Il disturbo dell’eccitazione genitale persistente consiste nell’eccitazione fisica (genitale) eccessiva e non voluta, con conseguente aumento del flusso sanguigno agli organi genitali e, nelle donne, delle secrezioni vaginali, senza alcun desiderio di attività sessuale.
Le cause del disturbo dell'eccitazione genitale persistente sono sconosciute. Può interessare uomini e donne ed essere scatenato da un’attività sessuale o non sessuale o da nessuno stimolo evidente. L’ansia e la preoccupazione che il disturbo si ripresenti possono perpetuarlo. La contrazione dei muscoli pelvici può contribuire ai sintomi, una fastidiosa sensazione persistente di formicolio o di pulsazione all'interno e intorno ai genitali.
Nel disturbo dell’eccitazione genitale permanente femminile, i cambiamenti fisici solitamente scatenati dalla stimolazione sessuale si verificano anche se la donna non desidera avviare un’attività sessuale e non è mentalmente o emotivamente (soggettivamente) eccitata. Il flusso di sangue al clitoride aumenta, provocando il rigonfiamento del clitoride (che corrisponde al pene maschile) e delle pareti della vagina (un processo definito inturgidimento), oltre a un aumento delle secrezioni vaginali (che hanno funzione lubrificante). Si avverte un formicolio o pulsazioni nella zona genitale, sensazioni che persistono per ore o giorni. La maggior parte delle donne considera questi cambiamenti invadenti e avverte preoccupazione e imbarazzo.
La diagnosi del disturbo dell'eccitazione genitale persistente si basa sui sintomi caratteristici, ma solo se le donne sono molto angosciate dal sintomi.
Trattamento del disturbo dell’eccitazione genitale persistente
Fisioterapia del pavimento pelvico
Terapie psicologiche
Il trattamento del disturbo dell'eccitazione genitale persistente non è chiaro.
All’inizio, l’orgasmo (anche quello autostimolato) può portare un sollievo temporaneo, ma poi diventa meno efficace, oltre a rappresentare una soluzione insoddisfacente e poco pratica.
La fisioterapia del pavimento pelvico, compresi esercizi di rilassamento dei muscoli pelvici con biofeedback può essere utile, specialmente se combinata alla terapia cognitiva basata sulla consapevolezza di sé.
Un inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina (SSRI), un antidepressivo, può essere efficace, ma non vi sono evidenze sufficienti a conferma della sua utilità.
in alcuni casi il semplice riconoscimento dell’esistenza del disturbo, con la rassicurazione che possa risolversi spontaneamente, può essere di aiuto. Sono utili anche le informazioni riguardo al disturbo e il sostegno, come pure il trattamento specifico dell’ansia mediante psicoterapie e/o farmaci.