Avvelenamento da sostanze corrosive

DiGerald F. O’Malley, DO, Grand Strand Regional Medical Center;
Rika O’Malley, MD, Grand Strand Medical Center
Revisionato/Rivisto mag 2022
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I fatti in Breve

Le sostanze corrosive sono sostanze chimiche altamente acide o alcaline che possono causare gravi ustioni alla bocca e all’apparato digerente se vengono ingerite.

  • Una volta ingerite, le sostanze corrosive possono ustionare tutti i tessuti che toccano, dalle labbra allo stomaco.

  • I sintomi comprendono dolore (particolarmente quando si ingoia), tosse, respiro affannoso e vomito.

  • Il medico inserisce una sonda visualizzatrice flessibile nell’esofago per individuare le ustioni e stabilire la gravità della lesione.

  • Il trattamento dipende dall’entità del danno e può comportare un intervento chirurgico.

(Vedere anche Panoramica sull’avvelenamento)

A livello mondiale, l’80% delle ingestioni di sostanze corrosive si verifica in bambini piccoli; solitamente si tratta dell’ingestione accidentale di quantità limitate, spesso non molto dannose. Negli adulti, l’ingestione di sostanze corrosive è frequentemente intenzionale, è quantitativamente notevole ed è potenzialmente letale.

Le fonti comuni di sostanze corrosive comprendono i disgorganti e i detergenti per il bagno solidi e liquidi, l’acido per batterie e l’acido cloridrico per piscine. I prodotti industriali sono solitamente più concentrati rispetto ai prodotti per uso domestico e quindi tendono ad essere maggiormente dannosi. Tuttavia, alcuni prodotti domestici comuni, come i disgorganti e gli igienizzanti da bagno o i detersivi per lavastoviglie, contengono sostanze corrosive dannose, come idrossido di sodio e acido solforico.

Una volta ingerite, le sostanze corrosive possono causare ustioni della lingua, della bocca, dell’esofago e dello stomaco. Queste ustioni possono portare alla perforazione (fori) dell’esofago o dello stomaco. Cibo e saliva fuoriusciti da una perforazione provocano gravi infezioni, a volte mortali, in sede toracica (mediastinite o empiema) o addominale (peritonite). Le ustioni non perforanti possono creare cicatrizzazione dell’esofago e dello stomaco.

Le sostanze corrosive sono disponibili in forma solida o liquida. La sensazione di bruciore di una particella solida che si attacca a una superficie umida (come le labbra) può evitare che un soggetto assuma una grande quantità del prodotto. Dato che i liquidi non aderiscono, è più facile consumare una maggiore quantità del prodotto e l’intero esofago può risultarne danneggiato. I liquidi possono essere anche inalati (aspirati) con conseguente lesione delle vie aeree superiori.

Sintomi dell’avvelenamento da sostanze corrosive

Il dolore in bocca e in gola compare rapidamente, in genere entro pochi minuti, e può essere molto intenso, specialmente con la deglutizione. Si manifestano tosse, ipersalivazione, impossibilità a deglutire, vomito, vomito ematico e respiro affannoso. Nei casi più gravi da sostanze caustiche forti, il soggetto può manifestare pressione arteriosa molto bassa (collasso), respiro affannoso o dolore toracico, con possibile morte.

La perforazione dell’esofago o dello stomaco si può verificare in poche ore, nella prima settimana dopo l’ingestione, o in qualsiasi momento, spesso dopo un episodio di vomito o un grave attacco di tosse. L’esofago si può perforare nell’area compresa tra i polmoni (mediastino) o nell’area circostante i polmoni (cavità pleurica). In ogni caso compaiono dolore toracico, febbre, frequenza cardiaca e respiratoria accelerata, pressione arteriosa molto bassa e necessità di un intervento chirurgico. Quando si perfora lo stomaco, la peritonite dà luogo a un grave dolore addominale.

La cicatrizzazione dell’esofago determina un suo restringimento (stenosi) e talvolta comporta danni ai muscoli responsabili della deglutizione, che causano difficoltà di deglutizione. Le stenosi in genere si formano settimane dopo l’ustione, a volte su ustioni che inizialmente avevano dato solo una sintomatologia lieve.

Le cicatrici e il danno all’esofago possono dare origine a un cancro dell’esofago a distanza di anni dalla lesione.

Diagnosi dell’avvelenamento da sostanze corrosive

  • Valutazione medica

  • Talvolta endoscopia

Viene esaminata la bocca alla ricerca di ustioni chimiche. Dato che l’esofago e lo stomaco possono risultare ustionati anche in assenza di ustioni della bocca, il medico inserisce una sonda flessibile a fibre ottiche (endoscopio) nell’esofago per cercare le ustioni, specialmente se il soggetto sbava o presenta difficoltà a deglutire. L’ispezione diretta permette al medico di determinare la gravità della lesione e, eventualmente, di predire il rischio di successive stenosi e il possibile bisogno di correzione chirurgica dell’esofago. L’endoscopia può essere rimandata se le condizioni del paziente sono troppo gravi per sottoporlo alla procedura.

Per valutare l’entità della lesione possono essere necessarie radiografie e scansioni tomografiche computerizzate (TC).

Trattamento dell’avvelenamento da sostanze corrosive

  • Ingestione di acqua o latte per diluire la sostanza caustica

  • A volte un intervento chirurgico per riparare il danno

  • Prevenzione dello svuotamento dello stomaco

La terapia viene scelta in base all’estensione del danno. I soggetti con ustioni gravi hanno talvolta bisogno di un trattamento chirurgico immediato, atto a rimuovere i tessuti gravemente danneggiati.

Dato che le sostanze corrosive possono causare altrettanti danni tornando su nell’esofago, non si deve provocare il vomito nei soggetti che hanno ingerito una sostanza caustica. Non vanno somministrati lo sciroppo di ipecacuana e il carbone.

Per le ustioni lievi, si incoraggia il paziente a bere latte o acqua quasi subito in modo da diluire il liquido corrosivo presente nello stomaco. La somministrazione di liquidi può iniziare a casa oppure durante il percorso fino all’ospedale. Se il paziente non riesce a bere, si somministrano liquidi per via endovenosa fino a quando non recupera la capacità di bere.

Le infezioni vengono trattate con antibiotici.

In caso di stenosi, si può posizionare una protesi (stent) nella parte ristretta dell’esofago, per evitare che questo si chiuda del tutto e per facilitare le dilatazioni future. Ripetute dilatazioni possono risultare necessarie per mesi o anni. Per le stenosi gravi, può essere necessario anche un intervento di ricostruzione dell’esofago.

Sapevate che...

  • Non si deve far vomitare una persona che ha ingerito una sostanza caustica. Non si deve somministrare sciroppo di ipecacuana.

Ulteriori informazioni

Le seguenti sono alcune risorse in lingua inglese che possono essere utili. Si prega di notare che IL MANUALE non è responsabile del contenuto di tali risorse.

  1. American Association of Poison Control Centers: rappresenta i centri antiveleni con sede negli Stati Uniti che forniscono servizi gratuiti e riservati (24/7) attraverso l’Help Line per i veleni (1-800-222-1222)

  2. Consumer Product Information Database (CPID): informazioni sugli ingredienti contenuti in prodotti di numerose categorie (ad esempio auto, manutenzione domestica e pesticidi) e i relativi effetti sulla salute