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Impetigine ed ectima

Di

Wingfield E. Rehmus

, MD, MPH, University of British Columbia

Revisionato dal punto di vista medico feb 2021
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Risorse sull’argomento

L'impetigine è un'infezione cutanea superficiale caratterizzata da croste o bolle, causata da streptococchi, stafilococchi o entrambi. L'ectima è una forma ulcerativa dell'impetigine. La diagnosi è clinica. Il trattamento è composto da antibiotici topici e talvolta anche orali.

Nella maggior parte dei pazienti non è stata identificata alcuna lesione predisponente, ma l'impetigine può essere la conseguenza di qualsiasi tipo di ferita cutanea. I comuni fattori di rischio sembrano essere l'umidità ambientale, la scarsa igiene, o la presenza cronica di stafilococchi o streptococchi in sede nasofaringea. L'impetigine può essere bollosa o non bollosa. Lo Staphylococcus aureus è la causa predominante di impetigine non-bollosa e la causa di ogni impetigine bollosa. Le bolle sono causate dalla tossina esfoliativa prodotta dagli stafilococchi. Lo S. aureus meticillino-resistente è stato isolato nel 20% dei casi recenti di impetigine.

Sintomatologia dell'impetigine e dell'ectima

L'impetigine non bollosa si presenta tipicamente come gruppi di vescicole o pustole che si rompono e danno origine a una crosta mielicerica (essudato dalla base della lesione) che ricopre le lesioni. Le lesioni più piccole possono confluire in placche crostose più grandi.

L'impetigine bollosa è simile tranne per il fatto che le vescicole tipicamente confluiscono fino a formare delle bolle. Le bolle si rompono ed espongono basi più ampie, che si ricoprono di una patina o crosta color miele.

Esempi di impetigine non-bollosa e bollosa

L'ectima è caratterizzato da piccole ulcere purulente, superficiali, perforate all'apice con croste spesse, di colore marrone-nerastro, circondate da eritema.

L'impetigine e l'ectima causano un fastidio o dolore lieve. Il prurito è frequente; il grattamento può diffondere l'infezione, inoculando la cute adiacente e anche quella non adiacente.

Diagnosi dell'impetigine e dell'ectima

  • Valutazione clinica

La diagnosi di impetigine ed ectima si basa sull'aspetto clinico caratteristico.

Le colture delle lesioni sono indicate solo quando i pazienti non rispondono alla terapia empirica. I pazienti con impetigine recidivante devono essere sottoposti a coltura nasale. Infezioni persistenti devono essere poste in coltura per identificare lo S. aureus meticillino-resistente.

Trattamento dell'impetigine e dell'ectima

  • Mupirocina topica, retapamulina, acido fusidico o ozenoxacina

  • A volte antibiotici orali

L'area interessata deve essere lavata delicatamente con acqua e sapone più volte/die per rimuovere eventuali incrostazioni.

Il trattamento per l'impetigine localizzata consiste in un unguento antibiotico alla mupirocina 3 volte/die per 7 giorni, alla retapamulina 2 volte/die per 5 giorni, o all'ozenoxacina crema all'1% ogni 12 h per 5 giorni. Acido fusidico al 2% in crema da 3 a 4 volte/die fino a quando si raggiunge la risoluzione delle lesioni.

Gli antibiotici (p. es., dicloxacillina o cefalexina 250-500 mg 4 volte/die [12,5 mg/kg 4 volte/die nei bambini], per 10 giorni) possono essere necessari nei pazienti immunocompromessi o con lesioni di impetigine estese o resistenti; clindamicina 300 mg ogni 6 h o eritromicina 250 mg ogni 6 h possono essere utilizzati nei pazienti allergici alla penicillina, ma è crescente la resistenza a entrambi questi farmaci.

L'uso della terapia empirica iniziale contro lo S. aureus meticillino-resistente S. aureus meticillino resistente e cellulite purulenta o complicata La cellulite è un'infezione batterica acuta della cute e del tessuto sottocutaneo causata nella maggior parte dei casi da streptococchi o stafilococchi. I sintomi e i segni sono dolore, calore... maggiori informazioni  S. aureus meticillino resistente e cellulite purulenta o complicata non è in genere consigliato tranne nei casi in cui sia presente una forte evidenza clinica (p. es., il contatto con una persona che ha avuto un caso documentato, o l'esposizione a un focolaio documentato, prevalenza di coltura locale documentata del > 10% o 15%). Il trattamento dello S. aureus meticillino-resistente deve essere conseguente al risultato degli esami colturali e di sensibilità; tipicamente, clindamicina, trimetoprim/sulfametossazolo e doxiciclina sono efficaci contro la maggior parte dei ceppi di S. aureus extraospedalieri meticillino-resistenti.

A un trattamento tempestivo fa di solito seguito una rapida guarigione. Un ritardo può causare cellulite, linfangite, foruncolosi, iperpigmentazione e ipopigmentazione con o senza cicatrizzazione. I bambini di età compresa tra 2 e 4 anni sono a rischio di glomerulonefrite acuta se sono coinvolti i ceppi nefropatogeni degli streptococchi di gruppo A (tipi 49, 55, 57 e 59); la nefrite sembra più frequente nel sud degli Stati Uniti rispetto alle altre regioni. È improbabile che il trattamento con antibiotici prevenga la glomerulonefrite streptococcica.

Punti chiave

  • Lo S. aureus causa la maggior parte dei casi di impetigine non-bollosa e tutti i casi di impetigine bollosa.

  • La crosta color miele è caratteristica sia dell'impetigine bollosa che di quella non bollosa.

  • In caso di impetigine persistente, va eseguito il tampone per esame colturale sia dalle lesioni cutanee (per identificare lo S. aureus meticillino-resistente) che all'interno delle coane nasali (per identificare un serbatoio nasale dell'infezione).

  • Trattare la maggior parte dei casi con antibiotici topici.

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