Pneumopatia indotta da farmaci

DiJoyce Lee, MD, MAS, University of Colorado School of Medicine
Reviewed ByRichard K. Albert, MD, Department of Medicine, University of Colorado Denver - Anschutz Medical
Revisionato/Rivisto giu 2025 | Modificata lug 2025
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La pneumopatia indotta da farmaci non è una singola patologia. Sono molti i farmaci che possono indurre disturbi polmonari in persone che non presentano altre patologie a carico dell’apparato respiratorio. Il tipo di disturbo dipende dal farmaco coinvolto, ma, in numerosi casi, si ritiene che il farmaco determini una reazione di tipo allergico. Spesso la malattia è più grave nei soggetti anziani. Quando non è dovuta a una reazione di tipo allergico, l’entità e la gravità della malattia sono talvolta correlate alla quantità di farmaco assunto e alla durata dell’assunzione.

In base all’agente, i sintomi possono essere tosse, respiro sibilante, respiro affannoso o altri sintomi polmonari. I sintomi possono svilupparsi:

  • Lentamente, nell’arco di settimane o mesi

  • Improvvisamente, e diventare gravi

La diagnosi e il trattamento sono i medesimi, ovvero l’interruzione della terapia con il farmaco e l’osservazione del paziente nell’ottica di una riduzione della sintomatologia. I medici in genere prescrivono il farmaco meno tossico possibile, a seconda della patologia da trattare.

Prima che un paziente inizi ad assumere farmaci che è noto causano problemi polmonari (specialmente farmaci antitumorali e radioterapia), i medici potrebbero eseguire test di funzionalità polmonare, tuttavia i benefici dello screening per prevedere o individuare tempestivamente la malattia polmonare indotta da farmaci non sono noti.

(Vedere anche Panoramica sulla malattia polmonare interstiziale.)

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