Gli sport che comportano collisioni ad alta velocità (come football, rugby, hockey su ghiaccio e lacrosse) registrano i tassi più alti di commozioni cerebrali, tuttavia sono pochi gli sport che non presentano rischi, compresa l’attività di cheerleader. Il 20% dei partecipanti agli sport di contatto presenta una commozione cerebrale nel corso di una stagione. Le stime del numero di commozioni cerebrali correlate allo sport variano da 200.000 a 3,8 milioni l’anno. Una variazione così ampia si spiega con la difficoltà di ottenere calcoli accurati quando il soggetto non si reca in ospedale.
Probabilmente le commozioni cerebrali non si verificano più spesso negli atleti rispetto al passato, ma semplicemente sono riconosciute più spesso. Una maggiore consapevolezza che episodi ripetuti di commozione cerebrale possono provocare conseguenze gravi aumenta la capacità di riconoscerli.
Lesioni ripetute
Diversamente dalle altre cause di commozione cerebrale, come gli incidenti stradali, la pratica dello sport è un fattore di rischio continuo, pertanto le lesioni possono facilmente ripetersi. Gli atleti sono particolarmente suscettibili ai traumi cranici se hanno già subito una precedente commozione cerebrale e non ne sono guariti completamente. E perfino dopo la guarigione, gli atleti che continuano a praticare lo sport hanno una probabilità da due a quattro volte maggiore di subire un’altra commozione cerebrale rispetto a coloro che non ne hanno mai subite. Inoltre, commozioni cerebrali ripetute possono essere causate da un impatto meno grave rispetto a quello della prima commozione.
Sebbene la singola commozione cerebrale finisca sempre con la guarigione completa, circa il 3% di coloro che ne subiscono diverse (anche se apparentemente minore) sviluppa danni cerebrali nel lungo periodo. Il danno è definito encefalopatia traumatica cronica Encefalopatia traumatica cronica (CTE) L’encefalopatia traumatica cronica è una degenerazione progressiva delle cellule cerebrali a causa di vari traumi cranici, tipicamente osservata in atleti, ma anche soldati esposti a un’esplosione... Common.TooltipReadMore (chronic traumatic encephalopathy, CTE) ed è stato descritto per la prima volta nei pugili (la cosiddetta demenza del pugile). Tuttavia, la CTE può manifestarsi in chiunque abbia manifestato diversi episodi di commozione cerebrale. Le persone che ne soffrono presentano evidenti danni al cervello visibili alla TC o alla RMI e sintomi simili a quelli della demenza Sintomi La demenza è un lento e progressivo declino della funzione mentale che include memoria, pensiero, giudizio e capacità di apprendimento. I sintomi includono solitamente perdita di memoria, problemi... Common.TooltipReadMore . Tali sintomi comprendono:
Disturbi di memoria
compromissione della capacità di giudizio e del processo decisionale
cambiamenti della personalità (ad esempio irritabilità e tendenza alla violenza)
Molti atleti famosi oggi ritiratisi che hanno subito ripetuti episodi di commozione cerebrale si sono suicidati, probabilmente a causa, almeno in parte, della CTE.
Sindrome da secondo impatto
La sindrome da secondo impatto è una complicanza rara, ma grave, della commozione cerebrale. In questa sindrome, quando gli atleti hanno una seconda commozione cerebrale prima di essersi completamente ristabiliti da una commozione precedente il cervello si gonfia rapidamente, determinando la morte di quasi la metà degli atleti che la manifestano.
Sintomi della commozione cerebrale correlata allo sport
La commozione cerebrale può o meno determinare perdita di coscienza, ma sono presenti sintomi di disfunzione cerebrale. I sintomi includono
Stato confusionale: la persona appare confusa e stordita, insicura dell’avversario o del punteggio e/o risponde lentamente
Perdita di memoria: l’atleta non ricorda il gioco o il suo ruolo e/o non ricorda gli eventi immediatamente precedenti o successivi al trauma
Disturbi della vista: Diplopia (visione doppia)
sensibilità alla luce
Vertigini, movimenti impacciati e problemi di equilibrio
Cefalea
Nausea e vomito
Perdita dell’olfatto o del gusto
Sindrome postcommotiva
Alcuni sintomi possono persistere da pochi giorni a settimane dopo la commozione cerebrale. I soggetti avvertono
Cefalee
problemi della memoria a breve termine
Difficoltà di concentrazione
Affaticamento
difficoltà ad addormentarsi
cambiamenti della personalità (irritabilità, sbalzi d’umore)
sensibilità alla luce e al rumore
Negli adolescenti, molti sintomi postcommotivi, come irritabilità, stanchezza e incapacità di concentrarsi, possono essere attribuiti erroneamente ai normali atteggiamenti adolescenziali.
Diagnosi della commozione cerebrale correlata allo sport
Valutazione medica
Gli atleti che presentano sintomi di commozione cerebrale devono essere valutati da medici esperti nella valutazione e nel trattamento di questo tipo di lesione. Talvolta questi specialisti sono presenti sul campo di gara in eventi sportivi di alto livello, in caso contrario, il personale presente a bordo campo preposto all’assistenza deve essere addestrato a riconoscere una commozione cerebrale, a valutare un atleta che ne rimane colpito e a sapere quando indirizzarlo per una valutazione ulteriore.
Per valutare gli atleti sul campo, i preparatori atletici, gli allenatori e altro personale possono utilizzare strumenti come lo Sports Concussion Assessment Tool 2 (strumento di valutazione della commozione cerebrale nelle attività sportive, SCAT2), 3 (SCAT3) o 5 (SCAT5), che sono disponibili gratuitamente online e possono essere scaricati su dispositivi palmari. Anche i centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Centers for Disease Control and Prevention, CDC) dispongono di strumenti e informazioni per la preparazione del personale presente a bordo campo preposto all’assistenza (Programmi “Heads Up” dei CDC).
Il medico e il personale a bordo campo devono essere consapevoli del fatto che l’atleta può negare o minimizzare i sintomi derivanti da una commozione cerebrale, così da continuare a giocare.
Se i medici sospettano una lesione più grave, come l’accumulo di sangue all’interno del cervello o tra il cervello e il cranio (ematomi intracranici Ematomi intracranici Gli ematomi intracranici sono accumuli di sangue all’interno del cranio, sia nell’encefalo sia tra questo e le ossa craniche. Gli ematomi intracranici si formano quando una lesione cranica provoca... Common.TooltipReadMore ) o un ematoma cerebrale (contusione Contusioni e lacerazioni cerebrali Le contusioni cerebrali sono ematomi del cervello, generalmente dovute a un forte colpo diretto alla testa. Le lacerazioni cerebrali sono strappi del tessuto cerebrale causati da un oggetto... Common.TooltipReadMore ), vengono eseguiti esami di diagnostica per immagini quali la tomografia computerizzata (TC).
In alcuni programmi, tutti gli atleti vengono sottoposti a test neurocognitivi (test riguardanti alcune funzioni del cervello) prima di praticare uno sport. Poi, se si sospetta una commozione cerebrale, i medici riesaminano gli atleti e stabiliscono se la funzione cerebrale risulta deteriorata.
Trattamento della commozione cerebrale correlata allo sport
Riposo
Paracetamolo per la cefalea
Nessuna ripresa dell’attività sportiva fino a quando i sintomi sono scomparsi
Il trattamento delle commozioni cerebrali correlate allo sport è analogo a quello della commozione cerebrale verificatasi nelle altre persone. Si consiglia il riposo, sia del corpo che del cervello, e l’assunzione di paracetamolo al bisogno per il mal di testa. È opportuno evitare attività scolastiche e lavorative, guidare, assumere alcol e un’eccessiva stimolazione del cervello (ad esempio uso di computer, televisione, videogame).
In caso di peggioramento dei sintomi, i familiari devono accompagnare l’atleta in ospedale.
Ritornare a giocare
Riprendere le attività sportive non è opportuno finché non si saranno compiuti diversi passi. Una volta risolti i sintomi della commozione cerebrale, si può cominciare a praticare un leggero esercizio aerobico e poi passare a un allenamento specifico di tale sport, seguito da allenamenti senza contatto, quindi da allenamenti di contatto e infine dal gioco competitivo. Gli atleti non devono passare allo stadio successivo finché non si saranno risolti tutti i sintomi dello stadio precedente.
Anche se i sintomi migliorano rapidamente, probabilmente è opportuno evitare di riprendere appieno il gioco competitivo finché tutti i sintomi non si siano risolti da almeno una settimana.
Se la commozione cerebrale è stata particolarmente grave (ad esempio perdita di coscienza superiore a 5 minuti o dimenticanza di eventi verificatisi oltre 24 ore prima o dopo il trauma) si dovrebbe attendere almeno un mese prima di riprendere il gioco competitivo.
Una persona che abbia subito più commozioni cerebrali in una stagione deve comprendere i rischi legati alla continuazione della pratica sportiva. Sarebbe opportuno che ne discutesse (o, in caso di minore, che i genitori ne discutessero) con un medico esperto in lesioni cerebrali.