Panoramica sulle malattie tubulointerstiziali

DiFrank O'Brien, MD, Washington University in St. Louis
Revisionato/Rivisto gen 2024
Visualizzazione l’educazione dei pazienti

Le malattie tubulointerstiziali sono patologie clinicamente eterogenee che condividono caratteristiche simili per quanto riguarda le lesioni tubulari e interstiziali. Nei casi gravi e prolungati, può essere coinvolto l'intero rene, con disfunzione glomerulare e insufficienza renale. Le principali classi di malattia tubulointerstiziale sono

La nefropatia da contrasto è una necrosi tubulare acuta causata dai mezzi di contrasto iodati radioattivi.

La nefropatia analgesica è un tipo di nefrite interstiziale cronica, la nefropatia da reflusso ed il mieloma renale possono coinvolgere la nefrite tubulointerstiziale cronica.

Alterazioni tubulointerstiziali possono anche derivare da disturbi metabolici ed esposizione alle tossine.

Fisiopatologia delle malattie tubulointerstiziali

I reni sono esposti a concentrazioni particolarmente elevate di tossine. Il rene ha il più alto apporto ematico tra tutti i tessuti (circa 1,25 mL/g/min o 25% della gittata cardiaca), ed i soluti liberi lasciano il circolo attraverso la filtrazione glomerulare a 100 mL/min; di conseguenza, le sostanze tossiche vengono rilasciate a una velocità 50 volte superiore a quella degli altri tessuti e in concentrazioni molto più elevate. Quando le urine sono concentrate, la superficie del lume tubulare può essere esposta a concentrazioni molecolari da 300 a 1000 volte maggiori di quelle plasmatiche. Il fine orletto a spazzola delle cellule del tubulo prossimale espone una superficie enorme. Un meccanismo di flusso controcorrente aumenta la concentrazione di ioni nel liquido interstiziale della midollare (e quindi aumenta la concentrazione urinaria) fino a 4 volte la concentrazione plasmatica.

Inoltre, vari fattori possono influenzare la vulnerabilità cellulare dopo l'esposizione alle tossine:

  • I meccanismi di trasporto tubulare separano i farmaci dalle loro proteine leganti, che normalmente proteggono le cellule dalla tossicità.

  • Il trasporto transcellulare espone l'interno della cellula ed i suoi organelli ai nuovi prodotti chimici.

  • Le sedi di legame di alcune sostanze (p. es., i gruppi sulfidrilici) possono facilitare l'entrata, ma ritardare l'uscita (p. es., metalli pesanti).

  • Reazioni chimiche (p. es., alcalinizzazione, acidificazione) possono alterare il trasporto nell'una o nell'altra direzione.

  • Il blocco dei recettori per il trasporto può alterare l'esposizione tissutale (p. es., la diuresi da blocco del recettore dell'adenosina A1, come con l'aminofillina, può ridurre l'esposizione).

  • I reni hanno il più elevato consumo di ossigeno e di glucosio per grammo di tessuto e sono, di conseguenza, esposti alle tossine che interagiscono con il metabolismo cellulare energetico.

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