parte del soggetto esaminato non confonde le immagini in modo importante. Inoltre, questa tecnica può fornire informazioni sulla modalità di funzionamento dei tessuti.

Tuttavia, richiede apparecchiature speciali e ha più probabilità di offrire una rappresentazione errata di determinate strutture rispetto alla RMI convenzionale per la natura stessa della tecnica.

Svantaggi della RMI

L’esame di RMI impiega più tempo della TC. Inoltre spesso la RMI è meno disponibile nell’immediato rispetto alla TC. Pertanto, la TC può essere migliore in situazioni di emergenza, come in caso di lesioni gravi e ictus. Inoltre, la RMI prevede costi superiori rispetto alla TC.

Altri svantaggi sono:

  • claustrofobia e a volte difficoltà di posizionamento nell’apparecchio per RMI, perché è uno spazio ristretto e chiuso

  • effetti del campo magnetico sui dispositivi metallici impiantati nel corpo

  • reazioni al mezzo di contrasto

problemi relativi allo spazio ristretto e chiuso

Lo spazio nello scanner RMI è limitato e chiuso, causando claustrofobia in alcuni soggetti, anche in coloro in cui gli spazi ristretti normalmente non creano ansia. Alcuni soggetti obesi hanno difficoltà a entrare all’interno dello scanner.

Alcuni scanner RMI (chiamati scanner RMI aperti) dispongono di un lato aperto e una superficie interna più grande. In tal modo si supera in parte la claustrofobia e si facilita il posizionamento di soggetti obesi. Le immagini prodotte negli scanner RMI aperti possono essere di qualità inferiore rispetto alle immagini prodotte con scanner chiusi, a seconda della forza del magnete, ma possono essere comunque utilizzate per formulare una diagnosi.

Ai soggetti che temono di sottoporsi alla RMI può essere somministrato un ansiolitico, come alprazolam e lorazepam, 15-30 minuti prima della scansione.

Effetti del campo magnetico

In genere la RMI non viene utilizzata per le persone che presentano:

  • determinati materiali (quali schegge) in parti specifiche del corpo, specialmente nell’occhio

  • dispositivi impiantati che possono risentire di potenti campi magnetici

Fra questi dispositivi vi sono alcuni pacemaker, defibrillatori, impianti cocleari e clip metalliche magnetiche utilizzate per il trattamento di aneurismi. Il campo magnetico utilizzato nella RMI può causare lo spostamento, il surriscaldamento o il malfunzionamento di un dispositivo impiantato. Le probabilità che il dispositivo venga interessato aumentano se è stato impiantato nelle 6 settimane precedenti (perché il tessuto cicatriziale, che può contribuire a tenere il dispositivo in posizione, non si è ancora formato). Questi dispositivi possono anche distorcere le immagini RMI.

Alcuni dispositivi metallici, come impianti dentali, un’anca artificiale e le sintesi di sostegno vertebrale non sono interessati dalla RMI.

Prima di eseguire la RMI, i soggetti portatori di qualsiasi dispositivo impiantato devono informarne il proprio medico, affinché possa determinare l’eventuale sicurezza dell’esame diagnostico.

Il campo magnetico della RMI è molto forte e sempre attivo. Pertanto, se un oggetto metallico (per esempio, un serbatoio di ossigeno o un polo EV) è vicino all’ingresso della camera di scansione, l’oggetto può essere attirato nello scanner ad alta velocità. Il soggetto da valutare potrebbe subire lesioni e la separazione dell’oggetto dal magnete può risultare difficile.

Reazioni al mezzo di contrasto della RMI

I mezzi di contrasto contenenti gadolinio possono causare cefalea, nausea, dolore e una sensazione di freddo nella sede di iniezione, alterazione del gusto e capogiri.

È molto meno probabile che questi mezzi di contrasto causino gravi reazioni rispetto ai mezzi di contrasto iodati impiegati nell’angiografia convenzionale e nell’angio TC.

Tuttavia, può insorgere fibrosi sistemica nefrogenica, una malattia grave potenzialmente letale, quando si utilizza il gadolinio in soggetti già affetti da malattie renali gravi o sottoposti a dialisi. Nella fibrosi sistemica nefrogenica, la pelle, il tessuto connettivo e gli organi si ispessiscono. Possono comparire macchie rosse o scure sulla pelle, che si sente tirare, possono insorgere difficoltà e limitazioni del movimento e malfunzionamenti degli organi. Per prevenire la comparsa di questo disturbo, i medici prendono le seguenti precauzioni:

  • determinano la funzionalità dei reni, verificando la documentazione clinica della persona ed effettuando analisi del sangue e delle urine

  • utilizzano il gadolinio solo quando è strettamente necessario e, in tali casi, somministrano la dose più bassa e il mezzo di contrasto più sicuro possibile

  • prendono in considerazione altri esami di diagnostica per immagini per le persone con gravi problemi renali