(Vedi anche Panoramica sulle aritmie.)
I battiti prematuri (extrasistole) ventricolari anche detti extrasistoli ventricolari, battiti ectopici ventricolari o contrazioni ventricolari premature si possono verificare sporadicamente in successione erratica o a intervalli prevedibili (p. es., ogni 3 [trigeminismo] o 2 [bigeminismo] battiti). I battiti prematuri (extrasistole) ventricolari possono essere più frequenti con gli stimolanti (p. es., ansia, stress, alcol, caffeina, farmaci simpaticomimetici), l'ipossia o le disionie.
I battiti prematuri (extrasistole) ventricolari possono essere avvertiti come battiti mancati o saltati; ciò che si è avverte non è il battito prematuro (extrasistole) ventricolare in sé, ma piuttosto il battito sinusale successivo, di maggiore intensità. Quando i battiti prematuri (extrasistole) ventricolari sono molto frequenti, in particolare quando si verifica un battito cardiaco ogni due, possono causare sintomi di compromissione emodinamica perché la frequenza sinusale è di fatto dimezzata. I soffi eiettivi preesistenti possono accentuarsi per l'aumento del riempimento e della contrattilità del battito che segue la pausa compensatoria.
Diagnosi
Prognosi
I battiti prematuri (extrasistole) ventricolari non hanno significato prognostico nei pazienti che non sono affetti da cardiopatia e nessun trattamento è necessario salvo evitare gli ovvi fattori scatenanti. I beta-bloccanti o l'ablazione sono proposti solo se i sintomi sono intollerabili o se i battiti prematuri (extrasistole) ventricolari sono molto frequenti e, inducendo dissincronia interventricolare, inducono insufficienza cardiaca. Gli altri antiaritmici, pur essendo efficaci nel sopprimere il battito prematuro (extrasistole) ventricolare, aumentano il rischio di aritmie più serie.
Trattamento
Nei pazienti che presentano una patologia cardiaca strutturale (p. es., stenosi aortica), il trattamento è controverso perché, sebbene i frequenti battiti prematuri (extrasistole) ventricolari (> 10/min) si correlino con un aumento di mortalità, nessuno studio ha dimostrato che la soppressione farmacologica riduce la mortalità.
Anzi, nei pazienti dopo infarto miocardico si è dimostrato che il tasso di mortalità è più elevato con gli antiaritmici di classe I che con il placebo. Questo dato probabilmente riflette gli effetti avversi degli antiaritmici. Tuttavia, i beta-bloccanti (antiaritmici di classe II) sono farmaci utili nell'insufficienza cardiaca sintomatica e dopo infarto del miocardio acuto. Se in un paziente con nota cardiopatia ischemica i battiti prematuri (extrasistole) ventricolari aumentano durante l'esercizio, deve essere presa in considerazione l'indicazione a una rivascolarizzazione percutanea (angioplastica) o chirurgica (bypass aorto-coronarico).
L'ablazione è proposta solo se i sintomi sono intollerabili o se i battiti prematuri (extrasistole) ventricolari sono molto frequenti e, inducendo dissincronia interventricolare, inducono insufficienza cardiaca.