Altre febbri esantematiche

DiWilliam A. Petri, Jr, MD, PhD, University of Virginia School of Medicine
Revisionato/Rivisto mar 2022
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Varie rickettsie, trasmesse dalle zecche, provocano febbri esantematiche simili alla febbre purpurica delle Montagne Rocciose, ma più lievi. Causano una piccola piaga nella sede della puntura della zecca, gonfiore nei linfonodi circostanti e un’eruzione cutanea di colore rosso.

  • Le febbri esantematiche si sviluppano quando una zecca che trasporta l’infezione punge una persona.

  • L’infezione provoca febbre, affaticamento, dolori muscolari e cefalea, solitamente seguiti da un’eruzione cutanea pochi giorni dopo.

  • Il modo migliore di prevenire l’infezione è evitare le punture di zecca.

  • Le febbri esantematiche vengono trattate con antibiotici.

Le rickettsie sono un tipo di batteri in grado di vivere solo all’interno delle cellule di altri organismi.

Tra le febbri esantematiche si annoverano le seguenti:

  • Febbre da puntura di zecca africana (tifo da zecca africana)

  • Febbre esantematica mediterranea (febbre bottonosa)

  • Rickettsiosi nordasiatica trasmessa da zecche

  • Febbre da zecche del Queensland

  • Rickettsiosi vescicolare

  • Rickettsiosi da Rickettsia parkeri

Come la febbre purpurica delle Montagne Rocciose, negli Stati Uniti e in altre parti del mondo possono verificarsi altre febbri esantematiche (vedere la tabella Alcune infezioni da rickettsia e infezioni correlate). Queste infezioni si verificano soprattutto nel periodo primaverile ed estivo, nel periodo di attività delle zecche adulte e quando la probabilità di trovarsi in zone infestate è maggiore. Nei climi più caldi, la malattia può verificarsi tutto l’anno. La febbre bottonosa del Mediterraneo può verificarsi tutto l’anno nella zona mediterranea poiché, venendo trasmessa dalla zecca marrone del cane, può essere contratta anche nei luoghi chiusi.

Sintomi delle altre febbri esantematiche

I sintomi di queste febbri esantematiche sono simili, ma generalmente più lievi rispetto a quelli della febbre purpurica delle Montagne Rocciose.

Circa 5-7 giorni dopo la puntura, si sviluppano febbre, spossatezza, dolori muscolari e cefalea. Gli occhi si arrossano e sopravviene una sensazione di malessere generale. Una piccola piaga simile a un bottone ricoperta da una crosta nera (escara) compare nella sede della puntura. Solitamente, i linfonodi adiacenti sono gonfi. Circa quattro giorni dopo la comparsa della febbre, compare eruzione cutanea di color rosso sugli avambracci che si diffonde su quasi tutto il corpo, compresi i palmi delle mani e le piante dei piedi. Solitamente, la febbre dura oltre una settimana.

Se curate adeguatamente, queste infezioni raramente causano problemi gravi o il decesso. I problemi potrebbero verificarsi più frequentemente nei soggetti anziani e in quelli già colpiti da gravi malattie.

Diagnosi delle altre febbri esantematiche

  • Valutazione medica

  • Biopsia e analisi dell’eruzione cutanea

  • Esami del sangue

I sintomi suggeriscono la diagnosi di una febbre esantematica.

Per confermare la diagnosi, i medici possono ricorrere al test di immunofluorescenza, per il quale si utilizza un campione di tessuto prelevato dall’eruzione cutanea (biopsia). Oppure, per consentire ai medici di rilevare i batteri con maggiore rapidità, si può utilizzare la tecnica della reazione a catena della polimerasi (PCR).

I medici possono eseguire analisi del sangue che rilevano gli anticorpi contro i batteri. Tuttavia, effettuare il test una sola volta non è sufficiente. Il test deve essere ripetuto da 1 a 3 settimane più tardi per verificare la presenza di un aumento dei livelli anticorpali. Quindi, i test anticorpali di solito non aiutano i medici a diagnosticare l’infezione subito dopo la manifestazione dei sintomi; tuttavia, possono contribuire alla conferma della diagnosi in seguito.

Trattamento delle altre febbri esantematiche

  • Antibiotici

I medici che sospettano una febbre esantematica in base alla sintomatologia e temono l’esposizione a zecche infette prescrivono immediatamente antibiotici, di solito la doxiciclina, anche se i risultati di laboratorio non sono ancora disponibili. La terapia antibiotica viene somministrata per 5 giorni.

Per prevenire queste infezioni, è opportuno adottare misure per prevenire le punture di zecca.

Impedire alle zecche di avvicinarsi alla pelle comporta:

  • Restare sui sentieri e sulle piste battute

  • Infilare i pantaloni negli stivali o nelle calze

  • Indossare magliette a maniche lunghe

  • Applicare repellenti contenenti dietiltoluamide (DEET) sulle superfici cutanee

I repellenti contenenti DEET devono essere usati con cautela nei bambini molto piccoli, in quanto sono state segnalate reazioni tossiche. La permetrina sugli indumenti sopprime efficacemente le zecche. Nelle zone in cui le infezioni trasmesse dalle zecche sono comuni è essenziale eseguire frequenti ricerche per individuare le zecche, soprattutto nelle aree villose del corpo e sui bambini.

Le zecche ingrossate devono venire rimosse con cura e non schiacciate tra le dita, dato che lo schiacciamento può comportare la trasmissione della malattia. Non afferrare o schiacciare il corpo della zecca. Esercitando una trazione graduale con una pinzetta sulla testa della zecca, questa si stacca. Il punto di attacco deve essere tamponato con alcol. L’utilizzo di vaselina, fiammiferi accesi e altre sostanze irritanti non è un mezzo efficace per rimuovere le zecche e deve essere evitato.

Non è disponibile alcun mezzo pratico per eliminare le zecche da intere regioni. Tuttavia, nelle zone in cui sono comuni, il numero di zecche può essere ridotto rendendo l’ambiente meno invitante per gli animali che le trasportano. Per esempio, si può rendere un’area meno invitante per i topi rimuovendo dagli spazi che circondano le case, soprattutto quelli ricreativi, le cataste di legno, la lettiera fogliare, l’erba alta e i cespugli, in cui i topi possono nascondersi e fare la propria tana.