Polmoniti da ipersensibilità

(Alveolite allergica estrinseca)

DiJoyce Lee, MD, MAS, University of Colorado School of Medicine
Revisionato/Rivisto giu 2021
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La polmonite da ipersensibilità è un tipo di infiammazione che si produce all’interno e intorno alle piccole cavità aeree (alveoli) e le vie aeree di piccolo calibro (bronchioli) del polmone, causata da una reazione di ipersensibilità a polveri organiche o, più raramente, a sostanze chimiche inalate.

  • Le polveri contenenti microorganismi o proteine possono causare una reazione di ipersensibilità nei polmoni.

  • Il paziente può sviluppare febbre, tosse, brividi e respiro affannoso entro 4-8 ore dalla riesposizione a sostanze alle quali è sensibile.

  • La tomografia computerizzata (TC) toracica e i test di funzionalità polmonare trovano impiego per stabilire un eventuale disturbo polmonare.

  • La sostanza responsabile della reazione può talvolta essere identificata con l’esame del sangue e, quando il disturbo origina da un contatto sul posto di lavoro, il luogo potrà essere analizzato da uno specialista dell’igiene industriale, al fine di identificare le sostanze scatenanti.

  • Le persone che lavorano con sostanze in grado di scatenare reazioni di ipersensibilità devono usare dispositivi di protezione, come maschere facciali, durante lo svolgimento delle proprie mansioni.

  • Coloro che possono evitare la riesposizione generalmente guariscono, ma, a volte, devono seguire una terapia corticosteroidea per ridurre l’infiammazione polmonare.

(Vedere anche Panoramica sulla malattia polmonare interstiziale.)

Durante queste reazioni da ipersensibilità (definite anche reazioni allergiche), il sistema immunitario attacca un qualsivoglia elemento presente in una polvere organica o sostanza chimica che venga inalata. Le sostanze rilasciate dalle cellule del sistema immunitario danneggiano i polmoni, dove è penetrata la polvere. La porzione della polvere inalata che scatena la reazione immunitaria è detta antigene.

Cause delle polmoniti da ipersensibilità

Molte sostanze possono causare reazioni di ipersensibilità nei polmoni. Le polveri organiche contenenti microrganismi, o proteine e agenti chimici, come gli isocianati, possono determinare polmonite da ipersensibilità. Il polmone del contadino, legato all’inalazione ripetuta di batteri attratti dal calore (termofilici), nel fieno ammuffito, è un esempio ben noto di polmonite da ipersensibilità. Il polmone dell’allevatore avicolo è un altro esempio. Si sviluppa quando si inala la polvere creatasi dalle piume del volatile (o volatili vivi o nei cuscini o piumoni).

Sapevate che...

  • Solo una piccola percentuale di persone che inala queste polveri comuni sviluppa reazioni di ipersensibilità. In linea generale, prima che si sviluppi una reazione di sensibilità e la risultante malattia, il soggetto deve essere esposto ripetutamente nel tempo alla sostanza scatenante.

Il danno polmonare sembra originare dal danno procurato dall’azione dei linfociti, un tipo di globuli bianchi. Le esposizioni iniziali alle polveri sensibilizzano i linfociti. Alcuni linfociti quindi contribuiscono a produrre anticorpi implicati nel danno tissutale. Altri partecipano direttamente al processo infiammatorio dopo una successiva esposizione antigenica. L’esposizione ricorrente agli antigeni determina una risposta infiammatoria cronica, che si manifesta con un incremento dei globuli bianchi nelle pareti degli alveoli e delle piccole vie aeree. Questo incremento conduce progressivamente alla comparsa dei sintomi e alla malattia.

Tabella

Sintomi delle polmoniti da ipersensibilità

In base alla rapidità di sviluppo dei sintomi, la polmonite da ipersensibilità può essere:

  • Acuta

  • Subacuta

  • Cronica

Nella polmonite da ipersensibilità acuta, il paziente sviluppa febbre, tosse, brividi e respiro affannoso, in genere dopo 4-8 ore dalla riesposizione a quantità significative della polvere organica scatenante. Il respiro sibilante compare di rado. Se non si verificano ulteriori contatti con l’antigene, la sintomatologia migliora di solito in uno o due giorni, ma la guarigione completa può richiedere qualche settimana.

La forma subacuta della polmonite da ipersensibilità è caratterizzata da un esordio più lento. Nell’arco di giorni o settimane possono svilupparsi, e aggravarsi, tosse e respiro affannoso. Talora, i sintomi possono raggiungere una gravità tale da richiedere il ricovero ospedaliero.

Nella polmonite da ipersensibilità cronica, il contatto con un antigene avviene ripetutamente, nel corso di mesi o anni, e può determinare cicatrizzazione (fibrosi) polmonare. Dispnea (respiro affannoso) da sforzo, tosse e affaticamento possono gradualmente progredire nel giro di mesi o anni. Col tempo, la malattia può determinare un’insufficienza respiratoria. Gli anziani possono essere più soggetti a malattia cronica e progressiva a causa di una prolungata esposizione all’antigene.

Diagnosi delle polmoniti da ipersensibilità

  • Tomografia computerizzata del torace

La diagnosi di polmonite da ipersensibilità si basa parzialmente sulla sintomatologia, sulle manifestazioni cliniche, sull’identificazione (se possibile) della polvere o di altra sostanza che causa il disturbo, come stabilito da quanto riferito dal paziente, sull’analisi del posto di lavoro da parte di specialisti dell’igiene industriale, sulla presenza di anticorpi all’esame del sangue, o su una combinazione di entrambi.

I medici possono sospettare tale diagnosi in base ai riscontri della radiografia toracica. Tuttavia, generalmente è necessaria la tomografia computerizzata (TC) del torace per la conferma della diagnosi. I risultati dei test di funzionalità polmonare, che misurano la capacità dei polmoni di trattenere e di introdurre ed espellere aria per lo scambio dell’ossigeno e dell’anidride carbonica, trovano impiego per valutare la funzione polmonare e contribuire a confermare la diagnosi di polmonite da ipersensibilità.

Nei casi incerti, soprattutto nel sospetto di un’infezione, può venire prelevato un frammento di tessuto polmonare per l’esame al microscopio (biopsia polmonare). Per ottenere un campione tissutale, potrebbe essere necessario l’inserimento di una sonda a fibre ottiche attraverso la parete toracica (toracoscopia), anche per esaminare la superficie polmonare e la cavità pleurica, oppure un intervento chirurgico con apertura della parete toracica (toracotomia). Talvolta, piuttosto che (o oltre ad) asportare il tessuto con uno strumento appuntito, l’operatore può eseguire un lavaggio polmonare con liquido (lavaggio broncoalveolare) per estrarre le cellule da esaminare.

Occasionalmente, sono necessari esami del sangue per verificare la presenza di eventuali indizi suggestivi della sostanza che determina l’ipersensibilità o per eliminare la presenza di altre possibili cause.

Prevenzione delle polmoniti da ipersensibilità

La migliore profilassi consiste nell’evitare l’esposizione all’antigene, ma questo potrebbe essere impossibile (ad esempio, se il soggetto non può cambiare lavoro). L’eliminazione o la riduzione della polvere, attraverso l’uso di maschere protettive, e l’uso di buoni sistemi di ventilazione possono favorire la prevenzione sia della sensibilità sia di recidive. Tuttavia, anche i migliori metodi di prevenzione potrebbero non essere efficaci.

Trattamento delle polmoniti da ipersensibilità

  • Corticosteroidi o immunosoppressori

I soggetti con un episodio acuto di polmonite da ipersensibilità, di solito, guariscono se evitano ulteriori contatti con la sostanza. Se l’episodio è grave, corticosteroidi, come il prednisone, riducono i sintomi e possono contribuire ad attenuare l’infiammazione. Episodi prolungati o ricorrenti possono determinare uno stato di malattia irreversibile e invalidità progressiva, e richiedere una terapia immunosoppressiva a lungo termine.