Disturbo da stress acuto

DiJohn W. Barnhill, MD, New York-Presbyterian Hospital
Revisionato/Rivisto ago 2023
Visualizzazione l’educazione dei pazienti

Il disturbo da stress acuto è un breve periodo di ricordi intrusivi che si manifestano entro 4 settimane in seguito a un evento traumatico cui si è assistito o che si è vissuto in prima persona. La diagnosi si basa su criteri clinici. Il trattamento si concentra sulla cura di sé e sulla psicoterapia. La farmacoterapia ha un ruolo limitato.

(Vedi anche Panoramica sui disturbi da traumi e stress.)

Il disturbo da stress acuto comporta reazioni da stress acuto che si sviluppano entro 1 mese dall'esposizione a un evento traumatico. Queste reazioni allo stress comprendono ricordi intrusivi del trauma, evitamento di stimoli che ricordano al paziente il trauma, un umore negativo, sintomi dissociativi (tra cui derealizzazione e amnesia), evitamento di ricordi e aumento dell'eccitabilità. Se sintomi significativi durano più di 1 mese, deve essere presa in considerazione una diagnosi di disturbo post-traumatico da stress.

Il disturbo da stress acuto descrive una popolazione di persone con un disagio significativo a seguito di un'esperienza traumatica che va oltre a quella compatibile con un disturbo dell'adattamento.

Diagnosi del disturbo da stress acuto

  • Criteri del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 5th edition (DSM-5-TR)

Per soddisfare i criteri del DSM-5-TR per la diagnosi del disturbo da stress acuto, i pazienti devono essere stati esposti direttamente o indirettamente a un evento traumatico, e 9 dei seguenti sintomi da una delle 5 categorie (intrusione, umore negativo, dissociazione, evitamento, e eccitazione) devono essere presenti per un periodo di 3 giorni fino a 1 mese (1):

Sintomi intrusivi

  • Ricorrente, involontario, e invadente ricordo angosciante dell'evento

  • Sogni inquietanti ricorrenti riguardo ad alcuni eventi

  • Reazioni dissociative (p. es., flashback in cui i pazienti si sentono come se l'evento traumatico si ripetesse)

  • Sofferenza psicologica o fisiologica intensa quando si ricorda l'evento (p. es., entrando in un posto simile, con suoni simili a quelli uditi durante l'evento)

Umore negativo

  • Persistente incapacità di provare emozioni positive (p. es., felicità, soddisfazione, sentimenti di amore)

Sintomi dissociativi

  • Un senso alterato della realtà (p. es., sentirsi in uno stato confusionale, rallentamento del tempo, percezioni alterate)

  • Impossibilità di ricordare una parte importante dell'evento traumatico

Sintomi di evitamento

  • Sforzi per evitare angoscianti ricordi, pensieri o sentimenti associati all'evento

  • Sforzi per evitare sollecitazioni esterne (persone, luoghi, conversazioni, attività, oggetti, situazioni) associate all'evento

Sintomi di eccitazione/iperattivazione

  • Disturbi del sonno

  • Irritabilità o scoppi d'ira

  • Ipervigilanza

  • Difficoltà di concentrazione

  • Esagerata risposta di allarme

Inoltre questi sintomi devono causare disagio notevole o compromettere significativamente il funzionamento sociale o lavorativo. Essi non devono essere attribuibili agli effetti fisiologici di una patologia correlata alla sostanza o di altro tipo.

Riferimento relativo alla diagnosi

  1. 1. Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 5th edition, Text Revision (DSM-5-TR). American Psychiatric Association Publishing, Washington, DC, pp 313-319.

Trattamento del disturbo da stress acuto

  • Sicurezza e cura di sé

  • Psicoterapia

  • Limitato ruolo della farmacoterapia

La sicurezza e la cura di sé sono importanti per il successo del recupero dal disturbo da stress acuto. Può essere difficile superare il disturbo da stress acuto se l'esperienza traumatica è ricorrente e le condizioni circostanti rimangono pericolose. L'attenzione ai bisogni fisici e un sonno sufficiente sono utili.

Inoltre, la psicoterapia focalizzata sul lavoro sulle conseguenze emotive del trauma può essere efficace. Gli effetti avversi di un'improvvisa esperienza traumatica possono comprendere una vergogna e une senso di colpa inappropriato, che possono essere modulati dalla protezione e dal supporto emotivo.

Cura di sé

La cura di sé è fondamentale durante e dopo una crisi o un trauma. La cura di sé può essere suddivisa in 3 componenti:

  • Sicurezza personale

  • Salute fisica e supporto pratico

  • Consapevolezza

La sicurezza personale è fondamentale. Dopo un episodio traumatico, le persone sono in grado di processare l'esperienza quando sanno che loro e i loro cari sono al sicuro. Può essere difficile, tuttavia, ottenere la completa sicurezza durante le crisi prolungate come gli abusi domestici, la guerra, o una pandemia infettiva. Durante tali continue difficoltà, le persone devono cercare la guida di esperti su come loro e i loro cari possano sentirsi il più possibile sicuri.

La salute fisica può essere messa a rischio durante e dopo le esperienze traumatiche. Per quanto possibile, la persona a rischio deve cercare di mantenere un programma sano di alimentazione, riposo ed esercizio fisico. I farmaci e sostanze sedanti (p. es., benzodiazepine) e intossicanti (p. es., l'alcol) devono essere usati con parsimonia, se non del tutto. Il supporto pratico comprende l'assistenza per l'alloggio, un supporto legale, le assicurazioni, e altre questioni che devono essere affrontate, ma che possono essere travolgenti.

Un coscienzioso approccio alla cura di sé mira a ridurre lo stress, la noia, la rabbia, la tristezza e l'isolamento che le persone traumatizzate normalmente vivono. Se le circostanze lo consentono, gli individui a rischio devono stilare e seguire un normale programma giornaliero.

Il coinvolgimento della comunità può essere cruciale, anche se il mantenimento dell'interazione umana è difficile durante una crisi.

È utile praticare hobby familiari così come attività che siano divertenti e che distraggano: fare un disegno, guardare un film, cucinare.

Lo stretching e l'esercizio fisico sono utili, ma possono essere utili anche tecniche auto-lenitive come contare i propri respiri, meditare o l'auto-ipnosi. Viene anche incoraggiata la connessione sociale con la famiglia e gli amici.

Sotto stress, le persone possono diventare irascibili anche con le persone a cui tengono. Gli amici e la famiglia possono essere particolarmente utili nel tendere la mano e fornire espressioni di preoccupazione e conforto. L'invio di una nota positiva, la preparazione di biscotti e un sorriso possono non solo essere una piacevole sorpresa per il ricevente, ma tali azioni possono ridurre la disperazione e la vergogna che tendono a essere parte dell'esperienza traumatica.

Psicoterapia

La terapia cognitivo-comportamentale focalizzata sul trauma è un trattamento di terapia cognitivo-comportamentale limitato nel tempo che ha la più solida base di prove per il trattamento del disturbo da stress acuto e la prevenzione del disturbo post-traumatico da stress (1). Questa psicoterapia è composta da 3 parti:

  • L'educazione del paziente è un importante passo iniziale. La normalizzazione e la spiegazione della risposta allo stress sono spesso utili, così come è un promemoria che i sintomi devono migliorare.

  • La riorganizzazione cognitiva aiuta a correggere i pensieri disadattivi che il paziente potrebbe avere circa il trauma o la sua risposta personale al trauma.

  • L'esposizione a ricordi traumatici o ricordi sicuri di esperienze traumatiche è una parte importante, anche se difficile, della psicoterapia. Attraverso la ri-esperienza, il paziente è più in grado di processare emotivamente il materiale che era stato precedentemente vissuto come opprimente.

La terapia cognitivo-comportamentale focalizzata sul trauma è generalmente ritardata per almeno 2 settimane dopo il trauma. Questo periodo di tempo permette alla maggior parte delle situazioni di calmarsi e dà ai pazienti una certa distanza dai problemi acuti legati a complicanze come il pericolo, il dolore, la chirurgia e il trasferimento geografico. Poiché la terapia cognitivo-comportamentale focalizzata sul trauma può essere di per sé stressante, la terapia può essere differita per mesi mentre il medico identifica i fattori che potrebbero complicare il trattamento. Questi fattori complicanti comprendono il suicidio clinicamente significativo, la dissociazione, il lutto, la rabbia, la psicosi o il disturbo post-traumatico da stress dovuto a un precedente trauma.

Il debriefing è una forma di psicoterapia che è sconsigliata perché non si è dimostrata efficace; tuttavia, rimane ampiamente praticato. Per questo intervento, al paziente viene chiesto di fornire una descrizione dettagliata del trauma entro le prime 72 ore.

Farmacoterapia

Non ci sono farmaci supportati da prove sufficienti per raccomandarne l'uso di routine per ridurre i sintomi del disturbo da stress acuto o prevenire lo sviluppo del disturbo post-traumatico da stress (2).

L'uso a breve termine di benzodiazepine può essere utile in caso di insonnia, di ansia e di agitazione, ma l'uso prolungato sembra interferire con il recupero. Mentre ci possono essere sottogruppi di pazienti con disturbo da stress acuto che ottengono un sollievo da farmaci come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), il propranololo o la morfina, gli studi non hanno ancora dimostrato una solida efficacia. Uno studio retrospettivo delle forze armate americane ha suggerito che l'uso della morfina a seguito di un grave trauma fisico riduce il rischio del successivo sviluppo di un disturbo post-traumatico da stress (3); questo approccio non è stato altrimenti studiato.

Riferimenti relativi al trattamento

  1. 1. Carpenter JK, Andrews LA, Witcraft SM, et al: Cognitive behavioral therapy for anxiety and related disorders: A meta-analysis of randomized placebo-controlled trials. Depress Anxiety 35(6):502-514, 2018. doi: 10.1002/da.22728

  2. 2. Wright LA, Sijbrandij M, Sinnerton R, et al: Pharmacological prevention and early treatment of post-traumatic stress disorder and acute stress disorder: a systematic review and meta-analysis. Transl Psychiatry 9(1):334, 2019. doi: 10.1038/s41398-019-0673-5

  3. 3. Holbrook TL, Galarneau MR, Dye JL, et al: Morphine use after combat injury in Iraq and post-traumatic stress disorder N Engl J Med 362(2):110-117, 2010. doi: 10.1056/NEJMoa0903326.

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