(Vedi anche Panoramica sui disturbi parafilici.)
Il travestitismo è una forma di parafilia, ma la maggior parte dei travestiti non soddisfa i criteri clinici per un disturbo parafilico; tali criteri richiedono che le fantasie della persona, gli impulsi intensi o i comportamenti causino disagio, compromettano il comportamento, o danneggino gli altri. La condizione deve essere stata presente per ≥ 6 mesi.
Alcuni studiosi ritengono che il feticismo da travestimento debba essere rimosso dalla Classificazione Internazionale delle Malattie alla prossima revisione, anche se è vero che alcuni uomini che si vestono da donne lo fanno in modo compulsivo e sono angosciati e condizionati dal loro comportamento.
Cross-dresser è un termine più comune e accettabile che travestito. Il cross-dressing e il disturbo del travestitismo sono estremamente rari nelle donne.
Maschi eterosessuali che si travestono da donna tipicamente iniziano tale comportamento durante la tarda infanzia. Fino al 3% degli uomini si è cross-vestito ed è stato stimolato sessualmente almeno una volta, ma molti meno riferiscono regolarmente il cross-dressing. Il cross-dressing si associa, almeno inizialmente, all'intensa eccitazione sessuale. L'eccitazione sessuale che viene prodotta dal capo di abbigliamento stesso è considerata una forma di feticismo e può verificarsi in associazione o indipendentemente dal travestitismo.
I profili di personalità dei maschi che si travestono sono in genere simili alla norma corrispondente per età e razza.
Quando il loro partner collabora o è disposto a partecipare, uomini travestiti possono impegnarsi in attività sessuali vestendosi parzialmente o completamente da donne. Quando invece il loro partner non è consenziente, possono provare ansia, depressione, sensi di colpa e vergogna a causa del desiderio di travestirsi e possono manifestare disfunzioni sessuali nella loro relazione. In risposta a queste sensazioni, questi uomini spesso purificano il loro guardaroba di capi di abbigliamento femminile. Questo spurgo può essere seguito da ulteriori cicli di accumulo di vestiti femminili, parrucche e trucco, con più sentimenti di vergogna e senso di colpa, seguiti da purghe.
Diagnosi
La diagnosi di un disturbo di travestitismo si basa sulla presenza di:
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I pazienti sono stati ripetutamente e intensamente eccitati dall'aver indossato indumenti tipici del sesso opposto; l'eccitazione si esprime in fantasie, impulsi intensi o comportamenti.
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Queste fantasie, impulsi intensi o comportamenti causano disagio significativo o compromettono il funzionamento sul lavoro, nelle situazioni sociali o in altre aree importanti.
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La condizione è stata presente per ≥ 6 mesi.
Trattamento
La maggior parte dei travestiti non si sottopone a un trattamento. Quelli che lo fanno, solitamente vi sono condotti dalle mogli scontente, inviati dai tribunali oppure vi si presentano per la preoccupazione di poter subire conseguenze sociali e professionali negative. Alcuni travestiti si presentano per il trattamento di una disforia di genere concomitante, abuso di sostanze o depressione.
I gruppi sociali e di supporto per gli uomini che indossano abiti tipici del sesso opposto sono spesso molto utili.
Nessun farmaco è considerato efficace.
La psicoterapia, quando indicata, ha lo scopo di auto-accettazione e di modulazione dei comportamenti a rischio.
In età più avanzata, a volte a 50 o 60 anni, i travestiti possono presentarsi per essere sottoposti a cure mediche a causa di sintomi di disforia di genere e possono quindi soddisfare i criteri diagnostici per disforia di genere.
Punti chiave
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La maggior parte dei travestiti non soddisfa i criteri clinici per un disturbo transvestico.
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Diagnosticare il disturbo di travestitismo solo se il cross-dressing causa un significativo stress o compromette il funzionamento e la condizione è presente per ≥ 6 mesi.
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I travestiti che si presentano per il trattamento solitamente vi sono condotti dalle mogli scontente, inviati dai tribunali oppure vi si presentano per la preoccupazione di poter subire conseguenze sociali e professionali negative del loro comportamento.
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Nessun farmaco è considerato efficace; la psicoterapia e i gruppi di supporto possono aiutare.