(Vedi anche Panoramica sulle aritmie.)
I ritmi ectopici sopraventricolari comprendono
Battiti prematuri (extrasistole) atriali
I battiti prematuri (extrasistole) atriali o le contrazioni atriali premature sono impulsi episodici di origine atriale, comuni nella popolazione generale. Si possono verificare in cuori normali in presenza o meno di fattori scatenanti (p. es., caffè, tè, alcol, pseudoefedrina) o possono essere il segno di una patologia cardiopolmonare sottostante. Sono comuni nei pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva. Occasionalmente causano palpitazioni.
La diagnosi si basa sull'elettrocardiografia (ECG, vedi figura Battiti prematuri atriali).
Battiti prematuri atriali
I battiti prematuri atriali (extrasistole) possono essere normalmente condotti, condotti con aberranza o non condotti e sono di solito seguiti da una pausa non compensatoria. I battiti prematuri atriali (extrasistole) condotti con aberranza (di solito con morfologia a blocco di branca destra) vanno distinti dai battiti prematuri di origine ventricolare.
I battiti atriali di scappamento sono battiti ectopici (extrasistole) atriali che emergono dopo lunghe pause o arresti sinusali. Possono essere singoli o multipli; i battiti di scappamento originanti da un singolo focus possono produrre un ritmo continuo (chiamato ritmo ectopico atriale). La frequenza cardiaca è tipicamente più lenta, la morfologia delle onde P, uniforme, è solitamente differente da quella sinusale e l'intervallo PR è leggermente più breve di quello che si osserva durante il ritmo sinusale.
Tachicardia atriale
La tachicardia atriale è un ritmo regolare causato dalla rapida e ripetitiva attivazione atriale da parte di un singolo focus atriale. La frequenza solitamente è compresa tra 150 e 200 battiti/min; tuttavia, se la frequenza atriale è molto rapida e/o vi è associata una disfunzione del nodo atrioventricolare o un'intossicazione digitalica, si può avere blocco atrioventricolare e la frequenza ventricolare può essere inferiore. Fra i meccanismi responsabili di tachicardia atriale, si annoverano esaltato automatismo atriale e rientro intra-atriale.
La tachicardia atriale è la forma meno comune (5%) di tachicardia sopraventricolare e generalmente si verifica in pazienti con cardiopatia strutturale. Altre cause comprendono l'irritazione atriale (p. es., pericardite), i farmaci (p. es., digossina), l'alcol e l'inalazione di gas tossici.
I sintomi sono quelli di altre tachicardie (p. es., stordimento, vertigini, palpitazioni, e raramente sincope).
La diagnosi è basata sull'ECG; le onde P, che differiscono per morfologia dalle normali onde P sinusali, precedono i complessi QRS ma possono essere nascoste nel contesto dell'onda T precedente (vedi figura Tachicardia atriale).
Tachicardia atriale
Le manovre vagali possono essere usate per rallentare la frequenza cardiaca riducendo la conduzione atrioventricolare e quindi permettendo una migliore visualizzazione delle onde P quando queste sono nascoste, ma queste manovre in genere non interrompono l'aritmia (dimostrando così che il nodo atrioventricolare non fa parte del circuito dell'aritmia).
Il trattamento è rivolto alle cause e talora si rende necessario il rallentamento della frequenza di risposta ventricolare utilizzando farmaci beta-bloccanti o calcio-antagonisti. Talvolta, per interrompere un episodio sostenuto, può essere necessario ricorrere alla cardioversione elettrica. Fra gli approcci farmacologici per l'interruzione e la prevenzione della tachicardia atriale vi sono i farmaci antiaritmici di classe Ia, Ic o III. Se queste misure non invasive sono inefficaci, le alternative sono l'overdrive pacing e l'ablazione del focus ectopico.
Tachicardia atriale multifocale
La tachicardia atriale multifocale (tachicardia atriale caotica) è un ritmo irregolarmente irregolare causato dalla scarica casuale di molteplici focus ectopici atriali. Per definizione, la frequenza cardiaca è > 100 battiti/min. Fatta eccezione per la frequenza, le caratteristiche sono le stesse del segnapassi atriale migrante. I sintomi, quando ci sono, sono quelli di una tachicardia rapida. La tachicardia atriale multifocale può essere dovuta a un disturbo polmonare sottostante come la broncopneumopatia cronica ostruttiva ma è anche causato da una malattia cardiaca di base come la coronaropatia, e da anomalie elettrolitiche come l'ipokaliemia. Il trattamento è diretto alla patologia sottostante.
Tachicardia giunzionale non parossistica
La tachicardia giunzionale non parossistica è causata da un aumentato automatismo localizzato nel nodo atrioventricolare o nei tessuti immediatamente adiacenti; solitamente si associa a operazione a cuore aperto, infarto del miocardio acuto inferiore, miocardite o tossicità digitalica. La frequenza solitamente è compresa tra 60 e 120 battiti/min; perciò, i sintomi sono solitamente assenti. L'ECG mostra complessi QRS regolari, di normale morfologia e assenza di onde P identificabili oppure con onde P retrograde (negative nelle derivazioni inferiori) che si visualizzano poco prima (< 100 millisecondi) o poco dopo il QRS. L'aritmia è distinta dalla tachicardia parossistica sopraventricolare per la frequenza inferiore e per l'esordio e fine graduali. Il trattamento è volto alle cause.
Segnapassi atriale migrante
Il segnapassi atriale migrante (wandering atrial pacemaker; o ritmo atriale multifocale) è un ritmo irregolarmente irregolare causato dalla scarica casuale di molteplici focus ectopici atriali. Per definizione, la frequenza cardiaca è ≤ 100 battiti/min. Questa aritmia tipicamente si verifica in pazienti pneumopatici che sono ipossiemici, in acidosi, intossicati di teofillina o con una combinazione di queste condizioni. Sull'ECG la morfologia delle onde P è differente da battito a battito e ci sono ≥ 3 morfologie distinte dell'onda P. La presenza di onde P differenzia il segnapassi atriale migrante dalla fibrillazione atriale. Il trattamento è volto alle cause.