Disturbo fittizio imposto a un’altra persona

DiJoel E. Dimsdale, MD, University of California, San Diego
Revisionato/Rivisto ago 2022
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    Il disturbo fittizio imposto a un’altra persona è la falsificazione o la produzione dei sintomi di un disturbo psicologico o fisico in un’altra persona. Di solito, viene attuato dagli assistenti, le persone che prestano assistenza a malati (solitamente i genitori).

    (Vedere anche Panoramica sulla somatizzazione e i disturbi a essa correlati.)

    Questo disturbo veniva chiamato disturbo fittizio per procura o sindrome di Munchausen per procura.

    Il disturbo fittizio imposto a un’altra persona è simile al disturbo fittizio autoimposto, tranne che il soggetto (solitamente l’assistente, generalmente un genitore) falsifica intenzionalmente o produce sintomi fisici o psicologici nella persona assistita (di solito un bambino che non è in grado di contraddire le falsità dell’assistente o di indicare in che modo l’assistente ha arrecato danni).

    L’assistente falsifica l’anamnesi, ad esempio affermando che il bambino ha avuto febbre o vomito a casa quando in realtà stava bene. Alcuni assistenti possono perfino arrecare danni al bambino con farmaci o altri agenti oppure aggiungere sangue o contaminanti batterici ai campioni di urina del bambino, nel tentativo di simulare una patologia. L’assistente ricorre alle cure mediche per il bambino e sembra essere molto preoccupato e protettivo. Il bambino generalmente presenta un’anamnesi di ricoveri frequenti, di solito per una serie di sintomi aspecifici, ma senza che abbia mai ricevuto una diagnosi certa. Questi bambini possono essere gravemente malati e talvolta decedono a causa dei tentativi dell’assistente di simulare una patologia.

    Come per il disturbo fittizio autoimposto, chi assiste il bambino di solito non ha evidenti motivazioni esterne per tale comportamento. Ad esempio, non tenta di coprire i segni di abuso di minore.