Le radiazioni ionizzanti danneggiano i tessuti in maniera variabile, a seconda di fattori come la dose di radiazione, il tasso di esposizione, il tipo di radiazione e la parte del corpo esposta. I sintomi possono essere locali (p. es., le ustioni) o sistemici (p. es., la sindrome acuta da radiazioni). La diagnosi si basa sull'anamnesi, sulla sintomatologia e, talvolta, sull'uso di rivelatori di radiazioni per localizzare e identificare una contaminazione da radionuclidi. Il trattamento si concentra sulle lesioni traumatiche associate, sulla decontaminazione, su misure di supporto e sulla minimizzazione dell'esposizione per gli operatori sanitari. I pazienti con grave sindrome acuta da radiazioni devono essere sottoposti a isolamento inverso e a terapie di supporto del midollo osseo. Ai pazienti contaminati internamente da alcuni radionuclidi specifici si possono somministrare inibitori dell'assorbimento o agenti chelanti. La prognosi è inizialmente stimata dal tempo intercorso tra l'esposizione e la manifestazione dei primi sintomi, la gravità di tali sintomi e la conta linfocitaria durante le prime 24-72 h.