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Test da sforzo

Di

Thomas Cascino

, MD, MSc, Michigan Medicine, University of Michigan;


Michael J. Shea

, MD, Michigan Medicine at the University of Michigan

Revisionato/Rivistolug 2021
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Mettere il cuore sotto sforzo (con attività fisica o mediante l'assunzione di farmaci che aumentano la frequenza cardiaca) può essere utile nel riscontro di coronaropatia Panoramica sulla coronaropatia La coronaropatia è una sindrome che implica una parziale o completa ostruzione dell’afflusso sanguigno al muscolo cardiaco. Il muscolo cardiaco necessita di un costante apporto di sangue ricco... maggiori informazioni Panoramica sulla coronaropatia . Nella coronaropatia, il flusso ematico nelle arterie coronarie (che portano sangue al muscolo cardiaco) è parzialmente o totalmente ostruito. Se le arterie coronarie sono solo parzialmente ostruite, il cuore può ricevere un’irrorazione sanguigna adeguata, in condizioni di riposo ma non sotto sforzo. Pertanto, la valutazione del cuore sotto sforzo può contribuire all’identificazione di coronaropatia.

Poiché il test da sforzo nello specifico monitorizza il funzionamento del cuore in quelle condizioni, tale test aiuta il medico a distinguere i problemi legati alle cardiopatie da quelli connessi ad altre patologie che limitano l’attività fisica, come patologie polmonari, anemia e scarse condizioni generali di benessere.

Durante il test da sforzo, si mette sotto sforzo il cuore con attività fisica o un farmaco, in genere per aumentare la frequenza cardiaca, e il paziente viene monitorato per rilevare l’eventuale presenza di segni di inadeguato afflusso di sangue al cuore. Inoltre, si valutano eventuali sintomi che indichino un inadeguato afflusso di sangue al cuore, come ipotensione arteriosa, respiro affannoso e dolore toracico.

Non esistono test infallibili. A volte questi esami evidenziano anomalie in soggetti non affetti da coronaropatia (risultato falso-positivo). A volte questi esami non evidenziano anomalie in soggetti affetti dalla malattia (risultato falso-negativo). Nei soggetti asintomatici, soprattutto nei più giovani, nonostante un risultato alterato, la probabilità di avere una coronaropatia è bassa. Tuttavia, di solito in questi casi è più verosimile che un risultato positivo sia falso piuttosto che vero. Questi falsi-positivi possono causare notevoli preoccupazioni nonché elevate spese mediche. Per queste ragioni, la maggior parte degli esperti scoraggiano il test da sforzo (per finalità di screening prima di cominciare l’attività fisica o in sede di valutazione per l’assicurazione sulla vita) in soggetti asintomatici.

Esecuzione del test da sforzo

Per sottoporre il cuore a sforzo con l’attività fisica, la maggior parte dei soggetti

  • Cammina su un tapis roulant

  • Pedala su una cyclette

Gradualmente vengono incrementate l’intensità dello sforzo e la forza richiesta per eseguirlo (carico di lavoro). L’ECG viene monitorato continuamente e la pressione arteriosa viene misurata a intervalli. Solitamente viene chiesto al soggetto di proseguire fino a raggiungere una frequenza cardiaca compresa tra l’80 e il 90% di quella massima, per età e sesso. Se i sintomi, come il respiro affannoso o il dolore toracico, diventano troppo fastidiosi, o se compaiono significative anomalie dell’ECG o della registrazione della pressione arteriosa, l’esame viene interrotto.

Gli esami possono durare da 30 minuti a varie ore, in base al tipo di test da sforzo eseguito. Il test da sforzo da attività fisica comporta un rischio minimo. La probabilità che induca un attacco cardiaco o abbia esiti fatali è pari a 1 su 5.000.

Nei soggetti non in grado di fare attività fisica sufficiente per il test, i medici sottopongono il cuore a sforzo somministrando farmaci (test da sforzo farmacologico). Per questa procedura si inietta un farmaco, come dipiridamolo, dobutamina, adenosina o desegregando per simulare gli effetti dell’attività fisica sul cuore.

Tolleranza alla prova da stress (sforzo)
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