Disturbo da riferimento olfattivo

(Sindrome da riferimento olfattivo; Jikoshu-kyofu)

DiKatharine Anne Phillips, MD, Weill Cornell Medical College;
Dan J. Stein, MD, PhD, University of Cape Town
Revisionato/Rivisto giu 2021 | Modificata set 2022
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    Nel disturbo da riferimento olfattivo (spesso definito sindrome da riferimento olfattivo), il soggetto è convinto e preoccupato di emanare un odore corporeo sgradevole, maleodorante o disgustoso, mentre in realtà non lo fa.

    Il soggetto che soffre di sindrome da riferimento olfattivo crede di avere un odore corporeo disgustoso anche se non è così. Questo convincimento provoca notevole angoscia e di solito compromette le sue attività quotidiane, ad esempio, lo spinge a non mostrarsi in pubblico. Il disturbo da riferimento olfattivo presenta analogie con disturbo di dismorfismo corporeo ed è classificato nell’ambito del disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi correlati.

    Di solito, come risposta a questa preoccupazione, il soggetto affetto dal disturbo da riferimento olfattivo compie ripetutamente alcune azioni, ovvero si fa docce o si lava i denti con eccessiva frequenza oppure si controlla per l’odore corporeo (ad esempio annusandosi). Questi soggetti utilizzano spesso una quantità eccessiva di profumi, deodoranti o colluttori per cercare di coprire l’odore che ritengono di emanare. Inoltre possono pensare che gli altri stiano seduti lontano, si coprano il naso o li osservino in modo particolare a causa del presunto odore.

    Un trattamento con inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina o con clomipramina (tipi di farmaci antidepressivi) può essere efficace. A uno di questi farmaci viene talvolta aggiunto un neurolettico (antipsicotico).

    Una terapia cognitivo-comportamentale simile a quella utilizzata per il disturbo da dismorfismo corporeo può essere utile.