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Infezione da virus dell’immunodeficienza umana (HIV)

Di

Edward R. Cachay

, MD, MAS, University of California, San Diego School of Medicine

Revisionato/Rivistofeb 2023
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L’infezione da virus dell’immunodeficienza umana (human immunodeficiency virus, HIV) è un’infezione virale che distrugge progressivamente alcuni globuli bianchi e viene trattata con farmaci antiretrovirali. Se non trattata, può causare la sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS).

  • L’HIV viene trasmesso attraverso lo scambio di liquidi corporei (liquido seminale, secrezioni vaginali, sangue, latte materno) con una persona infetta, di solito attraverso pratiche sessuali vaginali o anali, con la condivisione di aghi oppure da madre a figlio (durante la gravidanza, il parto o l’allattamento).

  • L’HIV distrugge certi tipi di globuli bianchi, indebolendo le difese dell’organismo contro infezioni e tumori.

  • Appena contratta l’infezione, la sintomatologia, comprensiva di febbre, eruzione cutanea, gonfiore dei linfonodi e affaticamento, può durare da alcuni giorni a diverse settimane e in seguito la persona infetta può non avere sintomi per oltre un decennio.

  • Analisi del sangue mirate a verificare la presenza degli anticorpi anti-HIV e a misurare la quantità del virus HIV possono confermare la diagnosi.

  • I test di screening per l’HIV sono disponibili per adulti e adolescenti, in particolare per le donne in gravidanza, indipendentemente dal loro rischio apparente.

  • I farmaci anti-HIV (farmaci antiretrovirali) possono impedire la riproduzione dell’HIV, consentendo al sistema immunitario di rafforzarsi e permettendo quindi ai soggetti di vivere senza infezioni gravi o tumori correlati all’HIV.

  • La maggioranza delle persone non trattate alla fine si ammala e sviluppa l’AIDS, che è caratterizzata dalla presenza di gravi infezioni e tumori.

Le infezioni da HIV possono essere causate da uno o due retrovirus, l’HIV-1 o l’HIV-2. L’HIV-1 causa la maggior parte delle infezioni da HIV a livello mondiale, mentre l’HIV-2 provoca molte infezioni da HIV nell’Africa occidentale.

L’infezione con un altro tipo di retrovirus, il virus T-linfotropico umano (human T-lymphotropic virus, HTLV), è meno comune, ma può anch’essa causare una malattia grave.

Che cos’è un retrovirus?

Quando l’HIV penetra in una cellula umana, rilascia il suo RNA, e un enzima chiamato trascrittasi inversa esegue una copia DNA dell’RNA del virus. Il DNA risultante dall’HIV si integra nel DNA della cellula infetta. Questo è un processo inverso a quello utilizzato dalle cellule umane, che eseguono una copia RNA del DNA. Per questo, l’HIV viene definito retrovirus, a indicare il processo inverso (contrario).

Altri virus RNA (come poliomielite, influenza o morbillo), a differenza dei retrovirus, non effettuano copie DNA dopo aver invaso le cellule, ma si limitano a effettuare copie RNA del proprio RNA originale.

Ogni volta che una cellula infetta da HIV si divide, crea una nuova copia del DNA dell’HIV integrato, oltre che dei propri geni. La copia DNA dell’HIV può essere:

  • Inattivo (latente): il virus è presente ma non provoca danni.

  • Attivato: il virus assume il controllo delle funzioni della cellula infetta, determinando la produzione e il rilascio di molte nuove copie di HIV, che successivamente invadono altre cellule.

L’HIV distrugge progressivamente alcuni tipi di globuli bianchi del sangue, chiamati linfociti CD4+. I linfociti Linfociti Uno dei meccanismi di difesa dell’organismo ( sistema immunitario) implica l’azione dei globuli bianchi (leucociti) che si spostano nel flusso sanguigno e nei tessuti, alla ricerca di microrganismi... maggiori informazioni Linfociti aiutano a difendere l’organismo da cellule estranee, microrganismi infettivi e tumori. Quindi, quando l’HIV distrugge i linfociti CD4+, si diventa esposti agli attacchi di molti altri germi infettivi. Molte delle complicanze causate dall’infezione da HIV, compresa la morte, sono dovute solitamente a queste altre infezioni e non direttamente all’infezione da HIV.

L’HIV-1 ha avuto origine nell’Africa centrale nella prima metà del XX secolo, quando un virus degli scimpanzé strettamente correlato infettò per la prima volta gli esseri umani. La diffusione mondiale dell’HIV-1 è iniziata alla fine degli anni ’70 e l’AIDS è stato riconosciuto per la prima volta nel 1981.

Nel 2021, circa

  • 38 milioni di persone, tra cui 1,7 milioni di bambini di età inferiore a 15 anni, convivevano con l’infezione da HIV in tutto il mondo, due terzi dei quali (25,6 milioni) nell’Africa subsahariana.

  • 650.000 persone sono morte a causa di malattie correlate all’AIDS in tutto il mondo, rispetto a 1,9 milioni nel 2004 e 1,4 milioni nel 2010.

  • 1,5 milioni di persone hanno contratto l’infezione da HIV, circa 860.000 (57%) delle quali nell’Africa subsahariana.

  • L’85% delle persone che convivevano con l’HIV nel 2021 era a conoscenza del proprio stato HIV positivo e il 75% aveva accesso al trattamento.

Grazie all’impegno internazionale, si stima che nel 2021 28,7 milioni di persone che convivevano con l’HIV abbiano avuto accesso alla terapia antiretrovirale (rispetto a 7,8 milioni nel 2010), riducendo drasticamente i decessi e la trasmissione in molti Paesi.

Si stima che alla fine del 2019, negli Stati Uniti, 1.189.700 persone di età pari o superiore a 13 anni abbiano contratto l’infezione da HIV, tra cui 158.500 (13%) persone le cui infezioni non sono state diagnosticate. Nel 2020, è stata formulata una diagnosi di HIV per oltre 30.600 persone negli Stati Uniti e 20.758 casi erano dovuti a un contatto sessuale tra uomini. I dati per il 2020 devono essere interpretati con cautela, a causa dell’impatto della pandemia di COVID-19 sull’accesso al test per l’HIV, sui servizi correlati alle cure e sulle attività di sorveglianza dei casi.

Sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS)

L’AIDS rappresenta la forma più grave dell’infezione da HIV. L’infezione da HIV è considerata AIDS quando si manifesta almeno una grave malattia con complicanze o quando il numero (conta) dei linfociti CD4+ diminuisce considerevolmente.

Quando le persone infettate da HIV sviluppano determinate malattie, viene diagnosticato l’AIDS. Tra queste malattie, chiamate patologie correlate all’AIDS, si annoverano:

Trasmissione dell’infezione da HIV

La trasmissione dell’HIV richiede il contatto di un tessuto superficiale aperto (ad esempio una ferita) di una persona non infetta con un liquido corporeo che contenga il virus o cellule infettate dal virus. L’HIV può essere presente in quasi tutti i liquidi corporei, ma la trasmissione avviene soprattutto attraverso il sangue, il liquido seminale, le secrezioni vaginali e il latte materno. Anche se le lacrime, l’urina e la saliva possono contenere basse concentrazioni di HIV, la trasmissione attraverso questi liquidi è estremamente rara o inesistente.

L’HIV non viene trasmesso attraverso un contatto che non implica lo scambio di liquidi corporei (come toccando, abbracciando o baciando senza scambio di saliva) o per contatto stretto e non sessuale (come toccando una superficie o un oggetto). Nessuno dei casi di trasmissione del virus dell’HIV è stato ricondotto alla tosse o allo starnuto di una persona infetta o a una puntura di zanzara. La trasmissione da parte di medici od odontoiatri infetti al paziente è estremamente rara.

Generalmente, l’HIV si trasmette con le seguenti modalità:

Se la cute o una mucosa è lacerata o danneggiata, anche minimamente, vi sono maggiori probabilità di trasmissione dell’HIV. Durante le pratiche sessuali vaginali o anali possono prodursi piccole ferite nei genitali o nella pelle circostante, anche se il soggetto non è consapevole della loro presenza.

La maggior parte delle infezioni da HIV viene trasmessa attraverso il contatto eterosessuale, ma i fattori di rischio variano in base alla regione. Per esempio, la trasmissione tra gli uomini che hanno rapporti sessuali con uomini è solitamente la modalità di trasmissione dell’infezione più comune nei Paesi ad alte risorse, mentre nell’Asia meridionale sono le persone che si iniettano stupefacenti ad essere colpite in misura sproporzionata.

Nelle regioni in cui la trasmissione eterosessuale è dominante, l’infezione da HIV segue le vie del commercio, del trasporto e della migrazione economica nelle città e si diffonde secondariamente nelle aree rurali.

Sapevate che...

  • Non è stato documentato alcun caso di trasmissione di HIV attraverso tosse, starnuto o puntura di zanzara.

Attraverso l’attività sessuale

Il rischio di trasmissione dell’HIV è massimo durante i rapporti sessuali vaginali o anali nelle quali il preservativo non viene utilizzato o viene utilizzato in modo scorretto. La trasmissione dell’HIV può verificarsi anche durante un rapporto orale, sebbene sia molto meno frequente rispetto ai rapporti vaginali o anali.

Il rischio di infezione da HIV è aumentato quando lo sperma o le secrezioni vaginali contengono una grande quantità di HIV e/o quando sono presenti lacerazioni o ulcerazioni, anche se piccole, della cute o delle membrane che rivestono i genitali, la bocca o il retto. Pertanto, la trasmissione è molto più probabile durante:

I farmaci contro l’HIV (antiretrovirali) possono ridurre la quantità di HIV presente nel liquido seminale e nelle secrezioni vaginali. Pertanto, il trattamento dell’infezione da HIV con questi farmaci può ridurre significativamente il rischio di trasmissione.

Le attività sessuali che possono danneggiare le membrane che rivestono i genitali, la bocca o il retto sono il fisting (inserimento parziale o totale della mano nel retto o nella vagina) e l’uso di giocattoli erotici.

Gli studi indicano che i soggetti con infezione da HIV trattati con terapia antiretrovirale e senza una carica virale rilevabile (soppressione virale) non trasmettono sessualmente il virus ai propri partner.

Tabella

Attraverso aghi o altri strumenti

Gli operatori sanitari che si pungono accidentalmente con un ago contaminato dall’HIV hanno all’incirca 1 probabilità su 300 di contrarre l’infezione se non vengono trattati il prima possibile dopo l’esposizione. Il trattamento riduce le probabilità di infezione a meno di 1 su 1.500. Il rischio aumenta se l’ago penetra in profondità o se l’ago è cavo e contiene sangue contaminato da HIV (come nel caso degli aghi utilizzati per i prelievi di sangue o per l’iniezione di sostanze stupefacenti), invece di essere solamente ricoperto di sangue (come nel caso degli aghi utilizzati per suturare le ferite da taglio).

Un liquido infetto che venga a contatto con bocca od occhi ha meno di 1 probabilità su 1.000 di provocare l’infezione.

Da madre a figlio

L’infezione da HIV può essere trasmessa da una madre infetta al bambino con le seguenti modalità:

  • Durante la gravidanza, al feto attraverso la placenta

  • Durante il parto, al neonato durante il passaggio attraverso il canale del parto

  • Trasmissione al neonato attraverso il latte materno

Il rischio complessivo cumulativo di trasmissione dalla madre al bambino senza terapia antiretrovirale è del 35%-45%.

Il trattamento delle donne infette con farmaci antiretrovirali può ridurre significativamente il rischio di trasmissione. Le donne in gravidanza infette dovrebbero venire trattate durante il 2° e il 3° trimestre di gravidanza, durante il parto e durante l’allattamento al seno. Il rischio viene ridotto anche dal parto cesareo e con il trattamento del bambino per diverse settimane dopo la nascita.

L’HIV viene escreto nel latte materno. Le madri infette non dovrebbero allattare al seno se vivono in Paesi nei quali il latte artificiale è sicuro e ha un costo accettabile. Tuttavia, nelle regioni in cui le malattie infettive e la denutrizione sono cause comuni di morte infantile e non è disponibile latte artificiale sicuro ed economico, l’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda il trattamento antiretrovirale unito all’allattamento al seno per almeno 12 mesi. In queste situazioni, la protezione da infezioni potenzialmente letali fornita dall’allattamento può controbilanciare il rischio di trasmissione dell’HIV.

Attraverso trasfusioni di sangue o trapianti d’organo

Attualmente, la trasmissione dell’infezione da HIV attraverso trasfusioni di sangue o trapianti d’organo è rara.

Nella maggior parte dei Paesi ad alte risorse, dal 1985 tutto il sangue prelevato per le trasfusioni viene testato per l’HIV e, se possibile, alcuni emoderivati vengono trattati ad alta temperatura per eliminare il rischio di infezione da HIV. Si stima che negli Stati Uniti l’attuale rischio di infezione da HIV dovuto a una singola trasfusione di sangue (che viene attentamente esaminato per la presenza di HIV e di altri virus trasmessi attraverso il sangue), sia inferiore a 1 su circa 2 milioni. Tuttavia, in molti Paesi a basse risorse il sangue e gli emoderivati non vengono sottoposti allo screening per l’HIV o non sono esaminati altrettanto rigorosamente. In questi luoghi, il rischio resta considerevole.

L’HIV è stato trasmesso quando sono stati inconsapevolmente utilizzati per un trapianto organi (reni, fegato, cuore, pancreas, osso e cute) provenienti da donatori infetti. La trasmissione dell’HIV è improbabile quando vengono trapiantate le cornee o determinati tessuti appositamente trattati (come l’osso).

Inseminazione artificiale

La trasmissione dell’HIV è anche possibile quando per inseminare una donna si utilizza sperma proveniente da un donatore infetto. Negli Stati Uniti, sono state adottate misure per ridurre questo rischio. Non vengono più utilizzati campioni di sperma fresco. Lo sperma dei donatori viene congelato per un periodo minimo di 6 mesi. In seguito, prima che lo sperma venga utilizzato, i donatori vengono nuovamente sottoposti ad analisi per l’infezione da HIV.

Se risulta che un donatore di sperma è infetto dall’HIV, il lavaggio del liquido seminale è un modo efficace per rimuovere il virus.

Meccanismo dell’infezione da HIV

Una volta entrato nell’organismo, l’HIV aderisce a diversi tipi di globuli bianchi, i più importanti dei quali sono quelli chiamati linfociti T cellule T Uno dei meccanismi di difesa dell’organismo ( sistema immunitario) implica l’azione dei globuli bianchi (leucociti) che si spostano nel flusso sanguigno e nei tessuti, alla ricerca di microrganismi... maggiori informazioni cellule T helper. Essi attivano e coordinano altre cellule del sistema immunitario. Sulla superficie, questi linfociti hanno un recettore chiamato CD4, che consente all’HIV di legarsi a loro; per questo motivo questi linfociti helper sono definiti CD4+.

L’HIV è un retrovirus Che cos’è un retrovirus? Che cos’è un retrovirus? , ovvero, un virus le cui informazioni genetiche sono conservate nell’acido ribonucleico (RNA Trascrizione e sintesi I geni sono segmenti di acido desossiribonucleico (DNA) che contengono il codice per una proteina specifica che funziona in uno o più tipi di cellule dell’organismo. I cromosomi sono strutture... maggiori informazioni Trascrizione e sintesi ). Dopo essere penetrato in un linfocita CD4+, il virus utilizza un enzima chiamato trascrittasi inversa per eseguire una copia del proprio RNA, che viene eseguita in forma di acido desossiribonucleico (DNA DNA I geni sono segmenti di acido desossiribonucleico (DNA) che contengono il codice per una proteina specifica che funziona in uno o più tipi di cellule dell’organismo. I cromosomi sono strutture... maggiori informazioni DNA ). A questo punto, l’HIV muta con facilità poiché la trascrittasi inversa tende a commettere errori durante la conversione dell’RNA del virus in DNA. Queste mutazioni rendono l’HIV più difficile da controllare, perché molte mutazioni aumentano la probabilità di produrre un HIV in grado di resistere agli attacchi da parte del sistema immunitario del paziente e/o ai farmaci antiretrovirali.

La copia del DNA dell’HIV viene incorporata nel DNA del linfocita infetto. In seguito, il meccanismo genetico proprio del linfocita riproduce (replica) l’HIV e alla fine il linfocita viene distrutto. Le migliaia di nuovi virus prodotti da ciascun linfocita infetto ne infettano altri e distruggono anche loro. Nel giro di pochi giorni o settimane, il sangue e i liquidi genitali contengono un’elevata quantità di HIV e il numero di linfociti CD4+ si può ridurre considerevolmente. Dato che subito dopo l’infezione la quantità di HIV presente nel sangue e nei liquidi genitali è molto elevata, i soggetti appena infettati possono trasmettere l’HIV ad altre persone molto facilmente.

Ciclo vitale semplificato del virus HIV

Come tutti i virus, il virus dell’immunodeficienza umana (HIV) si riproduce (replica) utilizzando il meccanismo genetico della cellula che infetta, di solito un linfocita CD4+.

  • L’HIV prima si attacca alla cellula bersaglio e poi penetra al suo interno.

  • L’HIV libera l’RNA, il codice genetico del virus, nella cellula. Perché il virus si replichi, il suo RNA deve essere convertito in DNA. L’RNA viene convertito da un enzima denominato trascrittasi inversa (prodotto dall’HIV). A questo punto, l’HIV muta con facilità poiché la trascrittasi inversa tende a commettere errori durante la conversione dell’RNA virale in DNA.

  • Il DNA virale penetra nel nucleo della cellula.

  • Con l’aiuto di un enzima chiamato integrasi (anch’esso prodotto dall’HIV), il DNA virale si integra con il DNA della cellula.

  • A questo punto il DNA della cellula infetta produce RNA virale, nonché le proteine necessarie per costituire un nuovo HIV.

  • Un nuovo virus viene assemblato dall’RNA e dai frammenti proteici.

  • Il virus si spinge attraverso la membrana della cellula, si avvolge intorno a un frammento della membrana cellulare e si stacca dalla cellula infetta (gemmazione).

  • Per infettare altre cellule, il virus appena formato deve maturare; ciò avviene quando un altro enzima dell’HIV (la proteasi) taglia le proteine strutturali nel virus, causandone la redistribuzione.

I farmaci utilizzati per trattare l’infezione da HIV sono stati sviluppati sulla base del ciclo vitale dell’HIV. Questi farmaci inibiscono i tre enzimi (trascrittasi inversa, integrasi e proteasi) che il virus utilizza per replicarsi o per attaccarsi alle cellule e penetrarvi.

Ciclo vitale semplificato del virus HIV

Quando l’infezione da HIV distrugge i linfociti CD4+, indebolisce il sistema immunitario dell’organismo, che protegge da molte infezioni e tumori. Questa compromissione del sistema immunitario è in parte il motivo per cui l’organismo non riesce a eliminare l’infezione da HIV una volta iniziata. Tuttavia, il sistema immunitario è in qualche modo in grado di reagire; entro il primo o il secondo mese, l’organismo produce linfociti e anticorpi che aiutano a ridurre la quantità di HIV nel sangue e a controllare l’infezione. Per questo motivo, l’infezione da HIV non trattata può essere asintomatica o causare solo alcuni sintomi lievi mediamente per circa 10 anni (il periodo varia da 2 a più di 15 anni).

L’HIV infetta anche altre cellule, come quelle della pelle, del cervello, dell’apparato genitale, del cuore e dei reni, causando malattie in questi organi.

Conta dei CD4

Il numero dei linfociti CD4+ nel sangue (conta dei CD4) aiuta a determinare quanto segue:

  • L’efficacia con cui il sistema immunitario può proteggere il corpo dalle infezioni

  • La gravità dei danni prodotti dall’HIV

La maggior parte delle persone sane presenta una conta dei CD4 pari a circa 500-1.000 cellule per microlitro di sangue. In genere, durante i primi mesi di infezione il numero di linfociti CD4+ si riduce. Dopo circa 3-6 mesi, la conta dei CD4 si stabilizza, ma in assenza di trattamento il declino, che può avvenire lentamente o rapidamente, di solito continua.

Se la conta dei CD4 scende sotto il valore di 200 cellule per microlitro di sangue, la capacità del sistema immunitario di contrastare alcune infezioni (come la polmonite da Pneumocystis jirovecii) diminuisce. La maggior parte di queste infezioni è rara nelle persone sane. Tuttavia, esse sono comuni tra le persone che presentano una compromissione del sistema immunitario e vengono definite opportunistiche perché sfruttano un sistema immunitario indebolito.

Una conta inferiore a 50 cellule per microlitro di sangue è particolarmente pericolosa perché compaiono spesso nuove infezioni opportunistiche che possono rapidamente causare grave perdita di peso, cecità o morte. Tra tali infezioni si annoverano:

Carica virale

La quantità di HIV presente nel sangue (nello specifico il numero di copie di RNA dell’HIV) viene definita carica virale.

La carica virale indica la rapidità con cui l’HIV si sta replicando. Appena i soggetti sono colpiti dall’infezione, la carica virale aumenta rapidamente. Dopo circa 6 mesi, persino in assenza di trattamento, scende a un livello più basso, che rimane relativamente costante, denominato set point virologico. Questo livello varia ampiamente da persona a persona, da appena poche centinaia a oltre un milione di copie per microlitro di sangue.

Inoltre, la carica virale indica:

  • Quanto è contagiosa l’infezione

  • La rapidità con cui verosimilmente diminuirà la conta dei CD4

  • La rapidità con cui probabilmente appariranno i sintomi

Più alto è il valore del set point virologico della carica virale, più rapidamente la conta dei CD4 raggiunge livelli bassi (inferiori a 200) che aumentano il rischio di infezioni opportunistiche, persino nelle persone asintomatiche.

Nel corso di un trattamento efficace, la carica virale diminuisce a livelli molto bassi o non rilevabili (meno di circa 20-40 copie per microlitro di sangue). Tuttavia, l’HIV inattivo (latente) rimane comunque presente nelle cellule e, se il trattamento viene interrotto, inizia a replicarsi e la carica virale aumenta.

Un aumento della carica virale durante il trattamento può indicare quanto segue:

  • L’HIV ha sviluppato resistenza al trattamento antiretrovirale.

  • Il paziente non sta assumendo i farmaci prescritti.

  • Entrambe queste cause

Sapevate che...

  • Alcuni soggetti infettati dall’HIV rimangono asintomatici per diversi anni.

Sintomi dell’infezione da HIV

Infezione iniziale

Quando contraggono l’infezione, molte persone non presentano alcun sintomo evidente, ma entro 1-4 settimane in alcune di esse si possono sviluppare febbre, eruzioni cutanee, mal di gola, gonfiore dei linfonodi (edema linfonodale), affaticamento e altri sintomi meno comuni. I sintomi dell’infezione da HIV iniziale (primaria) solitamente durano da 3 a 14 giorni.

Intervallo con sintomi lievi o assenti

Successivamente alla scomparsa dei primi sintomi, persino in assenza di trattamento, la maggior parte delle persone è asintomatica o presenta qualche sintomo di lieve entità soltanto occasionalmente. Questo intervallo con scarsità o assenza di sintomi può durare da 2 a 15 anni. I sintomi che si manifestano con maggiore frequenza durante questo intervallo sono i seguenti:

In alcuni casi si verifica una progressiva perdita di peso, con una leggera febbre o diarrea.

Questi sintomi possono essere dovuti all’infezione da HIV oppure a infezioni opportunistiche che si sviluppano perché l’HIV ha indebolito il sistema immunitario.

Sintomi più gravi

In alcune persone, i primi sintomi sono quelli dell’AIDS.

L’AIDS è definito come lo sviluppo di infezioni opportunistiche molto gravi o di tumori che solitamente si presentano soltanto nei soggetti con una conta dei CD4 inferiore a 200 cellule per microlitro di sangue.

Molti dei sintomi sono causati dalle infezioni opportunistiche e dalle neoplasie specifiche che si sviluppano. Queste infezioni sono più frequenti o più gravi in presenza di infezione da HIV di quanto non lo siano in sua assenza.

Le infezioni opportunistiche gravi possono produrre vari sintomi, a seconda dell’organo interessato:

  • Polmoni: febbre, tosse o respiro affannoso

  • Cervello: cefalea, debolezza, perdita di coordinazione o deterioramento delle funzioni mentali

  • Tratto digerente: dolore, diarrea o sanguinamento

Inoltre, l’HIV può causare sintomi quando infetta e danneggia direttamente organi come:

  • Cervello: danno cerebrale con amnesia e/o difficoltà di pensiero e concentrazione, che in assenza di trattamento dell’infezione da HIV col tempo esitano in demenza, nonché debolezza, tremore o difficoltà di deambulazione

  • Reni: insufficienza renale con gonfiore delle gambe e del viso, affaticamento e alterazioni della minzione, ma spesso solo quando l’infezione è grave

  • Cuore: insufficienza cardiaca con respiro affannoso, tosse, respiro sibilante e affaticamento (non comune)

  • Organi genitali: diminuzione dei livelli degli ormoni sessuali, che negli uomini può causare affaticamento e disfunzione sessuale

In alcune persone, l’HIV è probabilmente direttamente responsabile della considerevole perdita di peso (deperimento da AIDS). Il deperimento nei soggetti con AIDS può essere provocato anche da una serie di infezioni o da una persistente infezione non trattata dell’apparato digerente.

Tabella

Tumori comuni nelle persone con infezione da HIV

Il sarcoma di Kaposi Sarcoma di Kaposi Il sarcoma di Kaposi è un cancro della pelle che causa molteplici chiazze piane o escrescenze di colore rosa, rosso o viola sulla pelle. È causato dall’infezione da herpesvirus umano di tipo... maggiori informazioni Sarcoma di Kaposi , un tumore causato da un herpesvirus trasmesso per via sessuale, si manifesta sotto forma di chiazze cutanee rilevate e indolori, di colore da rosso a viola. Questo tumore si presenta soprattutto negli uomini omosessuali.

Possono svilupparsi tumori del sistema immunitario (linfomi, in genere il linfoma non Hodgkin Linfomi non-Hodgkin I linfomi non-Hodgkin sono un gruppo eterogeneo di tumori dei globuli bianchi chiamati linfociti. Spesso, i linfonodi del collo, ascellari o inguinali si ingrossano rapidamente e in modo indolore... maggiori informazioni Linfomi non-Hodgkin ) che a volte compaiono inizialmente nel cervello. Quando il cervello è colpito, questi tumori possono causare debolezza in un braccio o in una gamba, cefalea, stato confusionale o cambiamenti di personalità.

Aver contratto l’AIDS aumenta il rischio di sviluppare altri tumori. Tra essi vi sono il tumore del collo dell’utero, dell’ano, dei testicoli e dei polmoni, nonché il melanoma e altri tumori cutanei. Gli uomini che hanno rapporti omosessuali sono soggetti a sviluppare il cancro del retto a causa degli stessi virus del papilloma umano Infezione da papillomavirus umano (HPV) Il papillomavirus umano (HPV) può essere trasmesso per via sessuale e provoca alterazioni cellulari che possono determinare verruche genitali oppure lesioni precancerose o tumori della cervice... maggiori informazioni Infezione da papillomavirus umano (HPV) (HPV) responsabili del cancro del collo dell’utero nelle donne.

Causa della morte

In genere, il decesso è determinato dagli effetti cumulativi delle infezioni opportunistiche o dei tumori, del deperimento e/o della demenza.

Diagnosi dell’infezione da HIV

  • Esami per rilevare gli anticorpi anti-HIV in un campione di sangue o saliva

  • Esami per rilevare l’RNA dell’HIV in un campione di sangue

La diagnosi precoce è importante, perché rende possibile un trattamento tempestivo. Il trattamento precoce consente alle persone infette di vivere più a lungo, di essere più sane e di trasmettere meno facilmente l’HIV ad altri.

I medici solitamente chiedono informazioni in merito ai fattori di rischio per l’infezione da HIV Trasmissione dell’infezione da HIV L’infezione da virus dell’immunodeficienza umana (human immunodeficiency virus, HIV) è un’infezione virale che distrugge progressivamente alcuni globuli bianchi e viene trattata con farmaci... maggiori informazioni Trasmissione dell’infezione da HIV (come esposizione professionale, attività sessuali ad alto rischio e uso di sostanze stupefacenti iniettabili) e ai sintomi (come affaticamento, eruzioni cutanee e perdita di peso).

Eseguono un esame obiettivo completo per verificare la presenza di segni di infezioni opportunistiche, come edema linfonodale e chiazze bianche all’interno della bocca (indicazione di candidosi), nonché di segni del sarcoma di Kaposi a livello orale o cutaneo.

Esami di screening e diagnostici

In caso di sospetta esposizione all’HIV, i medici eseguono test di screening alla ricerca del virus. Inoltre, i medici offrono a tutti gli adulti e gli adolescenti, in particolare alle donne in gravidanza, un test di screening indipendentemente dal loro potenziale rischio. Chiunque tema di essere stato infettato dall’HIV può chiedere di essere sottoposto al test. Tale analisi è confidenziale e frequentemente gratuita.

Gli attuali test di screening di 4ª generazione (test di combinazione) valutano due elementi che suggeriscono l’infezione da HIV:

Gli anticorpi sono proteine prodotte dal sistema immunitario per contribuire a difendere l’organismo dall’attacco di particolari agenti, come l’HIV. Gli antigeni sono sostanze estranee che stimolano una risposta immunitaria.

Il corpo umano richiede diverse settimane per produrre una quantità di anticorpi tale da essere rilevata con il test; pertanto, nel corso delle prime settimane successive all’ingresso del virus nell’organismo i risultati del test anticorpale sono negativi (noto come “periodo finestra” dell’infezione da HIV). Tuttavia, i risultati del test dell’antigene p24 possono essere positivi già 2 settimane dopo l’infezione iniziale. I test di combinazione possono essere eseguiti rapidamente da un laboratorio. Inoltre, una versione di questi test consente di effettuarli in un ambulatorio medico o in ospedale (chiamata analisi al letto del paziente). Se i risultati sono positivi, i medici conducono analisi per distinguere l’HIV-1 dall’HIV-2 e un esame per rilevare la quantità di RNA dell’HIV nel sangue (la carica virale).

I test di screening combinati più recenti sono più rapidi e meno complessi dei precedenti; utilizzano un saggio immunoenzimatico (ELISA) per rilevare gli anticorpi anti-HIV, confermando quindi i risultati positivi mediante un test specifico separato, più accurato, come il test Western blot.

Sono disponibili anche analisi al letto del paziente rapide meno recenti, che si possono eseguire utilizzando un campione di sangue o saliva. Se i risultati di questi test rapidi di screening sono positivi, vengono confermati mediante un saggio ELISA (con o senza Western blot) o con la ripetizione di uno o più test rapidi.

Se i risultati del test di persone a basso rischio sono negativi, gli esami di screening non vengono ripetuti a meno che non cambi lo status del rischio. I test con esito negativo di persone ad altissimo rischio (soprattutto se sono sessualmente attive, sono sessualmente promiscue o non praticano sesso sicuro), devono essere ripetuti ogni 6-12 mesi.

Le analisi per RNA dell’HIV possono confermare i risultati positivi di un test anticorpale o rilevare evidenze di infezione da HIV quando i test anticorpali risultano negativi. Le analisi per RNA dell’HIV spesso utilizzano tecniche per produrre molte copie del materiale genetico del virus (amplificazione degli acidi nucleici). Questi esami sono in grado di rilevare piccolissime quantità di RNA dell’HIV nel sangue e sono molto precisi.

Monitoraggio

Se viene diagnosticata l’infezione da HIV, gli esami del sangue devono essere effettuati regolarmente per quantificare i seguenti valori:

  • Conta dei CD4

  • Carica virale

Se la conta dei linfociti CD4 è bassa, le persone hanno maggiori probabilità di sviluppare gravi infezioni e altre complicanze dell’HIV, come certi tumori. La carica virale contribuisce a prevedere quanto rapidamente la conta dei CD4 può diminuire nell’arco di pochi anni.

Queste due misure aiutano i medici a determinare:

  • Quando iniziare il trattamento con farmaci antiretrovirali

  • I probabili effetti del trattamento

  • L’eventuale necessità di altri farmaci per prevenire complicanze infettive

Con un trattamento efficace, la carica virale scende a livelli molto bassi in poche settimane e la conta dei CD4 inizia un lento recupero verso livelli normali.

Diagnosi di AIDS

L’AIDS viene diagnosticato quando la conta dei CD4 si riduce a livelli inferiori a 200 cellule per microlitro di sangue, quando c’è un estremo deperimento o si manifestano infezioni opportunistiche o tumori.

Diagnosi di patologie correlate all’HIV

Per verificare la presenza di patologie che possono accompagnare l’infezione da HIV si possono eseguire diversi esami. Gli esami prevedono quanto segue:

  • Aspirazione e biopsia del midollo osseo: per valutare ulteriormente eventuali riduzioni del numero di cellule nel sangue (tra cui l’anemia), che possono essere dovute a linfomi, tumori e infezioni opportunistiche

  • Tomografia computerizzata (TC) con mezzo di contrasto o risonanza magnetica per immagini (RMI): per verificare la presenza di danni a carico del cervello o del midollo spinale

Trattamento dell’infezione da HIV

  • Farmaci antiretrovirali

  • Talvolta farmaci per prevenire le infezioni opportunistiche

  • Talvolta farmaci per alleviare i sintomi

Il trattamento con farmaci antiretrovirali è raccomandato per tutte le persone con infezione da HIV, dato che in assenza di trattamento l’infezione può determinare gravi complicanze e che sono stati sviluppati farmaci più nuovi, meno tossici. Nella maggior parte delle persone, un trattamento precoce determina esiti migliori. La ricerca ha indicato che la probabilità che si sviluppino complicanze correlate all’AIDS e si verifichi il decesso per tali cause è minore nelle persone trattate tempestivamente con farmaci antiretrovirali.

Il trattamento non è in grado di eliminare il virus dall’organismo, sebbene il livello di HIV nel sangue o in altri liquidi e tessuti corporei spesso diminuisca tanto da non essere più rilevabile. Gli obiettivi del trattamento sono

  • Ridurre il livello del virus HIV a valori non rilevabili

  • Riportare la conta dei CD4 a valori normali

Se il trattamento viene interrotto, il livello di HIV aumenta e la conta dei CD4 inizia a precipitare. Pertanto, è necessario assumere i farmaci antiretrovirali per tutta la vita.

Prima di avviare un regime di trattamento, le persone vengono istruite riguardo alla necessità di attenersi a ciò che segue:

  • Assumere i farmaci come prescritto

  • Evitare di saltare le dosi

  • Assumere i farmaci per il resto della vita

Assumere i farmaci come indicato per tutta la vita è impegnativo. Alcune persone saltano dosi o interrompono l’assunzione dei farmaci per un certo periodo (la cosiddetta “vacanza dai farmaci”). Queste pratiche sono pericolose, perché consentono all’HIV di sviluppare farmacoresistenza.

Poiché l’assunzione irregolare dei farmaci contro l’HIV spesso produce farmacoresistenza, gli operatori sanitari cercano di accertarsi che i pazienti siano in grado e disposti a aderire al regime terapeutico. Per semplificare lo schema posologico e facilitare l’assunzione dei farmaci come indicato, i medici spesso prescrivono un trattamento che combina due o più farmaci in un’unica compressa, che può essere assunta solo una volta al giorno.

Immunizzazione

Chi ha un’infezione da HIV dovrebbe ricevere le seguenti vaccinazioni (per ulteriori informazioni, vedere Centers for Disease Cotnrol and Prevention [CDC] immunization recommendations [Raccomandazioni dei CDC sulle vaccinazioni]):

Prognosi dell’infezione da HIV

L’esposizione all’HIV non determina necessariamente l’infezione e alcuni soggetti esposti ripetutamente al virus non vengono infettati. Inoltre, molti soggetti trattati con farmaci antiretrovirali possono gestire l’infezione da HIV come una malattia cronica, senza sviluppare l’AIDS. Con un trattamento efficace, il livello di RNA dell’HIV diminuisce fino a livelli non rilevabili, la conta dei CD4 aumenta significativamente e le persone possono continuare a condurre una vita produttiva e attiva. Il rischio di malattie e di decesso diminuisce, ma resta superiore a quello dei soggetti appartenenti alla stessa fascia di età e che non sono affetti dall’infezione da HIV. Tuttavia, se non si è in grado di tollerare o assumere con costanza i farmaci, l’infezione da HIV e il deficit immunitario progrediscono, causando sintomi e complicanze gravi.

Molti soggetti infetti non trattati rimangono in buona salute per oltre un decennio. Pochissime persone non trattate sono rimaste in salute per oltre 20 anni. Non sono ancora chiari i motivi per cui un soggetto si ammali prima di un altro, ma numerosi fattori genetici sembrano influenzare sia la predisposizione all’infezione sia la progressione verso l’AIDS conseguente all’infezione.

Se le persone infette non vengono trattate, nella maggior parte dei casi si sviluppa l’AIDS. La velocità con cui il numero di cellule CD4 diminuisce e l’infezione da HIV progredisce ad AIDS varia notevolmente da persona a persona. In generale, gli esperti stimano che in assenza di trattamento i tassi di sviluppo dell’AIDS siano i seguenti:

  • Per i primi anni dopo l’infezione: 1-2% all’anno

  • Successivamente ogni anno: 5-6%

  • Entro 10-11 anni: 50%

  • Infine: oltre il 95%, possibilmente tutti se vivono abbastanza a lungo

Solitamente, l’infezione da HIV non causa direttamente il decesso. Piuttosto, l’infezione da HIV determina una sostanziale perdita di peso (deperimento), infezioni opportunistiche, tumori e altre malattie che causano la morte del paziente.

La guarigione è stata ritenuta impossibile, sebbene continui un’intensa attività di ricerca sul modo per eliminare tutto l’HIV latente dalle persone infette.

Problematiche della fase terminale

Dato che nelle persone affette da AIDS è raro che il decesso si verifichi all’improvviso, solitamente vi è tempo sufficiente per pianificare il tipo di assistenza sanitaria desiderato nel caso la patologia peggiori. Ciononostante, si dovrebbe dichiarare per tempo tale pianificazione in un documento legale, che dovrebbe includere chiare istruzioni sul tipo di assistenza desiderato (procedura chiamata direttive anticipate Dichiarazioni anticipate di trattamento La dichiarazione anticipata di trattamento è un insieme di documenti in cui si comunicano le volontà di un individuo in materia di salute, nel caso in cui quest’ultimo perda la capacità di decisione... maggiori informazioni ).

Verso la fine della vita, molte persone presentano dolore e altri sintomi angoscianti (come l’agitazione) e di solito perdono l’appetito. Nei Paesi ad alto reddito gli istituti con programmi per malati terminali Cure palliative Le cure palliative sono un concetto e un programma terapeutico espressamente ideato per ridurre al minimo la sofferenza dei malati terminali e dei loro familiari. Negli Stati Uniti, questo tipo... maggiori informazioni sono particolarmente attrezzati per affrontare tali problemi. Questi possono fornire supporto e assistenza completi, che si concentrano sulla gestione dei sintomi, aiutando le persone a esalare l’ultimo respiro mantenendo la loro indipendenza e supportando coloro che se ne prendono cura.

Prevenzione dell’infezione da HIV

Allo stato attuale, non esiste alcun vaccino contro l’HIV efficace per prevenire l’infezione da HIV o rallentare la progressione dell’AIDS nelle persone che sono già infette. Tuttavia, trattare coloro che presentano l’infezione da HIV riduce il rischio di trasmissione dell’infezione ad altre persone.

La trasmissione dell’HIV attraverso le vie più comuni (contatto sessuale o condivisione di aghi) è quasi completamente evitabile. Purtroppo, le misure richieste per la prevenzione, l’astinenza sessuale o l’ uso costante del preservativo Prevenzione Con infezione a trasmissione sessuale (ITS) si fa riferimento a un’infezione trasmessa attraverso sangue, liquido seminale, secrezioni vaginali o altri fluidi corporei durante i rapporti sessuali... maggiori informazioni Prevenzione e l’accesso ad aghi puliti, sono talvolta poco diffuse per motivi personali o sociali. Molti soggetti hanno difficoltà a modificare le proprie abitudini sessuali o di tossicodipendenza, per cui continuano a esporsi al rischio di infezione da HIV. Inoltre, le pratiche sessuali più sicure non sono infallibili. Per esempio, i profilattici possono avere perdite o lacerarsi.

Strategie per la prevenzione della trasmissione dell’HIV

  • Astenersi dall’attività sessuale.

  • Utilizzare un preservativo in lattice per ciascun rapporto con partner infetto o con condizione di HIV non nota (gli spermicidi e le spugne vaginali non proteggono dall’infezione da HIV).

  • Per gli uomini che praticano rapporti sessuali orali, estrarre il pene prima dell’eiaculazione.

  • Per gli uomini, sottoporsi a circoncisione (questa riduce il rischio di contrarre l’infezione da l’HIV nell’uomo durante un rapporto sessuale vaginale con una donna infetta).

  • Le coppie monogame formatesi di recente devono sottoporsi ai test per l’infezione da HIV e per altre infezioni a trasmissione sessuale (ITS) prima di avere rapporti sessuali non protetti.

  • Non condividere mai aghi o siringhe.

  • Indossare guanti di gomma (preferibilmente di lattice) quando si toccano i liquidi corporei di un’altra persona.

  • Se si viene esposti accidentalmente a fluidi contenenti HIV (per esempio, a seguito di puntura d’ago), effettuare il trattamento con farmaci antiretrovirali per prevenire l’infezione.

I preservativi in lattice offrono una buona protezione contro l’HIV (nonché contro altre comuni infezioni a trasmissione sessuale), ma non sono infallibili. I lubrificanti oleosi (come la vaselina) non devono essere utilizzati in quanto possono dissolvere il lattice, riducendo l’efficacia del preservativo.

Si possono adottare altre misure. Negli uomini la circoncisione, una procedura economica e sicura, dimezza più o meno il rischio di contrarre l’infezione durante un rapporto sessuale vaginale con una donna infetta. Non è chiaro se la circoncisione riduca il rischio di infezione da HIV in altre circostanze. Dato che la circoncisione offre solo una protezione parziale contro l’infezione da HIV, si devono utilizzare anche altre misure per prevenirla. Ad esempio, se uno dei due partner è affetto da un’infezione a trasmissione sessuale o da infezione da HIV, deve seguire una terapia ed è necessario utilizzare correttamente e costantemente il preservativo.

Precauzioni universali

I soggetti che rischiano un contatto con sangue o altri liquidi corporei sul posto di lavoro devono indossare guanti protettivi di lattice, maschere e protezioni per gli occhi. Queste precauzioni si applicano ai liquidi corporei di qualsiasi soggetto e non solo a quelli delle persone affette da HIV, pertanto sono definite precauzioni universali. Le precauzioni universali vengono adottate per due motivi:

  • Le persone con infezione da HIV potrebbero non sapere di essere state infettate.

  • I liquidi corporei possono trasmettere virus che causano altre malattie gravi (come l’epatite B e l’epatite C).

Le superfici contaminate da HIV possono facilmente essere pulite e disinfettate perché l’HIV viene inattivato dal calore e dai comuni disinfettanti, come il perossido di idrogeno e l’alcol.

Poiché l’HIV non viene trasmesso per via aerea o per contatto casuale (come toccando, abbracciando o baciando senza scambio di saliva), gli ospedali e i medici non isolano i soggetti con infezione da HIV, a meno che non abbiano un’altra infezione contagiosa.

Prevenzione della trasmissione tramite trasfusioni di sangue e trapianti d’organo

Negli Stati Uniti, la trasmissione dell’infezione da HIV per mezzo dei trapianti d’organo o delle trasfusioni di sangue è stata quasi eliminata grazie alle seguenti misure:

  • Individuazione dei fattori di rischio per l’infezione da HIV nei donatori di organi o di sangue

  • Test di screening per HIV sul sangue donato

Il rischio viene ulteriormente ridotto richiedendo alle persone che presentano fattori di rischio per l’infezione da HIV di non donare sangue o organi per il trapianto, a prescindere dai risultati dei loro test per HIV.

Tuttavia, nei Paesi con poche risorse non si usano costantemente test di screening sensibili per l’HIV e non sono in vigore limitazioni per i donatori. Di conseguenza, in tali Paesi la trasmissione attraverso questi mezzi continua a essere un problema.

Prevenzione della trasmissione dalla madre al neonato

Le donne incinte sieropositive possono trasmettere il virus al loro bambino.

  • Sottoporre a esami le donne incinte per determinare se hanno contratto l’infezione da HIV

  • Se sono infette, trattarle con farmaci antiretrovirali durante la gravidanza e il travaglio (il trattamento durante il travaglio è particolarmente importante)

  • Preferire il parto con taglio cesareo al parto vaginale

  • Dopo la nascita, trattare il neonato con zidovudina, somministrata per via endovenosa, per 6 settimane

  • Se possibile, allattare con latte artificiale piuttosto che al seno (l’HIV può essere trasmesso con il latte materno)

Trattamento preventivo prima dell’esposizione

L’assunzione di un farmaco antiretrovirale prima di essere esposti all’HIV può ridurre il rischio di infezione da HIV. Tale trattamento preventivo è denominato profilassi pre-esposizione (PrEP). Tuttavia, la PrEP è costosa ed è efficace solo se il farmaco viene assunto ogni giorno. Pertanto, la PrEP è raccomandata solo per le persone a rischio molto elevato di contrarre l’infezione, come le persone il cui partner ha un’infezione da HIV, quelle che hanno comportamenti sessuali che pongono un rischio considerevole di contrarre l’infezione da HIV e coloro che si iniettano sostanze illegali e adottano pratiche di iniezione che comportano un rischio significativo di contrarre l’infezione da HIV.

La PrEP può essere inoltre consigliata per persone che si impegnano in attività sessuali ad alto rischio, come le seguenti:

  • Uomini che hanno rapporti sessuali anali con uomini senza utilizzare il preservativo

  • Uomini e donne eterosessuali che non usano regolarmente il preservativo durante i rapporti sessuali con partner il cui stato di HIV è sconosciuto e che sono a maggior rischio di infezione da HIV

Le persone che fanno uso della PrEP hanno comunque bisogno di utilizzare altri metodi per prevenire l’infezione da HIV, tra cui usare costantemente il preservativo e non condividere aghi per l’iniezione di sostanze stupefacenti.

Trattamento preventivo dopo l’esposizione

I soggetti che sono stati esposti all’HIV attraverso uno schizzo di sangue, una puntura d’ago o un contatto sessuale possono ridurre la probabilità di infezione assumendo farmaci antiretrovirali per 4 settimane. Questi farmaci sono più efficaci se vengono iniziati il prima possibile dopo l’esposizione. Attualmente viene raccomandata l’assunzione di due o più farmaci.

In genere, il medico e la persona esposta decidono insieme se usare questi farmaci preventivi. La decisione viene presa sulla base del rischio stimato di infezione e dei possibili effetti collaterali dei farmaci. Qualora non si sappia se la fonte presenti o meno un’infezione da HIV, vengono considerate le probabilità di infezione della fonte. Tuttavia, anche quando è noto che la fonte dell’esposizione ha un’infezione da HIV, il rischio di infezione dopo l’esposizione varia in rapporto al tipo di esposizione. Per esempio, il rischio derivante da uno spruzzo di sangue è inferiore a quello derivante da una puntura di ago.

Le azioni intraprese immediatamente dopo l’esposizione all’infezione da HIV dipendono dal tipo di esposizione:

  • Se è stata esposta la pelle, viene detersa con acqua e sapone.

  • Le ferite da puntura si detergono con antisettici.

  • Se sono state esposte le mucose, vengono sciacquate abbondantemente con acqua.

Ulteriori informazioni

Di seguito si riportano alcune risorse in lingua inglese che possono essere utili. Si prega di notare che IL MANUALE non è responsabile del contenuto di tali risorse.

NOTA: Questa è la Versione per i pazienti. CLICCA QUI CONSULTA LA VERSIONE PER I PROFESSIONISTI
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