Marijuana (cannabis)

DiGerald F. O’Malley, DO, Grand Strand Regional Medical Center;
Rika O’Malley, MD, Grand Strand Medical Center
Revisionato/Rivisto dic 2022
Visualizzazione l’educazione dei pazienti

La marijuana è un euforizzante che può causare sedazione o disforia in alcuni consumatori. Con l'uso cronico può svilupparsi dipendenza psicologica, ma solo una lievissima dipendenza fisica è clinicamente evidente. L'astinenza è fastidiosa, ma richiede solo un trattamento di supporto.

La marijuana è la sostanza illegale più comunemente utilizzata; è tipicamente utilizzata in maniera episodica senza evidenza di disfunzionalità sociale o psicologica. I principi attivi nella pianta di marijuana sono chiamati cannabinoidi; il principale psicoattivo cannabinoide della pianta è il delta-9-tetraidrocannabinolo. Numerosi cannabinoidi sintetici inoltre sono stati sviluppati per uso ricreativo in modo illecito. I cannabinoidi endogeni sono sostanze prodotte dall'organismo che attivano i recettori per i cannabinoidi; essi sembrano svolgere un ruolo nella regolazione dell'appetito, del dolore e della memoria.

Negli Stati Uniti la marijuana è di solito fumata in sigarette fatte con le inflorescenze e le foglie della pianta essiccate o con l'hashish, la resina pressata della pianta. La legalizzazione della marijuana a scopo ricreativo nel 2010 in alcuni stati degli Stati Uniti ha creato un grande mercato per i prodotti di marijuana che vengono ingeriti, insufflati, vaporizzati, applicati per via topica in tinture, lozioni e spray.

Il dronabinolo, un derivato orale sintetico del componente attivo delta-9-tetraidrocannabinolo, viene usato per trattare la nausea e il vomito associati alla chemioterapia per il cancro e per aumentare l'appetito nei pazienti con AIDS.

Il cannabidiolo (comunemente chiamato olio di CBD) è uno dei principali cannabinoidi naturali della pianta della marijuana. Il cannabidiolo ha proprietà psicoattive minime e il suo uso ricreativo non è associato a un elevato potenziale di abuso. È stato approvato per il trattamento di alcune forme rare di epilessia nell'infanzia ed è in fase di test per l'uso in una varietà di altre condizioni.

Fisiopatologia

Il delta-9-tetraidrocannabinolo si lega ai recettori per i cannabinoidi, che sono presenti in tutto il cervello.

Effetti cronici

Ogni sostanza che causa euforia e riduce l'ansia può provocare dipendenza e la marijuana non fa eccezione. I fumatori di grosse dosi possono sviluppare sintomi a livello polmonare (episodi di bronchite acuta, respiro sibilante, tosse e catarro) e la loro funzionalità polmonare può risultare alterata, manifestandosi con alterazioni nelle grandi vie aeree di significato sconosciuto. Tuttavia, neanche i fumatori quotidiani sviluppano malattie ostruttive polmonari.

Dati recenti suggeriscono che il pesante uso di marijuana è associato a deterioramento cognitivo e cambiamenti anatomici significativi nell'ippocampo, in particolare se l'uso di marijuana inizia nell'adolescenza.

Non vi è alcuna evidenza di aumento del rischio di tumore della testa e del collo o delle vie aeree, come accade per il tabacco. Un senso di diminuita intraprendenza ed energia viene spesso descritto.

L'effetto dell'uso prenatale di marijuana sui neonati non è chiaro. È stata riportata una diminuzione del peso fetale, ma quando vengono stimati tutti i fattori (p. es., uso di alcol e tabacco da parte della madre), l'effetto sul peso fetale sembra minore. Tuttavia, dal momento che la sicurezza non è stata chiaramente dimostrata, la marijuana deve essere evitata da donne in gravidanza e da coloro che stanno cercando di rimanere incinte. Il tetraidrocannabinolo viene secreto nel latte materno. Sebbene non sia stato dimostrato alcun danno per i bambini allattati al seno, si raccomanda di evitare l'uso di cannabis alle madri che allattano, come alle donne in gravidanza.

Sintomatologia dell'intossicazione da Marijuana

L'intossicazione e l'astinenza da marijuana non mettono in pericolo di vita.

Effetti acuti

Entro pochi minuti fumare marijuana produce uno stato di coscienza oniroide nel quale le idee appaiono sconnesse, incontrollabili e liberamente fluttuanti. Il tempo, i colori e le percezioni spaziali possono essere alterati. In generale l'intossicazione consiste in una sensazione di euforia e rilassamento (un "high"). Questi effetti durano per 4-6 h dopo l'inalazione.

Molti degli altri effetti psicologici riportati appaiono correlati alla situazione in cui la droga viene assunta. Si sono verificate ansia, reazioni di panico e paranoia, soprattutto tra i consumatori alle prime esperienze. La marijuana può esacerbare o addirittura scatenare sintomi psicotici negli schizofrenici, anche in quelli in trattamento con antipsicotici.

Gli effetti fisici sono lievi nella maggior parte dei pazienti. Si manifestano costantemente tachicardia, iperemia congiuntivale e bocca secca. Possono risultare compromessi fino a 24 h la concentrazione, il senso del tempo, la coordinazione fine, la percezione della profondità, i movimenti oculari di inseguimento dell'oggetto e il tempo di reazione, con possibilità di rischio in determinate situazioni (p. es., guidare, lavorare con attrezzature pesanti). L'appetito spesso aumenta.

Effetti cronici

La sindrome dell'iperemesi da cannabinoidi è una sindrome descritta recentemente di episodi ciclici di nausea e vomito in consumatori frequenti di cannabis; i sintomi generalmente si risolvono spontaneamente entro 48 h. Un bagno caldo migliora questi sintomi ed è un indizio clinico per la diagnosi.

Fumare di frequente marijuana può ridurre il numero di spermatozoi, con conseguente possibile diminuzione della fertilità (1). Alcuni studi dimostrano che le donne che fumano marijuana hanno una diminuzione della fertilità (2).

Diversi studi hanno descritto un possibile legame tra l'uso cronico e intenso di marijuana e l'aumentato rischio di disturbi psichiatrici tra cui la schizofrenia, la depressione, l'ansia e l'abuso di altre sostanze, anche se una relazione di causa ed effetto rimane incerta.

Astinenza

La cessazione negli utilizzatori assidui della marijuana può causare una lieve sindrome da astinenza; l'esordio dei sintomi di astinenza è variabile ma spesso avviene circa 12 h dopo l'ultimo utilizzo. I sintomi sono costituiti da insonnia, irritabilità, depressione, nausea e anoressia; i sintomi raggiungono un picco dopo 2-3 giorni e durano fino a 7 giorni.

Riferimenti relativi alla sintomatologia

  1. 1. Ilnitshky S, Van Uum S: Marijuana fertility. CMAJ/ JMAC 191(23):E638, 2019.

  2. 2. Mumford SL, Flannagan KS, Radoc JG: Cannabis use while trying to conceive: A prospective cohort study evaluating associations with fecundability, live birth and pregnancy loss. Human Reproduction 36(5):1405–1415, 2021. https://doi.org/10.1093/humrep/deaa355

Diagnosi dell'intossicazione da marijuana

  • Di solito una diagnosi clinica

La diagnosi di intossicazione da marijuana è generalmente clinica. I livelli di farmaco non sono generalmente misurati. La maggior parte degli screening tossicologici di routine sulle urine comprende la marijuana, ma può dare risultati falsi positivi o falsi negativi.

Trattamento dell'intossicazione da marijuana

  • Misure di supporto

La terapia dell'intossicazione da marijuana, in genere, non è necessaria; per i pazienti che vanno incontro a malessere significativo, il trattamento è di supporto. I pazienti con sindrome dell'iperemesi da cannabinoidi possono necessitare di fluidi EV e antiemetici (i rapporti aneddotici suggeriscono che l'aloperidolo e la capsaicina topica sono efficaci). Il trattamento definitivo della sindrome da iperemesi da cannabinoidi è la cessazione dell'uso di marijuana.

La gestione dell'abuso consiste tipicamente in una terapia comportamentale all'interno di un programma di trattamento ambulatoriale della dipendenza.

Per ulteriori informazioni

Le seguenti risorse in lingua inglese possono essere utili. Si noti che il Manuale non è responsabile per il contenuto di queste risorse.

  • Narcotics Anonymous World Services: aiuta le persone a combattere la dipendenza, indipendentemente dalla sostanza che l'ha causata, con un programma in 12 passi simile a quello utilizzato da Alcoholics Anonimo.

  • Substance Abuse and Mental Health Services Administration (SAMHSA): un dipartimento dell'US Health Agency che dirige le azioni di salute pubblica per migliorare la salute comportamentale e fornisce risorse, tra cui locatori di trattamento, assistenza telefonica gratuita, strumenti di formazione per gli operatori, statistiche e pubblicazioni su una varietà di argomenti legati alle sostanze.

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