Panoramica sui traumi sportivi

DiPaul L. Liebert, MD, Tomah Memorial Hospital, Tomah, WI
Revisionato/Rivisto dic 2021
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I traumi sportivi sono comuni fra gli atleti e le persone che praticano sport, anche se alcune lesioni, tradizionalmente considerate traumi sportivi, possono interessare persone che non ne praticano. Ad esempio gli operai edili e dell’industria spesso sviluppano il cosiddetto gomito del tennista, anche se non hanno mai giocato a tennis.

La partecipazione agli sport comporta sempre il rischio di lesione. I traumi sportivi sono più probabili quando non si pratica un riscaldamento appropriato (esercizi e stretching muscolare a ritmo ridotto prima di un allenamento intenso, vedere Riscaldamento).

I muscoli e legamenti si lacerano quando vengono sollecitati con forze eccessive rispetto alla loro resistenza meccanica. Ad esempio, si possono danneggiare se sono troppo deboli o tesi per l’esercizio in corso. Le articolazioni sono più esposte al danno quando i muscoli e i legamenti che le sostengono sono indeboliti, come dopo una distorsione.

Le differenze strutturali di ciascuno possono rendere un soggetto predisposto ai traumi sportivi, sollecitando in modo non uniforme varie parti del corpo. Ad esempio, se gli arti inferiori sono di diversa lunghezza, forze di entità diversa vengono applicate su anca e ginocchio esercitando una maggiore sollecitazione su una parte del corpo.

Un’eccessiva pronazione, ossia l’inclinazione del piede sul lato interno dopo l’impatto al suolo, può causare dolore a carico del piede e del ginocchio. Un certo grado di pronazione è normale e previene le lesioni distribuendo l’impatto sul piede in modo omogeneo. Nei soggetti che presentano una pronazione eccessiva, i piedi sono così flessibili che le arcate longitudinali si appiattiscono tanto da toccare il suolo nella deambulazione o nella corsa, conferendo l’aspetto di piede piatto. I corridori che presentano una pronazione eccessiva possono sviluppare dolore al ginocchio nelle lunghe distanze poiché, quando il piede si gira all’interno, le rotule tendono a deviare verso l’esterno. Questa posizione, a sua volta, esercita un’eccessiva pressione sulla parte anteriore del ginocchio.

Il problema opposto, una scarsa pronazione, può verificarsi in soggetti che hanno le caviglie rigide. In questi casi, i piedi presentano un arco plantare molto alto e non assorbono l’impatto in modo adeguato, aumentando il rischio di piccole crepe ossee (fratture da stress) dei piedi e delle gambe.

Il modo in cui le gambe vengono allineate può causare dolore, specialmente in donne con anche larghe. Queste donne sviluppano ginocchia sporgenti con le rotule deviate verso l’esterno rispetto alla linea mediana. L’applicazione di queste forze sulle rotule provoca dolore.

In genere i traumi sportivi possono essere divisi in quattro categorie:

Usura

Una delle cause più frequenti dei traumi sportivi è l’usura (eccessivo logorio e lacerazione). Spesso, i traumi da usura sono dovuti a tecniche improprie, tuttavia il sovrappeso e l’obesità possono comportare un maggior rischio di lesioni da usura dovuto all’aumento del carico sulle ossa e le articolazioni. Un esempio di tecnica impropria è costituito dal correre sullo stesso lato di una strada inclinata. Atterrare ripetutamente sulla parte leggermente più alta della superficie con lo stesso piede significa applicare forze differenti all’anca e al ginocchio del lato destro rispetto a quelli del lato sinistro. Questa differenza di forze aumenta il rischio di lesione nel lato che impatta la superficie più alta e cambia le forze che agiscono sull’altra gamba, che rischia anch’essa di rimanere lesionata.

Alcuni atleti aumentano troppo rapidamente la velocità o l’intensità dei loro allenamenti, esercitando stress sui muscoli. Ad esempio, alcuni corridori che aumentano la velocità o la distanza troppo rapidamente durante l’allenamento sforzano le gambe, le anche o i piedi, spesso causando stiramenti muscolari e fratture ossee da stress.

Alcuni atleti concentrano l’allenamento su un gruppo di muscoli senza rafforzare il gruppo opposto, con conseguenti squilibri che contribuiscono alla lesione.

Un altro fattore che contribuisce alle lesioni da usura consiste nel recupero inadeguato dopo l’allenamento, oltre all’ostinarsi a continuare l’attività nonostante il dolore (allenamento con dolori). Continuando l’allenamento malgrado la presenza del dolore, la lesione si estende ad altri muscoli o al tessuto connettivo, aumentando il danno e ritardando la guarigione, laddove il riposo la facilita.

Sapevate che...

  • Non tenere a riposo una parte del corpo lesionata (lavorare con il dolore) prolunga il tempo della guarigione.

Trauma da impatto

I traumi sportivi da impatto possono dare origine a ematomi, commozioni cerebrali e fratture. Solitamente questo tipo di lesione interessa gli urti a impatto elevato con altri atleti o con oggetti (ad esempio un contrasto nel football o finire tra i tabelloni nell’hockey), cadute e colpi diretti (ad esempio nel pugilato o nelle arti marziali).

Fratture e lussazioni

Le fratture ossee e le lussazioni articolari sono lesioni gravi che richiedono assistenza medica immediata, in quanto spesso provocano deformità di un arto, dolore intenso e disfunzione dell’arto stesso o dell’articolazione e devono essere ulteriormente valutate con esami diagnostici, come le radiografie. Se si sospetta una frattura o una lussazione articolare, bisogna apporre una stecca per immobilizzare l’arto “così come si trova” senza muoverlo e trasportare il paziente al pronto soccorso.

Le fratture da stress sono piccole crepe ossee causate da sollecitazioni ripetute e sono più comuni nei piedi e nelle ossa lunghe delle gambe. Può non esservi alcun segno visibile della lesione e non sempre appaiono sulle radiografie. L’unico sintomo è rappresentato dal dolore che compare quando la persona tenta di caricare il proprio peso sul piede lesionato (vedere Fratture da stress del piede).

Distorsioni e stiramenti

Distorsioni e stiramenti di solito si verificano in seguito a un improvviso sforzo intenso, il più delle volte durante la corsa, in particolare in seguito a improvvisi cambi di direzione (per esempio per eludere ed evitare gli avversari nel football). Queste lesioni sono frequenti anche negli allenamenti con i pesi, in cui gli atleti mettono giù e sollevano rapidamente il carico anziché muoversi lentamente e delicatamente esercitando una tensione costante e controllata.

Bambini e traumi sportivi

Ogni anno, negli Stati Uniti, circa 3,5 milioni di traumi correlati ad attività sportive interessano bambini di età inferiore ai 14 anni. Poiché sempre più bambini partecipano ad attività sportive organizzate e in età precoce, aumenta il rischio per loro di traumi sportivi, specie quelli da usura. Il rischio è particolarmente alto per i bambini che praticano un solo sport per tutto l’anno, passano da una stagione sportiva all’altra senza interruzioni o giocano a livello agonistico. Alcuni bambini continuano a giocare nonostante la lesione per timore di essere esclusi dalla squadra.

In generale, le linee guida per la prevenzione dei traumi negli atleti sono valide sia per i bambini che per gli adulti, compresi lo screening di bambini e adulti per patologie preesistenti che possono rendere rischioso l’esercizio fisico, la necessità di un adeguato riscaldamento e le tecniche di stretching. Alcuni esperti ritengono che i bambini di età inferiore ai 10 anni dovrebbero svolgere diverse attività anziché specializzarsi in un solo sport, in quanto la specializzazione può concentrare l’allenamento su un solo gruppo muscolare aumentando il rischio di lesioni.

L’uso di un equipaggiamento idoneo indossato nel modo giusto è importante: caschi, occhiali protettivi, paradenti, oltre a gomitiere e ginocchiere approvati per lo sport, contribuiscono a prevenire le lesioni.

Alcuni sport hanno linee guida specifiche riguardo al tempo che i piccoli atleti possono dedicare allo sport. Ad esempio, nel baseball, è stato stabilito il numero di lanci in base all’età del lanciatore.

Il dolore durante un’attività o il dolore eccessivo dopo un’attività possono essere sintomo di una lesione da usura. Un altro segno sono la necessità di mettere il ghiaccio o di assumere farmaci antidolorifici dopo l’esercizio. Se il dolore o i crampi provocano alterazioni nell’andatura, nella meccanica del corpo o nella tecnica sportiva, ci si può trovare di fronte a un problema di usura. Alcuni bambini non si lamentano per il dolore ma evidenziano un minore successo o piacere nella partecipazione alle attività sportive e alterazioni dell’umore o delle prestazioni scolastiche.

Nelle ragazze adolescenti, un’anamnesi di fratture da stress può essere segno di triade dell’atleta femminile, costituita da osteoporosi, mestruazioni irregolari e dieta inadeguata. Sebbene nessun atleta sia immune dalle conseguenze di un’alimentazione inadeguata, le giovani donne che praticano attività di resistenza o sport di “esibizione”, come il pattinaggio artistico, la ginnastica o la danza sono particolarmente a rischio.

Sintomi dei traumi sportivi

Le lesioni causano sempre dolore, che può essere da lieve a grave. I tessuti lesionati possono presentare una combinazione delle seguenti caratteristiche:

  • Gonfiore

  • Calore

  • Sensibilità al tatto

  • Ematomi

  • Perdita della normale ampiezza di movimento

Diagnosi dei traumi sportivi

  • Valutazione medica

Per la diagnosi di un trauma sportivo, il medico interroga il paziente sul momento e le modalità del trauma; gli domanda in quali attività ricreative o lavorative sia impegnato e se ci siano state variazioni di intensità dell’attività. Il medico può chiedere se la persona ha assunto alcuni antibiotici che aumentano il rischio di lesioni del tendine (ad esempio, ciprofloxacina o levofloxacina). Il medico esamina anche la zona lesionata.

Il paziente può essere inviato da uno specialista per un’ulteriore valutazione. Gli esami diagnostici possono comprendere radiografie, tomografia computerizzata (TC), risonanza magnetica per immagini (RMI), ecografia, scintigrafia ossea, densitometria ossea a doppia energia (DEXA) ed elettromiografia (EMG).

Prevenzione dei traumi sportivi

Le misure generali che contribuiscono ad aumentare la sicurezza durante l’esercizio fisico, tra cui l’adeguato screening di bambini e adulti per patologie preesistenti che possono rendere rischioso l’esercizio fisico, il riscaldamento, il defaticamento e l’idratazione, vengono trattate in altra sede. L’esercizio in se stesso previene le lesioni in quanto i tessuti diventano più resistenti agli stress delle attività energiche.

L’uso di un equipaggiamento adeguato contribuisce a prevenire le lesioni. Ad esempio, indossare il casco e il paradenti previene le eventuali lesioni nel football; per i corridori è fondamentale indossare adeguate scarpe da corsa. Le scarpe da corsa devono avere un contrafforte rigido al tallone (la parte posteriore della scarpa che circonda il tallone) per controllare i movimenti della parte posteriore del piede, un sostegno sulla parte interna della suola (sella), per prevenire l’eccessiva pronazione, e un’apertura imbottita (colletto) per sostenere la caviglia.

I plantari nelle calzature (ortesi), che talvolta riescono a correggere problemi del piede quali l’eccessiva pronazione, possono essere flessibili, semirigidi o rigidi e di diversa lunghezza, e devono adattarsi bene nelle apposite scarpe da corsa. Le scarpe devono avere uno spazio adeguato per i plantari, che andranno a sostituire i sottopiedi presenti al momento dell’acquisto.

L’interruzione dello sforzo alla prima avvisaglia di dolore, che precede la maggior parte delle lesioni da usura, limita l’entità del danno a questi muscoli e tendini.

Dopo aver subito un trauma sportivo, gli atleti spesso vogliono sapere con quale rapidità potranno riprendere l’attività, una tempistica che dipende dalla gravità della lesione. All’inizio, l’esercizio della zona già lesionata deve essere poco intenso per consentire a muscoli, tendini e legamenti indeboliti di rafforzarsi e prevenire una nuova lesione. Spesso gli atleti devono adattare la loro tecnica in modo da evitare una nuova lesione. Ad esempio, quelli che praticano uno sport con racchetta e soffrono di gomito del tennista potrebbero voler adattare la propria tecnica per l’uso della racchetta.

Trattamento dei traumi sportivi

  • terapia PRICE

  • Riabilitazione

Il trattamento dei traumi sportivi è simile a quello dei traumi non sportivi.

Trattamento iniziale

Il trattamento immediato per quasi tutte le lesioni è costituito dalla terapia PRICE (Protection, Rest, Ice, Compression, Elevation):

  • Protezione

  • riposo

  • Ghiaccio

  • Compressione

  • Sollevamento

La protezione consiste nell’immobilizzare e mettere a riposo immediatamente la parte lesionata per ridurre il sanguinamento interno e il gonfiore e prevenire ulteriori traumi (vedere la figura Panoramica sulle fratture/Lussazioni e distorsioni/Trattamento/Immobilizzazione.…).

La parte lesionata si gonfia perché fuoriesce liquido dai vasi sanguigni. Causando una costrizione dei vasi sanguigni, il ghiaccio riduce la perdita, limitando il gonfiore. Inoltre il ghiaccio contribuisce a ridurre il dolore e gli spasmi muscolari e a limitare il danno ai tessuti.

Gli impacchi freddi e di ghiaccio non devono essere applicati direttamente sulla pelle per evitare di irritarla o danneggiarla, ma devono essere avvolti (ad esempio, nella plastica) e posti in un panno o un asciugamano. Una benda elastica può essere utilizzata per tenere fermi gli impacchi freddi mentre si solleva la parte lesionata. Il ghiaccio deve essere rimosso dopo 20 minuti, poi riapplicato dopo una sosta di 20 minuti o più e lasciato per altri 20 minuti. ripetendo la procedura diverse volte nelle prime 24 ore.

Anche se non si applica il ghiaccio, avvolgere la parte lesionata con una benda elastica comprime il tessuto e limita il sanguinamento interno e il gonfiore, quindi va tenuta fino alla guarigione della lesione.

La parte lesionata deve essere sollevata sopra il livello del cuore in modo che la forza di gravità favorisca il drenaggio del liquido accumulatosi che provoca gonfiore e dolore. Se possibile, il liquido deve essere drenato in una via che scenda verticalmente dalla zona interessata al cuore. Ad esempio, in una lesione alla mano, sia questa che il gomito, devono essere sollevati.

Per ridurre il dolore si può ricorrere agli analgesici. Di solito il paracetamolo risulta efficace per il dolore ma non riduce l’infiammazione, mentre i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), come ibuprofene o naproxene, possono essere usati sia per il dolore che per l’infiammazione ma hanno un rischio leggermente maggiore di effetti collaterali (soprattutto sullo stomaco) rispetto al paracetamolo. Se il dolore è intenso o persistente per oltre 3 giorni, si raccomanda una valutazione medica.

Talvolta, per ridurre il dolore e il gonfiore, oltre alla terapia PRICE, si ricorre a iniezioni di corticosteroidi nell’articolazione lesionata o nelle strutture adiacenti. Tuttavia, le iniezioni di corticosteroidi possono ritardare la guarigione, aumentare il rischio di lesioni di tendini e cartilagine e consentire il ritorno all’attività prima della guarigione completa, con il rischio di peggiorare la lesione; inoltre devono essere effettuate da un medico.

Sapevate che...

  • La parte lesionata deve rimanere in una posizione in cui la gravità possa far scorrere il liquido verticalmente dalla ferita al cuore.

Riabilitazione

Una volta guarita la lesione iniziale, è importante riabilitare la zona lesionata prima di riprendere l’attività che l’aveva causata. La riabilitazione può comportare regimi formali svolti sotto la supervisione di un fisioterapista o preparatore atletico oppure con rafforzamento e potenziamento meno formali senza supervisione. Talvolta il fisioterapista dà istruzioni per esercizi che gli atleti possono svolgere per conto proprio. I fisioterapisti possono integrare il piano di trattamento con applicazioni di calore, freddo, elettricità, ultrasuoni, trazioni e attività in acqua in aggiunta agli esercizi fisici terapeutici (vedere Riabilitazione). La durata della fisioterapia dipende dalla gravità e dalla complessità della lesione.

Bisogna evitare o modificare l’attività o lo sport che ha causato la lesione fino alla guarigione. L’inattività totale fa perdere massa, forza e resistenza muscolare, quindi è preferibile cambiare attività piuttosto che sospendere ogni tipo di esercizio fisico, optando per esercizi che riducono la sollecitazione sulla parte interessata. Le attività sostitutive della corsa possono essere ciclismo, nuoto e canottaggio in caso di lesione alla gamba o al piede, in particolare il ciclismo e il nuoto sono validi sostituti per le lesioni lombari.

Primo piano sull’invecchiamento: Sicurezza nell’allenamento

La maggior parte degli anziani può svolgere attività fisica in modo sicuro. L’esercizio fisico contribuisce ad alleviare alcuni disturbi, come la pressione arteriosa elevata e il diabete. Tuttavia, è opportuno che gli anziani parlino con il proprio medico prima di iniziare un programma di attività fisica.

Tali programmi per gli anziani dovrebbero comprendere esercizi per favorire la flessibilità e l’agilità oltre che il rafforzamento e il potenziamento aerobico. Gli anziani sono più inclini ai traumi rispetto ai giovani che praticano lo stesso sport. È importante indossare calzature e un equipaggiamento adatti.

Inoltre, l’esercizio va iniziato gradualmente e aumentato lentamente. Per le persone di tutte le età è fondamentale iniziare con un attento riscaldamento per ridurre le possibilità di lesione. Con l’invecchiamento, la flessibilità diminuisce a causa dei cambiamenti del tessuto connettivo. Inoltre, gli anziani hanno maggiori probabilità di soffrire di artrite, che riduce ulteriormente la flessibilità. Questo comporta che le articolazioni sopportino un maggiore stress durante l’esercizio, anziché distribuirlo ai tessuti circostanti, come i muscoli adiacenti, di conseguenza le articolazioni risultano gradualmente danneggiate. Un riscaldamento supplementare ed esercizi per la flessibilità favoriscono la prevenzione delle lesioni.

I corridori più anziani sono soggetti agli stessi traumi sportivi correlati alla corsa dei corridori giovani, ma sono anche più inclini alle cadute. Spesso, con l’età l’equilibrio peggiora, quindi gli atleti devono considerare di aggiungere al loro allenamento esercizi per l’equilibrio. La disidratazione può comportare episodi di stato confusionale e di conseguenza cadute negli anziani.