Le malattie polmonari ambientali derivano dall'inalazione di polveri, allergeni, sostanze chimiche, gas o inquinanti ambientali. I polmoni sono continuamente esposti all'ambiente esterno e sono soggetti a una moltitudine di sfide ambientali. I processi patologici possono coinvolgere qualsiasi parte dei polmoni, compresi
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Vie aeree (p. es., nell'asma professionale, nella sindrome da disfunzione delle vie aeree reattive, nelle inalazioni tossiche, nelle malattie legate all'inquinamento atmosferico, o nella bissinosi)
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Parenchima polmonare (p. es., pneumoconiosi, polmonite da ipersensibilità, o silicosi)
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Pleura (p. es., nelle malattie correlate all'asbesto)
L'esposizione ad agenti inalatori ambientali è nota da tempo per essere un fattore di rischio per l'asma ( Asma professionale), ma è anche sempre più riconosciuta come causa di broncopneumopatia cronica ostruttiva nei non fumatori. L'American Thoracic Society stima che circa il 20% della popolazione sia affetto da broncopneumopatia cronica ostruttiva causata da esposizioni occupazionali e ambientali (ossia, l'incidenza e la mortalità della broncopneumopatia cronica ostruttiva si ridurrebbe di circa il 20% se l'esposizione ambientale fosse ridotta a zero).
I medici eseguendo l'anamnesi devono tener conto della storia lavorativa ed ambientale dei pazienti, in particolare su passata e attuale esposizione a vapori, gas, polveri, fumi e/o combustioni di biomassa (ossia, da legna, rifiuti animali, colture). A qualsiasi risposta affermativa riguardo tali esposizioni devono seguire domande più dettagliate.
Prevenzione
La prevenzione delle patologie polmonari occupazionali e ambientali è centrata sulla riduzione dell'esposizione (prevenzione primaria). L'esposizione può essere limitata mediante l'uso di
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Controlli amministrativi (p. es., limitando il numero di persone esposte a condizioni di pericolo)
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Controlli tecnici (p. es., recinzioni, sistemi di ventilazione, procedure di pulizia accurata)
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Sostituzione del prodotto (p. es., utilizzando materiali più sicuri, meno tossici)
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Dispositivi di protezione delle vie respiratorie (p. es., respiratori, mascherine antipolvere, maschere antigas)
Molti medici ritengono erroneamente che un paziente che ha usato un respiratore o un altro dispositivo per la protezione respiratoria sia stato ben protetto. Sebbene i respiratori forniscano un certo grado di protezione, specialmente quando viene fornita aria fresca da una bombola o da una manichetta d'aria, il beneficio è limitato e varia da persona a persona.
Nel raccomandare l'uso del respiratore, i medici devono considerare diversi fattori. I lavoratori con patologie cardiovascolari possono essere incapaci di eseguire attività lavorative che richiedano un lavoro faticoso mentre indossano un apparato con respiratore incorporato (bombola). I respiratori che sono strettamente aderenti e che richiedono all'utilizzatore di inspirare aria attraverso delle cartucce filtro possono aumentare il lavoro respiratorio, che può essere particolarmente difficile per i pazienti che soffrono di asma, broncopneumopatia cronica ostruttiva o malattie polmonari interstiziali.
Quando si raccomanda l'uso di un respiratore, i pazienti devono sottoporsi a regolazioni annuali della maschera respiratoria per garantire un adeguato adattamento.
La sorveglianza medica è una forma di prevenzione secondaria. Ai lavoratori possono essere prescritti degli esami medici che identificano precocemente le patologie, quando il trattamento può aiutare a ridurre le conseguenze a lungo termine.