Disturbo ossessivo-compulsivo (DOC)

DiKatharine Anne Phillips, MD, Weill Cornell Medical College;
Dan J. Stein, MD, PhD, University of Cape Town
Revisionato/Rivisto giu 2021 | Modificata set 2022
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I fatti in Breve

Il disturbo ossessivo-compulsivo è caratterizzato da ossessioni, compulsioni o entrambe le cose. Le ossessioni sono idee, immagini o impulsi di tipo ricorrente, persistente, involontario, intrusivo e ansiogeno. Le compulsioni (definite anche rituali) sono particolari azioni o atti mentali che i soggetti si sentono spinti a compiere ripetutamente per cercare di ridurre o prevenire l’ansia causata dalle ossessioni.

  • La maggior parte dei pensieri e dei comportamenti ossessivi-compulsivi è in gran parte associata alla preoccupazione di farsi male o correre un rischio.

  • I medici diagnosticano il disturbo quando un soggetto presenta ossessioni, compulsioni o entrambe le cose.

  • Il trattamento può comprendere la terapia di esposizione (con prevenzione dei rituali compulsivi) e alcuni antidepressivi (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina o clomipramina).

Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è leggermente più comune tra le donne rispetto agli uomini e interessa circa l’1-2% della popolazione. Mediamente, il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) compare intorno ai 19-20 anni d’età, ma oltre il 25% dei casi inizia prima dei 14 anni (vedere anche Disturbo ossessivo-compulsivo nei bambini e negli adolescenti). Circa il 30% dei soggetti con DOC ha avuto o ha un disturbo da tic.

Il DOC è diverso dai disturbi psicotici, che sono caratterizzati dalla perdita del contatto con la realtà, sebbene in una piccola minoranza di casi di DOC non vi sia alcuna introspezione, e si differenzia anche dal disturbo ossessivo-compulsivo della personalità, sebbene i soggetti affetti da tali disturbi possano tuttavia condividere alcuni tratti comportamentali, come l’essere ordinati, affidabili o perfezionisti.

Sintomi

I soggetti affetti dal disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) hanno ossessioni, ovvero pensieri, immagini o bisogni che si ripresentano in continuazione, anche se il soggetto non lo desidera. Queste ossessioni sono intrusive anche quando il soggetto sta pensando ad altro o è impegnato a fare altre cose. Inoltre, le ossessioni generalmente provocano una forte angoscia o ansia. Le ossessioni di solito comportano pensieri incentrati sul farsi male, rischiare qualcosa o essere in pericolo.

Le ossessioni comuni comprendono quanto segue:

  • Preoccupazioni legate a una possibile contaminazione (ad esempio la paura che, toccando il pomello di una porta, si possano contrarre delle malattie)

  • Dubbi (per esempio, preoccuparsi del fatto che la porta non sia chiusa)

  • Preoccupazione per il fatto che gli oggetti non siano perfettamente allineati o in ordine

Poiché le ossessioni non sono gradevoli, il soggetto frequentemente tende a ignorarle e/o a mantenerle sotto controllo.

Le compulsioni (definite anche rituali) sono una risposta alle ossessioni. Ad esempio, il soggetto si sente spinto a compiere qualcosa di ripetitivo, finalistico e intenzionale per cercare di ridurre o alleviare l’ansia causata dalle ossessioni.

Le compulsioni comuni comprendono quanto segue:

  • Lavaggi per eliminare la contaminazione

  • Ripetuti controlli per allontanare i dubbi (ad esempio, controllare molte volte che la porta sia chiusa a chiave)

  • Conteggi (ad esempio, ripetere un’azione un certo numero di volte)

  • Mettere in ordine (ad esempio, sistemare le posate o gli oggetti da lavoro seguendo uno schema specifico)

La maggior parte dei rituali, come il lavarsi continuamente le mani o il controllo ripetuto della porta chiusa, è osservabile. Altri rituali, come il conteggio ripetuto o il borbottare delle frasi che hanno lo scopo di ridurre il pericolo, non lo sono.

I rituali devono essere eseguiti in un modo preciso, secondo delle regole rigide. I rituali possono essere associati logicamente all’ossessione oppure no. Nel caso di compulsioni correlate logicamente all’ossessione (ad esempio, farsi una doccia per restare puliti o controllare i fornelli per prevenire un incendio), la compulsione è chiaramente eccessiva. Ad esempio, un soggetto può farsi la doccia per ore tutti i giorni o controllare i fornelli 30 volte prima di uscire di casa. Tutte le ossessioni e i rituali sono dispendiosi in termini di tempo, il soggetto può perderci molte ore al giorno. Possono causare uno stato di malessere così significativo oppure interferire così tanto con le attività quotidiane da compromettere la vita attiva del soggetto.

La maggior parte dei soggetti con DOC hanno sia ossessioni sia compulsioni.

La maggior parte dei soggetti con DOC è in qualche modo consapevole del fatto che i pensieri ossessivi non riflettono un rischio reale e che i loro comportamenti compulsivi sono eccessivi. Tuttavia, alcuni sono convinti che le loro ossessioni siano ben fondate e che le loro compulsioni siano opportune.

La maggior parte dei soggetti con DOC è consapevole del fatto che i comportamenti compulsivi sono eccessivi. Per tale motivo, spesso eseguono segretamente i rituali, anche se questi richiedono diverse ore ogni giorno.

Di conseguenza, i sintomi del DOC possono portare a un deterioramento dei rapporti sociali e il soggetto può risentirne per quanto riguarda i risultati in ambito scolastico o lavorativo, o in altri aspetti della funzionalità quotidiana.

Molti soggetti con DOC presentano anche altri disturbi di salute mentale: in circa il 75% dei casi viene diagnosticato anche un disturbo d’ansia permanente, in circa il 40% un disturbo depressivo maggiore permanente e nel 23-32% un disturbo ossessivo-compulsivo della personalità. Nel momento in cui viene formulata la diagnosi di DOC, in circa il 15-20% dei casi è presente un disturbo depressivo maggiore.

Da oltre un quarto a circa due terzi dei soggetti con DOC a un certo punto ha pensieri suicidari e dal 10 al 13 per cento tenta il suicidio. Il rischio di un tentativo di suicidio aumenta se è presente anche un disturbo depressivo maggiore (vedere Comportamento suicidario).

Sapevate che...

  • La maggior parte dei soggetti con disturbo ossessivo-compulsivo è consapevole dell’irrazionalità delle proprie ossessioni e compulsioni.

Diagnosi

  • Valutazione di un medico basata su determinati criteri diagnostici

Il medico pone la diagnosi di disturbo ossessivo-compulsivo in base ai sintomi, ovvero la presenza di ossessioni, di compulsioni o di entrambe. Le ossessioni o le compulsioni devono determinare almeno una delle seguenti condizioni:

  • un notevole dispendio di tempo

  • una sofferenza significativa o un’interfenza con la funzionalità del soggetto

Trattamento

  • Terapia di esposizione e prevenzione dei rituali

  • Alcuni antidepressivi

Per il trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo, la terapia di esposizione e prevenzione dei rituali (risposte), un tipo di terapia cognitivo-comportamentale, sono spesso efficaci. La terapia di esposizione comporta un’esposizione graduale e ripetuta del soggetto a qualsiasi cosa (situazioni o persone) scateni le ossessioni, i rituali o il disagio, ma chiedendogli di non attuare il rituale compulsivo (terapia di prevenzione dei rituali). Nel corso delle esposizioni ripetute, il disagio o l’ansia diminuiscono gradualmente mentre il soggetto comprende che i rituali non sono necessari per ridurre il disagio. Il miglioramento di solito continua per anni, forse perché il soggetto che ha imparato a gestire tale approccio è in grado di continuare a metterlo in pratica dopo la conclusione ufficiale della terapia. La terapia cognitiva viene spesso aggiunta alla terapia di esposizione e prevenzione dei rituali.

Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (come la fluoxetina), un tipo di farmaci antidepressivi e la clomipramina, un antidepressivo triciclico, risultano spesso efficaci. Molti specialisti ritengono che la migliore terapia sia l’associazione tra la terapia di esposizione e di prevenzione dei rituali e la terapia farmacologica.

Invece, la psicoterapia psicodinamica (che enfatizza il riconoscimento dei meccanismi inconsci attraverso pensieri, sensazioni e comportamenti rivolti al presente) e la psicoanalisi non hanno generalmente sortito effetti nelle persone con disturbo ossessivo-compulsivo.