Priorità del primo soccorso d’emergenza

DiAmy H. Kaji, MD, PhD, Harbor-UCLA Medical Center, David Geffen School of Medicine
Revisionato/Rivisto lug 2022
CONSULTA LA VERSIONE PER I PROFESSIONISTI

    La prima priorità in un’emergenza medica è salvare la vita. Una persona che sia in stato di incoscienza e non risponda agli stimoli può essere vicina alla morte e i soccorritori devono valutare la situazione e iniziare il trattamento secondo necessità per mantenere la pervietà delle vie aeree, la respirazione e la circolazione del sangue (ABC, dall’inglese airway, breathing e circulation). Un problema che interessi una di queste aree diviene sempre letale se non trattato tempestivamente. Le vie aeree, attraverso le quali l’aria raggiunge i polmoni, possono essere ostruite (ad esempio per soffocamento o per inalazione di un pezzo di cibo). Molti disturbi, come l’enfisema e l’asma, possono rendere difficile la respirazione. La circolazione del sangue, che dipende da un muscolo cardiaco che pompa e batte, durante un arresto cardiaco può interrompersi. Quando necessario, i soccorritori devono iniziare immediatamente

    La priorità successiva consiste nel chiedere assistenza medica chiamando il pronto soccorso. In Italia il numero dell’assistenza medica d’urgenza è il 118. Chi chiama deve fornire una descrizione quanto più completa possibile delle condizioni della persona e di come la lesione o lo stato patologico si siano sviluppati e non deve riattaccare il telefono finché non gli viene detto di farlo. Nel caso in cui siano presenti diverse persone (soccorritori), una deve chiamare aiuto mentre un’altra inizia la valutazione e il primo soccorso.

    Dopo aver chiamato il 118 o il servizio di emergenza locale, se necessario i soccorritori possono anche somministrare:

    • adrenalina, mediante iniezione intramuscolare, per le reazioni allergiche gravi (anafilassi), ad esempio dopo una puntura d’ape

    • naloxone, per via nasale o mediante iniezione intramuscolare, se la respirazione si arresta o si riduce notevolmente dopo un sovradosaggio di sostanze oppioidi

    Se più soggetti rimangono lesi, devono essere trattate inizialmente le persone più gravi. Bisogna impiegare meno di 1 minuto per valutare ogni persona ferita. In ogni caso, il soccorritore dovrebbe considerare se la situazione è

    • Potenzialmente fatale

    • Urgente ma non potenzialmente fatale

    • Non urgente

    Stabilire chi ha più bisogno di trattamento può risultare difficile, perché un soggetto che urla dal dolore può essere meno grave rispetto a un altro che non riesce a respirare o che è andato in coma e quindi è silenzioso. Difficoltà respiratoria ed emorragia abbondante sono potenzialmente letali; l’osso fratturato di una mano o di un piede può essere trattato quasi sempre in un secondo momento, a prescindere dal dolore che provoca.

    Se vi sono molte persone con lesioni gravi e le risorse sono limitate, i soccorritori dovranno assistere solo le persone che ritengono possano sopravvivere.

    Se i feriti non sono in grado di fornire informazioni mediche a causa dello stato confusionale o di incoscienza o della gravità della loro condizione, è opportuno raccogliere informazioni in altri modi. Per esempio, nel caso in cui il soggetto sia svenuto e si trovi accanto a lui un flacone di pillole vuoto, il flacone deve essere consegnato al personale medico d’urgenza. Per il trattamento del soggetto può essere essenziale sapere come è avvenuto l’infortunio e ottenere altre informazioni da testimoni, familiari o soccorritori.

    Coloro che non richiedono un trattamento urgente vengono rassicurati e per loro si adottano misure semplici, come fornire una coperta e mantenere la persona calma e al caldo mentre attende di essere trattata.

    Per prevenire la diffusione di infezioni trasmesse attraverso il sangue, i soccorritori devono proteggersi seguendo le precauzioni universali, un concetto di controllo delle infezioni che considera il sangue e tutti i fluidi organici umani come se fossero notoriamente infettivi. Ad esempio, malattie gravi, come l’infezione da virus dell’immunodeficienza umana (Human Immunodeficiency Virus, HIV) e l’epatite B e C (vedere Panoramica sull’epatite), possono essere trasmesse attraverso il sangue e alcuni fluidi organici. Se possibile, i soccorritori devono indossare guanti di lattice o nitrile per una migliore protezione. Se non sono disponibili guanti, può essere utilizzata la plastica. Per esempio, il soccorritore può infilare le mani in una busta di plastica per generi alimentari o in qualsiasi oggetto impermeabile. Qualora possano verificarsi schizzi di sangue o di fluidi organici si devono inoltre indossare mascherine facciali e occhiali di sicurezza (o visiere), nonché camici e cuffie protettivi.

    Al termine del primo soccorso, i soccorritori devono detergere la cute per rimuovere eventuali contaminanti. Ad esempio, devono lavarsi energicamente le mani, compresa l’area sotto le unghie, quanto prima con acqua e sapone o con una soluzione leggera di candeggina (circa 1 cucchiaio da tavola ogni litro d’acqua o 15 millilitri per litro). Se queste soluzioni non sono disponibili, si possono usare igienizzanti a base alcolica.