HealthDay
MALATTIA

Ustione solare

DiJulia Benedetti, MD, Harvard Medical School
Revisionato/Rivisto gen 2022
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I fatti in Breve

Le ustioni solari derivano da una breve (acuta) ed eccessiva esposizione alla luce ultravioletta (UV).

  • L’esposizione eccessiva alla luce ultravioletta causa ustione solare.

  • L’ustione solare causa dolore e arrossamento della pelle e a volte vescicole, febbre e brividi.

  • È possibile prevenire le ustioni solari evitando di esporsi eccessivamente al sole e usando gli schermi solari.

  • Gli impacchi di acqua fredda, le creme idratanti e i farmaci antinfiammatori non steroidei alleviano il dolore fino alla guarigione dell’ustione.

(Vedere anche Panoramica sulla luce solare e sui danni cutanei.)

La quantità di esposizione al sole necessaria per produrre un’ustione varia in base alla quantità di melanina nella pelle (solitamente visibile come la quantità di pigmentazione), in base alla capacità di produrre altra melanina e in base alla quantità di luce UV nella luce solare al momento dell’esposizione eccessiva.

Le ustioni solari causano pelle arrossata e dolorante. Nelle forme gravi compaiono gonfiore e vescicole. I sintomi possono iniziare 1 ora dopo l’esposizione e, solitamente, raggiungere il punto massimo entro 3 giorni (in genere tra 12-24 ore). Alcune persone gravemente ustionate presentano febbre, brividi e debolezza, e in alcuni rari casi possono andare incontro a shock (caratterizzato da pressione sanguigna molto bassa, svenimento e profonda debolezza).

Ustione solare lieve
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L’immagine mostra le pelle arrossata su schiena e braccia di una persona con ustione solare lieve.
SINCLAIR STAMMERS/SCIENCE PHOTO LIBRARY

Diversi giorni dopo l’episodio, gli individui con pelle chiara presentano un’esfoliazione della zona ustionata, di solito accompagnata da prurito. Queste aree sono anche più sensibili alle ustioni solari per diverse settimane. La pelle bruciata dal sole, in particolare quella bruciata ed esfoliata, può infettarsi. Possono svilupparsi macchie marroni permanenti definite lentiggini. Le persone che hanno subito gravi ustioni solari in giovane età sono a maggior rischio di sviluppare un cancro della pelle negli anni successivi, in particolare il melanoma, persino se non si espongono più eccessivamente al sole per il resto della loro vita.

Sapevate che...

  • È possibile essere colpiti dalle ustioni solari anche durante le giornate nuvolose; infatti, le nuvole leggere non filtrano la luce ultravioletta.

  • Perfino gli schermi solari resistenti all’acqua devono essere applicati nuovamente dopo aver nuotato o sudato.

Prevenzione delle ustioni solari

  • Evitare l’eccessiva esposizione al sole

  • Indossare indumenti protettivi

  • Usare schermi solari

Evitamento

Il modo migliore e più ovvio per prevenire il danno solare consiste nell’evitare l’esposizione alla luce solare forte e diretta. L’esposizione alla luce forte del sole a metà giornata dovrebbe essere evitata, perfino nelle persone con pelle scura. I raggi UV non sono molto forti prima delle 10 e dopo le 16. Se l’esposizione al sole non può essere evitata, la persona dovrebbe ricercare l’ombra non appena possibile e indossare indumenti protettivi contro i raggi UV, schermi solari, un cappello a falde larghe e occhiali da sole con protezione dai raggi UV.

Molti materiali sono in grado di filtrare o bloccare la radiazione UV, ma molti altri non lo sono. Gli indumenti, i normali vetri delle finestre, il fumo e lo smog filtrano la maggior parte dei raggi dannosi. Invece, l’acqua non è un buon filtro. I raggi UVA e UVB possono penetrare attraverso 30 cm d’acqua limpida. Anche nubi e nebbia non rappresentano buoni filtri della luce UV: è infatti possibile ustionarsi anche in una giornata nuvolosa o nebbiosa.

Neve, acqua e sabbia riflettono la luce del sole, aumentando la quantità di luce UV che raggiunge la pelle. Le persone si ustionano anche più rapidamente ad alte quote, dove l’aria fine consente a una maggiore quantità di luce UV ustionante di raggiungere la pelle, e a basse quote (come all’equatore).

Sebbene l’esposizione solare aiuti a produrre vitamina D, molti esperti raccomandano di mantenere livelli adeguati di vitamina D consumando integratori, se necessario, piuttosto che con una sovraesposizione alla luce solare (da 5 a 15 minuti di esposizione al sole delle braccia qualche giorno a settimana sono probabilmente sufficienti per mantenere i livelli di vitamina D).

Indumenti

Gli effetti dannosi del sole possono essere ulteriormente minimizzati indossando indumenti protettivi, come cappelli, camicie, pantaloni e occhiali da sole. I tessuti con una trama stretta bloccano il sole meglio di quelli con una trama larga. Sono disponibili in commercio degli indumenti speciali che garantiscono un’elevata protezione dai raggi solari. Questo tipo di abbigliamento è etichettato con il fattore di protezione dagli ultravioletti (ultraviolet protection factor, UPF), seguito da un numero che indica il livello di protezione (simile a quello presente sulle etichette degli schermi solari). I cappelli a falde larghe aiutano a proteggere il viso, le orecchie e il collo, ma è necessario comunque applicare lo schermo solare in queste aree. Bisognerebbe regolarmente indossare occhiali da sole avvolgenti che proteggono dai raggi UV per salvaguardare gli occhi e le ciglia.

Schermi solari

Prima di esporsi alla luce solare intensa e diretta, si deve applicare uno schermo solare, cioè, una crema o lozione contenente sostanze chimiche che proteggono la pelle, filtrando la luce UV. Gli schermi solari più antiquati filtravano soltanto la luce UVB, mentre la maggior parte dei più recenti è in grado di filtrare efficacemente anche la luce UVA.

Gli schermi solari sono disponibili in una vasta gamma di formulazioni, tra cui creme, lozioni, gel, schiume, spray, polveri e stick. I prodotti autoabbronzanti non offrono una protezione significativa contro l’esposizione ai raggi UV.

Gli schermi solari chimici contengono numerose sostanze che assorbono le radiazioni UV. Gli ingredienti che assorbono le radiazioni UVB includono cinnamati, salicilati e derivati dell’acido para-aminobenzoico (PABA). I benzofenoni bloccano i raggi UVA e UVB. È possibile aggiungere i filtri avobenzone ed ecamsule alla gamma UVA per fornire ulteriore protezione dagli UVA.

Le barriere o gli schermi solari minerali contengono ossido di zinco o biossido di titanio, sostanze che riflettono i raggi UVA e UVB (quindi impediscono che raggiungano la pelle). Queste creme, in passato spesse e bianche, sono state riformulate in modo da creare uno strato più trasparente che comunque blocca quasi tutta la luce solare. Questi filtri solari di più recente formulazione presentano una consistenza e un colore più gradevole e possono essere abbinate ad altri prodotti chimici bloccanti tradizionali, fornendo quindi un’ulteriore protezione solare rispetto a una data formulazione. Anche alcuni cosmetici contengono ossido di zinco o biossido di titanio.

Tutti gli ingredienti degli schermi solari chimici vengono assorbiti dall’organismo in qualche misura. Sebbene la maggior parte degli ingredienti causi effetti collaterali minimi, alcuni presentano rischi potenziali e altri sono attualmente oggetto di studio. I tradizionali schermi solari barriera contengono particelle minerali di dimensioni relativamente grandi, che non vengono assorbite dall’organismo, e attualmente sono considerati sicuri. Gli schermi solari minerali di più recente formulazione vengono prodotti con particelle estremamente piccole (nanoparticelle), che possono venire assorbite dall’organismo. Sebbene tali nanoparticelle siano ritenute sicure, sono ancora oggetto di studio. In caso di preoccupazione riguardo agli effetti delle nanoparticelle assorbite, è preferibile usare gli schermi solari minerali tradizionali.

Negli Stati Uniti, la Food and Drug Administration (FDA) classifica gli schermi solari in base al valore nominale del fattore di protezione solare (FPS): quanto più alto è il valore nominale del FPS, tanto maggiore è la protezione. Gli schermi solari con fattore di protezione nominale tra 2 e 14, forniscono una protezione minima; quelli con valore nominale compreso fra 15 e 29 procurano una buona protezione; quelli con un valore nominale superiore a 30 offrono la massima protezione. I prodotti che proteggono da scottature solari, fotoinvecchiamento e riducono anche il rischio di tumore cutaneo sono etichettati come prodotti ad ampio spettro e avranno un SPF di 15 (o maggiore). Tuttavia, il valore nominale del FPS quantifica soltanto la protezione contro l’esposizione alla luce UVB; non esiste alcuna scala di classificazione per la protezione dalla luce UVA.

Per ottenere la massima protezione, occorre solitamente utilizzare uno schermo solare ad ampio spettro e resistente all’acqua con un fattore SPF di 30 o superiore. In genere occorre utilizzare circa 30 millilitri per ricoprire l’intera superficie del corpo.

Gli schermi solari potrebbero non avere alcun effetto se viene applicata una quantità insufficiente del prodotto, se il prodotto viene applicato troppo tardi (gli schermi solari dovrebbero essere idealmente applicati 30 minuti prima dell’esposizione al sole) e se il prodotto non viene nuovamente applicato dopo aver nuotato o sudato (perfino nel caso di schermi solari etichettati come resistenti all’acqua) oppure ogni 2 ore durante l’esposizione al sole. La maggior parte delle persone applica meno della metà della quantità raccomandata di schermo solare.

A volte, gli schermi solari causano reazioni allergiche. Le persone potrebbero reagire allo schermo solare dopo averlo applicato, oppure dopo averlo applicato e quindi essersi esposte al sole (chiamata reazione fotoallergica). Alcuni dermatologi possono eseguire degli esami per diagnosticare tali reazioni di fotosensibilità, qualora la ragione della reazione non sia chiara.

Sapevate che...

  • Di solito sono necessari 30 millilitri di schermo solare (sufficienti a riempire un normale bicchierino) per ricoprire tutto il corpo. La maggior parte delle persone ne applica meno della metà.

L’abbronzatura è salutare?

In una parola, no. Sebbene considerata spesso sinonimo di buona salute e di una vita attiva e atletica, l’abbronzatura in sé non offre alcun beneficio per la salute e rappresenta, in realtà, un pericolo. Ogni esposizione alla luce ultravioletta A o B (UVA o UVB) può alterare o danneggiare la pelle: se prolungata, determina un danno cutaneo e aumenta il rischio di cancro della pelle. Anche l’esposizione alla luce solare artificiale usata nei saloni per abbronzatura è dannosa. Le luci UVA utilizzate in queste strutture causano gli stessi effetti a lungo termine dell’esposizione alla luce UVB, come rughe, pigmentazione chiazzata (fotoinvecchiamento) e cancro della pelle. In parole semplici, non esiste un’abbronzatura sicura.

Le lozioni autoabbronzanti o che non richiedono l’esposizione al sole non abbronzano realmente la pelle ma, piuttosto, la colorano. Rappresentano, pertanto, un modo sicuro per ottenere un look abbronzato senza rischiare una pericolosa esposizione ai raggi ultravioletti. Tuttavia, poiché non aumentano la produzione di melanina, queste non offrono protezione contro i raggi solari. Pertanto, in caso di esposizione, è opportuno utilizzare gli schermi solari. Il risultato con l’impiego degli autoabbronzanti varia secondo il tipo di pelle, la formulazione usata e la modalità di applicazione.

Integratori

Il Polypodium leucotomos (un estratto naturale di una felce tropicale) e la nicotinamide (una forma di vitamina B3) sono integratori assunti per via orale che forniscono una certa protezione contro gli effetti dannosi della luce solare. Tuttavia, non possono sostituire altri metodi di protezione solare.

Trattamento delle ustioni solari

  • Impacchi freddi e altre applicazioni per lenire e raffreddare la pelle

  • Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS)

  • A volte, creme antibiotiche specifiche per le ustioni

Impacchi con acqua fredda possono lenire le aree infiammate e calde, come possono fare l’aloe vera e prodotti idratanti da banco che non contengono anestetici o profumi (che possono irritare o sensibilizzare la pelle). I FANS assunti per via orale aiutano ad alleviare il dolore e l’infiammazione. In caso di ustione solare grave, i prodotti a base di petrolio quali la vaselina devono essere evitati. I corticosteroidi applicati sulla pelle sembrano non essere più efficaci degli impacchi freddi.

Gli unguenti o le lozioni contenenti anestetici (come la benzocaina e la difenidramina) alleviano temporaneamente il dolore, ma devono essere evitati perché, occasionalmente, scatenano una reazione allergica.

Le creme antibiotiche specifiche per le ustioni sono necessarie solo in caso di gravi flittene. La maggior parte delle vescicole dovute alle ustioni solari si rompe spontaneamente e non deve essere bucata né drenata. Di rado, la cute ustionata dal sole s’infetta ma, se si sviluppa un’infezione, la guarigione può essere ritardata. Il medico determina la gravità dell’infezione e, se necessario, prescrive antibiotici.

La guarigione della cute ustionata inizia spontaneamente dopo alcuni giorni, sebbene quella completa richieda alcune settimane. Dopo l’esfoliazione della cute ustionata, gli strati nuovamente esposti sono sottili e inizialmente molto sensibili alla luce solare, pertanto devono essere protetti per diverse settimane.