Disfunzione epatica postoperatoria

DiDanielle Tholey, MD, Sidney Kimmel Medical College at Thomas Jefferson University
Revisionato/Rivisto set 2023
Visualizzazione l’educazione dei pazienti

    Dopo un intervento chirurgico maggiore, a volte, si manifesta una lieve insufficienza epatica anche in assenza di una preesistente epatopatia. Questa disfunzione è solitamente causata da un'ischemia epatica o da effetti poco compresi dell'anestesia. I pazienti con un'epatopatia preesistente ben compensata (p. es., cirrosi con normale funzione epatica), generalmente tollerano bene gli interventi chirurgici. Tuttavia, l'intervento può aumentare la gravità di alcune epatopatie preesistenti; p. es., la laparotomia può scatenare un'insufficienza epatica acuta in un paziente con un'epatite alcolica o virale.

    (Vedi anche Struttura e funzione epatica e Valutazione del paziente con una malattia epatica.)

    Ittero postoperatorio

    La diagnosi di ittero postoperatorio richiede l'esecuzione degli esami epatici. Anche il momento di insorgenza dei sintomi aiuta nel fare la diagnosi.

    L'iperbilirubinemia mista multifattoriale è la causa più comune dell'ittero postoperatorio. È dovuta all'aumentata produzione di bilirubina e alla ridotta clearance epatica. Queste patologie si manifestano, in genere, dopo interventi chirurgici maggiori o dopo traumi che richiedono numerose trasfusioni. L'emolisi, la sepsi, il riassorbimento degli ematomi e le trasfusioni di sangue possono aumentare il carico di bilirubina; simultaneamente, l'ipossiemia, l'ischemia epatica e altri fattori scarsamente compresi alterano la funzione epatica. Questa condizione di solito raggiunge l'acme entro alcuni giorni dall'intervento. L'insufficienza epatica è rara e l'iperbilirubinemia si risolve, tipicamente, con lentezza, ma in modo completo. Gli esami della funzionalità epatica possono spesso differenziare l'iperbilirubinemia mista multifattoriale dall'epatite. Nell'iperbilirubinemia mista multifattoriale, è frequente un'iperbilirubinemia grave con modesti aumenti delle aminotransferasi e della fosfatasi alcalina. Nell'epatite, i livelli di aminotransferasi sono di solito molto alti.

    Epatite postoperatoria

    L'epatite ischemica postoperatoria è causata da un'insufficiente perfusione epatica, e non da uno stato infiammatorio. Le cause sono un'ipotensione o un'ipossia perioperatorie transitorie. Caratteristicamente, i livelli di aspartato-aminotransferasi aumentano rapidamente (spesso > 1000 unità/L [16,7 microkat/L]), mentre la bilirubina è solo lievemente elevata. L'epatite ischemica solitamente raggiunge la sua acme entro pochi giorni dall'intervento e si risolve in alcuni giorni.

    L'epatite alotano-indotta può essere dovuta all'uso di anestetici contenenti alotano o sostanze correlate. Di solito si sviluppa entro 2 settimane, è spesso preceduta da febbre e a volte è associata a un'irritazione e a eosinofilia.

    Oggi, la vera epatite postoperatoria è rara. Era dovuta principalmente alla trasmissione del virus dell'epatite C con le trasfusioni di sangue.

    Colestasi postoperatoria

    La causa più comune di colestasi postoperatoria è l'ostruzione biliare extraepatica dovuta a complicanze intra-addominali o a farmaci somministrati nel postoperatorio. Una colestasi intraepatica si sviluppa occasionalmente nei pazienti che sono stati sottoposti ad interventi chirurgici maggiori, specialmente addominali o cardiovascolari (colestasi intraepatica benigna postoperatoria). La patogenesi è sconosciuta, ma di solito questa condizione si risolve lentamente e spontaneamente. A volte la colestasi postoperatoria è dovuta a una colecistite acuta alitiasica o a una pancreatite.

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