Lussazione mandibolare

DiMichael N. Wajdowicz, DDS, Veterans Administration
Revisionato/Rivisto ott 2022
Visualizzazione l’educazione dei pazienti

    La lussazione mandibolare è solo una delle molte emergenze dentali che richiedono un trattamento immediato.

    La lussazione spontanea della mandibola si verifica in genere in soggetti con un'anamnesi di lussazioni di questo tipo. Benché la lussazione della mandibola sia occasionalmente causata da traumi, l'episodio scatenante è in genere un'apertura eccessiva della mandibola seguita da una pressione masticatoria (p. es., per mordere un panino voluminoso e duro), un ampio sbadiglio o una procedura odontoiatrica prolungata. I soggetti predisposti alla lussazione possono avere legamenti spontaneamente lassi nell'articolazione temporo-mandibolare.

    I pazienti si presentano con la bocca spalancata e sono incapaci di chiuderla. Il dolore è una conseguenza dei tentativi del paziente di chiudere la bocca. Se la linea mediana della mandibola si sposta da un lato, la lussazione è monolaterale. Benché si usi raramente, un anestetico locale (p. es., lidocaina al 2%, 2-5 mL) iniettato nell'articolazione omolaterale e nell'adiacente area di inserzione del muscolo pterigoideo laterale può permettere la riduzione spontanea della lussazione mandibolare.

    La riduzione manuale può essere necessaria (vedi figura Riduzione mandibolare). Si può utilizzare una premedicazione (p. es., con diazepam 5-10 mg EV a 5 mg/min o midazolam 3-5 mg EV a 2 mg/min e un oppiaceo come fentanil 0,5-1 mcg/kg) ma generalmente non è necessaria, specialmente se si deve perdere tempo nel preparare l'accesso venoso. Quanto più a lungo la mandibola resta lussata, tanto più difficile è ridurla e tanto maggiore è la probabilità che la lussazione si verifichi nuovamente.

    Riduzione mandibolare

    La testa del paziente viene stabilizzata. L'operatore posiziona i pollici sulla linea obliqua esterna della mandibola (lateralmente all'area del terzo molare) o, dopo aver avvolto i pollici con una garza, sulla superficie occlusale dei molari inferiori. Le altre dita sono piegate sotto la mandibola. Si chiede al paziente di aprire al massimo la bocca, come sbadigliando, e l'operatore applica una forza diretta verso il basso sui molari, applicando contemporaneamente una forza diretta verso l'alto sul mento, fino a che la mandibola si riduce.

    Può essere necessario un bendaggio di Barton (vedi figura Bendaggio di Barton) per 2-3 giorni. La cosa più importante è che il paziente deve evitare di aprire esageratamente la bocca per almeno 6 settimane. Quando il paziente sente che sta per sbadigliare, deve porre un pugno sotto il mento per evitare un'eccessiva apertura della bocca. Il cibo deve essere tagliato in piccoli pezzi. Se il paziente soffre di lussazioni croniche e sono state esaurite le modalità di trattamento più conservative, si deve consultare un chirurgo maxillo-facciale. Come ultima risorsa terapeutica, si possono tendere chirurgicamente (accorciare) i legamenti attorno all'articolazione temporo-mandibolare nel tentativo di stabilizzare l'articolazione o si può ridurre l'eminenza articolare (eminectomia).

    Bendaggio di Barton

    Nella figura 8 il bendaggio è avvolto intorno alla testa ed alla mascella per fornire un supporto inferiore ed anteriore alla mascella inferiore.

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