Trapianto di altri tessuti

DiMartin Hertl, MD, PhD, Rush University Medical Center
Revisionato/Rivisto ago 2022
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    Il trapianto di tessuto consiste nell’asportazione di vari tessuti, come cellule cutanee, cornee, cartilagine o osso, da un soggetto e nel successivo inserimento di quel tessuto nello stesso o in un altro soggetto affetto da un grave disturbo che interessa parti di quel tessuto.

    (Vedere anche Panoramica sui trapianti)

    Cute

    Gli innesti cutanei sono considerati una forma di trapianto. Si possono eseguire innesti cutanei nei soggetti con vaste aree cutanee compromesse, ad esempio, a causa di ustioni estese. L’innesto cutaneo è più efficace quando la pelle sana di un soggetto viene asportata da un’area del suo corpo e trapiantata in un’altra sede. Qualora tale trapianto non sia possibile, si utilizza la pelle di un donatore deceduto o perfino di animali (ad esempio maiali), oppure la pelle sintetica, come misura temporanea. Tali trapianti durano solo per breve tempo, ma possono fornire una protezione temporanea finché non si sviluppa un tessuto cutaneo normale che li sostituisca.

    Si può aumentare la quantità di pelle disponibile per l’innesto, ponendo piccoli frammenti cutanei in coltura o effettuando molti piccoli tagli nella pelle innestata, in modo tale che possa distendersi per coprire un’area più vasta.

    Cartilagine

    Nei bambini, la cartilagine viene solitamente utilizzata per trattare i difetti congeniti di orecchie o naso. Negli adulti, può essere usata per la riparazione delle articolazioni colpite da trauma o artrite.

    La cartilagine può essere trapiantata con successo, senza ricorrere agli immunosoppressori. Il sistema immunitario dell’organismo attacca la cartilagine trapiantata in modo meno aggressivo rispetto agli altri tessuti.

    Cornee

    Le cornee, le cupole trasparenti localizzate sulla superficie oculare, solitamente possono essere trapiantate con successo senza somministrare immunosoppressori.

    Le ossa

    Il tessuto osseo di una parte del corpo può essere usato per sostituirlo in un’altra parte, ad esempio, il tessuto asportato durante un intervento chirurgico per cancro osseo.

    L’osso trapiantato da un soggetto a un altro sopravvive solo per breve tempo. Tuttavia, stimola lo sviluppo di nuovo tessuto osseo, stabilizza l’area fino alla formazione di nuovo tessuto e fornisce una struttura per la corretta crescita del nuovo tessuto osseo.

    Dopo il trapianto osseo non è necessario somministrare immunosoppressori.

    Più di un tessuto

    Alcuni trapianti contengono più di un tessuto e sono chiamati trapianti compositi, come quelle di mani, braccia o viso. I trapianti compositi possono includere pelle, muscolo, ossa e tessuti che collegano e sostengono queste strutture.

    Il trapianto composito è una tecnica controversa perché in genere non ha lo scopo di preservare la vita e non la prolunga, anche se può notevolmente migliorarne la qualità. Si tratta anche di una tecnica molto costosa, che richiede l’uso di molte risorse e può talvolta scatenare infezioni potenzialmente fatali. Queste procedure non sono ritenute cure mediche standard.

    Il grado di funzionalità della parte impiantata varia notevolmente, ma alcuni riceventi di mano riescono a usarla per compiere le abituali attività quotidiane.

    Dopo il trapianto sono necessari immunosoppressori.

    Altri tessuti

    Nella malattia di Parkinson, il trapianto di tessuto surrenale di un soggetto nel cervello sembra alleviare i sintomi, così come il trapianto di tessuto cerebrale proveniente da feti abortiti. L’uso di tessuto proveniente da un feto abortito è tuttavia controverso.

    Il trapianto del timo da neonati nati morti in bambini nati senza questa ghiandola (una malattia nota come sindrome di DiGeorge) può contribuire al ripristino del sistema immunitario nel ricevente. Nel caso in cui il timo sia assente, il sistema immunitario è compromesso, poiché nel timo si sviluppano i leucociti, che svolgono un ruolo fondamentale nella difesa del sistema immunitario da sostanze estranee. Tuttavia, il nuovo timo può produrre cellule che attaccano quelle del ricevente causando una forma grave di malattia del trapianto contro l’ospite (vedere anche il video Il timo e i linfociti T).

    Il trapianto dell’utero può talvolta essere eseguito in donne che desiderano una gravidanza ma presentano un utero anomalo o hanno subito in precedenza l’asportazione dell’utero.

    Reimpianto di una parte amputata

    Il reimpianto di una parte del corpo non viene in realtà considerato un trapianto.

    Se dita, mani e braccia sono relativamente sane dopo essere state recise dall’organismo, possono essere talvolta riattaccate con successo. Il successo è minore per le gambe.

    La parte amputata viene mantenuta pulita e asciutta e posta in un sacco di plastica con ghiaccio, fino al momento del suo utilizzo. È necessaria una riparazione rapida, in modo tale da recuperare l’apporto di sangue nella parte recisa.