La sindrome da dolore regionale complesso (complex regional pain syndrome, CRPS) descrive diverse condizioni di dolore neuropatico cronico nelle quali il dolore è più grave e di durata maggiore rispetto a quanto ci si aspetterebbe in base alla lesione iniziale. Il dolore è spesso caratterizzato da bruciore o fastidio persistente, accompagnato da alcune anomalie nella stessa zona interessata dal dolore. Le anomalie comprendono aumento o riduzione della sudorazione, edema, variazioni del colore e/o della temperatura della pelle, danni cutanei, perdita di peli, unghie crepate o ispessite, riduzione della massa e debolezza muscolare e perdita ossea.
(Vedere anche Panoramica sul dolore.)
La sindrome da dolore regionale complesso causa dolore neuropatico. In questa malattia, i segnali del dolore vengono elaborati in modo anomalo dal cervello e dal midollo spinale. In genere, si verifica dopo un trauma.
Esistono due tipi di CRPS:
Il tipo 1, un tempo detto distrofia simpatica riflessa, deriva da lesioni di tessuti diversi dal tessuto nervoso. È il tipo più comune.
Il tipo 2, un tempo detto causalgia, è causato da una lesione ai nervi.
A volte non esiste una causa evidente per nessuno dei due tipi di CRPS. Entrambi i tipi si verificano con maggiore frequenza nei giovani adulti e sono 2 o 3 volte più frequenti nelle donne.
Talvolta, la CRPS compare quando il sistema nervoso simpatico diventa iperattivo. Normalmente, il sistema nervoso simpatico prepara l’organismo alle situazioni stressanti o di emergenza, del tipo lotta o fuggi.
Sintomi della sindrome da dolore regionale complesso
I sintomi della sindrome da dolore regionale complesso variano notevolmente e non seguono uno schema fisso.
Il dolore (urente, pizzicante o intenso) è comune. In genere, colpisce l’arto (braccio, gamba, mano o piede) che è stato lesionato. Il dolore è spesso peggiore di quanto ci si aspetterebbe sulla base della lesione. Lo stress emotivo o le variazioni di temperatura della pelle possono peggiorare il dolore. La cute della zona colpita spesso diventa molto sensibile al tatto (detta allodinia). Di conseguenza, il normale contatto cutaneo causa un dolore intenso.
È possibile che le persone non usino l’arto interessato a causa del dolore. Di conseguenza, può diventare impossibile muovere un’articolazione normalmente, con la normale ampiezza di movimento. I muscoli possono irrigidirsi e accorciarsi in modo permanente (contratture) e può formarsi del tessuto cicatriziale.
L’arto colpito può gonfiarsi. Si può assistere alla caduta dei capelli. Le unghie possono creparsi o ispessirsi. La densità ossea può diminuire. I muscoli possono indebolirsi e deperire.
Si potrebbe sudare più o meno del normale e avere più caldo o freddo del solito. La cute nella zona colpita può apparire arrossata, chiazzata, pallida o lucida.
Le dita possono flettersi o il piede può torcersi in una posizione anomala e restare bloccato (detta distonia). L’arto colpito può manifestare tremori o contrazioni.
Molte persone con sindrome da dolore regionale complesso sviluppano depressione, ansia o rabbia, in parte perché la causa è poco chiara, l’efficacia del trattamento è limitata e la prognosi è difficile da stabilire.
I sintomi possono diminuire o restare stabili per anni. In alcune persone, il disturbo progredisce, diffondendosi ad altre aree del corpo.
Diagnosi della sindrome da dolore regionale complesso
Valutazione medica
Il medico diagnostica la sindrome da dolore regionale complesso basandosi sui sintomi specifici dell’arto interessato. Tali sintomi comprendono:
Dolore superiore al previsto per il trauma
Sensibilità al tatto
Alcuni cambiamenti della temperatura o dell’aspetto cutaneo
Gonfiore
Aumento o riduzione della sudorazione
Caduta di capelli e unghie crepate o ispessite
Ridotta mobilità, debolezza muscolare e/o movimenti anomali (come tremore o spasmi dell’arto interessato)
Se la diagnosi non è chiara, il medico può richiedere una radiografia o una scintigrafia ossea per ricercare una perdita o un’infiammazione ossea.
Trattamento della sindrome da dolore regionale complesso
Fisioterapia e/o terapia occupazionale
Blocco nervoso
Stimolazione dei nervi o del midollo spinale
Antidolorifici (analgesici e adiuvanti analgesici)
Terapia psicologica
Terapia dello specchio
Di solito per trattare la sindrome da dolore regionale complesso viene usata una combinazione di trattamenti. Il trattamento mira a dare al soggetto la capacità di usare e muovere l’arto colpito, sebbene il trattamento spesso non ottenga un completo sollievo dai sintomi.
Spesso si ricorre alla fisioterapia, alla desensibilizzazione dell’arto dolente e alla terapia dello specchio.
La fisioterapia può essere utile a:
Garantire che i pazienti muovano la parte dolorante del corpo per prevenire l’atrofizzazione dei muscoli
Mantenere e/o migliorare l’arco di movimento e aiutare a prevenire la formazione di tessuto cicatriziale attorno alle articolazioni non utilizzate
Rendere meno sensibile al dolore la parte interessata (desensibilizzazione)
Rendere il paziente in grado di vivere meglio
Anche la desensibilizzazione è utile. Questa procedura prevede di toccare la parte dolorante con qualcosa che di solito non irritata la cute (come la seta). Quindi, nell’arco di un periodo di tempo, il medico utilizza sostanze sempre più irritanti (come tessuto denim). La desensibilizzazione può anche prevedere di porre l’arto colpito in un bagno d’acqua fredda, quindi in un bagno d’acqua calda.
La terapia dello specchio può aiutare le persone affette da sindrome da dolore regionale complesso. Un operatore sanitario insegna ai pazienti come usare questa terapia. Il paziente si siede con un grande specchio di fronte all’arto sano e nasconde l’arto malato. Lo specchio riflette l’immagine dell’arto sano, dando al soggetto l’impressione di avere due arti normali. Il paziente viene quindi invitato a muovere l’arto sano guardando la propria immagine riflessa. In questo modo ha la sensazione di muovere due arti normali. Ripetendo questo esercizio 30 minuti al giorno per 4 settimane, il dolore può diminuire notevolmente. Questa terapia modifica i percorsi cerebrali che interpretano i segnali del dolore nell’organismo.
La neuromodulazione consiste nella stimolazione elettrica dei nervi o del midollo spinale per ridurre l’intensità del dolore.
In alcuni soggetti, un blocco nervoso simpatico può alleviare il dolore se la causa è l’iperattività del sistema nervoso simpatico. In tali casi, può essere necessario per rendere possibile la fisioterapia. Gli antidolorifici (analgesici) orali, tra cui farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), oppioidi e vari adiuvanti analgesici (come anticonvulsivanti e antidepressivi) possono alleviare il dolore in misura sufficiente da rendere possibile la fisioterapia.
La stimolazione del midollo spinale comporta l’impianto chirurgico di uno stimolatore midollare (un dispositivo che genera impulsi elettrici) sotto la cute, di solito nel gluteo o nell’addome. Gli aghi (cavi) sottili del dispositivo vengono posizionati nello spazio circostante il midollo spinale (spazio epidurale). Questi impulsi modificano il modo in cui i segnali dolorosi vengono inviati al cervello, cambiando pertanto il modo in cui vengono percepiti i sintomi spiacevoli.
Si può ricorrere anche all’elettrostimolazione nervosa transcutanea (transcutaneous electrical nerve stimulation, TENS), per la quale esistono tuttavia meno evidenze di efficacia rispetto alla stimolazione del midollo spinale. La TENS prevede il posizionamento di elettrodi sulla cute piuttosto che il posizionamento di un dispositivo sotto la cute. Tali elettrodi producono una bassa corrente che provoca un formicolio, ma non la contrazione dei muscoli.
La psicoterapia può essere utilizzata quando le persone con sindrome da dolore regionale complesso soffrono anche di depressione e ansia.
L’agopuntura può aiutare ad alleviare il dolore.
